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> Nietzsche secondo Cioran, grazie a Marco Ammirata ( tyrden)
andreademilio
messagio Aug 20 2007, 05:48 PM
Messaggio #1


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«[...] Perfino Nietzsche mi sembra troppo ingenuo. Io
mi sono allontanato da Nietzsche, per il quale ho
nutrito molta simpatia e ammirazione. Ma poi mi sono
reso conto che c'era in lui un lato troppo giovanile.
Per me. Perché io ero più marcio di lui, più vecchio.
E comunque conoscevo meglio gli uomini. Avevo della
vita e dell'uomo un'esperienza più profonda della sua.
Non però il suo genio. Ma chiunque, anche una donnetta
può avere maggiore esperienza di un filosofo. Sebbene
io non abbia una biografia, come dicevo, ho vissuto.
Nietzsche era un solitario... In fondo ha conosciuto
tutte queste cose da lontano.

- Nietzsche ingenuo? Vuole precisare?

Mi riferisco a quel suo lato adolescente geniale e
impertinente che ha sempre conservato. Lui non si è
mescolato con gli esseri umani. Ha vissuto molto
intensamente. Un genio immenso. Ma non ha conosciuto
la spossatezza di chi vive in una grande città. Di chi
si mescola con gli esseri umani. Come invece è
successo a me.

- Lei pensa che l'uomo sia fondamentalmente cattivo?

No. L'uomo, semmai, è un abisso. Per essenza. Più
cattivo che buono. Io la penso così. E la pensava così
anche Nietzsche. Ma Nietzsche era un puro, come ogni
solitario. Per questo mi sento molto più affine a La
Rochefoucauld, ai moralisti francesi, a quella gente
lì. Secondo me sono loro che hanno capito l'uomo,
perché hanno fatto vita di società. Io non l'ho fatta,
però ho conosciuto molti uomini, ho una grande
esperienza dell'essere umano, nonostante tutto.
Nietzsche non ce l'aveva.

- Nietzsche era un puro, ed era un uomo... Le due
cose non sono dunque totalmente incompatibili?

Era puro come ogni solitario. Ma non ha conosciuto
tutti i conflitti che esistono fra gli esseri umani, i
retroscena, tutte queste cose, appunto perché è
vissuto solo. Naturalmente ha intuìto, ha riflettuto
molto su questo. Ma la vera esperienza dell'uomo la si
trova in Chamfort, o in La Rochefoucauld. Se Nietzsche
fosse vissuto in società probabilmente avrebbe visto
le cose pressappoco come loro, e non in modo
libresco.»

E.M.Cioran, "Un apolide metafisico" (Conversazioni),
Intervista con Jean-Francois Duval, pp.65-67 (Adelphi


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diechirico
messagio Aug 20 2007, 05:56 PM
Messaggio #2


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adoro cioran, e bravo andrea!
provate a dare un occhio a L'incoveniente di essere nati e a La tentazione di esistere.
Poi, al Mito di Sisifo di Camus.
Infine, a Il Culmine della disperazione.
Datemi retta...
d.


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Ma cosa importa di me e di te! Altri uccelli voleranno oltre!
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Joseph de Sil...
messagio Aug 22 2007, 09:59 AM
Messaggio #3


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E’ difficile leggere Cioran e non rimanerne folgorati: le sue analisi profonde e corrosive, la sua prosa lucida e tagliente, ne fanno uno scrittore straordinario. Ha diversi punti di vista in comune con Nietzsche (in particolare la tesi della “decadenza” come effetto della presunzione umana di ergersi al di sopra della natura), e lo apprezza essenzialmente per ciò che egli ha in comune con lui, la tendenza alla decostruzione e la scelta del frammento come istanza antisistematica. Non ne condivide invece la pars construens, interpretandola come permanenza di un’esigenza in ultima analisi religiosa. In sostanza lo considera un geniale psicologo, ma lo ritiene superato in quanto filosofo. Dal canto suo è plausibile che Nietzsche, pur apprezzandone l’acutezza e lo stile, lo avrebbe annoverato tra i “nichilisti passivi”.
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marcosvevo
messagio Aug 30 2007, 05:14 PM
Messaggio #4


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CITAZIONE(diechirico @ Aug 20 2007, 06:56 PM) *
adoro cioran, e bravo andrea!
provate a dare un occhio a L'incoveniente di essere nati e a La tentazione di esistere.
Poi, al Mito di Sisifo di Camus.
Infine, a Il Culmine della disperazione.
Datemi retta...
d.

letto il primo e terzo
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NIHILO
messagio Aug 31 2007, 01:46 PM
Messaggio #5


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Forse un genio come Nietzsche, -ma anche come Kant, come Newton, come Nash- pur conducendo una
vita solitaria aveva una mente così ricettiva che era capace di "introiettare" la vita stessa
dai libri, come quelli appunto di Chamfort, Di Montaigne, di Larochefoucauld, scrittori che egli appunto
adorava.
DUNKEL SIND DIE WEGE DER GOTTLOSEN


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DIE EWIGE SANDUHR DES DASEINS WIRD IMMER WIEDER UMGEDREHT
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