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Versione completa: Aprile
Friedrich Wilhelm Nietzsche Forum > Area Libera > Area libera generale
lou
Aprile è il più crudele dei mesi, genera
Lillà da terra morta, confondendo
Memoria e desiderio, risvegliando
Le radici sopite con la pioggia della primavera.
L'inverno ci mantenne al caldo, ottuse
Con immemore neve la terra, nutrì
Con secchi tuberi una vita misera.


Thomas Stern Eliot
La terra desolata
La sepoltura dei morti


April is the cruellest month, breeding
Lilacs out of the dead land, mixing
Memory and desire, stirring
Dull roots with spring rain.
Winter kept us warm, covering 5
Earth in forgetful snow, feeding
A little life with dried tubers.
lou
Con giorni lunghi al sonno dedicati
il dolce Aprile viene
quali segreti scoprì in te il poeta
che ti chiamò crudele
che ti chiamò crudele

Ma nei tuoi giorni è bello addormentarsi
dopo fatto l'amore
come la terra dorme nella notte
dopo un giorno di sole
dopo un giorno di sole

Francesco Guccini
Canzone dei Dodici Mesi
nemo
Il mese d'aprile, fra tutti è crudele
sui morti fiorisce il lillà

la morte ha sepolto la loro memoria
lasciando soltanto pietà

e adesso la vita è una faccia ingiallita
è solo una fotografia

la morte non vale nemmeno il giornale
che leggi e che poi butti via...

da "la sepoltura dei morti" (Stormy Six)
lou
Tiepido Aprile

http://www.youtube.com/watch?v=nHpjSyvLp64

Attraversi il bosco tiepido Aprile
consoli da sempre il viandante

pensieri leggeri si uniscono alle resine dei pini
si fa chiara la mente come nuvola
pensieri leggeri si uniscono alle luci e ai colori
al silenzio lontano delle nuvole
Entri dentro le case tiepido Aprile
risvegli all'amore gli amanti

mi affido al vento ai profumi del tempo
agli umori delle stagioni a meridione
pensieri leggeri si uniscono alle resine dei pini
al silenzio lontano delle nuvole

Franco Battiato
nemo
L'azzurro incontra
il profilo delle creste
ma non si fonde
le accarezza dolcemente
coccolandole piano

l'orizzonte vibra di piacere
e i fianchi
di verde nuovo fremono
al sole più caldo
fumano

aprile per guardare
il nome già dolce
aprile per volare
lontano
aprile per amare
lou
Sotto il cielo d'aprile la mia pace
è incerta. I verdi chiari ora si muovono
sotto il vento a capriccio. Ancora dormono
l'acque ma, sembra, come ad occhi aperti.

Ragazzi corrono sull'erba, e pare
che li disperda il vento. Ma disperso
solo è il mio cuore cui rimane un lampo
vivido( oh giovinezza) delle loro
bianche camicie stampate sul verde.

Sandro Penna
lou
Ad Avignone Francesco Petrarca il 6 aprile 1327
vide per la prima volta Laura, la sua Musa
e nel maggio del 1348, mentre si trovava a Verona,
apprese la notizia della morte di lei, avvenuta il 6 aprile di quell'anno.


Il Canzoniere
...
Per fare una leggiadra sua vendetta
et punire in un dí ben mille offese,
celatamente Amor l'arco riprese,
come huom ch'a nocer luogo et tempo aspetta....

...

Era il giorno ch'al sol si scoloraro
per la pietà del suo factore i rai,
quando i' fui preso, et non me ne guardai,
ché i be' vostr'occhi, donna, mi legaro.
nemo
lou
William Shakespeare

I DUE GENTILUOMINI
DI VERONA

La scena è a Verona, a Milano, e sui confini di Mantova

SCENA PRIMA - Verona. Una piazza
(Entrano VALENTINO e PROTEO)

VALENTINO: Non sperar mai di convincermi, caro Proteo. Gioventù che rimane al paese avrà sempre cervello paesano. Vorrei io piuttosto, non fosse che l'amore incatena la giovinezza ai dolci sguardi della tua onorata diletta, persuaderti ad accompagnarmi: veder le meraviglie d'un mondo lontano, invece che restarcene qui a poltrir nel tedio e a consumare gli anni migliori in una inerzia senza costrutto. Ma dacché sei innamorato, segui le tue inclinazioni; e cerca di trovar tanta felicità nell'amore quanta ne auguro a me stesso, dovessi anch'io innamorarmi.


SCENA TERZA - Verona. Una stanza nella casa di Antonio

PROTEO: E così volendo evitare il fuoco ho finito con l'annegarmi in mare. Non ho osato mostrare a mio padre la lettera di Giulia, nella tema che avesse ad opporsi al mio amore; e la mia scusa stessa gli ha offerto l'argomento più adatto per ostacolarlo!
Ah come questa primavera dell'amore somiglia d'aprile un giorno incerto,
che ora la profonda luce del sole svela in tutto il suo fulgore, e poco dopo abbuia la nube vagabonda!



Oh, how this spring of love resembleth
The uncertain glory of an April day,
Which now shows all the beauty of the sun,
And by and by a cloud takes all away!
lou
Divina Commedia

Le date in cui Dante fa svolgere l'azione della Commedia si ricavano dalle indicazioni disseminate in diversi passi del poema.

Il riferimento principale è Inferno XXI, 112-114: in quel momento sono le sette del mattino del sabato santo del 1300, 9 aprile. L'anno è confermato da Purgatorio II, 98-99, che fa riferimento al Giubileo in corso. Tenendo questo punto fermo, in base agli altri riferimenti si ottiene che:

alla mattina dell'8 aprile, venerdì santo, Dante esce dalla "selva oscura" e inizia la salita del colle, ma viene messo in fuga dalle tre fiere e incontra Virgilio.

al tramonto, Dante e Virgilio iniziano la visita dell'Inferno, che dura esattamente 24 ore e termina quindi al tramonto del 9 aprile. Nel superare il centro della Terra, però, i due poeti passano al "fuso orario" del Purgatorio (12 ore di differenza da Gerusalemme e 9 ore dall'Italia), per cui è mattina quando essi intraprendono la risalita, che occupa tutto il giorno successivo.

all'alba del 10 aprile, domenica di Pasqua (oppure del lunedì 11 aprile, a seconda che le 12 ore di fuso orario si contino in avanti o all'indietro), Dante e Virgilio iniziano la visita del Purgatorio, che dura tre giorni e tre notti: all'alba del quarto giorno, 13 o 14 aprile, Dante entra nel Paradiso Terrestre e vi trascorre la mattina, durante la quale lo raggiunge Beatrice.

a mezzogiorno, Dante e Beatrice salgono in cielo. Da qui in avanti non vi sono più indicazioni di tempo, salvo che nel cielo delle stelle fisse trascorrono circa sei ore (Paradiso XXVII, 79-81). Considerando un tempo simile anche per gli altri cieli, si ottiene che la visita del Paradiso duri due-tre giorni. L'azione terminerebbe quindi il 15 o 16 aprile.

Quindi con un tempo totale stimato in 7 giorni di Viaggio
nemo
CITAZIONE(lou @ Apr 8 2008, 07:09 PM) *
Divina Commedia

Le date in cui Dante fa svolgere l'azione della Commedia si ricavano dalle indicazioni disseminate in diversi passi del poema.

Il riferimento principale è Inferno XXI, 112-114: in quel momento sono le sette del mattino del sabato santo del 1300, 9 aprile. L'anno è confermato da Purgatorio II, 98-99, che fa riferimento al Giubileo in corso. Tenendo questo punto fermo, in base agli altri riferimenti si ottiene che:

alla mattina dell'8 aprile, venerdì santo, Dante esce dalla "selva oscura" e inizia la salita del colle, ma viene messo in fuga dalle tre fiere e incontra Virgilio.

al tramonto, Dante e Virgilio iniziano la visita dell'Inferno, che dura esattamente 24 ore e termina quindi al tramonto del 9 aprile. Nel superare il centro della Terra, però, i due poeti passano al "fuso orario" del Purgatorio (12 ore di differenza da Gerusalemme e 9 ore dall'Italia), per cui è mattina quando essi intraprendono la risalita, che occupa tutto il giorno successivo.

all'alba del 10 aprile, domenica di Pasqua (oppure del lunedì 11 aprile, a seconda che le 12 ore di fuso orario si contino in avanti o all'indietro), Dante e Virgilio iniziano la visita del Purgatorio, che dura tre giorni e tre notti: all'alba del quarto giorno, 13 o 14 aprile, Dante entra nel Paradiso Terrestre e vi trascorre la mattina, durante la quale lo raggiunge Beatrice.

a mezzogiorno, Dante e Beatrice salgono in cielo. Da qui in avanti non vi sono più indicazioni di tempo, salvo che nel cielo delle stelle fisse trascorrono circa sei ore (Paradiso XXVII, 79-81). Considerando un tempo simile anche per gli altri cieli, si ottiene che la visita del Paradiso duri due-tre giorni. L'azione terminerebbe quindi il 15 o 16 aprile.

Quindi con un tempo totale stimato in 7 giorni di Viaggio



o io ho le traveggole...
ma c'èra un altro post

qualcosa di pasolini

sbaglio???

volevo leggere quello!

Dante mi annoia...
lou
Eccoti accontentato, spero ti piaccia wink.gif :


Supplica a mia madre

E’ difficile dire con parole di figlio
ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio.

Tu sei sola al mondo che sa, del mio cuore,
ciò che è stato sempre, prima d’ogni altro amore.

Per questo devo dirti ciò ch’è orrendo conoscere:
è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia.

Sei insostituibile. Per questo è dannata
alla solitudine la vita che mi hai data.

E non voglio esser solo. Ho un’infinita fame
d’amore, dell’amore di corpi senza anima.

Perché l’anima è in te, sei tu, ma tu
sei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù:

ho passato l’infanzia schiavo di questo senso
alto, irrimediabile, di un impegno immenso.

Era l’unico modo per sentire la vita,
l’unica tinta, l’unica forma: ora è finita.

Sopravviviamo: ed è la confusione
di una vita rinata fuori dalla ragione.

Ti supplico, ah, ti supplico: non voler morire.
Sono qui, solo, con te, in un futuro aprile…

Pier Paolo Pasolini, 25 aprile 1962
nemo
Bellissima!

ogni maschio lo sa, ma non lo ammette

la mamma...grande amore

la nascita, la vita, le coccole e quell'abbraccio unico, veramente unico...
lou
Francesco Guccini
Signora Bovary (1987)
Le Piogge D'Aprile

Ma dove sono andate quelle piogge d' aprile che in mezz' ora lavavano un' anima o una strada
e lucidavano in fretta un pensiero o un cortile bucando la terra dura e nuova come una spada?
Ma dove quelle piogge in primavera quando dormivi supina, e se ti svegliavo ridevi,
poi piano facevi ridere anche me con i tuoi giochi lievi?

Ma dove quelle estati senza fine, senza sapere la parola nostalgia,
solo colore verde di ramarri e bambine e in bocca lo schioccare secco di epifania?
Ma dove quelle stagioni smisurate quando ogni giorno figurava gli anni a venire
e dove a ogni autunno quando finiva l' estate trovavi la voglia precisa di ripartire?

Che ci farai ora di questi giorni che canti, dei dubbi quasi doverosi che ti sono sorti
dei momenti svuotati, ombre incalzanti di noi rimorti,
che ci potrai fare di quelle energie finite, di tutte quelle frasi storiche da dopocena;
consumato per sempre il tempo di sole e ferite,
basta vivere appena, basta vivere appena...

E ora viviamo in questa stagione di mezzo, spaccata e offesa da giorni agonizzanti e disperati,
lungo i quali anche i migliori si danno un prezzo e ti si seccano attorno i vecchi amori sciagurati,
dove senza più storia giriamo il mondo ricercando soltanto un momento sincero,
col desiderio inconscio di arrivare più in fondo per essere più vero...

Ma dove sono andate quelle piogge d' aprile? Io qui le aspetto come uno schiaffo improvviso,
come un gesto, un urlo o un umore sottile fino ad esserne intriso,
io chiedo che cadano ancora sul mio orizzonte angusto e avaro di queste voglie corsare,
per darmi un'occasione ladra, un infinito o un ponte per ricominciare...


http://www.youtube.com/watch?v=OALE38Xvh9g
lou
A Mathilde Trampedach
Ginevra, 11 aprile 1876

Gentile signorina,
stasera Lei scrive qualcosa per me, anch'io voglio scrivere qualcosa per Lei.-
Raccolga tutto il suo coraggio e non si spaventi per la domanda che adesso Le rivolgo: vuole diventare mia moglie?
Io La amo, e mi sembra che Lei già mi appartenga. Non una parola circa il carattere repentino della mia simpatia! ...
Ma quel che vorrei sapere è se Lei sente, come sento io- che noi non siamo estranei l'uno all'altra nemmeno per un istante!
Non crede anche Lei che in un legame ciascuno di noi potrebbe diventare pù libero e migliore, dunque excelsior, più di quanto non vi riuscirebbe da solo?
Vuole ardire di accompagnarsi a me, a uno che aspira con tutto il cuore a diventare più libero e migliore? Per tutti i sentieri della vita e del pensiero?....

AugurandoLe per sempre ogni bene e ogni felicità
Friedrich Nietzsche
NIHILO
.........certo che Nietzsche non era esattamente l'uomo
che non deve chiedere mai...., stava sempre a chiedere,
a scrivere e a chiedere, a scrivere a passeggiare a chiedere
e a vomitare......
lou
CITAZIONE(NIHILO @ Apr 11 2008, 02:42 PM) *
.........certo che Nietzsche non era esattamente l'uomo
che non deve chiedere mai...., stava sempre a chiedere,
a scrivere e a chiedere, a scrivere a passeggiare a chiedere
e a vomitare......



già..come tutti noi...
poi, quando dopo tanti dinieghi, fraintendimenti, frustrazioni, si è stancato di farlo
si è chiuso in casa con sè stesso e pochi e buoni amici e la sua macchina da scrivere
...che può sembrare una fuga, ma in fondo, se uno si piace, con il suo Io sta bene

e intanto...creava...
lou
Aprile 1920
Merano-Maia bassa
Pensione Ottoburg

Cara signora Milena,
la pioggia che durava da due giorni e una notte è appena cessata, forse soltanto provvisoriamente, ma certo è un avvenimento degno di essere festeggiato, e io lo faccio scrivendo a Lei. Del resto anche la pioggia era sopportabile, qui infatti siamo all'estero, un estero piccolo si, ma fa bene al cuore.
Qui vivo molto bene.., il balcone della mia camera è affondato in un giardino, circondato, ricoperto da cespugli in fiore ( strana è questa vegetazione, con un tempo che a Praga fa quasi gelare le pozzanghere, davanti al mio balcone sbocciano lentamente i fiori), e tutto esposto al sole.
Lucertole e uccelli, coppie disuguali, vengono a trovarmi.
Le auguro tanto di stare a Merano, recentemente Lei mi scrisse di non poter respirare, l'immagine e il significato si toccano e qui l'uno e l'altro potrebbero trovare un pò di sollievo.

Con cordialissimi saluti
Suo F. Kafka
lou
In un tempo incerto

Se un mattino d’aprile già la glicine
per i quartieri che furono agiati
chiama la pioggia,
anche per noi intimo si fa il giorno,
il passero alla siepe fa ritorno.

Così da uno all’altro camminando
facilmente all’ingiù, quasi un saluto,
camminando all’insù
con lento sforzo, ci si manda, ansiosi
che si sciolgano i cieli nuvolosi.

Ma s’arriccia sul muro il calendario
al tepore del sole, torna fuori
ogni uomo e animale:
chi spera più la pioggia, chi ricorda
il mattino nel mezzogiorno che assorda?

Attilio Bertolucci
da Viaggio d’inverno
(1971)
lou
Stamane, mentre sbottonavo le peonie e mondavo dai seccumi dell'inverno gli steli del papiro, ho compreso che questo mese ha in sè la morte e la vita. Rimangono le vecchie foglie che hanno respirato per l'inverno, ma che ora nn servono più, sarebbe uno spreco d'energia lasciarle sulla pianta;
meglio favorire la sorgenza di nuovo fogliame che dia rinnovato vigore all'intera pianta.
Così deve essere per l'uomo: ciclicamente occorre provvedere alla monda di idee che ingombrano il cervello, lo intasano e impediscono un sano scambio sinaptico.
Aprile: mondare dall'inutile.
Diletta
NIHILO
Aprile.....il mese della B12!!
lou
CITAZIONE(NIHILO @ Apr 14 2008, 09:17 AM) *
Aprile.....il mese della B12!!


La vitamina???
NIHILO
Sì, perchè, se non ricordo male, in questo periodo di "ricambio"
l'organismo la utilizza molto.
E' importante per la formazione dei globuli rossi.
NIHILO
CITAZIONE(lou @ Apr 12 2008, 01:23 PM) *
già..come tutti noi...
poi, quando dopo tanti dinieghi, fraintendimenti, frustrazioni, si è stancato di farlo
si è chiuso in casa con sè stesso e pochi e buoni amici e la sua macchina da scrivere
...che può sembrare una fuga, ma in fondo, se uno si piace, con il suo Io sta bene

e intanto...creava...

Certo, come tutti noi, tranne qualche fortunatissimo/a.
Però lui se la prendeva un pò troppo, meno male che
ha creato.
lou
Nì,se posso permettermi
tanto lo sai che mi permetto lo stesso

è bruttissimo il tuo avatar
tutto questo giallo stona con i blu mare ed azzurro cielo del forum
è come un foruncolo pieno di pus

Tu sei un esteta! ricordatelo sempre
nn puoi abdicare... neppure nelle minimalia...
lou
hai visto il mio nuovo avatar?
quel castello in cima alla roccia sospesa fra mare e cielo?

beh si, lo ammetto..io abito lì
lou
ho trovato anche D'Annunzio fra le parole Aprile
è una poesia mesta che parla di dolore
ed io non voleva leggerla
.....forse però al Ricercatore aggrada

a te dunque il Vate, Giancarlo
questo nuovo Aprile è per te


Aprile

Socchiusa è la finestra, sul giardino.
Un'ora passa lenta, sonnolenta.
Ed ella, ch'era attenta, s'addormenta
a quella voce che già si lamenta,
- che si lamenta in fondo a quel giardino.

Non è che voce d'acque su la pietra:
e quante volte, quante volte udita!
Quell'amore e quell'ora in quella vita
s'affondan come ne l'onda infinita
stretti insieme il cadavere e la pietra.

Ella stende l'angoscia sua nel sonno.
L'angoscia è forte, e il sonno è così lieve!
(Par la luce d'april quasi una neve
che sia tiepida.) Ed ella certo deve
soffrire, vagamente, anche nel sonno.

Tutto nel sonno si rivela il male
che la corrompe. Il volto impallidisce
lentamente: la bocca s'appassisce
nel suo respiro; su le guance lisce
s'incava un'ombra... O rose, è il vostro male:

rose del sole nuovo, pur di ieri,
ch'ella recise ad una ad una (e intanto
ella era affaticata un poco, e intanto
l'acque avean su la stessa pietra il pianto
d'oggi), oggi quasi sfatte, e pur di ieri!

Ella non è più giovine. I suoi tardi
fiori effuse nel primo ultimo amore.
Fu di voluttà ebra e di dolore.
Un grido era nel suo segreto cuore,
assiduo: - Troppo tardi! Troppo tardi! -

Ella non è più giovine. Son quasi
bianchi i capelli su la tempia; sono
su la fronte un po' radi. L'abbandono
(ella è supina e immota), l'abbandono
fa sembrar morte le sue mani, quasi.

Né pure il gesto fa scendere mai
sangue all'estrenútà de le sue dita!
La tragga il sogno lungi da la vita.
Veda nel sogno almen ringiovanita
l'Amato ch'ella non vedrà piu mai.

Socchiusa è la finestra, sul giardino.
Un'ora passa lenta, sonnolenta.
Non altro s'ode, ne la luce spenta,
che quella voce che giù si lamenta,
- che si lamenta in fondo a quel giardino.

Gabriele D'Annunzio
NIHILO
CITAZIONE(lou @ Apr 16 2008, 06:08 PM) *
Nì,se posso permettermi
tanto lo sai che mi permetto lo stesso

è bruttissimo il tuo avatar
tutto questo giallo stona con i blu mare ed azzurro cielo del forum
è come un foruncolo pieno di pus

Tu sei un esteta! ricordatelo sempre
nn puoi abdicare... neppure nelle minimalia...

Esteta forse lo sono nel campo linguistico, ma una parte di me tende
all'astrazione. Io veramente volevo mettere l'isola dei morti, ma il
file *.jpg non viene visualizzato.
Voglio riprovare.
NIHILO
...le dimensioni del file sono maggiori di quelle
tollerate, fa niente
NIHILO
CITAZIONE(lou @ Apr 16 2008, 06:10 PM) *
hai visto il mio nuovo avatar?
quel castello in cima alla roccia sospesa fra mare e cielo?

beh si, lo ammetto..io abito lì

...un pò come il buon Ludwig...
lou
CITAZIONE(NIHILO @ Apr 17 2008, 09:08 AM) *
Esteta forse lo sono nel campo linguistico, ma una parte di me tende
all'astrazione. Io veramente volevo mettere l'isola dei morti, ma il
file *.jpg non viene visualizzato.
Voglio riprovare.


Böcklin è captivante!! vita/morte
e scelse a Roma la sua donna

cerca un file in internet di dimensioni ridotte
e copia l'url
NIHILO
Per ora non l'ho trovato,.......sì,
copierò l'urlo.
lou
Basilea, 18 aprile 1873

Stimatissimo Maestro, vivo rimuginando continuamente i ricordi delle giornate di Bayreuth, e le molte cose nuove imparate e vissute in brevissimo tempo si dispiegano con ricchezza sempre più grande davanti a me. Se Lei non sembrava soddisfatto di me quando ero laggiù, lo comprendo anche troppo bene e senza farci nulla, giacchè io imparo e percepisco con molta lentezza, e poi vivo ogni momento presso di Lei come qualcosa a cui non avevo mai pensato e che è mio desiderio imprimermi nella mente.......
La prego, mi prenda soltanto come scolaro, magari con la penna in mano e il quaderno davanti, e per di più uno scolaro con un ingegno molto lento e niente affatto versatile. E' vero, io divento di giorno in giorno più malinconico, perchè sento che vorrei aiutartLa, esserLe utile, e che invece sono assolutamente incapace di farlo, sicchè non posso neppure contribuire a distrarLa e a rasserenarLa.
.........
Il Suo fedele
Friedrich Nietzsche

lettera a Richard Wagner
NIHILO
Hey cì, visto i i tuoi interessi culturali che abbracciano anche il
campo della psicologia ti consiglio di leggere l'opera che Giràrd
ha composto assieme al nostro Giuseppe Fornari intitolata
"Nietzsche, la ribellione fallita dell'anticristo" in cui il francese
analizza in chiave freudiana il controverso rapporto di amore-
odio del nostro con Wagner.
Penso che ti appassionerebbe molto.
lou
CITAZIONE(NIHILO @ Apr 18 2008, 10:09 AM) *
l'opera che Giràrd ha composto assieme al nostro Giuseppe Fornari intitolata
"Nietzsche, la ribellione fallita dell'anticristo"


grazie Nì, lo metto in lista d'attesa
lou
A Malwida von Meysenbug

Venerdì santo, 14 aprile 1876. Basilea

Riverita Signorina,
c'è stata, circa due settimane or sono, una domenica che ho trascorso da solo sul lago di Ginevra e vicinissimo a Lei, dal primo mattino fino al brillar della luna nella sera: con i sensi ristorati ho finito di leggere il Suo libro e continuavo a ripetermi che non avevo mai santificato meglio la domenica: non mi abbandonava un sentimento di purezza e di amore, e quel giorno la natura non faceva che rispecchiare questo sentimento. Lei mi camminava innanzi come un me stesso più nobile, molto più nobile - che tuttavia mi dava il coraggio più che mortificarmi: così Lei appare alla mia immaginazione, e io misuravo la vita sul Suo esempio e mi interrogavo sulle tante cose che mi fanno difetto.
lou
La ringrazio per molto di più che un libro. Ero malato e dubitavo delle mie forze e dell mie mete; dopo Natale credevo di dover abbandonare ogni cosa e nulla mi spaventava di più della noiosa lunghezza della vita che, una volta che si rinunci alle mete più nobili, diventa opprimente come un immane fardello. Ora sto meglio in salute e sono più libero, e i compiti da assolvere mi stanno di nuovo davanti agli occhi senza farmi soffrire. Quante volte ho desiderato che Lei mi fosse vicina per chiederLe cose alle quali soltanto una moralità e una personalità superiori alla mia possono dar risposta!
lou
Dal suo libro attingo ora le risposte a ben precise domande che mi riguardano: credo di non potermi dire soddisfatto della mia condotta se prima non ho avuto la Sua approvazione. Il Suo libro tuttavia è per me un giudice più severo di quanto non lo sarebbe Lei in persona. Che cosa deve fare un uomo per non doversi accusare, al cospetto della Sua vita, di mancanza di virilità?- questo mi chiedo spesso. Deve fare tutto quel che Lei ha fatto e nient'altro! Ma molto probabilmente non ne sarà capace. gli manca la guida sicura di quell'istinto che è l'amore sempre pronto a soccorrere.
Uno degli impulsi più nobili che ho avvertito per la prima volta grazie a Lei è quello dell'amore materno senza il legame fisico madre-creatura, è una delle manifestazioni più stupende della caritas.
Mi faccia dono di un pò di quest'amore, mia riverita amica, e veda in me un figlio che ha bisogno, ahimè quanto bisogno, di una simile madre!...
E perchè non Le vivo vicino!

Stia bene, io sono
e resto sinceramente
Suo Friedrich Nietzsche
lou
Aprile 1920
Merano-Maia bassa, Pensione Ottoburg

Cara signora Milena,
da Praga Le scrissi un biglietto e un altro da Merano. Non ho avuto alcuna risposta. I biglietti, è vero, non richiedevano una risposta particolarmente rapida, e se il Suo silenzio non è che un indizio di condizioni di salute relativamente buone, le quali, si sa, trovano spesso la loro espressione nella ripugnanza a scrivere, sono ben contento...
Aspetto dunque due cose. O ancora il silenzio che vorrebbe dire:"Niente apprensioni, sto proprio bene". O invece alcune righe.
Molto cordialmente
Kafka

Mi viene in mente che non riesco a ricordare nessun preciso particolare del Suo viso. Vedo ancora soltanto come Lei si allontanò poi tra i tavolini del caffè, la Sua figura, il Suo abito.
lou
Basilea, 5 aprile 1873

A Carl von Gersdorff

...domani l'altro incontrerò Rodhe: e dove? Naturalmente a Bayreuth. Neppure io mi rendo conto di come tutto ciò sia stato combinato così rapidamente e così all'improvviso. Otto giorni fa nessuno di noi pensava a una cosa del generre. Già ora mi sento preso dalla commozione, al pensiero che ci incontriamo alla stazione di quel luogo, e che ogni passo diventerà un ricordo. Credo che siano stati i giorni più felici che io abbia vissuto. Qualcosa era nell'aria che non avevo mai sentito, qualcosa di indicibile, ma traboccante di speranze. Che cosa non penseremo insieme laggiù, e tu sarai naturalmente sempre con noi! La mia gioia oggi è assolutamente folle, giacchè mi sembra che tutto torni a realizzarsi così bene, come neppure un dio potrebbe augurarsi meglio...la tua adesione..mi ha di nuovo fatto vedere chiaro e ha dissipato le stolte inezie che talvolta mi tormentano...

Friedrich Nietzsche
lou
Friedrich arrivò a Roma da Messina il 24 aprile 1882

Dalle "Memorie della mia vita"di Lou Andreas Salomé

A Roma avvenne anzitutto qualcosa per cui noi prendemmo il sopravvento: l'arrivo di Friedrich Nietzsche, che i suoi amici Malwida e Paul Rée avevano fatto venire da Messina a Roma per condividere la nostra vita in comune. E così accadde il fatto inatteso: che Nietzsche, appena informato del progetto di Rée e mio,volle entrare come terzo nel patto. Perfino il luogo della nostra futura trinità venne subito stabilito: doveva essere Parigi ( per un momento, in principio, Vienna)...
NIHILO
Qui fu secondo me l'errore di Nietzsche, mettersi nei panni
dell'"intruso", ruolo forse a lui poco congeniale.
Era amico di Rèe, ma in questo caso siamo di fronte ad
una situazione molto particolare ed ambivalente.
Colui che ha trovato
CITAZIONE(lou @ Apr 16 2008, 08:18 PM) *
ho trovato anche D'Annunzio fra le parole Aprile
è una poesia mesta che parla di dolore
ed io non voleva leggerla
.....forse però al Ricercatore aggrada

a te dunque il Vate, Giancarlo
questo nuovo Aprile è per te
Aprile

Socchiusa è la finestra, sul giardino.
Un'ora passa lenta, sonnolenta.
Ed ella, ch'era attenta, s'addormenta
a quella voce che già si lamenta,
- che si lamenta in fondo a quel giardino.

Non è che voce d'acque su la pietra:
e quante volte, quante volte udita!
Quell'amore e quell'ora in quella vita
s'affondan come ne l'onda infinita
stretti insieme il cadavere e la pietra.

Ella stende l'angoscia sua nel sonno.
L'angoscia è forte, e il sonno è così lieve!
(Par la luce d'april quasi una neve
che sia tiepida.) Ed ella certo deve
soffrire, vagamente, anche nel sonno.

Tutto nel sonno si rivela il male
che la corrompe. Il volto impallidisce
lentamente: la bocca s'appassisce
nel suo respiro; su le guance lisce
s'incava un'ombra... O rose, è il vostro male:

rose del sole nuovo, pur di ieri,
ch'ella recise ad una ad una (e intanto
ella era affaticata un poco, e intanto
l'acque avean su la stessa pietra il pianto
d'oggi), oggi quasi sfatte, e pur di ieri!

Ella non è più giovine. I suoi tardi
fiori effuse nel primo ultimo amore.
Fu di voluttà ebra e di dolore.
Un grido era nel suo segreto cuore,
assiduo: - Troppo tardi! Troppo tardi! -

Ella non è più giovine. Son quasi
bianchi i capelli su la tempia; sono
su la fronte un po' radi. L'abbandono
(ella è supina e immota), l'abbandono
fa sembrar morte le sue mani, quasi.

Né pure il gesto fa scendere mai
sangue all'estrenútà de le sue dita!
La tragga il sogno lungi da la vita.
Veda nel sogno almen ringiovanita
l'Amato ch'ella non vedrà piu mai.

Socchiusa è la finestra, sul giardino.
Un'ora passa lenta, sonnolenta.
Non altro s'ode, ne la luce spenta,
che quella voce che giù si lamenta,
- che si lamenta in fondo a quel giardino.

Gabriele D'Annunzio


Gentilissima come sempre... e D'Annunzio sempre uno dei più grandi...
lou
un piccolo omaggio, giancarlo...

proseguo con le memorie aprilane di Lou

" I nostri scherzi erano allegri ed innocenti, perchè tutti noi nutrivamo per Malwida un profondo affetto, e Nietzsche era spesso di un umore così piacevole da far passare in secondo piano il suo solito modo di fare compassato, o meglio, alquanto solenne. Ricordo questa sua solennità fin dal primo incontro, che ebbe luogo in San Pietro, dove Paul Rée, seduto in un confessionale in favore della luce, attendeva con zelo e devozione ai suoi appunti di lavoro, e dove perciò Nietzsche era stato indirizzato. Egli mi rivolse il suo primo saluto con le parole:

" Cadendo da quali stelle siamo stati spinti fin qui, l'uno incontro all'altra?"
lou
Cercavo in Carlo Michelstaedter il mio mese, ma ormai sembrava inutile la ricerca
poi...per caso, eccolo! ( Ma non esiste il caso, esistono le circostanze coincidenti....)



Aprile

Che più d'un giorno è la vita mortale?

Nubil'e brev'e freddo e pien di noia,

che po bella parer ma nulla vale.

(Petrarca, Triumphus Temporis)

Il brivido invernale e il dubbio cielo

e i nembi oscuri che al novello amore

han fatto schermo della terra antica

dispersi a un tratto, al sol ride la terra

che d'erbe e fiori ancor s'è ricoperta

- se pur il ciel di nubi ancora svarii,

onde occhieggian le stelle nelle notti,

e nere fra il lor vario scintillare

traggan le lunghe dita pel sereno

che al piano oscura ed ai profili neri

degli alberi dei monti si congiungono.

Ma nel cielo e nel piano, ma nell'aria,

ma nello sguardo della tua compagna

e nel pallido viso,

ma nel tuo corpo, ma per la tua bocca

canta ciò che non sai: la primavera.

Così mi tragge a me stesso diverso

e amor m'induce e desiderio, ancora

ch'io non sappia per che, pur fiduciosi.

Ché pur in me natura si nasconde

insidiosa e ignaro me sospinge.

Ahi, che mi vale, se pur fugge l'ora

e mi toglie da me sì ch'io non possa

saziar la mia fame ora qui tutta?

Ma solo e miserabile mi struggo

lontano e solo, anco s'a te vicino

parlo ed ascolto, o mia sola compagna.

Mentre di tra le dita delle nubi

a che occhieggian le stelle nel sereno?

Già trapassa la notte e nuove fiamme

leverà il sole ch'ei rispenga tosto:

passano i giorni e già sarà qui 'l verno

e il sol sorgendo pallido e incurante

farà fiorire il fango per le strade.

A che occhieggian le stelle nel sereno?

Qui bulica la terra e qui si muore,

cantano i galli e stridon le civette.

O gioia del novello nascimento,

o nuovo amore antico!

O vita, chi ti vive e chi ti gode

che per te nasce e vive ed ama e muore?

Ma ogni cosa sospingi senza posa

che la tua fame tiene, e che nel vario

desiderar continua si trasmuta.

Di sé ignara e del mondo desiosa

si volge a questo e a quello che nemico

le amica il vicendevole disio,

nemica a quelli pur quando li ami

e ancora a sé per più voler nemica.

Così nel giorno grigio si continua

ogni cosa che nasce moritura,

che in vari aspetti pur la vita tiene -

ed il tempo travolge - e mentre viva

vivendo muor la dïuturna morte.

Ed ancor io così perennemente

e vivo mi tramuto e mi dissolvo

e mentre assisto al mio dissolvimento

ad ogni istante soffro la mia morte.

E così attendo la mia primavera

una ed intera ed una gioia e un sole.

Voglio e non posso e spero senza fede.

Ahi, non c'è sole a romper questa nebbia,

ma senza fine e senza mutamento

sta in ogni tempo intero ed infinito

l'indifferente tramutar del tutto.

Pur tu permani, o morte, e tu m'attendi

o sano o tristo, ferma ed immutata,

morte benevolo porto sicuro.

Che ai vivi morti quando pur sia vano

quanto la vita il pallido tuo aspetto

e se morir non sia che contiunuar

la nebbia maledetta

e l'affanno agli schiavi della vita -

- purché alla mia pupilla questa luce

che pur guarda la tenebra si spenga

e più non sappia questo ch'ora soffro

vano tormento senza via né speme,

tu mi sei cara mille volte, o morte,

che il sonno verserai senza risveglio

su quest'occhio che sa di non vedere,

sì che l'oscurità per me sia spenta.

(Notte 16-17 aprile 1910)
lou
A Peter Gast a Venezia
Genova, 21 aprile 1883

Caro amico,
.....io non mi sono mai fatto guidare dall'opinione che gli altri hanno di me; ma manco di disprezzo per l'umanità, e non ho la fortuna di avere una pelle d'elefante - così debbo ammettere che, in tutte le epoche della mia vita, ho molto sofferto dell'opinione degli altri su di me. Consideri che io provengo da un ambiente cui tutta la mia evoluzione appare riprovevole e abbietta; e solo in conseguenza di ciò mia madre mi chiamò l'anno scorso una "vergogna per la famiglia" e "un'onta per la tomba di mio padre"....Mi considerano tutte e due( madre e sorella n.d.r.) " un freddo egoista dal cuore duro"
e anche Lou pensava, prima di conoscermi meglio, che io fossi "un carattere volgare e ignobile sempre intento a sfruttare gli altri".
Cosima ha parlato di me come di una spia che si insinua nella fiducia degli altri e se la svigna una volta ottenuto ciò che voleva.....
Infine il peggio arriverà solo adesso, dopo la pubblicazione dello Zarathustra, giacchè col mio "libro sacro" ho sfidato tutte le religioni......"
Via dal mondo, dentro la foresta! Punto e a capo"

Il Suo affezionato Nietzsche
lou
Aprile-amore

Il pensiero della morte m'accompagna
tra i due muri di questa via che sale
e pena lungo i suoi tornanti. Il freddo
di primavera irrita i colori,
stranisce l'erba, il glicine, fa aspra
la selce; sotto cappe ed impermeabili
punge le mani secche, mette un brivido.

Tempo che soffre e fa soffrire, tempo
che in un turbine chiaro porta fiori
misti a crudeli apparizioni, e ognuna
mentre ti chiedi che cos'è sparisce
rapida nella polvere e nel vento.

Il cammino è per luoghi noti
se non che fatti irreali
prefigurano l'esilio e la morte.
Tu che sei, io che sono divenuto
che m'aggiro in così ventoso spazio,
uomo dietro una traccia fine e debole!

E' incredibile ch'io ti cerchi in questo
o in altro luogo della terra dove
è molto se possiamo riconoscerci.
Ma è ancora un'età, la mia
che s'aspetta dagli altri
quello che è in noi oppure non esiste.

L'amore aiuta a vivere, a durare,
l'amore annulla e dà principio. E quando
chi soffre o langue spera, se anche spera,
che un soccorso s'annunci di lontano,
è in lui, un soffio basta a suscitarlo.
Questo ho imparato e dimenticato mille volte,
ora da te mi torna fatto chiaro,
ora prende vivezza e verità.

La mia pena è durare oltre quest'attimo.

Mario Luzi


termina aprile
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