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> Ora Vi racconto, non ci credereste..., Io non vi auguro ogni bene no!
BlackSmith
messagio Mar 6 2009, 09:31 AM
Messaggio #1


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Carissimi amici, sono grato oltremodo di essere stato ospitato in questo illustissimo forum e colgo, così, l'occasione di porgere a tutti Voi riveriti inscritti, un affettuoso saluto.
Quando ebbi la fortuna di incontrare Nietzsche, alcuni anni fa, ne diventai da subito Amico.
Adesso alcuni suoi pensieri, molte intuizioni, sono state recentemente rivalutate, anche se quando si parla di Lui si continua a far riferemento alla mancanza di qualsiasi riferimento morale, al solito nichilismo, oggi, imperante nella società moderna; dimostrando che di Nietzsche non c'ha capito un emerita mazza.
Adesso qui, io, e neanche Voi, non vogliamo farne un santo, anche perchè, questo, era Nietzsche stesso a temerlo e non volerlo,
ma vi posso assicurare che su molte cose è stato direi divinatorio, è stato un profeta, sì un profeta e se dico questo spero che Lui da lassù mi perdonerà, perchè saprà quanto quello che racconterò sarà vero, saprà quanto quello che dirò sarà scaturito dal profonto del mio cuore. Lui diceva "chissa quante generazioni dovranno passare perchè potranno capire ciò che ho fatto"... Io con approccio ingenuo, come un "bambino"... liberato dalla zavorra della presunzione, sbarazzandomi da qualsiasi elaborata erudizione filosofica, potando come rami secchi la tentazione dell'autocelebrazione, scendendo dal piedistallo della saccenza, vorrei...
Vorrei raccontare, una cosa, un fatto; insomma vorrei esporVi una storia che la scienza chiamarebbe prova empirica inconfutabile.
Una prova empirica, che le sue teorie apparentemente strampalate, sono vere!
Capito signori! Ne ho le prove! Vi pare poco.
Vi racconterò la storia del protagonista, di questo involontario esperimento, Lorenzo Tortorella, così si chiama non è colpa mia, che per il suo nome e cognome un pò buffo rende ancora più verosimile, che la "cavia" in questo caso potrebbe già contenere nel suo modesto, ridicolo cognome, una certezza che non abbia manipolato l'esperimento stesso.
Carissi amici, io potrò dimostrare che Nietzsche, su tante cose, non dico su tutte per non essere tacciato di fanatismo, è stato Profetico.
Spero di trovare lo spazio in questo Forum per spiegare il perchè.

Saluti Vincent BlackSmith (Trento) Italy


--------------------
Agli uomini dei quali mi importa qualcosa io auguro sofferenze, abbandono, malattie, maltrattamenti, disprezzo..., io desidero che non restino loro sconosciuti il profondo disprezzo di sé, il martirio della diffidenza di sé, la miseria del vinto
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Freddie
messagio Mar 6 2009, 10:31 AM
Messaggio #2


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CITAZIONE(BlackSmith @ Mar 6 2009, 09:31 AM) *
Carissimi amici, sono grato oltremodo di essere stato ospitato in questo illustissimo forum e colgo, così, l'occasione di porgere a tutti Voi riveriti inscritti, un affettuoso saluto.
Quando ebbi la fortuna di incontrare Nietzsche, alcuni anni fa, ne diventai da subito Amico.
Adesso alcuni suoi pensieri, molte intuizioni, sono state recentemente rivalutate, anche se quando si parla di Lui si continua a far riferemento alla mancanza di qualsiasi riferimento morale, al solito nichilismo, oggi, imperante nella società moderna; dimostrando che di Nietzsche non c'ha capito un emerita mazza.
Adesso qui, io, e neanche Voi, non vogliamo farne un santo, anche perchè, questo, era Nietzsche stesso a temerlo e non volerlo,
ma vi posso assicurare che su molte cose è stato direi divinatorio, è stato un profeta, sì un profeta e se dico questo spero che Lui da lassù mi perdonerà, perchè saprà quanto quello che racconterò sarà vero, saprà quanto quello che dirò sarà scaturito dal profonto del mio cuore. Lui diceva "chissa quante generazioni dovranno passare perchè potranno capire ciò che ho fatto"... Io con approccio ingenuo, come un "bambino"... liberato dalla zavorra della presunzione, sbarazzandomi da qualsiasi elaborata erudizione filosofica, potando come rami secchi la tentazione dell'autocelebrazione, scendendo dal piedistallo della saccenza, vorrei...
Vorrei raccontare, una cosa, un fatto; insomma vorrei esporVi una storia che la scienza chiamarebbe prova empirica inconfutabile.
Una prova empirica, che le sue teorie apparentemente strampalate, sono vere!
Capito signori! Ne ho le prove! Vi pare poco.
Vi racconterò la storia del protagonista, di questo involontario esperimento, Lorenzo Tortorella, così si chiama non è colpa mia, che per il suo nome e cognome un pò buffo rende ancora più verosimile, che la "cavia" in questo caso potrebbe già contenere nel suo modesto, ridicolo cognome, una certezza che non abbia manipolato l'esperimento stesso.
Carissi amici, io potrò dimostrare che Nietzsche, su tante cose, non dico su tutte per non essere tacciato di fanatismo, è stato Profetico.
Spero di trovare lo spazio in questo Forum per spiegare il perchè.

Saluti Vincent BlackSmith (Trento) Italy


Cavolo Vincent io son di Arco... in pratica siamo vicini di casa.. di spazio ne hai finchè sei stufo.. Diamoci però del tu visto che siamo fra amici!!


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CITAZIONE
Dei buoni denti e uno stomaco forte - t'auguro questo!
E se ti sei trovato col mio libro,
ti troverai di certo anche con me.
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BlackSmith
messagio Mar 6 2009, 07:48 PM
Messaggio #3


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CITAZIONE(Freddie @ Mar 6 2009, 10:31 AM) *
Cavolo Vincent io son di Arco... in pratica siamo vicini di casa.. di spazio ne hai finchè sei stufo.. Diamoci però del tu visto che siamo fra amici!!

Bene, sono contento di condividere degli interessi con un mio conregionale e poi a due passi da me.
A proposito, visto che sei di Arco, volevo chiederdi se sai dove sia la cosìdetta passaggiata del filosofo, non quella triste via, parallela all'hotel du Lac. Ora ti spiego. Qualche anno fa, lessi un libro di un prof. di filosofia di riva, un tale Riccadonna che ha scritto "Nietzsche e la sua ombra", bene in quel libro era indicata una passegiata lungo un sentiero di montagna che descriveva come alberato e vicino ad una chiesa. Non sono mai riuscito a capire a quale luogo di Riva del Garda si riferisse.Domandai allora all'ufficio informazioni turistiche del posto, e a parte che non sapessero chi fosse Nietzsche, appena gli chiesi del suo soggiorno a Riva del garda, sembravano come mucche davanti ad un passaggio a livello, per non parlare del personale dell' hotel du lac, lasciamo perdere... Se potessi aiutarmi, te ne sarei grato.
Ciao vincent


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Nachtlied
messagio Mar 6 2009, 08:20 PM
Messaggio #4


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CITAZIONE(BlackSmith @ Mar 6 2009, 09:31 AM) *
Vorrei raccontare, una cosa, un fatto; insomma vorrei esporVi una storia che la scienza chiamarebbe prova empirica inconfutabile.
Una prova empirica, che le sue teorie apparentemente strampalate, sono vere!
Capito signori! Ne ho le prove! Vi pare poco.

Non è che allora potresti iniziare a raccontare? Sono un pò curiosa... tongue.gif


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BlackSmith
messagio Mar 6 2009, 08:33 PM
Messaggio #5


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CITAZIONE(Nachtlied @ Mar 6 2009, 08:20 PM) *
Non è che allora potresti iniziare a raccontare? Sono un pò curiosa... tongue.gif


Grazie, volentieri. Pubblicherò questo esperimento. Credetemi è la dimostrazione empirica delle sue apparenti strampalate teorie?
In questo esperimento, proverò ad "utilizzare" un certo Lorenzo Tortorella, un sempliciotto, ma dal cuore puro come un "bambino",e cercherò di riportare Nietzsche tra noi, a tavola con noi, tra le nostre cose, nella nostra vita di tutti i giorni, nelle cose quotidiane, dalle più banali alle più importanti.

Ok inizio

« Chi sradicasse la conoscenza del dolore estirperebbe anche la conoscenza del piacere e in fin dei conti annienterebbe l'uomo »
Michel De Montaigne




I. La nascita della tragicommedia



Era un pomeriggio come gli altri, uno di quei
pomeriggi in cui il caldo a Palermo è fuoco,
era proprio uno di quei giorni, con asfissianti
folate di vento di scirocco.
Rovente, ma nulla in confronto all’inferno
che per Lorenzo sarebbe stato a quarantun’anni !
Per adesso di anni n’aveva soltanto ventuno,
e quel primo pomeriggio, di una calma giornata d’agosto, dormiva inghiottito dal suo divano.
Casa, dolce casa. Anche se si trova alle pendici
di un vulcano !
Il sonno lo vince ed egli ora giace. E’ assopito,
e nel sonno il Cosciente… discese all’Ignorante.
- Ciao, non ti spaventare. Sono qui per aiutarti !
La patina dell’abitudine non aveva mai abbandonato Lorenzo. Lui dormiva su un fianco, come sempre. Voltandosi a pancia in su, di scatto, a chi non avrebbe messo paura quella voce che sembrava provenire dall’oltretomba e pareva squassare le parole come schiocchi di frusta, sgranò gli occhi e si guardò in giro. Non trovando nulla che non gli fosse familiare, quella era la sua stanza e di fronte vedeva la sua scrivania con i libri accatastati alla rinfusa, com’era sua abitudine inoltre lasciare ogni cosa, pensò che quello che stava succedendo non poteva essere un sogno.
In quell’istante una pesantezza di morte gravò nella stanza. Quella voce profonda che sembrava scaturire da un’assenza di tempi e di cose, da una lontananza cupa, senza possibilità di riferimenti, lo fece sobbalzare ed ebbe la sensazione che il divano ondeggiasse come se stesse navigando. Quell’impressione lo riprese ora violenta e non vedendo nessuno, sollevandosi con la parte superiore del corpo, rivolgendo il capo nella direzione da cui sembrava provenire quel suono, con tono tremolante, angosciato per la paura, tartagliò….
- Chi ha pa… pa… parlato. Chi ss... sei… un angelo, un de… de… demonio ?
Alla sua domanda rigonfia d’angoscia, lentamente gli si rivelò davanti un uomo dall’aspetto giovanile, molto elegante, e nel breve sorriso della bocca si palesava l’anima abituata a salire da sé, con le proprie forze.
Portava disinvoltamente un vestito color bianco burro di lino, con sottilissime e distanti righe verticali che si intonavano con la cravatta blu scura annodata ad una camicia bianca in cotone, slacciata soltanto sul primo bottone del colletto, per conferire al tutto meno rigidità, guadagnando in eccentricità ma non perdendo in raffinatezza.
Aveva un viso color argilla. Appariva slanciato, calvo, con un naso alla greca in mezzo a grandi occhi verde scuro ed era avvolto da una nube molto rarefatta che spandeva un pungente e stran’odore d’interiori d’agnello in sguazet !
C’era in lui qualcosa di già conosciuto, un aspetto così familiare, a parte quel tanfo, che solo in parte lo tranquillizzò.
- Non proprio, vedi…. Tu adesso hai ventun’anni e stai attraversando un periodo di depressione, ma ti passerà, non ti devi preoccupare. Disse quella strana entità con un tono che lasciava trasparire un sincero struggimento
e un ansia accorata.
Continuando a tartagliare con meno evidenza, ma ancora immobile in una sospensione dura, rispose…
- E tu chi dia… diavolo sei, per di… dirlo !
Il suo aspetto era così magro che doveva derivare da pasti irregolari. Di uno che doveva essere sempre in giro come un commesso viaggiatore, ed era evidente, poi, nonostante la sua naturalezza, che sopportava quell’abito come una divisa.
Quel vestito lo soffriva, non soltanto perché faceva molto caldo e togliendosi la giacca, allentandosi poi la cravatta , creandosi lo spazio sulla scrivania, si sedette davanti a lui ciondolando le gambe, in modo da alleggerire la tensione con modi ed atteggiamenti che avrebbero dissipato la residua preoccupazione in quel momento dominante sul loro inconsueto dialogo.
Sembrava conoscere molto bene le tecniche di conversazione. Modulava il tono della voce con alti e bassi e possedeva anche una gran abilità nella comunicazione non verbale, quello che sì chiama linguaggio del corpo, e fu facile, quindi, rasserenarlo definitivamente e metterlo a proprio agio. Doveva svolgere uno di quei lavori fatti di rapporti umani sempre mutevoli, raramente costanti, spesso ipocritamente cordiali, dove gli aspetti della comunicazione erano fondamentali e questo modo di fare era divenuto ormai consuetudine, che lo utilizzava anche quando non era necessario.
La sua ormai era una deformazione professionale
che si manifestava in modo del tutto inconsapevole.
- Io, …ehm…. Sono te stesso da grande !
Poi tutto ad un tratto, Lorenzo, parve afferrarne la somiglianza e scuotendo la testa si disse…
- Che cretino, era alquanto evidente !
Continua...


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Nachtlied
messagio Mar 6 2009, 09:21 PM
Messaggio #6


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CITAZIONE(BlackSmith @ Mar 6 2009, 08:33 PM) *
Continua...

Me lo auguro... scusa ma per ora di nietzscheano non ha molto... per non dire niente... sad.gif


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BlackSmith
messagio Mar 6 2009, 09:39 PM
Messaggio #7


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CITAZIONE(Nachtlied @ Mar 6 2009, 09:21 PM) *
Me lo auguro... scusa ma per ora di nietzscheano non ha molto... per non dire niente... sad.gif

Se non hai pazienza, non potrai mai capire. L'esperimento ho voluto che fosse comprensibile a tutti e non potevo certo inserire Nietzsche da subito, avrei spaventato il lettore.... Le pagine sono più di un centinaio, le pubblicherò piano, piano.
Spero che tu abbia questa pazienza. Posso magari dirti che il filo conduttore è sicuramente Nietzsce, e nello specifico l'ambiguo augurio che lui fa di solito ai suoi amici più cari e tu saprai qual'è quest'augurio..., visto che ne sei anche tu una sua amica.



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Freddie
messagio Mar 7 2009, 12:22 AM
Messaggio #8


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CITAZIONE(BlackSmith @ Mar 6 2009, 07:48 PM) *
Bene, sono contento di condividere degli interessi con un mio conregionale e poi a due passi da me.
A proposito, visto che sei di Arco, volevo chiederdi se sai dove sia la cosìdetta passaggiata del filosofo, non quella triste via, parallela all'hotel du Lac. Ora ti spiego. Qualche anno fa, lessi un libro di un prof. di filosofia di riva, un tale Riccadonna che ha scritto "Nietzsche e la sua ombra", bene in quel libro era indicata una passegiata lungo un sentiero di montagna che descriveva come alberato e vicino ad una chiesa. Non sono mai riuscito a capire a quale luogo di Riva del Garda si riferisse.Domandai allora all'ufficio informazioni turistiche del posto, e a parte che non sapessero chi fosse Nietzsche, appena gli chiesi del suo soggiorno a Riva del garda, sembravano come mucche davanti ad un passaggio a livello, per non parlare del personale dell' hotel du lac, lasciamo perdere... Se potessi aiutarmi, te ne sarei grato.
Ciao vincent


Certo che conosco la via del filosofo! ecchè scherziamo?!? smile.gif benfelice di aiutarti conosco Riccadonna e ho anche il libro che menzioni


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E se ti sei trovato col mio libro,
ti troverai di certo anche con me.
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BlackSmith
messagio Mar 7 2009, 01:26 AM
Messaggio #9


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CITAZIONE(Freddie @ Mar 7 2009, 12:22 AM) *
Certo che conosco la via del filosofo! ecchè scherziamo?!? smile.gif benfelice di aiutarti conosco Riccadonna e ho anche il libro che menzioni

Sapresti indicarmi come si ci arriva?


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BlackSmith
messagio Mar 7 2009, 01:45 AM
Messaggio #10


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CITAZIONE(Nachtlied @ Mar 6 2009, 09:21 PM) *
Me lo auguro... scusa ma per ora di nietzscheano non ha molto... per non dire niente... sad.gif

Dai ti aiuto con alcuni passi, ma non puoi pretendere che ti sveli tutto adesso subito...non avere premura... la stessa del protagonista delle'esperimento\racconto\romanzo\psicotragedia, Lorenzo tortorella.

"E poi perdonami. Non sei stato tu prima a dirmi che mi rifiuto di conoscere quello che mi accadrà ?
Adesso voglio sapere tutto !
Adesso !
Subito !
- Che ne diresti Lorenzo se rimandassimo questo argomento in un secondo momento. Conosco il tuo modo di voler giungere velocemente alla conclusione delle cose. Hai sempre mancato di pazienza !
Le cose le hai sempre volute tutte e subito !"


"Questa storia mi sta tentando sentimenti di compassione poiché eccessivamente coinvolto e devo cercare di evitare questo in ogni modo. E’ molto difficile ma devo sforzarmi.
Non deve sentire. Mi taccio.
In fondo, il destino è vivere comunque, e lui, Lorenzo, ancora ha da vivere comunque.
Riprendendosi da quell’attimo di scoramento, ad alta voce soggiunse…
- Io caro Lorenzo ti ho detto del paradosso, e non potrai mai rimproverarmi di non averti avvertito.
- Ma di quale paradosso parli ?
Alcune volte, non so…. Mi sembra che….
Dici di essere me stesso da grande. Quindi tu sei me.
Certo non uguale a me, perché io adesso non posso essere completamente te.
Tu sarai, caso mai, quello che sarò a quarantun’anni.
Quindi, se oggi siamo diversi, siamo pur la stessa persona e allora perché non augurarmi ogni bene !
Alcune volte sembra, che vuoi augurarmi sciagure e ogni male possibile.
Dovresti proteggermi.
Augurarmi ogni bene e dileguarti !
Questo dovresti fare invece di tormentarmi.
- Cosa dovrei augurarti ? Domandò con lo stesso modo titubante quando non sai se ridere o piangere.
- Ogni bene ! Sicuro ! Ogni bene possibile.
Perché cosa dovresti augurarmi ?
Domandò Lorenzo sbalordito.
Fermandosi un istante, raccogliendo il fiato, che gli gonfiò le guance, il fantasma esplose in una risata fragorosa…
- Che cosa ? Ogni Bene ?
Dovrei augurarti ogni bene ?
Hai centrato il problema Lorenzo. Alcune volte intravedo in te lampi di genio ! "

"Vedi Lorenzo, questo grande filosofo, che tu non potrai che incontrare molto tardi.
- Per quale ragione molto tardi ?
- Non so come spiegartelo, ma questo grande Uomo, è stato maldestramente accostato a certe ideologie oggi molto distanti dalle tue idee socialiste.
Quindi è praticamente impossibile che ti possa oggi capitare tra le mani un suo libro.
Poco probabile, capisci ? Capisci che sciagura ?
Presi in mano un suo libro verso i trentatrè anni, per caso. Come qualcosa di assolutamente sconosciuto e mi misi così a sfogliarne le pagine.
Non so quale demone mi stesse sussurrando di portarmi a casa quel libro. Comunque sia, così feci.
Quando a casa mi lasciai andare sul divano con il mio nuovo tesoro, a differenza di altri libri, questo lo mandai giù in un solo giorno.
Sembrava, come scrive il grande Giorgio Colli nella sua introduzione, una mescolanza d’orzo tritato, acqua, menta con aggiunta di vino, miele e spezie magiche.
Quel libro è stato appunto come bere il ciceone !
Lascia che ti spieghi perciò la forza catartica della sua dottrina. Lascia che ti chiarisca il pensiero del più grande filosofo di tutti i tempi, che finanche quel Democratico Cristiano soporifero di Platone, non riesce a superarlo !
Lasciamelo spiegare con una poesia che ho scritto qualche anno fa.
Dopo averlo incontrato ed esserne diventato il suo migliore amico.
- Ah già ! Sei diventato non solo un poeta, ma anche il miglior amico di un mezzo matto e un buono a nulla. Che brutta fine !
- Oh scemo ! Se vuoi ascoltarla bene. Altrimenti vai a farti benedire !
- Dai sentiamola, sono curioso. Curioso di sapere quali stoltezze scriverò avanti con gli anni. Quando perderò tutti i capelli…."


ultimo contributo...

"Salire in alto, spingere il gas a tutta manetta.
Da lassù, tutto è sotto di Lei,
godimento per la sua vista,
giovamento ai suoi polmoni.
Che sensazione straordinaria,
da farle venir voglia di tagliare
con un colpo deciso e netto,
il filo che la lega alla Sua Zavorra,
liberandosene con disprezzo.
Ma, può Vi chiedo, la Mongolfiera
fare a meno della Sua Zavorra ?
Come potrebbe conoscere
l’ebbrezza gioiosa dell’altezza,
se non provenisse giù dal basso,
dalla terra e dal fango.
Dovrebbe benedire la Sua Zavorra
e ringraziarla, invece di liberarsene
maledicendola.
Allora amico mio, Io ti dico…
Impara ad amare la Tua Zavorra.
Augurandoti che sia delle più pesanti e
ringrazia chi te l’ha donata !







- Ti piace ? Hai capito il paradosso racchiuso in questi versi ?
- Insomma dai. Diciamo di si. Mi sembra molto Cristiana. Ma c’entra qualcosa con il paradosso dell’abominevole augurio ?
- Certo ! Certo che c’entra.
E’ questo il paradosso.
Vedi Lorenzo, pochi filosofi hanno avuto una piena e alta opinione della sofferenza e il filosofo di cui ti ho parlato è stato l’unico ad esprimerla in modo puro e maestoso, senza contaminazioni vittimistiche.
- Dio mio come parli difficile, è possibile che col tempo sia diventato così contorto ?
- Senti Lorenzo, tu sei nato contorto !
Devo ricordartelo come sei nato ?


ciao ciao


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Sgubonius
messagio Mar 7 2009, 03:43 AM
Messaggio #11


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100 pagine però sarebbe meglio trovare un supporto migliore!!
Per leggibilità più che altro!! wink.gif


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"Innocenza è il fanciullo e oblio, un nuovo inizio, un giuoco, una ruota ruotante da sola, un primo moto, un sacro dire di sì"
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BlackSmith
messagio Mar 8 2009, 06:26 PM
Messaggio #12


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CITAZIONE(BlackSmith @ Mar 6 2009, 08:33 PM) *
Grazie, volentieri. Pubblicherò questo esperimento. Credetemi è la dimostrazione empirica delle sue apparenti strampalate teorie?
In questo esperimento, proverò ad "utilizzare" un certo Lorenzo Tortorella, un sempliciotto, ma dal cuore puro come un "bambino",e cercherò di riportare Nietzsche tra noi, a tavola con noi, tra le nostre cose, nella nostra vita di tutti i giorni, nelle cose quotidiane, dalle più banali alle più importanti.

Squbonius hai ragione, cento pagine sono tante e poi non è che "una piccola storia, colore di ossa, sangue e niente di più..."

- Io, …ehm…. Sono te stesso da grande !
Poi tutto ad un tratto, Lorenzo, parve afferrarne la somiglianza e scuotendo la testa si disse…
- Che cretino, era alquanto evidente !
Continua...


II parte

E dopo mille esitazioni, frasi monche e prime parole tartagliate, Lorenzo domandò…
- Da grande ? Ma come può essere ?
- Sì, diciamo che sono te stesso a quarantun’anni.
- A quarantun’anni ? Allora sei un fantasma !
Oh mio Dio ! Morirò così presto ?
In generale non era mai stato uno scaramantico.
Era sufficientemente istruito per essere superstizioso, ma ne era lo stesso condizionato; e in quel momento, a quella domanda, per allontanare il pensiero della morte, la sua comunicazione non verbale fece a meno di utilizzare tecniche complesse apprese in qualche corso aziendale, e con una toccata veloce e leggera in mezzo alle gambe, fece uso d’un gesto apotropaico per nulla subliminale e immediatamente comprensibile.
- Lascia stare, non ti fare adesso queste domande. Voglio solo che mi ascolti !
Sono venuto a confortarti in questo momento, che ora ti sembra il più difficile della tua vita e in un certo senso lo è. Ma vedrai caro Lorenzo, ce ne saranno altri.
- Altri momenti difficili ? Più difficili di questo ?
Oh santa pazienza ! E cosa dovrebbe succedermi.
Cosa dovrebbe accadermi di così terribile ?
Che m’investa un trattore ? Spargendo il mio sangue per concimare i campi dei pomodori pelati di Sicilia ?
Dovete sapere, che i pomodori pelati di Sicilia
sono così rossi, perché concimati con il sangue degli Innocenti, e Lorenzo ancora non sa che a quarantun’anni si reincarnerà in un rossissimo pomodoro pelato di Sicilia. Uno di quei pelati che si divertiva a spellare da piccolo. Quando a Palermo, in campagna, ad agosto, si facevano i pelati e la salsa.
A conclusione poi di quelle giornate, dove la fatica era resa più leggera dall’entusiasmo e d’allegria collettiva, si faceva lo sfincione, tipica ghiottoneria palermitana, ed era una festa !
Spianavano la pasta di pane lievitata, quindi la sistemavano in delle teglie ben oliate.
Cospargevano sopra i pomodori pelati tagliati a pezzi,
la cipolla tagliata a fettine, l'acciuga fatta a pezzetti,
il caciocavallo tagliato a dadini, sale, pepe e olio d’oliva.
Nel frattempo altri accendevano il forno e c’era un gran da fare. Tutti avevano dei compiti, nessun escluso.
Chi preparava la lunghissima tavolata, recuperando sedie qua e la, chi preparava insalate ed altre leccornie come l’immancabile pasta al forno e quando sfornavano, spruzzando con olio crudo, servendo in tavola, il
“Re Sfincione” sulle grandi teglie, dall’entusiasmo scattava un lungo, fragoroso applauso.
Ora, poiché il trattore, quel mezzo agricolo apparentemente innocuo, a cui aveva precedentemente fatto cenno Lorenzo, pensando di fare una semplice, innocua, sovrautilizzata metafora, avrebbe invece avuto un ruolo fondamentale nella loro storia, il fantasma mantenendo la calma, cercò di fare come se niente fosse e rispose , perciò, accennando soltanto un impercettibile imbarazzo, e anche se aveva un nodo in gola preferì non deglutire proponendosi di farlo successivamente.
- Un trattore ? Ma no ! Quale trattore !
Ma ci saranno momenti più difficili di questo,
ma come vedi li supererai, infatti io li ho superati,
e sono qui per l’appunto a parlarti.
Lorenzo aveva ormai preso coraggio e cominciava a chiacchierare con quel fantasma qualche volta anche un po’divertito e benché la conversazione conservasse tutti i contorni della stranezza, incominciò a prendersi anche qualche confidenza di troppo…
- Ma cos’è capitato ai miei capelli ?
Domandò sorridendo per irritarlo.
- Sei completamente calvo ! Sei proprio pelato come un pomodoro !
Permaloso e sanguigno com’era, a quegli appellativi, guizzò in piedi come una molla, e camminando nervosamente in lungo e in largo per la stanza, rispose subito con tono aspro. Parlando poi con una sicurezza come chi dice cose da tempo meditate.
- Senti ragazzetto viziato, è tua convenevolezza apparirti in sogno e lo faccio semplicemente perché credo che tu n’abbia bisogno. Ora vedi di non rompere troppo i coglioni, perché essere chiamato pelato mi da parecchio fastidio, eh !
Se lo vuoi sapere, dall’autunno prossimo ti aspetta un inizio di calvizie giovanile che diverrà devastante verso i trent’anni e non ci crederai cosa diventerà a quarantun’anni. Che se non fosse una tragedia ci sarebbe da sganasciarsi dalle risate. E poi sconfitte e umiliazioni a non finire. Pianto, stridore di denti, solo per farti un esempio.
Non ti verrà risparmiato niente, caro mio !
Neanche il ginocchio della lavandaia.
Oggi stai dolendoti per una donna, che ti ha mollato, perché, diciamo la verità, non sei all’altezza della sua altolocata e nobile famiglia.
Io sono qui per darti dei consigli. Perché, guarda, che se non tesaurizzi questo dolore e indirizzi la tua collera per un orgoglioso riscatto...
Bé…, ti avverto. Subirai conseguenze terribili !
Dimentica Francesca, acqua passata non macina più !
Quell’appellativo di pelato lo doveva avere molto innervosito e anche se gli proferì la verità, non si risparmiò di usare una certa durezza.
Era sua abitudine, infatti, avere questi scatti collerici che terminavano però in brevissimo tempo.
Il giovanotto intimorito da quel balzo e da quella specie di piroetta dalla camminata svelta, seguendo anche con l’orecchio i suoi passi, sembrava assistere ad un breve assolo di ballo gitano a cui mancavano solo le nacchere. E a tale irruenza rispose regredendo con toni ed argomenti piuttosto bambineschi.
- Guarda che ti sbagli ! Lei m’ama, e se m’ha lasciato,
è stato per il martellamento psicologico della sua ambiziosissima mamma.
Affermare che l’ha tormentata è poco.
Pensa, l’ha finanche sottoposta all’umiliazione della visita ginecologica, e questo per accertare che sua figlia perse la verginità con uno come me.
Uno della media borghesia. Ti immagini che scandalo ! Esclamò con amara ironia.
Lorenzo da quel momento, con motivazioni non molto profonde, amò più i borghesi, le casalinghe e gli operai, piuttosto che i nobilotti e l’alta borghesia palermitana;
e a causa di quella donna aristocratica che ostacolò il suo amore, si lasciò catturare da quelle idee politiche che desideravano un mondo romantico e socialista.
Di conseguenza preferì compagnie compatibili con quel modello. Decisioni ed atteggiamenti scaturiti, perciò, da ragioni di risentimento puerile e dalla frustrazione di non appartenere a quel mondo che ipocritamente disdegnava.
Il fantasma con un sorriso amaro a mezza bocca che riempiva il suo volto, faceva ogni tanto un gesto con la mano come per chiedere la parola, ma Lorenzo continuò nel suo monologo. Non solo per la sua precoce abitudine alla logorrea, ma anche perchè il suo dolore in quei momenti traboccava, e di questo voleva comprensione.
- Ti rendi conto a quale violenza, a quale tortura è stata sottoposta ? Domandò commosso.
- Certo, che mi ha lasciato, cosa doveva fare poveretta !
Finalmente Lorenzo si interruppe per riprendere fiato e
ristabilitasi la calma, il maturo fantasma sedendosi nuovamente sulla scrivania nella medesima posizione, chinando la testa e intrecciando le mani, senza più ciondolare le gambe, diventate rigide e composte, con una posa austera e con un tono aulico e saccente
che lo facevano apparire goffo e ridicolo, sciorinò una di quelle storie mitologiche del mondo greco, in cui sì era rifugiato ed appassionato. Poiché col tempo sì era risvegliato dal sogno utopistico d’un mondo socialista. Trasformandosi piuttosto in una creatura ghignante, ossessa, e contemporaneamente comica. Come quei personaggi tragicamente consapevoli raccontati mirabilmente dalle tragedie di Eschilo e dalla vis comica delle commedie di Plauto. Era così profondamente attratto dai problemi che toccano l’eternità che spesso gli mancava quell’intima conoscenza che arma di certezze lo scopo della vita.
Le sue domande non trovando risposte, avevano lasciato spesso il posto ai rimedi omeopatici della superficialità. Alcune volte ad una buona lettura in biblioteca preferiva abbandonarsi al tepore di una lampada a raggi ultravioletti.
Tentava a fatica perciò di addomesticare la sua profonda auto consapevolezza e una penetrante coscienza di sé, concentrandosi così sull’esteriorità, sull’apparenza e sul vacuo. E questo soltanto per l’incapacità di dare un senso all’incomprensibile. Era affetto da una specie di nichilismo contemporaneo dovuto alla completa scomparsa di qualsiasi punto di riferimento ideologico e morale, e alla volontà di non voler pensare troppo.
Ma per il suo essere ribelle, il suo non era un nichilismo passivo. Anche se può sembrare un controsenso, il suo era invece un nichilismo attivo. Un nichilismo d’azione !
Sembrava una specie di lucida teoria rivoluzionaria, che secondo lui prevedeva il contributo anche piccolo di ciascuno di noi all’ammassamento di cataste di spazzatura che, per il limite dell’insopportabilità, giunti al massimo della sconcezza, avrebbero prodotto l’implosione e quindi l’autodistruzione di una società ormai al collasso. Per poi ricostruirla dalle macerie.
Appariva l’unico modo possibile e più pratico per cambiare le cose. Visto che il cumulo di immondizia era già ad un livello intollerabile.
Non ci riusciva quasi mai, poiché andava contro la sua natura ostinatamente orientata alla ricerca della bellezza !
Amava la filosofia, non quella arida come l’algebra,
sua indimenticabile nemica, con quei paludamenti di distinguo, di cause ed effetti. Lui amava la filosofia, quella viva. Amava l’arte, soprattutto la pittura e andava matto per i romanzieri russi, quelli che sapevano come nessun’altro scavare nel profondo dell’animo umano.
Un uomo perciò molto curioso. Buono, ma irrequieto, che si disperdeva spesso nella chiacchiera, poiché negli anni non aveva perso l’abitudine a logorroici e narcisistici monologhi divenuti soltanto più sottili e manierati. Delle volte era privo di disporre pienamente di sé. Non fatalista. Ma in balia di forze cieche, solo apparentemente governate dal caos, beffarde e maligne, con le quali non sapendo non v’ è scampo, spesso e volentieri ci si scontrava mulinando i pugni all’aria. Nel suo essere tragico e combattivo si mescolavano, comicità, frivolezza e anche un certo poetico infantilismo, che anche quello come tante altre cose non lo aveva mai abbandonato.
- Conosco la storia, Lorenzo. Sua madre è un po’come Demetra che vuole sua figlia Persefone tutta per sé, e tu Ade il Dio degli inferi, che possiede grazie all’intercessione di Zeus, i semi di melagrana magica.
E Francesca come Persefone, potrebbe, se tu vuoi, venirti per sempre a trovare…. !
Francesca però ti avverto ! Non ci sarà più nella tua vita reale. Perché così hanno voluto gli Dei. E per ogni seme che le darai in dono potrai vederla un mese l’anno, ma soltanto nei tuoi sogni !
Hai inteso ? Perciò dovresti gettarlo via quel seme sterile e maledetto invece di donarglielo. Perché ti avverto, che vederla soltanto in sogno accrescerà caso mai il tuo dolore, e questo amore diventerà il tuo tormento e la tua rovina !
Dopo essersi sorbito la leziosa pappardella, riportandosi nella posizione precedente, Lorenzo affondò la testa sul cuscino rubato dal letto e molto scocciato, trattenendo invano la collera sbottò…
- Ma cosa cazzo stai dicendo, ma quale Demetra, Persefone e Zeus dei miei coglioni !
Vattene via, rimbambito, tu non esisti !
Togliti dai piedi ! Non ti voglio credere !
Anzi, ti misconosco ! Tu non sei il mio futuro !
Completando con chiare smorfie del viso la sua ostile ironia, aggiunse…
- Tu sei il futuro di un altro sfigato.
- Se tu la metti così, io volevo soltanto metterti in guardia. Rispose il fantasma, evidenziando una certa difficoltà nel farsi intendere.
- Vattene ti ho detto, sparisci !
I due negli scatti di rabbia e nella parlantina si assomigliavano, e perciò era una gran bella lotta.
- Guarda, attento Lorenzo…. Il paradosso quando tenta d’essere riportato al reale, rischia maledettamente d’essere più reale di ciò che riteniamo possa esserlo.
E la tua storia, se non correggi il corso degli eventi, sarà così stramaledettamente paradossale che supererà la realtà. Annibale è alle porte !
Non poteva dirgli certo, che nessuno, neanche lui, potrà cambiare il suo destino e anche se sbagliava l’approccio si sentiva in dovere di metterlo in guardia.
In quel periodo ogni istante della sua vita sapeva del dolore lancinante della rinuncia, della negazione e della rassegnazione.
Schopenhauer che si intendeva poco di donne, ma di tormento e dolore di queste cose se ne intendeva parecchio, e perciò forse conosceva anche il gentil sesso diceva: “L’amore interrompe continuamente le occupazioni più serie, talvolta confonde, per qualche tempo, perfino le menti superiori, non si fa scrupolo di disturbare le trattative degli statisti o le ricerche degli scienziati, sa infilare teneri bigliettini e ciocche di capelli perfino nei portafogli dei ministri e nei manoscritti filosofici, strappa alla propria vittima talvolta la vita oppure la salute, la ricchezza, il rango e la felicità”.
Il fantasma davanti al sole che sorgeva sul golfo di Palermo, si ritrovò negli anni, pervaso da una nuova , assai poco schopenhaueriana fiducia nella vita e perciò voleva prepararlo a sopportare la sofferenza, doveva imparare a sublimarla, avrebbe voluto tanto che delle tribolazioni né facesse strumento. Sapesse riderci, riderci…. Ma non voleva farsi sentire. Lorenzo non era ancora pronto. Non avrebbe potuto capire.
- Ma cosa stai dicendo, non ti capisco. Vuoi vedere che a quarantun’anni sono diventato uno stupido che cazzeggia a fare banale filosofia ?
Queste conclusioni, mosse dalla collera, non erano vere. Per Lorenzo, da sempre, il mondo circostante gli appariva segnato dall’incoerenza e avvolto nel mistero.
continua...


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Agli uomini dei quali mi importa qualcosa io auguro sofferenze, abbandono, malattie, maltrattamenti, disprezzo..., io desidero che non restino loro sconosciuti il profondo disprezzo di sé, il martirio della diffidenza di sé, la miseria del vinto
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Zagreo
messagio Mar 10 2009, 06:30 PM
Messaggio #13


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CITAZIONE(BlackSmith @ Mar 6 2009, 09:31 AM) *
Vorrei raccontare, una cosa, un fatto; insomma vorrei esporVi una storia che la scienza chiamarebbe prova empirica inconfutabile.
Una prova empirica, che le sue teorie apparentemente strampalate, sono vere!
Capito signori! Ne ho le prove! Vi pare poco.
Vi racconterò la storia del protagonista, di questo involontario esperimento, Lorenzo Tortorella, così si chiama non è colpa mia, che per il suo nome e cognome un pò buffo rende ancora più verosimile, che la "cavia" in questo caso potrebbe già contenere nel suo modesto, ridicolo cognome, una certezza che non abbia manipolato l'esperimento stesso.
Carissi amici, io potrò dimostrare che Nietzsche, su tante cose, non dico su tutte per non essere tacciato di fanatismo, è stato Profetico.


Ciao blacksmith, non ho capito: ma questo racconto l'hai scritto te?
Non mi è chiaro come uno scritto personale possa costituire una prova empirica inconfutabile, dal momento che ognuno è libero di scrivere ciò che vuole no?! laugh.gif


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Non ho mai sentito dire che le flatulenze determinino situazioni filosofiche. (Lettere a Erwin Rohde)
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BlackSmith
messagio Mar 13 2009, 01:32 PM
Messaggio #14


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CITAZIONE(BlackSmith @ Mar 8 2009, 06:26 PM) *
III parte

Queste conclusioni, mosse dalla collera, non erano vere. Per Lorenzo, da sempre, il mondo circostante gli appariva segnato dall’incoerenza e avvolto nel mistero. Lui cercava e scavava continuamente !
Su qualunque cosa ragionasse finiva sempre nel paradosso e nell’inconcepibile. Una situazione che gli suscitava una smania di capire, violenta quasi quanto la fame e la sete. La continua curiosità era stata per lui una delle emozioni più grandi, a volte un vero e proprio modo di vivere. Ma in quel momento era bloccato come se davanti a lui c’era un altissimo muro ed era incapace perciò di andare avanti, di scavalcarlo e correre leggero.
- Annibale è alle porte ? Bé… facciamolo entrare !
Rispose ironico e stizzito.
- Paradosso ? Reale ? Ma parla in modo più comprensibile, non ti capisco !
- Smettila e lasciami ascoltare le mie canzoni.
Via, via. Vai via ! Vai a infastidire qualcun’altro da un’altra parte.
Ascolta caro fantasma, tutti abbiamo diritto almeno ad una canzone che ci faccia sentire immensamente tristi e stupidi, non trovi ?
Almeno, io la penso così, quindi sparisci una volte per tutte. Io so che Francesca mi ama, farà ritorno, lo sento!
In quel momento Lorenzo si abbandonò ad una canzone di Battisti e niente doveva rovinare quell’istante.
“Io e te io e te, perchè io e te, qualcuno ha scelto forse per noi, mi son svegliato solo poi ho incontrato te l'esistenza un volo diventò per me….”.
- Devo stare calmo ! Che non è successo niente.
Disse tra sé e sé…
- Devo stare calmo, che andrà tutto bene.
Francesca ritornerà e quell’intruso non si farà più rivedere.
Oh che bestia che sono !
E’ solo un brutto incubo !
E’ stata soltanto un’allucinazione !
Io non mi sono perso. Io so chi sono.
Io mi chiamo…. Tra un attimo mi verrà in mente.
Ma so chi sono, e so dove sono. Almeno….
Questa è la mia stanza, la porta è chiusa. Mia madre è in cucina, sento rumore ai fornelli. Questo è il mio divano d’alcantara color panna. Accanto a me il comodino, e appoggiato sopra, aperto a metà già da qualche giorno “I dolori del giovane Werther”.
Il poster di fronte è il solito, quello con la linguaccia di Einstein sopra il mio letto.
Indumenti buttati alla rinfusa sono i miei e di qualcun’altra che non so…. Sulla scrivania la pila di libri di fisica, e sulla sedia il piatto di pasta ormai ammorbata che non ho mangiato. Fuori dalla finestra tra le tende socchiuse si scorge Via Roma Nuova.
Le amiche di Francesca mi avevano confidato che lei si metteva alla fermata fingendo di aspettare l’autobus di fronte alla mia stanza, attenta invece a tutti i miei movimenti. So che mi ha amato. Mi ama ancora.
Questa è la mia stanza. Sì ! Qui mio padre da piccolo mi cantava quel motivetto che ancora ricordo.
Quindi so che questa è la mia stanza e so che si trova in una traversa di Via Roma Nuova a Palermo.
E so che questa è la mia città e che di solito non dovrei essere qui chiuso in questa stanza a quest’ora. Almeno credo. Chi sono ? Tra un attimo mi verrà in mente.
Appoggiando riguardoso il romanzo di Goethe per terra, e piegandosi seduto sul comodino vicino al divano dov’era disteso Lorenzo, trattenendo il respiro e fissandolo negli occhi verde scuro come allo specchio, quell’entità sospirò frustrato…
- Uffa ! Sei Lorenzo Tortorella ed hai ventun’anni, perbacco !
E dovresti finirla di buttare via la tua vita. Perché se non lo fai oggi, questo diventerà una costante e chi ne pagherà le conseguenze sarò proprio io caro Lorenzo, quello che tu adesso stai cacciando con disprezzo.
Ti rifiuti di conoscere quello che ti attende, perchè sei un maledettissimo menefreghista.
Io potrei metterti in salvo, salvando anche me, se solo mi ascoltassi. Perché se sapessi cosa accadrà, se solo conoscessi dove andranno a finire tutti i tuoi progetti, tutte le tue ambizioni.
Quell’odore nauseante d’interiori d’agnello in sguazzet, non aveva lasciato quella stanza, e la voce di quell’intruso responsabile di quel fetore, riportò Lorenzo dentro al vortice di quell’incubo.
- Di nuovo tu ? Ma insomma, cosa vuoi ? Cosa dovrebbe accadermi di così terribile !
Che potresti evitarmi ?
Tu vuoi solo tormentarmi. Avrò pure diritto alle mie ore di sonno, ma tu disturbi anche quello. Vattene !
- Io a tormentarti ? Ma lo vuoi capire che sei stato tu a darmi tormento per tutti questi anni ?
Io voglio soltanto lanciarti una zattera di salvataggio !
Lorenzo distendendo la fronte prima aggrottata, rispose…
- In verità, non mi ero accorto di essere sul punto di affogare. Al contrario provo una straordinaria sensazione di serenità ad abbandonarmi leggero e placido in questo mare di dolore piatto e trasparente.
E se affogo…. Affogo dentro un pozzo di dolcissimo miele.
- Esci fuori da questa stanza accidenti a te, e ricomincia a vivere. Ma come puoi continuare così !
Alzandosi dal comodino e dirigendosi verso la finestra spalancò del tutto le tende, facendo entrare i raggi del sole di quella splendida giornata d’estate, e stringendosi nelle spalle esclamò contrariato con l’intenzione di scuoterlo da quell’atteggiamento di passività e di sconforto.
- Se proprio vuoi restare chiuso qui ad ascoltare le canzoni di Battisti. Se proprio vuoi tormentarti. Se non riesci a fare di meglio, ti suggerisco allora una sua bellissima canzone, così ti faccio capire che….
- Farmi capire cosa !
- Ascolta questa canzone e poi capirai.
Comprenderai che si deve ricominciare Lorenzo.
Si deve sempre ricominciare….
Lorenzo gradì il suono di quelle parole e gli rivolse finalmente un sorriso fiducioso e di compiacenza.
Ma l’orribile sensazione di aver dimenticato qualcosa di importante gli restituì un’immediata lucidità, prima appannata da quell’insolita situazione.
- Poi però mi togli una curiosità ? Domandò con occhi penetranti.
- Perché prima mi hai detto quella cosa, che adesso mi è tornata in mente e di cui prima mi era sfuggito il senso o l’importanza. Perché ho come un brutto presentimento che….
- A quale cosa ti riferisci ? Domandò beffardo.
- Cosa vuoi alludere quando dici che a quarantun’anni la mia calvizie diventerà così devastante, che se non fosse una tragedia ci sarebbe da sganasciarsi dalle risate ?
Se tu sei,diciamo, me da grande. Giusto ?
Sai perciò quanto sono narciso !
Guardandoti, lo sarò rimasto non è vero ?
Allora dimmi, cosa mi capiterà ?
Perché, bé, a vederti....
Sei calvo e questo mi fa un pò ribrezzo, ma non sei certo un mostro.
Hai un fisico asciutto, che ti giuro non pensavo.
Un bell’aspetto che dimostra meno di questi tuoi quarantun’anni e allora dimmi…. Perché questo sarà così devastante da procurare una tragedia o una commedia, non capisco. Non riesco proprio a comprendere.
Mi nascondi qualcosa che dovresti dirmi subito, adesso !
E poi perdonami. Non sei stato tu prima a dirmi che mi rifiuto di conoscere quello che mi accadrà ?
Adesso voglio sapere tutto !
Adesso !
Subito !
- Che ne diresti Lorenzo se rimandassimo questo argomento in un secondo momento. Conosco il tuo modo di voler giungere velocemente alla conclusione delle cose. Hai sempre mancato di pazienza !
Le cose le hai sempre volute tutte e subito !
Ti ricordi la mamma, quando ti diceva: coci pasta, coci riso ? (Espressione dialettale palermitana che sì suole dire quando qualcuno fa e vuole le cose di fretta. Chiedere di cucinare la pasta e senza ancora averla
mangiata, avendo fame, chiede che sia cucinato già subito il riso).
- Sei tutto tuo nonno! Ti diceva.
A proposito, lui come sta ?
- Che domande. Come vuoi che stia povero sventurato.
E’ a casa della zia Maria, accudito con amore.
Come un bambino !
E anche se la zia è curvata fino a richiederne il busto, a lei questa situazione non è mai pesata eccessivamente, perché trova la collaborazione paziente di tutta la sua famiglia, finanche di quel borbottone ma dal cuore
buono di suo marito.
Il nonno Vincenzo era una montagna d’uomo,
e Lorenzo evidentemente assomigliandogli non solo per la statura aveva saltato una generazione.
Portamento aristocratico come tutti i suoi fratelli, Gioacchino, Umberto, Nino.
Il nonno Vincenzo, il più giovane dei suoi tre fratelli, aveva fatto una brillante carriera e si occupava anche con un certo successo di politica. Un grand’oratore, di indiscusse qualità umane e morali ed aveva aiutato molta gente, forse troppa. Infatti di tutta quella moltitudine a cui non chiese nulla in cambio, com’era nella sua natura, come succede sempre in queste circostanze, rimasero in pochi nella disgrazia a ricordarsi di lui. E a quelli a cui non aveva potuto tendere una mano né ricevette in cambio molto rancore. Da quel momento, quando fu colpito dalla sventura, infatti non poté aiutare più nessuno. A lui bastava solo una semplice visita di cortesia, ma non venne quasi mai nessuno a confortarlo in quei momenti di disperazione e con questo non voglio manifestare nessuna meraviglia, ma soltanto limitarmi a registrarne i fatti.
- Certo, certo. Perdere la vista. Percepire soltanto dal
tatto i lineamenti dei suoi nipotini. Soggiunse il fantasma scavando tristemente nella sua memoria.
- Ricordo ancora che mi esplorava il viso con quelle
sue mani lunghe e gentili ed esternava
tutta la sua commozione di non potere vedermi,
ma era felice lo stesso.
Un grand’uomo il nonno !
Ancora giovane, che incredibile sciagura, che destino scellerato e irriconoscente. Ci penso tutte le volte che rivolgo lo sguardo al quadro del suo attestato…
Cavaliere della Repubblica Vincenzo Tortorella,
è appeso nel mio soggiorno. Chinando il capo con aria amareggiata, aggiunse…
- Che brutta fine la sua. Che Croce ! Che disgrazia !
- Ma il quadro, non è ancora nella stanza da pranzo di casa sua, al villaggio Santa Rosalia ?
Domandò Lorenzo in confusione spazio-temporale.
- Guarda che sono trascorsi vent’anni caro, e sei tu che hai ereditato… ehm.
- Ah gia è vero tu sei me a quarantun’anni e sai certamente cosa ho ricevuto in eredità.
Visto che il nonno evidentemente avrà trovato finalmente pace !
Cosa ho ereditato dal nonno ?
- Il quadro…Lorenzo. Il quadro. Hai ereditato…ehm… il quadro…. Sì !
E qualcos’altro, ma quest’altra cosa è una sorpresa che non posso svelarti adesso. Perché neanche il nonno n’ è a conoscenza. E per tutto il bene che ti vuole, questa sorpresa non è certamente contenuta nel suo testamento !
- Dai, cosa ho ereditato! Dimmelo subito !
Quanti misteri, quello che hai da dirmi, dimmelo in fretta.
- Non continuare Lorenzo con la tua solita impazienza, garantisco di dirti tutto. Ma non adesso.
Perché se ti dicessi in questo momento della tua calvizie cosa sarà a quarantun’anni, e poi anche dell’eredità del nonno, in questo momento.
In questo momento no ! Non è proprio il caso.
Adesso è meglio che ti lasci trasportare da questa splendida canzone, è meglio per tutti e due !
Ascolta caro Lorenzo…. Tutti abbiamo diritto almeno ad una canzone che ci faccia sentire immensamente felici e con la voglia di ricominciare. Non trovi ?
Almeno, io oggi la penso così ! Quindi ti farò un energico massaggio cardiaco che ti tornerà a far battere il cuore. Ti farà amare quello che adesso non hai ancora visto e di cui non ti sei ancora accorto.
“Dove vai quando poi resti sola, il ricordo come sai non consola. Quando lei se ne andò per esempio, trasformai la mia casa in tempio. E da allora solo oggi non farnetico più, a guarirmi chi fu ho paura a dirti che sei tu…”.
- Non è magnifica ?
- Sì ! Bellissima ! Come tutte le canzoni di Battisti.
Ma a cosa ti riferisci quando dici che questa canzone tornerà a farmi battere il cuore.
Che mi farà amare quello che adesso non ho ancora visto e di cui non mi sono ancora accorto ?
- Forse devi ancora metabolizzare il lutto, Lorenzo !
Disfarti di tutte quelle foto, di tutte quelle lettere che hanno trasformato la tua stanza in tempio e riascoltare la canzone.
Chissà cosa vorrà dirmi quell’intruso pensò Lorenzo.
E arrovellandosi il cervello, si disse…
- Mi sembra tutto così oscuro, inspiegabile. Un fantasma che mi sì manifesta in sogno. Bé…, non è una cosa così insolita. Ma questo non è un semplice fantasma. Questo dice di essere me da grande. Quindi è il fantasma di me stesso dopo vent’anni che viene a infastidirmi il sonno e per giunta spelacchiato.
Per me è già sufficiente vedermi senza un pelo in testa, perché tutto questo diventi un terribile incubo.
Già immagino ! Magari mi chiameranno pelato o ridicoli pseudonimi di questo tipo.
Non sia mai ! Ma ad ogni modo lasciamo stare.
Se sarà così. Se veramente a quarantun’anni avrò la testa liscia come una palla da biliardo. Se qualcuno ci proverà a chiamarmi pelato…. Uno schiaffo a mano rovescia giuro !
Poi mi ha parlato dell’eredità del nonno Vincenzo.
Di una sorpresa…. Ma che vuole lasciarmi ad intendere.
Non posso certo trovare razionalità in un sogno.
Sicuro, che comunque mi ha messo addosso una fifa
blu !
Adesso riascolto la canzone, è straordinaria.
Senza indugiare, schiarendo la voce, cogliendo al volo
quel momento di relativa serenità, che si era instaurata tra i due, con aria compiaciuta come chi era riuscito a trovare la giusta combinazione per aprire una cassaforte, il fantasma esclamò…
- Quella canzone ti preannuncia con tutto il suo potentissimo lirismo, che ti innamorerai nuovamente. Guarirai delle tue ferite, e ti sveglierai ritrovando la brama di vivere. Ti si spalancheranno immense distese azzurre e verdi terre, discese ardite, poi risalite, e il tuo cuore ritornerà a pulsare violentemente di passione.
La tua depressione è giunta a termine. Svegliati Lorenzo. Se solo aprissi gli occhi, risvegliati Lorenzo….



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Sgubonius
messagio Mar 13 2009, 04:01 PM
Messaggio #15


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CITAZIONE(BlackSmith @ Mar 8 2009, 06:26 PM) *
Ma in quel momento era bloccato come se davanti a lui c’era un altissimo muro


ohmy.gif
Attento all'italiano!


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BlackSmith
messagio Mar 13 2009, 04:48 PM
Messaggio #16


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è una bozza! mi sono sfuggiti tanti strafalcioni, ci vorrebbe un correttore di bozze, cavolo.
Ecco perchè auspicherei una lettura pluricondivisa, eviterei di pagare il correttore alla casa editrice wink.gif
Ma sono sicuro che potrò approfittare di Voi, senza che mi chiederete un centesimo. rolleyes.gif
Metto adesso queste emoticon (si scrive così?) che mi fanno sentire stupido, più di quanto già sono.


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Sgubonius
messagio Mar 13 2009, 05:32 PM
Messaggio #17


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CITAZIONE(BlackSmith @ Mar 13 2009, 04:48 PM) *
è una bozza! mi sono sfuggiti tanti strafalcioni, ci vorrebbe un correttore di bozze, cavolo.


Cosa usi per scrivere?
In word è incluso.


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BlackSmith
messagio Mar 13 2009, 06:30 PM
Messaggio #18


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CITAZIONE(Sgubonius @ Mar 13 2009, 05:32 PM) *
Cosa usi per scrivere?
In word è incluso.

Ricontrollo un'altra volta.
Sgub, mi devi aiutare, mi devi fare la quarta di copertina, me lo merito.


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Sgubonius
messagio Mar 13 2009, 09:47 PM
Messaggio #19


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CITAZIONE(BlackSmith @ Mar 13 2009, 06:30 PM) *
Ricontrollo un'altra volta.
Sgub, mi devi aiutare, mi devi fare la quarta di copertina, me lo merito.


Cosa posso fare io?? unsure.gif
Se posso aiutarti lo faccio ma non saprei davvero... quanto meno servirebbe il testo completo!

Comunque nel caso word è il programma che usano tutti, esiste anche in versione open (gratis).


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BlackSmith
messagio Mar 14 2009, 12:27 AM
Messaggio #20


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CITAZIONE(Sgubonius @ Mar 13 2009, 09:47 PM) *
Cosa posso fare io?? unsure.gif
Se posso aiutarti lo faccio ma non saprei davvero... quanto meno servirebbe il testo completo!

Comunque nel caso word è il programma che usano tutti, esiste anche in versione open (gratis).

Prima della seconda bozza, ti invierò l'intero racconto. Il romanzo che poi definirei una tragicommedia,
non ha nessuna presunzione formativa, certo ha una morale, vuole dire qualcosa, è chiaro.
Ma non è altro che un semplicissimo racconto di vita, dove un apparente banale antinomia semantica, genera una complessa
coincidenza, che porta tra errori interpretativi, equivoci pirandelliani, situazione kafkiane, il protagonista Lorenzo Tortorella a convincersi che Nietzsche abbia voluto manifestarsi come suo sincero amico; il racconto perciò ha degli aspetti comici che nascono
da questi equivoci, che vengono scambiati per profezie. I fantasma del Tortorella che poi è il Tortorella stesso, aveva incontrato N. per caso e dalla lettura dello Z. inizia così a leggere tutto di N. , ospitandolo nella sua stessa dimora, fatta di una banalissima e squallida quotidianità e senza poi averci capito un emerita mazza.Quindi niente che una piccola storia di uno stupido, che per caso, soltanto per caso, aveva incontrato il Filosofo. Il romanzo uscirà edito dalla Fermenti e sarebbe simpatico avere un contributo per la quarta di copertina. Oh sgub l'immaggine di Mastroianni, con quella postura, mi fa così tanto ridere serenamente, troppo bella quella posa così disincantata, anche un pò, perchè no, giustamente snob.Ottima scelta altro che ottoemezzo, diecielode!


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Agli uomini dei quali mi importa qualcosa io auguro sofferenze, abbandono, malattie, maltrattamenti, disprezzo..., io desidero che non restino loro sconosciuti il profondo disprezzo di sé, il martirio della diffidenza di sé, la miseria del vinto
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