CITAZIONE(andreademilio @ Apr 24 2007, 04:20 PM)
Polymetis, nel forum filosofia.eu.org, ha scritto il seguente messaggio :
'' Ciao
Stavo leggendo un saggio sulla politica sessuale ateniese del V secolo a.C. e mi sono imbattuto in questa frase: “Tra i misogini più radicali va annoverato Friedrich Nietzsche, che cominciò la sua carriera come filologo classico. Nel suo saggio “La donne greca”, egli trova inevitabile che una cultura evoluta e creativa debba ridurre le sue donne allo stato di vegetali” (Eva C. Kleus, Il regno della fallocrazia. La politica sessuale ad Atene, Milano, 1988, Il Saggiatore, pag.14-15)
Questa affermazione del tutto esagerata mi ha incuriosito. Qualcuno può aiutarmi e dirmi in che libro è stato pubblicato questo saggio sconosciuto di cui sento parlare per la prima volta? Dovrebbe essere stato scritto nel 1871
Ad maiora ''
dovrebbe trovarsi nei frammenti postumi...
correzione: si scrive Keuls, non Kleus.
VERGONA SU TALE SEDICENTE ACCUMULATRICE DI LETTERE DELL'ALFABETO EVA C. KEULS!!!!
"
Nel suo saggio “La donne greca”, egli trova inevitabile che una cultura evoluta e creativa debba ridurre le sue donne allo stato di vegetali” (Keuls).
"SCHIFO SCHIFO SCHIFO!!" un'accozzaglia di falsità! Lei dice "nel suo saggio", che come ci dice Joseph de Silentio, non esiste!!!!!!!!
E poi Nietzsche non trova inevitabile nulla, tanto meno il dover ridurre a stato di vegetali le donne!!!!!!!!Ma vi rendete conto di quale lavoro di nichilismo attivo dobbiamo operare su noi stessi??? Ma quanti e quali sono i valori e le conoscenze che ci sono state propinate fin da piccoli come "inevitabili" verità sotto la rassicurante forma libro?
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è questo il trionfo supremo della donna antica, aver sedotto anche l’uomo più saggio!-“ dice Nietzsche, e così malignamente tenta anche la sedicente classicista Keuls! E' un peccato che per una giusta causa, cioè la parità dei diritti tra uomini e donne, si arrivi a far passare per verità tali MEGA BALLE!!!
Riporto, per i posteri e per chi ha la pazienza di leggere, una parte dell'INTERESSANTISSIMO "U I 2b frammento 7 (122)".Non vi ritaglio le frasi "incriminate" perché a parte il fatto che già da sole non fanno gridare allo scandalo, ma inserite nel contesto in cui solo hanno liceità di esistere, risultano SMONTARE TOTALMENTE le malignità della sedicente scrittrice femminista Keuls. Battutina maschilista: lei sì, che mi fa diventare misogino!
(pronto, come sempre, ad essere smentito e a rimagiarmi tutto, battutine comprese).
CITAZIONE
L’individuo doveva ricevere tutto dallo Stato, per restituire tutto ad esso. Per lo Stato la donna significa quindi ciò che il sonno significa per l’uomo. Nell’essenza della donna sta la forza risanatrice, che ricostruisce ciò che si è logorato, la calma benefica, in cui si trova un limite tutto ciò che è privo di misura, l’eterna uniformità, che dà una regola a ciò che è eccessivo e stravagante. In essa sogna la futura generazione. La donna è più affine alla natura che non l’uomo, e rimane uguale a se stessa in tutto ciò che è essenziale. A questo riguardo la cultura è sempre un qualcosa di esteriore, che non tocca il nucleo eternamente fedele alla natura: per tale ragione, la cultura della donna poteva apparire all’Ateniese come qualcosa di indifferente, anzi – come qualcosa di ridicolo, quando si voleva guardare da vicino la cosa. Chi da ciò si sente spinto a dedurre senz’altro che la posizione della donna presso i Greci non era dignitosa e risultava troppo dura, non dovrà tuttavia assumere come criterio la «culturalità» della donna moderna e le sue pretese, contro le quali basta richiamarsi alle donne olimpiche, e inoltre a Penelope, Antigone ed Elettra. Senza dubbio queste sono figure ideali: ma chi potrà mai trarre dal mondo odierno siffatti ideali? – Si deve poi considerare quali figli siano stati generati da queste donne, e di quali donne debba quindi essersi trattato, per poter generare tali figli! – La donna greca, in quanto madre, doveva vivere nell’oscurità, poiché l’impulso politico, e lo scopo supremo di questo, volevano così. Essa doveva vegetare come una pianta, in una cerchia ristretta, come un simbolo della saggezza epicurea: “vivi nascosto”. ("testo greco” tradotto con “vivi nascosto”.)
(…)
Esse d’altronde hanno realmente la forza di compensare in qualche modo le lacune dello Stato – seguendo sempre fedelmente la loro essenza, che io ho paragonato al sonno. Nell’antichità greca esse presero la posizione che veniva loro assegnata dalla suprema volontà dello stato: perciò esse sono state esaltate, come mai più in seguito. Le dee della mitologia greca sono le loro immagini, riflesse da uno specchio: la Pizia e la Sibilla, così come la Diotima socratica, sono le sacerdotesse onde parla una divina sapienza.
(…)
Platone, che eliminando la famiglia e il matrimonio accentua ancor più quella posizione della donna, sente ormai tanto rispetto di fronte ad esse, che è mirabilmente indotto, con la sua successiva dichiarazione che pone su uno stesso piano uomini e donne, ad abolire nuovamente il posto gerarchico che spetta alle donne: è questo il trionfo supremo della donna antica, aver sedotto anche l’uomo più saggio!-“