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> Scienza e arte
NIHILO
messagio Jun 18 2007, 07:38 AM
Messaggio #21


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CITAZIONE(andreademilio @ Jun 17 2007, 07:48 PM) *
mi viene da pensare che sia una grave perdita, aver perso la verità oggettiva. Facciamo un gran parlare di liberazione, nichilismo attivo, trasvalutazione ... e nel frattempo restiamo nel vuoto

Perchè chiami vuoto quel che è divenire?
Che strano, noi occidentali siamo angosciati dall'horror vacui, mentre
i giapponesi ci hanno plasmato addirittura una corrente filosofica.
DUNKEL (o LEERE ?) SIND DIE WEGE DER GOTTLOSEN.


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DIE EWIGE SANDUHR DES DASEINS WIRD IMMER WIEDER UMGEDREHT
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andreademilio
messagio Jun 18 2007, 02:14 PM
Messaggio #22


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quali nuovi valori sono nati dopo la morte di Dio? Dire che tutto è divenire non basta. L'uomo ha bisogno di dare senso e valore alla sua vita, e continua a farlo con valori di cui non ha più la buona coscienza.


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'' i pensieri sono azioni '' : facciamo insieme! filAsofia meAfisica fisiofilia 3332725782
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marduk
messagio Jun 18 2007, 09:24 PM
Messaggio #23


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CITAZIONE
quali nuovi valori sono nati dopo la morte di Dio?


Non si tratta semplicemente di creare nuovi valori, ma di non considerare i valori come gabbie, così com'è stato finora. Ritenere che esista una verità oggettiva significa dare un enorme potere a una persona o a un gruppo di persone, che legiferano in nome di verità, valori, divinità immutabili. Una verità oggettiva necessita una società repressiva: non c'è scampo per chi è diverso - o l'emarginazione o l'eliminazione. E' solo questione di tempo.
Il divenire è garanzia di libertà e tolleranza. Il divenire è garanzia di una società aperta e policentrica.
Nel lontano terzo millennio a.C. gli uomini innalzarono i primi altari agli dei - sono passati 5 millenni e guerre e diseguaglianze sociali sono proliferate. Forse questa idea di dio ha fatto il suo tempo e con essa quella di verità.


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NIHILO
messagio Jun 19 2007, 08:28 AM
Messaggio #24


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Sono d'accordo con Marduk: quanto sangue l'uomo è stato versato, quanto ferro e quanto fuoco sono
costate le guerre combattute in nome di di questo "bisogno ontologico" o per spezzare le catene da esso
imposte. Molti fanno finta di non avvedersene, ma oggi rischiamo di ripetere questo ciclo malato e malvagio.
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NIHILO
messagio Jun 19 2007, 08:30 AM
Messaggio #25


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Sono d'accordo con Marduk: quanto sangue è stato versato, quanto ferro e quanto fuoco sono
costate le guerre combattute in nome di di questo "bisogno ontologico" o per spezzare le catene da esso
imposte. Molti fanno finta di non avvedersene, ma oggi rischiamo di ripetere questo ciclo malato e malvagio.
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marduk
messagio Jun 19 2007, 07:41 PM
Messaggio #26


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Per approfondire il discorso.... il divenire di cui ho parlato sopra non è altro che la forma assunta dal pensiero scientifico contemporaneo. Questo pensiero è il baluardo contro ogni autoritarismo in quanto, come dice Popper, ogni sua affermazione è falsificabile. In altri termini: è scientifica ogni affermazione che sia potenzialmente falsificabile. Questo, in politica, corrisponde alla democrazia: nessuna posizione può essere assoluta.
Al contrario, il pensiero teologico-religioso contiene affermazioni non falsificabili: o perchè sono ritenute rivelate oppure perchè (molto sottilmente) la loro negazione si tramuta in conferma. In politica, gli corrisponde un regime assolutistico.

Più che come contenuti, la scienza ci "libera" come metodo di pensiero. wink.gif


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Joseph de Sil...
messagio Jun 10 2008, 11:32 PM
Messaggio #27


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CITAZIONE(lae @ Jun 10 2007, 08:24 PM) *
"[...] La scienza, spronata dalla sua robusta illusione, corre senza sosta fino ai suoi limiti, dove l'ottimismo insito nell'essenza della logica naufraga. Infatti la circonferenza che chiude il cerchio della scienza ha infiniti punti, e mentre non si può ancora prevedere come sarà mai possibile misurare interamente il cerchio, l'uomo nobile e dotato giunge a toccare inevitabilmente, ancor prima di giungere a metà della sua esistenza, tali punti di circonferenza, dove guarda inevitabilmente l'inesplicabile [...].''

A distanza di un anno richiamo l’attenzione su questo passo della Nascita della tragedia per proporre una nuova notazione filologica. La metafora della circonferenza per definire i limiti della scienza è riproposta, sia pur estesa alla conoscenza latu sensu e in un contesto più articolato e complesso, anche nell’aforisma 117 di Aurora. Ne estraggo un passaggio:
In prigione. La mia vista, per debole o forte che possa essere, vede soltanto un tratto in lontananza, ed è in questo tratto che vivo e mi agito; questa linea d'orizzonte è il mio prossimo, grande e piccolo, destino, cui non posso sfuggire. In tal modo, intorno ad ogni essere sta un cerchio concentrico che ha un punto centrale e che gli è peculiare. Similmente l'udito ci racchiude in un piccolo spazio e così pure il tatto. Secondo questi orizzonti in cui, come nelle mura di una prigione, i nostri sensi rinserrano ognuno di noi, misuriamo ora il mondo; diciamo questo vicino e quello lontano, questo grande e quello piccolo, questo duro e quello molle: un siffatto misurare noi lo chiamiamo sentire – e tutte queste cose altro non sono che errori in sé!”.
Una fonte di tali immagini nietzscheane (circonferenza, cerchio, orizzonte) per delimitare l’ambito della conoscenza umana è, come avevo rilevato allora, Schopenhauer (ma del resto immagini simili utilizzate allo stesso scopo sono già contenute, per esempio, in Locke e in Kant). Ad essa ne va aggiunta però almeno un’altra che, per la sua minor “visibilità”, è forse più interessante. Come fa notare Andrea Orsucci (Dalla biologia cellulare alle scienze dello spirito. Aspetti del dibattito sull’individualità nell’Ottocento tedesco, il Mulino, Bologna, 1992), l’aforisma 117 di Aurora risente della lettura – cosa che non risulta neanche nelle note di Colli e Montinari – di Welche Auffassung der lebenden Natur ist die richtige?, un importante discorso (sul cui contenuto sorvolo), tenuto nel 1860 e pubblicato nel 1862, del biologo Karl Ernst von Baer. Ora, la cosa degna di attenzione è che tale lettura è attestabile già agli inizi degli anni Settanta (come ci mostra ancora Orsucci, nelle lezioni basileesi di Nietzsche sui filosofi preplatonici, e in alcuni frammenti coevi, sono presenti impliciti riferimenti a von Baer): cioè proprio nel periodo della Nascita della tragedia. E’ possibile dunque che il passo della Nascita debba qualcosa anche al biologo estone. Per la ricezione nietzscheana di von Baer cfr. il testo di Orsucci, specie alle pp. 203-219.
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NIHILO
messagio Jun 11 2008, 09:13 AM
Messaggio #28


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Se non sbaglio Heidegger nel suo Nietzsche, per la precisione nella sezione intitolata
"La volontà di potenza come conoscenza" fa riferimento a questa impossibilità dell'uomo
di non antropomorfizzare la sua conoscenza, parlando di "angolo visuale".


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Joseph de Sil...
messagio Jun 11 2008, 06:50 PM
Messaggio #29


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CITAZIONE(NIHILO @ Jun 11 2008, 08:13 AM) *
Se non sbaglio Heidegger nel suo Nietzsche, per la precisione nella sezione intitolata
"La volontà di potenza come conoscenza" fa riferimento a questa impossibilità dell'uomo
di non antropomorfizzare la sua conoscenza, parlando di "angolo visuale".

La sezione del Nietzsche cui fa riferimento il nostro “heideggeriano” Nihilo è, per l’esattezza, “L’eterno ritorno dell’uguale”, il paragrafo è “Il carattere della ‘dimostrazione’ della dottrina dell’eterno ritorno (pp. 314-319). Heidegger, riprendendo l’immagine nietzscheana dell’“angolo” (ma anche quella dell’“orizzonte”), cita esplicitamente l’importante aforisma 374 de La gaia scienza, intitolato Il nostro nuovo “infinito”; però attribuisce a Nietzsche una chiara consapevolezza della conoscenza intesa come prospettiva solo al “periodo in cui [egli] tenta di pensare l’essenza del mondo nel senso dell’eterno ritorno” (p. 316). Ora, se è vero che Nietzsche approfondisce tale questione a partire dagli anni Ottanta (in particolare, trae il termine “prospettivismo” da Gustav Teichmüller, di cui aveva letto Die wirkliche und die scheinbare Welt del 1882), sappiamo però che essa lo interessa già dai primi anni Settanta. Il cerchio sembra chiudersi (!) se pensiamo che lo stesso Teichmüller, sia nell’opera che ho citato che nella sua precedente Darwinismus und Philosophie del 1877, fa riferimento proprio a von Baer, che tra l’altro aveva conosciuto e con cui aveva intrattenuto un intenso rapporto intellettuale (per questo si veda ancora Andrea Orsucci, Dalla biologia cellulare alle scienze dello spirito, pp. 214 sgg.).
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NIHILO
messagio Jun 12 2008, 08:51 AM
Messaggio #30


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Sì Joseph, scusami, la sezione era quella che tu hai indicato nell'intervento di cui
sopra. Chiedo venia anche al Doktor Prophessor Heidegger.


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Sgubonius
messagio Jun 12 2008, 07:11 PM
Messaggio #31


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CITAZIONE(NIHILO @ Jun 12 2008, 09:51 AM) *
Sì Joseph, scusami, la sezione era quella che tu hai indicato nell'intervento di cui
sopra. Chiedo venia anche al Doktor Prophessor Heidegger.


Chiedi scusa soprattutto a lui tongue.gif



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NIHILO
messagio Jun 13 2008, 08:57 AM
Messaggio #32


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...un grande, un grande.


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Sgubonius
messagio Jun 13 2008, 11:33 AM
Messaggio #33


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CITAZIONE(NIHILO @ Jun 13 2008, 09:57 AM) *
...un grande, un grande.


Ti lascio questa chicca allora (forse andava in sezione video)...

http://it.youtube.com/watch?v=Yu_UFHrC02k

Ce ne sono molti altri, ma questo è l'unico dove parli lui direttamente e dice ovviamente cose giustissime rolleyes.gif


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NIHILO
messagio Jun 13 2008, 03:09 PM
Messaggio #34


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Grazie Sgub, è magnifico vedere il vecchio Heidegger che cammina
come un treno sulle strade di Messkirch - o Todnauberg -.
Camminare e studiare, la ricetta della longevità.


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