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Versione completa: Immanenza e Trascendenza
Friedrich Wilhelm Nietzsche Forum > Friedrich Wilhelm Nietzsche > Nietzsche Pensiero
Sgubonius
Come da titolo la questione che mi piacerebbe porre, principalmente perchè non sono in grado di dare una risposta da me e perchè credo che sia interessante per collocare un po' anche i flussi di pensieri che sono confluiti in Nietzsche.
In particolare direi capire rispetto a questi due estremi (a me piace pensare che gli estremi si toccano!) come possiamo interpretare Nietzsche senza forzature, soprattutto tenendo a mente che due dei filosofi che più ha amato, Emerson e Spinoza, rappresentano appunto i due poli.

E' ovviamente da considerare anche se queste categorie siano sensate rispetto ad un pensiero così decostruente come quello del nostro... ma io credo che la questione sia valida e degna di trattazione. wink.gif
Sgubonius
La cosa non decolla molto! laugh.gif
Inizierei col dire che sicuramente non si può parlare di trascendenza quando si parla di Nietzsche per una serie di ovvi motivi, primo fra tutti l'assenza di dualismo mondo apparente/sensibile, mentre forse andrebbe discussa eventualmente una componente di trascendentalismo in cui in qualche modo l'opposizione diventa soggetto/oggetto.
E' sicuramente più convincente l'altro estremo, cioè l'immanenza tanto a cara a Spinoza, che si avvicina molto all'interpretazione della volontà di potenza ("tutto è volontà di potenza e anche voi siete questa stessa volontà di potenza ecc...").

Mi resta il dubbio se si possa chiudere Nietzsche in una totale immanenza (per il semplice fatto che non c'è nulla oltre l'apparente) oppure se si debba considerare che esiste una componente "soggettiva" nell'apparenza e nell'interpretazione che introduce l'influsso del sopraccitato Emerson.

Concludendo non escludo che sia una semplice disputa di parole, parole che probabilmente semplicemente mal si addicono ad un pensatore ai limiti delle categorie tradizionali e sfaccettato come il nostro...
Colui che ha trovato
Credo che 'trascendente' possa essere il sé, ovvero la spersonificazione, l'accettazione ultima, il porsi con l'occhio dell'eterno ritorno dell'uguale. Ma è trascendentale in senso gnoseologico, non metafisico.

Nemmeno l'eternità, in Nietzsche, credo che possa essere definita trascendentale.

Anche io ho visto molto della volontà di potenza dei rimasugli di Spinoza (il fatto che il bene ed il male siano enti di ragioni ovvero dei punti di vista ovvero, in senso moderno, delle interpretazioni, che libertà e necessità tengono a coincidere e altri aspetti simili...)

comunque credo che il pensiero di Nietzsche possa essere definito immanenza a sé immanente. Credo che sia sbagliato ritenere che poiché l'eternità è tutto il tempo (e anche oltre, è a-temporale) sia per questo trascendente: il tutto come totalità è sempre immanente...
Sgubonius
La trascendenza la vedevo più come dicevo nell'influsso Emersoniano della self-confidence, insomma nel soggettivismo sfrenato che pare una caratteristica fondamentale del primo Nietzsche (fino allo Zarathustra, compreso o non-compreso, non saprei). La stessa eternità praticamente è eternità del soggetto nel suo porre valori. Discorso diverso è quello del superuomo che si sottrae a tutto questo "umano troppo umano".

In verità poi la questione si sposta proprio sul soggetto e sulla volontà di potenza, e qui ho aperto un altro topic che secondo me è fondamentale nel senso che mi pare sia un problema totalmente aperto stando al solo Nietzsche. L'immanenza praticamente presuppone un abrogazione del soggetto nella volontà di potenza (come in Spinoza appunto noi siamo solo modi della sostanza).
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