Pensare il Cristianesimo dopo Nietzsche, secondo Vattimo |
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Pensare il Cristianesimo dopo Nietzsche, secondo Vattimo |
Mar 7 2008, 09:35 AM
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#1
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Old Member Gruppo: Members Messaggi: 110 Iscritto il: 3-May 07 Da: Abruzzo Utente Nr.: 76 |
Pensare il Cristianesimo dopo Nietzsche, secondo il punto di vista di Vattimo.
Voglio fare chiarezza su questo concetto e vi invito a dicuterne.Vi chiedo di aiutarmi. Non ho capito bene se Vattimo considera l'influenza del pensiero di Nietzsche come una opportunità per risanare o rinvigorire il cristianesimo. Dato che Vattimo è credente oltre che ad essere un grande studioso di Nietzsche mi pongo questa domanda. Saluti |
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Mar 16 2008, 09:58 AM
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#2
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Über Member Gruppo: Members Messaggi: 1,239 Iscritto il: 12-July 07 Utente Nr.: 219 |
Gesù Cristo aveva detto: « Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. "
e poi «Chi mi segue ha la vita eterna e il centuplo quaggiù» ora...da piccoli ci hanno insegnato che l'amore per il prossimo era il bene più grande da perseguire, annullarsi negli altri portava alla redenzione dell'anima... penso invece che da Nietzsche i cattolici possano imparare invece l'amore per il proprio sè ..perchè...come si può rendere vero quel comandamento che Cristo ci ha detto, ama il prossimo come te stesso, se poi nn amiamo il valore di noi e ci spendiamo totalmente negli altri? perchè annullarsi quando Dio è venuto ad assumere la nostra finitezza di uomo e ha voluto diventare carne e sangue e nn linfa o radice? se Dio ci ha amato perchè noi dobbiamo disprezzare noi stessi?? buona domenica delle palme -------------------- "Osa tutto...non avere bisogno di niente"
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nemo |
Mar 16 2008, 10:33 AM
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#3
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Mar 16 2008, 12:42 PM
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#4
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Old Member Gruppo: Members Messaggi: 181 Iscritto il: 24-March 07 Utente Nr.: 23 |
e soprattutto: perchè avere bisogno di un dio? Di un Dio si può avere bisogno per svariati motivi, soprattutto.. come dire.. "esistenziali", no? C'è bisogno di un Dio che risponda. Però a mio avviso ostinarsi a leggere tutta la questione attraverso la dinamica domanda-risposta è fuorviante o almeno poco credibile. Sicuramente questo tipo di critica, che ha avuto un picco in Feuerbach e Freud, non solo colpisce uno dei punti nevralgici della questio religiosa, ma dovrebbe essere assunta interamente da ognuno -soprattutto dai credenti- poichè smaschera l'atteggiamento meno autentico, ovvero l'idolatria. Come è stato giustamente detto, l'uomo tenta di "proiettare", di catalizzare le risposte di ciò che gli risulta incomprensibile in un essere o in qualcosa di divino che possa soddisfarle tutte. Addirittura, nel tentativo di completezza, come sottolineava Bayle, si giunge ad assegnare a Dio attributi "incompatibili" tra loro. Certamente questo tipo di approccio è facilitato dall'idea del Dio personale. Tuttavia ben s'intende che risolvere tutto in questa dinamica a cui, grosso modo, soggiace ogni grande religione, è parziale, perchè non si tiene conto di tutto ciò che ruota intorno a questo mondo, di tutta la razionalità e sincerità. Ecco che, permettimi, la tua domanda "perchè avere bisogno di un dio?" non penso porti molto lontano. Ciao -------------------- Non lodarmi la morte, splendido Odisseo. Vorrei esser bifolco, servire un padrone, un diseredato, che non avesse ricchezza, piuttosto che dominare su tutte l'ombre consunte
www.andreafiamma.blogspot.com |
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nemo |
Mar 16 2008, 09:49 PM
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#5
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Di un Dio si può avere bisogno per svariati motivi, soprattutto.. come dire.. "esistenziali", no? C'è bisogno di un Dio che risponda. Però a mio avviso ostinarsi a leggere tutta la questione attraverso la dinamica domanda-risposta è fuorviante o almeno poco credibile. Sicuramente questo tipo di critica, che ha avuto un picco in Feuerbach e Freud, non solo colpisce uno dei punti nevralgici della questio religiosa, ma dovrebbe essere assunta interamente da ognuno -soprattutto dai credenti- poichè smaschera l'atteggiamento meno autentico, ovvero l'idolatria. Come è stato giustamente detto, l'uomo tenta di "proiettare", di catalizzare le risposte di ciò che gli risulta incomprensibile in un essere o in qualcosa di divino che possa soddisfarle tutte. Addirittura, nel tentativo di completezza, come sottolineava Bayle, si giunge ad assegnare a Dio attributi "incompatibili" tra loro. Certamente questo tipo di approccio è facilitato dall'idea del Dio personale. Tuttavia ben s'intende che risolvere tutto in questa dinamica a cui, grosso modo, soggiace ogni grande religione, è parziale, perchè non si tiene conto di tutto ciò che ruota intorno a questo mondo, di tutta la razionalità e sincerità. Ecco che, permettimi, la tua domanda "perchè avere bisogno di un dio?" non penso porti molto lontano. Ciao fammi capire: tu ammetti che è solo una fantasia, una tua proiezione? ma allora...va bene anche la droga o l'acool ah già...quelli fanno male... |
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