: Il Ricercatore Apr 11 2008, 10:05 AM
Parliamo di quel poeta lirico che per chi lo conosce desta sempre nuova meraviglia.
Impara ad essere ciò che sei. (chi vi ricorda?)
Un sogno d'ombra è l'uomo. (la definizione più bella e vera di cosa sia l'uomo)
: lou Apr 11 2008, 10:33 PM
Orsù, apprestiamoci alla lettura:
PER TEEO DI ARGO LOTTATORE
...
Mutando a vicenda la sorte,
essi un giorno dimorano presso Zeus,
il padre diletto; un altro, nelle cavità della terra,
nei recessi di Terapne,
compiendo un uguale destino. Questa vita
scelse Polluce, più che essere in tutto un dio
e abitare nel cielo, poi che era morto
Castore in guerra.
L'aveva trafitto Ida
irato per i buoi, con la punta della lancia di bronzo.
.................
Contro Ida scagliò Zeus il suo fulmine, portatore di fuoco, fumoso:
insieme essi arsero, in solitudine. Difficile è per i mortali
lottare coi più forti.
Sùbito il figlio di Tindaro
tornò indietro presso il forte fratello:
non morto ancora, ma per l'affanno
scosso da rantoli convulsi lo trovò.
Versando lacrime calde, tra i gemiti,
gridò: «Padre Cronide, quale rimedio sarà
ai miei dolori? Ordina anche a me,
insieme a lui, la morte, o Signore.
Per l'uomo privato dei suoi cari
perduta è la gloria: nell'affanno, sono pochi i mortali
che, fedeli, partecipano alle pene». Così
disse. Zeus davanti gli venne
e pronunciò queste parole: «Tu sei mio figlio;
poi, congiuntosi alla madre tua,
l'eroe suo sposo stillò
il seme mortale. Ma orsù, questa scelta
io ti concedo: se evitata la morte
e la vecchiezza aborrita,
tu vuoi abitare con me nell'Olimpo,
con Atena e con Ares dalla lancia nera,
è possibile a te questa sorte. Ma se per il fratello combatti,
e ogni cosa pensi dividere con lui in parte uguale,
metà del tempo vivrai sotto la terra,
e metà nelle dimore d'oro del cielo».
Così parlò. E Polluce non pose alla mente un duplice pensiero:
sciolse l'occhio e poi la voce
di Castore dalla cintura di bronzo.
: Il Ricercatore Apr 14 2008, 09:35 PM
CITAZIONE(lou @ Apr 11 2008, 11:33 PM)
Orsù, apprestiamoci alla lettura:
PER TEEO DI ARGO LOTTATORE
...
Mutando a vicenda la sorte,
essi un giorno dimorano presso Zeus,
il padre diletto; un altro, nelle cavità della terra,
nei recessi di Terapne,
compiendo un uguale destino. Questa vita
scelse Polluce, più che essere in tutto un dio
e abitare nel cielo, poi che era morto
Castore in guerra.
L'aveva trafitto Ida
irato per i buoi, con la punta della lancia di bronzo.
.................
Contro Ida scagliò Zeus il suo fulmine, portatore di fuoco, fumoso:
insieme essi arsero, in solitudine. Difficile è per i mortali
lottare coi più forti.
Sùbito il figlio di Tindaro
tornò indietro presso il forte fratello:
non morto ancora, ma per l'affanno
scosso da rantoli convulsi lo trovò.
Versando lacrime calde, tra i gemiti,
gridò: «Padre Cronide, quale rimedio sarà
ai miei dolori? Ordina anche a me,
insieme a lui, la morte, o Signore.
Per l'uomo privato dei suoi cari
perduta è la gloria: nell'affanno, sono pochi i mortali
che, fedeli, partecipano alle pene». Così
disse. Zeus davanti gli venne
e pronunciò queste parole: «Tu sei mio figlio;
poi, congiuntosi alla madre tua,
l'eroe suo sposo stillò
il seme mortale. Ma orsù, questa scelta
io ti concedo: se evitata la morte
e la vecchiezza aborrita,
tu vuoi abitare con me nell'Olimpo,
con Atena e con Ares dalla lancia nera,
è possibile a te questa sorte. Ma se per il fratello combatti,
e ogni cosa pensi dividere con lui in parte uguale,
metà del tempo vivrai sotto la terra,
e metà nelle dimore d'oro del cielo».
Così parlò. E Polluce non pose alla mente un duplice pensiero:
sciolse l'occhio e poi la voce
di Castore dalla cintura di bronzo.
Una delle poche poesie che non danno troppi problemi e che parla d'amore (Pindaro genio qual era parlava poco di quel sentimento, altre cose erano a lui care, non certo che non amasse ma diciamo nei versi ci trovi molto più che il solito petrarchino alle prese con Laura...)