Ecce homo (di gas) |
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Ecce homo (di gas) |
nemo |
Nov 3 2007, 05:02 PM
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#1
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Chiedo perdono, ma ho cancellato per errore la discussione, solo io sono capace di questo...
la riporto tale e quale: Scusatemi, gas e lou da gas Poichè prevedo che fra breve dovrò presentarmi all'umanità col più grave problema che le sia mai stato posto, mi pare indispensabile dire chi sono. Io non sono affatto un orco, un mostro di immoralità: sono il contrario di quella specie d'uomo che finora é stata onorata come virtuosa. Sono un discepolo del filosofo Dioniso, preferirei essere un satiro piuttosto che un santo. L'ultima cosa che io mi sognerei di promettere sarebbe di migliorare l'umanità. Io non innalzo nuovi idoli; gli antichi forse potrebbero imparare da me che cosa significhi avere i piedi d'argilla. Rovesciare gli idoli, così io chiamo gli ideali, ecco il mio compito. Chi sa respirare l'aria che circola nei miei scritti, sa che é l'aria delle grandi altezze, che é un'aria fine. La filosofia nel senso in cui finora l'ho interpretata e vissuta io, é libera vita tra i ghiacci, in alta montagna, é la ricerca di tutto ciò che vi é di strano e di enigmatico nell'esistenza, di tutto ciò che finora era inibito dalla morale (F. Nietzsche, Ecce homo) Apro una richiesta di interpretazione, attendo ad esporre la mia, confidando in una maturazione del mio pensiero tramite la lettura dei vostri autorevoli commenti o chiavi di lettura. gas da nemo Questo è il passo di "ecce homo" che più mi ha colpito perchè potrei averlo scritto io, tanto me ne sento parte. Secondo me va letto e recepito così com'è, io lo trovo di una chiarezza superba. da lou nemo, spiega per la tua vita pratica, cosa vogliono dire per te queste parole |
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nemo |
Nov 3 2007, 05:38 PM
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#2
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da lou
nemo, spiega per la tua vita pratica, cosa vogliono dire per te queste parole Poichè prevedo che fra breve dovrò presentarmi all'umanità col più grave problema che le sia mai stato posto, mi pare indispensabile dire chi sono. Io non sono affatto un orco, un mostro di immoralità: sono il contrario di quella specie d'uomo che finora é stata onorata come virtuosa. Sono un discepolo del filosofo Dioniso, preferirei essere un satiro piuttosto che un santo. "Ecce homo" è il primo libro che ho letto, Del baffo e queste righe mi hanno fatto capire che non ero mai stato un alieno ma, se un "grande" aveva scritto queste cose: allora nemmeno io ero un mostro di immoralità. Mai sono stato "virtuoso" e ho sempre rifuggito la "santità" come un male terribile. L'ultima cosa che io mi sognerei di promettere sarebbe di migliorare l'umanità. Ho sempre pensato che esista un'unica possibilità: migliorare me stesso Io non innalzo nuovi idoli; gli antichi forse potrebbero imparare da me che cosa significhi avere i piedi d'argilla. La caducità e l'instabilità dell'esistenza, mi accompagna da sempre nessuna certezza e infinita ricerca... Rovesciare gli idoli, così io chiamo gli ideali, ecco il mio compito. Ho ucciso da molto tempo, i miei idoli e cerco (come posso) di abbattere quelli esistenti Chi sa respirare l'aria che circola nei miei scritti, sa che é l'aria delle grandi altezze, che é un'aria fine. Questo è il mio più grande desiderio: volare alto, ma amo anche la terra continuerò, finchè potrò, a spiccare voli sempre più alti non per nulla il mio animale preferito è l'aquila. La filosofia nel senso in cui finora l'ho interpretata e vissuta io, é libera vita tra i ghiacci, in alta montagna, é la ricerca di tutto ciò che vi é di strano e di enigmatico nell'esistenza, di tutto ciò che finora era inibito dalla morale E questo punto, mi fa balzare il cuore in petto: perchè questo sono fin nelle viscere. |
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Nov 5 2007, 01:07 AM
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#3
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Advanced Member Gruppo: Members Messaggi: 96 Iscritto il: 26-October 07 Utente Nr.: 448 |
da lou nemo, spiega per la tua vita pratica, cosa vogliono dire per te queste parole Poichè prevedo che fra breve dovrò presentarmi all'umanità col più grave problema che le sia mai stato posto, mi pare indispensabile dire chi sono. Io non sono affatto un orco, un mostro di immoralità: sono il contrario di quella specie d'uomo che finora é stata onorata come virtuosa. Sono un discepolo del filosofo Dioniso, preferirei essere un satiro piuttosto che un santo. "Ecce homo" è il primo libro che ho letto, Del baffo e queste righe mi hanno fatto capire che non ero mai stato un alieno ma, se un "grande" aveva scritto queste cose: allora nemmeno io ero un mostro di immoralità. Mai sono stato "virtuoso" e ho sempre rifuggito la "santità" come un male terribile. L'ultima cosa che io mi sognerei di promettere sarebbe di migliorare l'umanità. Ho sempre pensato che esista un'unica possibilità: migliorare me stesso Io non innalzo nuovi idoli; gli antichi forse potrebbero imparare da me che cosa significhi avere i piedi d'argilla. La caducità e l'instabilità dell'esistenza, mi accompagna da sempre nessuna certezza e infinita ricerca... Rovesciare gli idoli, così io chiamo gli ideali, ecco il mio compito. Ho ucciso da molto tempo, i miei idoli e cerco (come posso) di abbattere quelli esistenti Chi sa respirare l'aria che circola nei miei scritti, sa che é l'aria delle grandi altezze, che é un'aria fine. Questo è il mio più grande desiderio: volare alto, ma amo anche la terra continuerò, finchè potrò, a spiccare voli sempre più alti non per nulla il mio animale preferito è l'aquila. La filosofia nel senso in cui finora l'ho interpretata e vissuta io, é libera vita tra i ghiacci, in alta montagna, é la ricerca di tutto ciò che vi é di strano e di enigmatico nell'esistenza, di tutto ciò che finora era inibito dalla morale E questo punto, mi fa balzare il cuore in petto: perchè questo sono fin nelle viscere. Nemo, mi trovo costretto a dirti quello che una volta tu hai detto a me: credo che siamo molto simili. Soprattutto per questo: di tutto il passo hai spiegato ogni frase, una dopo l'altra. Ma l'ultima..non l'hai affatto spiegata, hai solo detto che ti fa balzare il cuore in petto. Se non la puoi spiegare: allora sì che l'hai intesa, allora sì che l'hai vissuta! "Non si ama più abbastanza la propria conoscenza, non appena la si è comunicata ad altri" |
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nemo |
Nov 5 2007, 08:23 AM
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#4
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Nemo, mi trovo costretto a dirti quello che una volta tu hai detto a me: credo che siamo molto simili. Soprattutto per questo: di tutto il passo hai spiegato ogni frase, una dopo l'altra. Ma l'ultima..non l'hai affatto spiegata, hai solo detto che ti fa balzare il cuore in petto. Se non la puoi spiegare: allora sì che l'hai intesa, allora sì che l'hai vissuta! "Non si ama più abbastanza la propria conoscenza, non appena la si è comunicata ad altri" Si è vero, non si può "spiegare" se stessi: si è e basta! |
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Nov 8 2007, 11:25 PM
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#5
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Member Gruppo: Members Messaggi: 12 Iscritto il: 7-November 07 Utente Nr.: 508 |
L’intensa pagina che lei ha riportato tratta da Ecce homo traccia l’identità dello “spirito libero” così come inteso da Nietzsche (cfr. “Umano, troppo umano”).
Ma chi è lo “spirito libero”? Esso costituisce il “soggetto” (inteso come essere agente) della filosofia di Nietzsche. Lo spirito libero è colui che pensa, agisce e sente in maniere non conforme con gli altri soggetti presenti nella società in cui vive. «Egli è l’eccezione, gli spiriti vincolati sono la regola; …» per usare le parole dello stesso Nietzsche. Egli però non si schiera contro ogni moda dominante, contro ogni morale della società. Più semplicemente egli si pone fuori dalla mentalità dominante, spesso così bigotta e pedante; egli pensa, agisce, sente al di là del paradigma sociale in cui eppur vive. Egli rivela una vivacità spirituale, culturale, sentimentale non comune, dinamica, mai fossilizzata nei crismi della moda. La sua personalità si manifesta poliedrica, plasmabile come creta umida, polimorfica fin quasi all’eclettismo. Ma allo stesso tempo, necessariamente per sua natura, è una personalità, un’individualità debole, indecisa, in cui manca la forza di carattere di che si pone dinnanzi alla vita come una continua e radicale scelta, un aut-aut nitido, limpido, privo di qualsiasi sfumatura di colore che non sia il bianco o il nero. Uno spirito libero ha sempre un iride di scelte dinanzi a sé. La sua esistenza non si riduca mai ad una bicromia di scelte, ma piuttosto in un arcobaleno di sfumature, una gamma di grigi, verdi, rossi, gialli e celesti (e ancora, ancora …) che rendono la sua anima libera dai ceppi che incatenano l’uomo al paradigma sociale. L’originalità di pensiero ed azione dello spirito libero appartengono al suo orizzonte variopinto. Lo spirito libero non è un anarchico disincantato tout-court o un sognatore incantato; egli è una rampa di lancio verso un uomo nuovo, una nuova umanità. Il pensiero tradizionale forte, dominante fa parte del suo passato con cui identificarsi; esso costituisce la sua piattaforma da cui deve staccarsi per poter modificare il proprio Io. Tutto ciò è sofferenza, tutto ciò è tensione. Tutto ciò, attenzione, per lo spirito libero non significa essere nel giusto, nella verità, ma piuttosto significa distinguersi dalla moltitudine per poter ricercare la verità al di là del dogma accettato da tutti gli altri, al di là degli idoli. Ma quale verità ricerca? Non certo la verità fuori da sé, piuttosto la verità di sé. « Del resto, – scrive Nietzsche – non appartiene all’essenza dello spirito libero l’avere opinioni più giuste, ma piuttosto essersi distaccato dalla tradizione… Di solito, però, egli avrà dalla sua parte la verità, o almeno lo spirito di ricerca della verità; egli esige motivi, gli altri fede. ». Ma quale è lo strumento che ha a disposizione lo “spirito libero” per attuare tale libertà di spirito? Nietzsche lo individua nello “spirito dionisiaco”, perciò bisogna farsi discepoli del filosofo Dionisio, bisogna farsi satiro (in tal senso), piuttosto che santo (in senso della morale dominante). “Dionisiaco” è il Mondo come volontà che si esplica tramite l’agire del corpo, il quale è un tutt’uno con essa perché il corpo è immediatamente, intuitivamente dato alla volontà senza tramiti, senza mediatori. La volontà è desiderio e bisogno, pertanto c’è qui ancora sofferenza, disagio, lacerazione esistenziale. La volontà ovviamente anela alla felicità (intesa come assenza di sofferenza), non al suo appagamento, piuttosto al suo annullamento. Quale è l’obiettivo di tutto ciò? L’obiettivo NON è migliorare l’umanità; l’obiettivo è fondare l’oltre-umanità. « E la vita stessa mi ha confidato questo segreto – vedi – disse – io sono il continuo, necessario superamento di me stesso ». « La mia umanità è un costante superamento di me stesso ». aporein |
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nemo |
Nov 9 2007, 08:35 AM
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#6
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Si, questo E' lo spirito libero!
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Nov 9 2007, 05:26 PM
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#7
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Über Member Gruppo: Members Messaggi: 1,239 Iscritto il: 12-July 07 Utente Nr.: 219 |
Uno spirito libero ha sempre un iride di scelte dinanzi a sé. La sua esistenza non si riduca mai ad una bicromia di scelte, ma piuttosto in un arcobaleno di sfumature, una gamma di grigi, verdi, rossi, gialli e celesti (e ancora, ancora …) che rendono la sua anima libera dai ceppi che incatenano l’uomo al paradigma sociale. L’originalità di pensiero ed azione dello spirito libero appartengono al suo orizzonte variopinto. le sfumature, i colori dell'arcobaleno... che parole e concetti affascinanti... -------------------- "Osa tutto...non avere bisogno di niente"
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Nov 10 2007, 09:58 PM
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#8
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Advanced Member Gruppo: Members Messaggi: 96 Iscritto il: 26-October 07 Utente Nr.: 448 |
L’intensa pagina che lei ha riportato tratta da Ecce homo traccia l’identità dello “spirito libero” così come inteso da Nietzsche (cfr. “Umano, troppo umano”). Ma chi è lo “spirito libero”? Esso costituisce il “soggetto” (inteso come essere agente) della filosofia di Nietzsche. Lo spirito libero è colui che pensa, agisce e sente in maniere non conforme con gli altri soggetti presenti nella società in cui vive. «Egli è l’eccezione, gli spiriti vincolati sono la regola; …» per usare le parole dello stesso Nietzsche. Egli però non si schiera contro ogni moda dominante, contro ogni morale della società. Più semplicemente egli si pone fuori dalla mentalità dominante, spesso così bigotta e pedante; egli pensa, agisce, sente al di là del paradigma sociale in cui eppur vive. Egli rivela una vivacità spirituale, culturale, sentimentale non comune, dinamica, mai fossilizzata nei crismi della moda. La sua personalità si manifesta poliedrica, plasmabile come creta umida, polimorfica fin quasi all’eclettismo. Ma allo stesso tempo, necessariamente per sua natura, è una personalità, un’individualità debole, indecisa, in cui manca la forza di carattere di che si pone dinnanzi alla vita come una continua e radicale scelta, un aut-aut nitido, limpido, privo di qualsiasi sfumatura di colore che non sia il bianco o il nero. Uno spirito libero ha sempre un iride di scelte dinanzi a sé. La sua esistenza non si riduca mai ad una bicromia di scelte, ma piuttosto in un arcobaleno di sfumature, una gamma di grigi, verdi, rossi, gialli e celesti (e ancora, ancora …) che rendono la sua anima libera dai ceppi che incatenano l’uomo al paradigma sociale. L’originalità di pensiero ed azione dello spirito libero appartengono al suo orizzonte variopinto. Lo spirito libero non è un anarchico disincantato tout-court o un sognatore incantato; egli è una rampa di lancio verso un uomo nuovo, una nuova umanità. Il pensiero tradizionale forte, dominante fa parte del suo passato con cui identificarsi; esso costituisce la sua piattaforma da cui deve staccarsi per poter modificare il proprio Io. Tutto ciò è sofferenza, tutto ciò è tensione. Tutto ciò, attenzione, per lo spirito libero non significa essere nel giusto, nella verità, ma piuttosto significa distinguersi dalla moltitudine per poter ricercare la verità al di là del dogma accettato da tutti gli altri, al di là degli idoli. Ma quale verità ricerca? Non certo la verità fuori da sé, piuttosto la verità di sé. « Del resto, – scrive Nietzsche – non appartiene all’essenza dello spirito libero l’avere opinioni più giuste, ma piuttosto essersi distaccato dalla tradizione… Di solito, però, egli avrà dalla sua parte la verità, o almeno lo spirito di ricerca della verità; egli esige motivi, gli altri fede. ». Ma quale è lo strumento che ha a disposizione lo “spirito libero” per attuare tale libertà di spirito? Nietzsche lo individua nello “spirito dionisiaco”, perciò bisogna farsi discepoli del filosofo Dionisio, bisogna farsi satiro (in tal senso), piuttosto che santo (in senso della morale dominante). “Dionisiaco” è il Mondo come volontà che si esplica tramite l’agire del corpo, il quale è un tutt’uno con essa perché il corpo è immediatamente, intuitivamente dato alla volontà senza tramiti, senza mediatori. La volontà è desiderio e bisogno, pertanto c’è qui ancora sofferenza, disagio, lacerazione esistenziale. La volontà ovviamente anela alla felicità (intesa come assenza di sofferenza), non al suo appagamento, piuttosto al suo annullamento. Quale è l’obiettivo di tutto ciò? L’obiettivo NON è migliorare l’umanità; l’obiettivo è fondare l’oltre-umanità. « E la vita stessa mi ha confidato questo segreto – vedi – disse – io sono il continuo, necessario superamento di me stesso ». « La mia umanità è un costante superamento di me stesso ». aporein Se mai dovessi dire, comunicare, le mie impressioni sulla filosofia di nietzsche, vorrei poter potendo contare su una tale padronanza del linguaggio. Lo stile con cui hai scritto depone già da solo a favore del contenuto... |
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