Il pessimismo di Nietzsche
Premetto che sono stato un grande ammiratore di Nietzsche,
fino a quando ho trovato qualcosa di meglio, lo Yoga e la Sapienza Indiana in generale.
Cosi’ come Nietzsche mi ha aiutato a liberarmi, momentaneamente, del Cristianesimo,
adesso sto utilizzando lo Yoga per liberarmi di Nietzsche, o forse solo del suo lato oscuro e contraddittorio.
Veniamo al dunque.
Una differenza fondamentale tra lo Yoga e Nietzsche e’ questa:
-per Nietzsche il Superuomo e’ un evento causale, forse addirittura mai avvenuto se non per caso.
Il compito e’ quello di creare le condizioni perche’ possa avvenire in modo quasi sistematico, regolare.
-per lo Yoga tutti gli uomini, proprio in quanto uomini, sono gia’ perfetti, il solo problema e’ che non lo sanno.
Il compito e’ quello di risvegliarli dal sogno in cui stanno vivendo.
Il pessimismo di Nietzsche e’ fondamentalmente questo, la convinzione che la Storia e’ un mucchio
di storie per lo piu’ insignificanti e che non sara’ mai possibile salvare tutta l’umanita’.
Lo Yoga invece insegna che la Salvezza, il Risveglio, e’ addirittura inevitabile!
Ora io mi chiedo:
come fa a dirsi al di la’ del bene e del male uno che vuole creare, costruire, qualcosa che ancora non c’e’?
Anche se si trattasse solo di riunire in uno tutto cio’ che e’ frammento e orrida casualita’,
egli non potra’ fare a meno di usare le parole di Bene e Male!
Nello Yoga invece si parla di Risveglio dall’illusione, la perfezione e’ gia’ qui e ora,
non si deve fare proprio nulla di complicato, ne’ aspettare mille anni per vedere un uomo decente!
Ovviamente anche qui c’e’ un po’ di bene e male (risveglio-sonno), ma in forma molto piu’ attenuata, quasi nulla.
Qui il cattivo e’ al massimo un dormiglione!
Ma viva dio c’è la contraddizione, la contraddizione salva!
Finchè continuiamo a forzare l’unità, l’ordine, il significato, la logica del senso saremo sempre nel nichilismo più o meno mascherato da religione. Anche il superuomo non può essere più un risultato, uno scopo, una direzione, il tempo non è più lineare/progressivo.
«Profondo è il mondo, Profondo è il suo dolore
Piacere – più profondo ancora di sofferenza
Dice il dolore: perisci!
Ma ogni piacere vuole eternità
vuole profonda, profonda eternità!».
Il pessimismo di Nietzsche è solo la prova per l’eterno ritorno, l’accettazione del dolore come resistenza alla potenza che è il piacere. Da quello che hai scritto sembra che prediligi lo Yoga perchè è più consolatorio…
Il fatto è che Nietzsche NON è il superuomo, è quindi naturale che il suo linguaggio e il suo stesso modo di pensare siano costruiti come i nostri.
Anche il fatto di immaginarti un “qualcosa che ancora non c’è” è semplicemente il frutto della tua visione umana del mondo. Te lo immagini così perché Nietzsche usa parole e immagini che non possono fuoriuscire dal campo umano.
Tutto ciò non sarebbe così in una visione sovrumana, più globale, in cui il tempo non è più lineare e il superuomo non è uno scopo.
Posso darti ragione sul pessimismo di Nietzsche, considerando il fatto che secondo me egli ripone grande speranza (che è tipicamente umana!!!) nel superuomo, come unica via di ‘salvezza’ per l’uomo attuale, che è per ora condannato nella sua sofferenza nichilista ed è incapace di uscire dal suo stato.
Questa però è solo una mia visione. E’ vicina a quello che Schlechta chiama “inferno secolarizzato”.
E cosa ti aiuterà poi liberarti dello Yoga!?
Seriamente…non credo che si possa dire queste cose senza cadere nel banale/ridicolo…senza offesa…però non siamo fatti di ciò che studiamo o di ciò in cui crediamo in un dato momento conchiuso, il nostro pensiero è il frutto del nostro vissuto e del nostro bagaglio di conoscenze, che si sommano e si integrano in ogni momento.
Pensaci un po’, è come se uno passasse da un sistema filosofico a un altro, dicendo: “Ah ce l’ho fatta a liberarmene!” Posso accettare che si superi un particolare tipo di visione del mondo…ma dai liberarsene e prenderne un’altra… “fino a quando ho trovato qualcosa di meglio” per favore…
Non si butta via ciò di cui abbiamo avuto esperienza, anche se lo riteniamo ormai oltrepassato -a meno che non lo si abbia appreso solo superficialmente- e tanto più se è ormai oltrepassato perchè ci servirà sempre come contraddittorio critico.
Perchè invece non provi a formarti una tu a propria individuale visione che sia il risultato personale del tuo percorso filosofico?
Permettimi…la posizione che assumi e che dici derivare dallo yoga mi pare peccare un po’ troppo di antropocentrismo —> “proprio in quanto uomini, sono gia’ perfetti”… e per questo parecchio discutibile ma non conosco approfonditamente lo yoga per metterla in dubbio…
Non riesco a capire che tipo di filosofia stai ricercando, forse è per questo che sei così confuso…cioè ti basta la realtà che stai vivendo e la vuoi accettare com’è, dicendoti che tanto è già perfetta oppure vuoi provare a creare le condizioni per un miglioramento di questa realtà (il superuomo è un concetto-limite dai)?
Vuoi una filosofia più consolatoria o una più “eroica”? Perdonatemi l’uso improrpio di tale termine x indicare il “pessimismo coraggioso”
Si ritorna al punto di prima…stai cercando consolazione e conforto…e ti dico ok…ma non per questo devi per forza mettere in ballo una lettura superficiale del pessimismo nietzschiano che -mi pare ovvio- non è quello che dici…il fatto che la storia è “un mucchio di storie per lo piu’ insignificanti” non ha a che fare col pessimismo ma con la volontà di potenza… Questo essere inevitabile della Salvezza mi puzza del “tutto è bene perché così deve andare necessariamente” positivista\hegeliano.
Sinceramente…mi pari confuso…liberati tu per primo dei concetti di bene o male se vuoi procedere al di là delle convenzioni e dei pregiudizi che attanagliano l’uomo…e ricorda che Nietzsche non era il superuomo, non li identifichiamo…perchè il superuomo non potrebbe fare a meno di usarli? sono concetti umani, ma lui è già oltre l’umano; Nietzsche li usa perchè è umano.
Il fatto che (discorso peraltro un po del cavolo, ma ci si intende) Nietzsche sia stato o meno “superuomo” è di per sè indefinibile dalle sue opere che sono solo l’escremento (uso la terminologia dì Derrida) del suo stesso essere capolavoro. Il linguaggio è la condanna di ogni artista, perchè non si esce da esso (si pensi agli sforzi di Joyce), però nessuno come N. ha dimostrato di essere consapevole di questi limiti e quindi può far presuppore anche un superamento. Io in Ecce Homo ho visto proprio questo: fare pulizia di se stessi, sgambettare se stessi per cadere dalla fune tesa fra le due case (il tempo lineare) e andare così oltre l’uomo che è ciò che valuta, e per questo è limitato a bene/male e al linguaggio del significato, della logica del senso. Il passo successivo è solo la poesia (ditirambi di dioniso) e/o la follia (che non a caso mi pare si caratterizza in N. proprio come disindividuazione dell’io: “sono stato Dioniso e Cesare e il Crocefisso” e via dicendo).
Per restare nel linguaggio nietzscheano, questo mi pare, non volendo essere offensiva, un atteggiamento da ultimo uomo.
Ma sì, accontentiamoci della piccolezza della nostra quotidianità, troviamo la nostra oasi borghese per vivere sereni! A chi importa la morte di Dio!
Il fatto poi, di voler ‘rimpiazzare’ Nietzsche con lo yoga mi fa tanto venire in mente gli aforismi 108 e 109 della FW, in cui le ombre di Dio prendono il Suo posto, mantenendo le Sue stesse funzioni… un rimpiazzaere i valori religiosi con nuovi sulla carta diversi, ma fondamentalmente identici!
Non dico che Nietzsche abbia trovato la verità, anzi, proprio per questo non bisogna farsi condizionare troppo dalla sua lettura. Se lo yoga ti dà conforto, ben venga, ma non considerarlo un antidoto a Nietzsche.
Non è proprio lui a insegnare ad essere sempre critici e a non prendere sempre tutto per buono?!
Non si ripaga veramente un maestro, se si rimane sempre scolari…
La contraddizione salva da cosa? Dalla verita’ forse?
Io ho sempre creduto che a Nietzsche piacesse considerarsi un veritiero.
Forse tu intendi “contraddizione” nel senso di “lotta”, io invece intendevo dire falsita’.
Tu dici che la religione fa uno sforzo per cercare l’unita’ dove non c’e’.
E se invece gli uomini religiosi avessero trovato l’ordine e il significato
solo perche’ “ci vedevano meglio”? Hai mai pensato che il tuo vedere,
o voler vedere, il caos non sia dovuto a un difetto di percezione?
Se il tempo non e’ progressivo, e qui sono anche d’accordo,
perche’ Nietzsche dice: “ancora non ci sono stati Superuomini”,
come fa ad esserne cosi’ sicuro?
Forse tu e Nietzsche avete due diverse idee di tempo,
ma a me sembra che lui in effetti si considerasse uno spartiacque
tra due ere dell’umanita’, “il primo uomo decente” ricordi?
Come faceva ad esserne cosi’ sicuro se non avesse avuto un’idea lineare del tempo?
Tutto può essere, per carità, però generalmente vedere meglio significa distinguere (la risoluzione è proprio la capacità di distinguere due punti) e se uno avesse una vista perfetta vedrebbe assolutamente tutto disgiunto. Ogni unione è uno sforzo concettuale e una approssimazione che sottrae la Differenza.
Nel momento in cui il pensiero dell’eterno ritorno è accolto veramente non vedo come possa sussistere la linearità.
Il superuomo è come già detto un limite, come tale non è in nessun tempo, è di oggi di domani e di dopodomani. Non è nel tempo storico, quindi certamente non è nel qui e ora. Quando Goethe scrive il Faust, lì forse c’è il superuomo, chissà. E’ vero che Nietzsche spesso e volentieri parla di ere, di storia e via dicendo, però penso che la radice del suo pensiero (anche per come è stato poi rielaborato) sia in questa direzione.