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> INFINITO E ANGUILLE
nemo
messagio Mar 24 2008, 06:30 PM
Messaggio #1





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ANGUILLA
(Anguilla anguilla)


Specie appartenente alla famiglia degli Anguillidi. Presenta un corpo molto lungo, a sezione rotonda, serpentiforme.

Le pinne dorsale e anale sono fuse alla caudale e i loro limiti sono difficilmente identificabili. La pelle è ricoperta da squame molto piccole e profondamente affondate nei tegumenti stessi. La bocca è fornita di una dentatura uniforme.

I maschi possono raggiungere una lunghezza di 50 cm, mentre le femmine possono raggiungere i 150 cm e pesare fino a 6 kg.

Nessun altro pesce ha un ciclo vitale così imponente e solo numerosi anni di intense ricerche hanno potuto chiarire tutti i misteri che circondavano questa specie, primo fra tutti quello relativo al luogo di riproduzione.

Ad un determinato momento della loro vita tutte le anguille delle acque dolci europee abbandonano i fiumi e si dirigono verso il mare ed una volta raggiunto continuano il loro viaggio fino ad arrivare in una stessa zona dell'oceano Atlantico, Il Mar dei Sargassi, per deporvi le uova in primavera. Dalla fecondazione di quest'ultime nascono delle larve, trasparenti e a forma di foglia di salice (leptocefali), lunghe pochi millimetri, che iniziano a dirigersi verso oriente.

Sono necessari tre anni ai leptocefali per percorrere gli 8000 Km che separano il Mar dei Sargassi dalle coste europee: durante questo tragitto le larve entrano anche nel Mediterraneo attraverso lo stretto di Gibilterra.

In prossimità delle coste, nella primavera del loro quarto anno di vita, i leptocefali si trasformano in piccole anguille ancora molto trasparenti, le ceche, che risalgono i fiumi, penetrando il più possibile all'interno, seguendo un istinto incoercibile che costringe migliaia e migliaia di giovani anguille a superare le difficoltà di questa migrazione controcorrente: una parte di esse arriva persino in laghi non comunicanti con i fiumi, percorrendo vene d'acqua sotterranee e attraversando prati umidi. Durante questo tragitto esse si pigmentano e cominciano ad aumentare di peso, nutrendosi, all'inizio, di animaletti del fondo.

In acqua dolce l'anguilla diventa un pesce con abitudini notturne, che durante il giorno vive nascosto in tane oppure immerso nel fondo. A seconda del tipo di nutrizione vengono distinte due forme ecologiche: "anguilla a testa appuntita" che si nutre di insetti, larve, crostacei e vermi e "anguilla a testa larga" predatrice, che si nutre di pesci.

La maturità sessuale compare nel maschio dopo un periodo di 9 anni e nelle femmine dopo 12 anni di permanenza nelle acque dolci. A questo punto si verifica una nuova metamorfosi: gli occhi si ingrossano, i colori verdastro del dorso e giallastro del ventre cambiano in scuro e argenteo rispettivamente. Le anguille in questo stadio della loro evoluzione cessano di nutrirsi ed il loro tubo digerente si atrofizza; quindi da luglio a settembre, durante le notti, abbandonano le acque interne per raggiungere, dopo un anno e mezzo, il Mar dei Sargassi dove, dopo aver deposto le uova, muoiono.



Perchè alle anguille si...

perchè loro possono "finire" concluso il ciclo vitale...

e a noi non è concesso

perchè?
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lou
messagio Mar 24 2008, 08:19 PM
Messaggio #2


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Se possiamo pensarlo, l'Infinito, perchè non può esistere?
La nostra mente ci inganna, nemo?

Ti regalo l'anguilla di Eugenio Montale

L’anguilla, la sirena
dei mari freddi che lascia il Baltico
per giungere ai nostri mari,
ai nostri estuari, ai fiumi
che risale in profondo, sotto la piena avversa,
di ramo in ramo e poi
di capello in capello, assottigliati,
sempre più addentro, sempre più nel cuore
del macigno, filtrando
tra gorielli di melma finché un giorno
una luce scoccata dai castagni
ne accende il guizzo in pozze d’acquamorta,
nei fossi che declinano
dai balzi d’Appennino alla Romagna;
l’anguilla, torcia, frusta,
freccia d’Amore in terra
che solo i nostri botri o i disseccati
ruscelli pirenaici riconducono
a paradisi di fecondazione;
l’anima verde che cerca
vita là dove solo
morde l’arsura e la desolazione,
la scintilla che dice
tutto comincia quando tutto pare
incarbonirsi, bronco seppellito;
l’iride breve, gemella
di quella che incastonano i tuoi cigli
e fai brillare intatta in mezzo ai figli
dell’uomo, immersi nel tuo fango, puoi tu
non crederla sorella?


--------------------
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lou
messagio Mar 24 2008, 08:26 PM
Messaggio #3


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ho letto questa spiegazione in web...efficace:

"L’anguilla si rivela il correlativo oggettivo della donna, assimilata al pesce per un miracoloso potere rigenerativo, un istinto biologico, per la capacità di (pro-)creare, quasi di modellare la vita nel «fango» («figli dell’uomo, immersi nel tuo fango»), nel fango di un mondo contaminato dalla violenza, così come l’anguilla è capace di sopravvivere «tra i gorielli di melma» (v. 10).

Ancora una volta, dunque, l’interlocutrice privilegiata del poeta è una figura femminile, enigmatica e sfuggente compagna di viaggio, cercata come rifugio e fonte di salvezza.
Si tratta di un motivo tipico dell’universo poetico di Montale. Qui la donna-anguilla è un’immagine ambigua, sospesa, proprio come l’anguilla nelle pozze e nei fondi melmosi, tra visibilità ed invisibilità (la sua identità resta nascosta). È qui, anziché donna-angelo come in altri componimenti, portatrice di valori bassi, istintuali, di una vitalità biologica, sessuale, ma pur sempre estrema difesa contro il male del mondo.

La poesia viene in tal modo ad essere un atto di omaggio, di lode alla donna. L’accostamento ad un essere così forte, pur se povero , fa acquistare alla figura femminile qualità di figura salvifica, di annuncio e di speranza di vita, garanzia di continuità, di sopravvivenza, di resistenza anche là dove la vita sembra impossibile, araba fenice («la scintilla che dice/tutto comincia quando tutto pare/incarbonirsi, bronco seppellito»), angelo terrestre di «paradisi di fecondazione», luce che brilla «intatta», come il «guizzo» dell’anguilla «in pozze d’acquamorta».

Alla figura femminile si lega infatti un’altra tematica ricorrente nella poetica montaliana, la ricerca di una luce, del «lampo che candisce» (La bufera, v.10), di un barlume nel buio, qui affidata ai termini «guizzo», «scintilla», «iride».
Il sintagma «iride breve», inteso nell’accezione di arcobaleno, fa inoltre della donna una sorta di ponte tra cielo e terra, alto e basso, divino e terreno.

«Sorella», ultima parola della lirica: alla fine, dunque, la lirica è un inno alla solidarietà tra esseri umili, un inno alla vita, al suo ciclo, di cui il percorso stesso dell’anguilla è una metafora. " R. Di Meglio


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nemo
messagio Mar 24 2008, 08:42 PM
Messaggio #4





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CITAZIONE(lou @ Mar 24 2008, 08:26 PM) *
ho letto questa spiegazione in web...efficace:

"L’anguilla si rivela il correlativo oggettivo della donna, assimilata al pesce per un miracoloso potere rigenerativo, un istinto biologico, per la capacità di (pro-)creare, quasi di modellare la vita nel «fango» («figli dell’uomo, immersi nel tuo fango»), nel fango di un mondo contaminato dalla violenza, così come l’anguilla è capace di sopravvivere «tra i gorielli di melma» (v. 10).

Ancora una volta, dunque, l’interlocutrice privilegiata del poeta è una figura femminile, enigmatica e sfuggente compagna di viaggio, cercata come rifugio e fonte di salvezza.
Si tratta di un motivo tipico dell’universo poetico di Montale. Qui la donna-anguilla è un’immagine ambigua, sospesa, proprio come l’anguilla nelle pozze e nei fondi melmosi, tra visibilità ed invisibilità (la sua identità resta nascosta). È qui, anziché donna-angelo come in altri componimenti, portatrice di valori bassi, istintuali, di una vitalità biologica, sessuale, ma pur sempre estrema difesa contro il male del mondo.

La poesia viene in tal modo ad essere un atto di omaggio, di lode alla donna. L’accostamento ad un essere così forte, pur se povero , fa acquistare alla figura femminile qualità di figura salvifica, di annuncio e di speranza di vita, garanzia di continuità, di sopravvivenza, di resistenza anche là dove la vita sembra impossibile, araba fenice («la scintilla che dice/tutto comincia quando tutto pare/incarbonirsi, bronco seppellito»), angelo terrestre di «paradisi di fecondazione», luce che brilla «intatta», come il «guizzo» dell’anguilla «in pozze d’acquamorta».

Alla figura femminile si lega infatti un’altra tematica ricorrente nella poetica montaliana, la ricerca di una luce, del «lampo che candisce» (La bufera, v.10), di un barlume nel buio, qui affidata ai termini «guizzo», «scintilla», «iride».
Il sintagma «iride breve», inteso nell’accezione di arcobaleno, fa inoltre della donna una sorta di ponte tra cielo e terra, alto e basso, divino e terreno.

«Sorella», ultima parola della lirica: alla fine, dunque, la lirica è un inno alla solidarietà tra esseri umili, un inno alla vita, al suo ciclo, di cui il percorso stesso dell’anguilla è una metafora. " R. Di Meglio



Un po' off-topic...

ma intrigante

e io adoro le anguille (non a pesca chè sono difficili da domare)
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nemo
messagio Mar 24 2008, 08:48 PM
Messaggio #5





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CITAZIONE(lou @ Mar 24 2008, 08:19 PM) *
Se possiamo pensarlo, l'Infinito, perchè non può esistere?
La nostra mente ci inganna, nemo?


Non è la nostra mente che ci inganna

ma se uno non lo vuole, l'infinito?

è così disumano!
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lou
messagio Mar 24 2008, 09:09 PM
Messaggio #6


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CITAZIONE(nemo @ Mar 24 2008, 08:48 PM) *
ma se uno non lo vuole, l'infinito?
è così disumano!


fa come fai tu: costruisce la sua vita sul finito
è così bella la libertà nel pensiero!

e poi...lo scopriremo solo... morendo

e dunque" Chi vuol essere lieto, sia:
di doman non c'è certezza."


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Tiesto
messagio Mar 26 2008, 09:32 PM
Messaggio #7


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La nostra mente possiede la concezione dell'infinito....

ma sempre e comunque in qualità di un'entità astratta....

non è in grado razionalmente d concepirlo...ma è in grado di farlo sl mediante un atto di fede...

l'uomo può, secondo ragione,vivere esclusivamente in virtù di un tempo finito...

X i credenti invece è diverso...

la concezione temporale è vissuta in virtù della vita al di là del nostro ciclo terreno....si vive ora affinche saremo dopo!!!


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nemo
messagio Mar 27 2008, 09:01 AM
Messaggio #8





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CITAZIONE(Tiesto @ Mar 26 2008, 09:32 PM) *
La nostra mente possiede la concezione dell'infinito....

ma sempre e comunque in qualità di un'entità astratta....

non è in grado razionalmente d concepirlo...ma è in grado di farlo sl mediante un atto di fede...

l'uomo può, secondo ragione,vivere esclusivamente in virtù di un tempo finito...

X i credenti invece è diverso...

la concezione temporale è vissuta in virtù della vita al di là del nostro ciclo terreno....si vive ora affinche saremo dopo!!!
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Condivido totalmente le tue parole e aggiungo:

quanto tempo (e vita) si spreca per l'infinito, trascurando il finito!!!
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