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> determinismo caotico quantistico
adopoeta
messagio Jul 3 2010, 01:06 AM
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"Bisogna avere il caos dentro di sè per generare una stella danzante..."
"causa ed effetto sono mere interpretazioni (non fatti)"
Le critiche di Nietzsche alla causalità e al determinismo di Laplace, nonché l'illuminante ed ispirata celebre frase sul caos e la stella danzante, ben si conciliano con la nuova scuola di pensiero del determinismo caotico quantistico.
Per saperne di più:
http://www.scienzaeconoscenza.it/articolo/...quantistica.php
Per gli attenti conoscitori del Nietzsche - pensiero la domanda è quindi questa:
che cosa avrebbe detto Nietzsche a proposito del determinismo caotico-quantistico?
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Sgubonius
messagio Jul 12 2010, 02:42 PM
Messaggio #2


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CITAZIONE(adopoeta @ Jul 11 2010, 06:38 PM) *
In un certo senso la multidisciplinarietà, oltre al fatto di arricchire ricercatori attivi in campi differenti, permette di costruire
poco a poco dei quadri sempre più armonici e coerenti, che dovrebbero sempre più confermarsi l'un l'altro, in modo tale
che le condraddizioni esistenti vengano progressivamente superate



E' su questa sintesi (dialettica?) fra contraddizioni che non sarei d'accordissimo (e non lo sarebbe Nietzsche da quanto mi è dato sapere).
L'arricchimento semmai può arrivare dalla contraddizione se resta irrisolta, dalla filosofia se pone delle domande alla scienza, stimolando in essa un proliferare di ricerca innovativa, e dalla scienza se costruisce un sistema funzionale e funzionante con cui la filosofia deve fare i conti oggi (pensa a quanto Heidegger ha "usufruito" dell'universalismo scientifico per tirare le somme della storia della metafisica come trionfo della tecnica). Ma senza che si risolva niente alla fine della fiera, dato che il risolvere appartiene ancora ad un periodo in cui filosofia e scienza viaggiavano a braccetto (nell'introduzione della fenomenologia dello spirito, le due parole sono quasi sinonimi, almeno lo sono se si considera la filosofia allo stadio dello spirito assoluto).

Il problema di una teoria del caos (di tutte le teorie del caos) è che sembra esserci una petitio principii. Se la realtà (vitale almeno) è caotica, l'analisi è al limite descrittiva e non arriverà mai ad alcuni risultato utilizzabile (tecnico). Per cui è una teoria vuota (penso allo scarso uso che per ora si è stati in grado di fare dei frattali, a parte esteticamente, per esempio l'applicazione ai mercati finanziari è una cavolata). Se invece il caos si armonizza in qualche modo alla fine ed è "masticabile", di fatto siamo davanti solo ad una matassa da sbrogliare (Nietzsche parla spesso di enigma per indicare questo concetto, ma aggiungendo un'accezione chiaramente "giocosa" al processo). Ovviamente per Nietzsche la questione è più semplice che per la scienza: il vero non esiste, esiste la potenza. Il caos non sottosta a causa ed effetto ma è volontà di potenza, che poi si potrebbe anche chiamare "sbrogliare matasse" con scarsa perdita di generalità, se le matasse non si sbrogliano mai del tutto (non si risolvono). Le contraddizioni non si superano, esse sono la vita e l'esistenza, e qui una scienza canonica è in un terreno minato, e si ci si avventura direi che non vale più la pena di usare le definizioni di scienza e di teoria, perché tanto varrebbe parlare di arte e di opera d'arte, dato che il campo è quello della creazione tout court.


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"Innocenza è il fanciullo e oblio, un nuovo inizio, un giuoco, una ruota ruotante da sola, un primo moto, un sacro dire di sì"
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adopoeta
messagio Jul 12 2010, 09:21 PM
Messaggio #3


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CITAZIONE(Sgubonius @ Jul 12 2010, 03:42 PM) *
Ovviamente per Nietzsche la questione è più semplice che per la scienza: il vero non esiste, esiste la potenza. Il caos non sottosta a causa ed effetto ma è volontà di potenza, che poi si potrebbe anche chiamare "sbrogliare matasse" con scarsa perdita di generalità, se le matasse non si sbrogliano mai del tutto (non si risolvono). Le contraddizioni non si superano, esse sono la vita e l'esistenza, e qui una scienza canonica è in un terreno minato, e si ci si avventura direi che non vale più la pena di usare le definizioni di scienza e di teoria, perché tanto varrebbe parlare di arte e di opera d'arte, dato che il campo è quello della creazione tout court.

C'è un po' da trovare una concordanza su cosa si intenda con il concetto di caos, perchè anche riferendosi all'uso che ne faceva Nietzsche di questo concetto, a quel tempo il caos deterministico ad esempio non era ancora stato scoperto. In effetti esso non è mai stato mai propriamente o direttamente definito, e la sua definizione è sempre indiretta, ovvero guardando il comportamento dei sistemi dinamici. Le sue applicazioni e riscontri sono molteplici, come ad esempio in biologia, in genetica, in medicina, in chimica, in fisica, nelle neuroscienze. Comunque lo si intenda o lo si definisca, occorre abbandonare il concetto di
dis-ordine, ed approssimarsi invece all'idea di un ordine complesso e superiore (da non confondere con ordine complicato e confuso). Nei sistemi biologici sani, ad esempio, il caos deterministico è indice di una realtà non-locale (coi caratteri della discontinuità, della sincronicità e della simultaneità), ed essa sussiste parallelamente alla realtà locale, con consumo di energia nello spazio-tempo. In caso di patologia, il caos deterministico scompare (assieme alla realtà non-locale), e si osserva solo la realtà locale. Questo per dire che nei sistemi viventi esistono vari ordini, gradi e gerarchie, ma si tratta pur sempre di processi, in certe fasi reversibili, e quindi effettivamente tutto esiste in potenza, e muta miliardi di volte al secondo, sia per la sensibile dipendenza dalle condizioni iniziali, sia per il libero arbitrio. Le contraddizioni esistono chiaramente solo a livello interpretativo, e non fattuale, mentre la creatività è legittimata dai caratteri intrinsechi del caos.
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