Umano, troppo umano I, fr. 256, Globalizzazione!!! Imparate le lingue?????!!! |
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Umano, troppo umano I, fr. 256, Globalizzazione!!! Imparate le lingue?????!!! |
May 22 2008, 12:46 PM
Messaggio
#1
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Old Member Gruppo: Members Messaggi: 181 Iscritto il: 24-March 07 Utente Nr.: 23 |
L'imparare molte lingue riempie la memoria di parole invece che di fatti e di pensieri; mentre la memoria è un serbatoio che in ogni individuo può ricevere solo una certa limitata massa di contenuto. Poi, l'imparare molte lingue nuoce in quanto produce l'illusione di una grande versatilità ed effettivamente conferisce anche un certo ingannevole prestigio nei rapporti con gli altri; nuoce poi anche indirettamente perchè ostacola l'acquisizione di cognizioni solide e l'intenzione di meritarsi la stima degli uomini in maniera onesta. E' infine l'ascia che viene posta alla radice di un più fine senso della lingua nella favella materna: esso viene in tal modo irreparabilmente danneggiato, rovinato. Entrambi i popoli che hanno prodotto i maggiori stilisti, Greci e Francesi, non imparavano lingue straniere. Ma, poichè i rapporti tra gli uomini sono destinati a diventare sempre più cosmopolitici, e per esempio un commerciante di Londra che si rispetti deve già oggi farsi capire per iscritto e a voce in otto lingue, l'imparare molte lingue è in verità un male necessario; che però alla fine, spinto all'estremo, costringerà l'umanità a trovare un rimedio: e in qualche lontano futuro ci sarà per tutti, prima come lingua del commercio, poi come lingua delle relazioni intellettuali in genere, una nuova lingua così certamente come un giorno ci sarà la navigazione aerea. A che scopo altrimenti la glottologia avrebbe studiato per un secolo le leggi della lingua e valutato ciò che in ogni singola lingua è necessario, pregevole e riuscito!
Umano, troppo Umano I fr.256 Adelphi -------------------- Non lodarmi la morte, splendido Odisseo. Vorrei esser bifolco, servire un padrone, un diseredato, che non avesse ricchezza, piuttosto che dominare su tutte l'ombre consunte
www.andreafiamma.blogspot.com |
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May 31 2008, 03:16 PM
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#2
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Member Gruppo: Members Messaggi: 29 Iscritto il: 19-April 07 Utente Nr.: 52 |
Sgubonius,
io credo invece che la permanenza dell'esistenza arricchisca l'esperienza dell'essere! forse non ogni giorno ti da qualcosa di nuovo, ma quando accade non è un'esperienza che ti arricchisce? ok, tu pensi che abbiamo già tutto in noi stessi..ma comunque senza l'esperienza,senza la vita, dove lo metti tutto te stesso? a questo punto potrei anche chiederti perchè continui a vivere, se non te ne viene niente.. Nemo, perchè allora non dai qualche spunto a noi giovini su come si vive alla Nietzsche? forse se parlassimo di fatti saresti più propenso alla discussione? -------------------- Man muß doch Chaos in sich haben, um einen tanzenden Stern gebären zu können
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May 31 2008, 04:42 PM
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#3
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Über Member Gruppo: Members Messaggi: 754 Iscritto il: 15-May 08 Utente Nr.: 2,728 |
Sgubonius, io credo invece che la permanenza dell'esistenza arricchisca l'esperienza dell'essere! forse non ogni giorno ti da qualcosa di nuovo, ma quando accade non è un'esperienza che ti arricchisce? ok, tu pensi che abbiamo già tutto in noi stessi..ma comunque senza l'esperienza,senza la vita, dove lo metti tutto te stesso? a questo punto potrei anche chiederti perchè continui a vivere, se non te ne viene niente.. Ovviamente sono punti di vista, ma se parliamo di esperienza dell'essere come mistero fondamentale al quale siamo posti d'innanzi, questa si fa per la prima volta venendo al mondo e poi si ripete sempre uguale. L'esperienza, la vita, basta anche solo la prima volta. Successivamente prendendo possesso delle cose del mondo in una sorta di utilizzabilità (che non c'entra coll'essere ma sono caratteri dell'esistenza) e nella memoria non possiamo che allontanarci da un pensare l'essere per cadere in vari gradi di metafisica. Questo è quello che intendevo. In ogni caso per andare più sul piatto per me tutta la vita può essere "compresa" in un solo istante, in ogni istante, il ripetersi dell'esperienza serve solo alla nostra ragione per distinguere apparenza transitoria da verità costante. Il fatto che non esistano novità fondamentali (eterno ritorno no?) non è affatto un motivo per non vivere, ma è motivo per vivere sempre pienamente. Questo bisogno di novità, di viaggiare, di scopo, di felicità, di speranza è tutto ciò che caratterizza l'uomo, ma non il superuomo. -------------------- "Innocenza è il fanciullo e oblio, un nuovo inizio, un giuoco, una ruota ruotante da sola, un primo moto, un sacro dire di sì"
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