Ockham e il pensiero contemporaneo, citazione da E. Severino Opzioni

[marduk]

Per la cultura contemporanea il mondo è qualcosa che deve essere inventato, prodotto, trasformato. L'uomo non intende più adeguarsi a un Ordinamento eterno che prestabilisce una volta per tutte il corso e il senso dell'esistenza, ma diventa il produttore di tutti gli ordinamento e li sovverte di continuo. [...]Può accadere che Ockham, frate francescano e filosofo medioevale, si trovi in sintonia con l'anima dell'Occidente moderno. [...] Il nostro tempo vuole liberare il divenire degli uomini e della natura: liberazione da ogni ordine eterno - teologico, metafisico, politico, econominco - che pretenda di dominare il divenire e che finisce poi col renderlo apparente, vanificandolo. Oggi si vede in Dio il prototipo di ogni Ordine eterno. Se e poichè l'uomo è il creatore del suo mondo - avvertirà Nietzsche - non può esistere alcun dio. Liberare il divenire significa salvare l'uomo dalle pretese di Dio.
In Ockham questo discorso si presenta rovesciato. Tuttavia l'esigenza fondamentale di questo pensatore è quella di liberare il divenire della realtà da ogni Ordinamento presupposto all'esperienza del mondo. Ma per Okcham Dio non è il prototipo degli Ordini eterni che soffocano la libertà del divenire. All'opposto, Dio è la fonte stessa del divenire: pura e libera volontà che crea ogni ordine e senso e che quindi non è sottoposta ad alcun ordine e senso. [...] Come in Okcham la volontà di salvare l'inifinita libertà di Dio spinge a considerare la conoscenza come intuizione sperimentale di cose isolate, così la moderna specializzazione scientifica è determinata dalla volontà di salvare il divenire (che ha perso ogni connotazione teologica) dalle generalizzazione e dagli apriorismi metafisici che lo imprigionano in un falso sapere unitario e impediscono all'uomo di raggiungere il vero dominio sulle cose.
[...] Anche le istanze democratiche di Ockham singolarmente anticipatrici sono riconducibili a quell'esigenza, giacchè il dominio della Chiesa e dello Stato è il corrispettivo sul piano sociale della scienza metafisica che si illude di dominare il divenire.
(da "La filsofia dai greci al nostro tempo". Vol. I)