Itaca |
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Itaca |
Oct 2 2007, 04:56 PM
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#1
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Old Member Gruppo: Members Messaggi: 147 Iscritto il: 17-July 07 Utente Nr.: 233 |
Itaca
Quando ti metterai in viaggio per Itaca devi augurarti che la strada sia lunga fertile in avventure e in esperienze. I Lestrigoni e i Ciclopi o la furia di Nettuno non temere, non sarà questo il genere d'incontri se il pensiero resta alto e il sentimento fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo. In Ciclopi e Lestrigoni, no certo né nell'irato Nettuno incapperai se non li porti dentro se l'anima non te li mette contro. -------------------- Che cosa amo negli altri: le mie speranze.
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Oct 2 2007, 09:28 PM
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#2
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Old Member Gruppo: Members Messaggi: 147 Iscritto il: 17-July 07 Utente Nr.: 233 |
Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d'estate siano tanti quando nei porti - finalmente e con che gioia - toccherai terra tu per la prima volta: negli empori fenici indugia e acquista madreperle coralli ebano e ambre tutta merce fina, anche profumi penetranti d'ogni sorta; piu' profumi inebrianti che puoi, va in molte citta` egizie impara una quantità di cose dai dotti. -------------------- Che cosa amo negli altri: le mie speranze.
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Oct 3 2007, 04:21 PM
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#3
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Old Member Gruppo: Members Messaggi: 147 Iscritto il: 17-July 07 Utente Nr.: 233 |
Sempre devi avere in mente Itaca
- raggiungerla sia il pensiero costante. Soprattutto, non affrettare il viaggio; fa che duri a lungo,per anni, e che da vecchio metta piede sull'isola, tu, ricco dei tesori accumulati per strada senza aspettarti ricchezze da Itaca. -------------------- Che cosa amo negli altri: le mie speranze.
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Oct 4 2007, 05:54 PM
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#4
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Old Member Gruppo: Members Messaggi: 147 Iscritto il: 17-July 07 Utente Nr.: 233 |
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo in viaggio: che cos'altro ti aspetti? E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso. Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso Già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare. Costantinos Kavafis -------------------- Che cosa amo negli altri: le mie speranze.
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Oct 5 2007, 10:56 PM
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#5
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Old Member Gruppo: Members Messaggi: 147 Iscritto il: 17-July 07 Utente Nr.: 233 |
Ulisse
Umberto Saba «Ulisse», che chiude la raccolta Mediterranee, è una lirica ispirata da un sentimento di serena, coraggiosa accettazione della vita che ha i suoi punti fermi (simboleggiati dal porto illuminato), ma nella sua essenza è ricerca incessante, navigazione verso l’ignoto. Il tema essenziale della poesia è quello ossessivo della solitudine e del rifiuto del conformismo, cioè dell’essere necessariamente come gli altri. Il poeta Saba, come un novello Ulisse, rifiuta la sicurezza del porto e si lascia trascinare al largo dall’amore della vita. Nella mia giovinezza ho navigato lungo le coste dalmate. Isolotti a fior d'onda emergevano, ove raro un uccello sostava intento a prede, coperti d'alghe, scivolosi, al sole belli come smeraldi. Quando l'alta marea e la notte li annullava, vele sottovento sbandavano più al largo, per fuggirne l'insidia. Oggi il mio regno è quella terra di nessuno. Il porto accende ad altri i suoi lumi; me al largo sospinge ancora il non domato spirito, e della vita il doloroso amore. -------------------- Che cosa amo negli altri: le mie speranze.
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nemo |
Oct 10 2007, 09:46 PM
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#6
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Ulisse
Umberto Saba «Ulisse», che chiude la raccolta Mediterranee, è una lirica ispirata da un sentimento di serena, coraggiosa accettazione della vita che ha i suoi punti fermi (simboleggiati dal porto illuminato), ma nella sua essenza è ricerca incessante, navigazione verso l’ignoto. Il tema essenziale della poesia è quello ossessivo della solitudine e del rifiuto del conformismo, cioè dell’essere necessariamente come gli altri. Il poeta Saba, come un novello Ulisse, rifiuta la sicurezza del porto e si lascia trascinare al largo dall’amore della vita. Nella mia giovinezza ho navigato lungo le coste dalmate. Isolotti a fior d'onda emergevano, ove raro un uccello sostava intento a prede, coperti d'alghe, scivolosi, al sole belli come smeraldi. Quando l'alta marea e la notte li annullava, vele sottovento sbandavano più al largo, per fuggirne l'insidia. Oggi il mio regno è quella terra di nessuno. Il porto accende ad altri i suoi lumi; me al largo sospinge ancora il non domato spirito, e della vita il doloroso amore. |
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nemo |
Oct 10 2007, 09:52 PM
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#7
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Ulisse sono io
siamo noi quelli che partono o che vogliono partire non importa quando nemmeno come ma ogni fibra è intrisa di viaggio di partenza per un altro dove Agognata Itaca non tornerò presto la vita mi trattiene... |
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Oct 11 2007, 09:37 PM
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#8
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Old Member Gruppo: Members Messaggi: 147 Iscritto il: 17-July 07 Utente Nr.: 233 |
ho sempre pensato di essere Calipso
http://www.mlahanas.de/Greeks/Mythology/RM...psoBoecklin.jpg lei, la ninfa immortale, raccoglie Ulisse dal naufragio se ne prende cura, sana le sue ferite per lui rende la grotta di Ogigia splendida ed accogliente così femminile... ma a lui nn basta vuole riprendere la rotta un giorno chiesi ad un amico di portarmi da Parigi dalla libreria Shakespeare and co. un'edizione dell'Odissea poi mi diedi alla libromanzia chiesi ad un giovane di aprire a caso il libro e di indicarmi un verso naturalmente, lui nulla sapendo, indicò Calispo lo so che state sorridendo... beh, fa niente........ ma poi un giorno di agosto come un eureka io nn sono più Calipso io sono Ulisse.... -------------------- Che cosa amo negli altri: le mie speranze.
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nemo |
Oct 12 2007, 07:38 AM
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#9
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Musa, quell'uom di multiforme ingegno
Dimmi, che molto errò, poich'ebbe a terra Gittate d'Ilïòn le sacre torri; Che città vide molte, e delle genti L'indol conobbe; che sovr'esso il mare Molti dentro del cor sofferse affanni, Mentre a guardar la cara vita intende, E i suoi compagni a ricondur: ma indarno Ricondur desïava i suoi compagni, Ché delle colpe lor tutti periro. Stolti! che osaro vïolare i sacri Al Sole Iperïon candidi buoi Con empio dente, ed irritâro il nume, Che del ritorno il dì lor non addusse. Deh! parte almen di sì ammirande cose Narra anco a noi, di Giove figlia e diva. Già tutti i Greci, che la nera Parca Rapiti non avea, ne' loro alberghi Fuor dell'arme sedeano e fuor dell'onde; Sol dal suo regno e dalla casta donna Rimanea lungi Ulisse: il ritenea Nel cavo sen di solitarie grotte La bella venerabile Calipso, Che unirsi a lui di maritali nodi Bramava pur, ninfa quantunque e diva. |
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Oct 13 2007, 12:43 PM
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#10
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Old Member Gruppo: Members Messaggi: 147 Iscritto il: 17-July 07 Utente Nr.: 233 |
Calipso è donna splendida
E' il femminino fra i più alti è il porto sicuro l'antro accogliente la cura il sollievo la culla e poi... poi scruta nel cuore di Odisseo ne comprende la pena accetta il suo destino di errante lo lascia partire e di più lo aiuta a lasciarla gli dona il legno per la nuova zattera come lui le aveva donato figli nessun ri-sentimento solo la ri-sacca Odisseo dovrà ora temere fra gli alti marosi del viaggio. -------------------- Che cosa amo negli altri: le mie speranze.
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nemo |
Oct 13 2007, 02:22 PM
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#11
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Calipso il grembo caldo
accogliente Calipso la madre dolcissima e protettrice Calipso l'amante la pelle di velluto Calipso l'amore per sempre perduto... |
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Dec 15 2007, 11:41 AM
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#12
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Über Member Gruppo: Members Messaggi: 1,239 Iscritto il: 12-July 07 Utente Nr.: 219 |
Solitudine! se vivere devo con te
Solitudine, se vivere devo con te, Sia almeno lontano dal mucchio confuso Delle case buie; con me vieni in alto, Dove la natura si svela, e la valle, Il fiorito pendio, la piena cristallina Del fiume appaiono in miniatura; Veglia con me, dove i rami fanno dimore, E il cervo veloce, balzando, fuga Dal calice del fiore l'ape selvaggia. Qui sarei felice anche con te. Ma la dolce Conversazione d'una mente innocente, quando le parole Sono immagini di pensieri squisiti, è il piacere Dell'animo mio. E' quasi come un dio l'uomo Quando con uno spirito affine abita in te. John Keats -------------------- "Osa tutto...non avere bisogno di niente"
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Dec 15 2007, 11:45 AM
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#13
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Über Member Gruppo: Members Messaggi: 1,239 Iscritto il: 12-July 07 Utente Nr.: 219 |
Ode alla Malinconia
1 No, no, non precipitarti verso il Lete; non trarre vino velenoso Dall'aconito, torcendo le sue saldi radici, no Non lasciare che la tua pallida fronte sia baciata Dal rosso grappolo di Proserpina, la belladonna; No, il tuo rosario non fare con le bacche del tasso, Né la tua lamentosa Psiche siano lo scarabeo O la falena della morte; non condividere Col gufo piumato i misteri del tuo dolore, Che troppo assonnata l'ombra verrà all'ombra Ad annegare la vigile angoscia dell'animo. -------------------- "Osa tutto...non avere bisogno di niente"
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Dec 15 2007, 11:45 AM
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#14
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Über Member Gruppo: Members Messaggi: 1,239 Iscritto il: 12-July 07 Utente Nr.: 219 |
2
Ma quando dal cielo improvviso l'attacco cadrà Di malinconia, come una nuvola in pianto Che tutti i fiori nutre dal languido capo E il verde colle nasconde in un sudario d'aprile, Sazia allora il tuo dolore con una rosa mattutina, Sazialo con l'arcobaleno dell'onda salata di sabbia O con la ricchezza delle tonde peonie. E quando mostri la tua amante una ricca ira, La sua dolce mano imprigiona; lasciala delirare Mentre tu ti nutri e ti sazi dai suoi occhi senza pari. -------------------- "Osa tutto...non avere bisogno di niente"
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Dec 15 2007, 11:46 AM
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#15
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Über Member Gruppo: Members Messaggi: 1,239 Iscritto il: 12-July 07 Utente Nr.: 219 |
3
Sì, abita con la bellezza, lei, con la bellezza che deve morire; E con la Gioia, che sempre una mano tiene sulle labbra Per augurare addio: e vicino al Piacere, che fa soffrire, E si tramuta in veleno mentre come un'ape succhia la bocca: Sì, nel tempio stesso del Diletto Ha il suo santuario sovrano la velata Melanconia, Anche se nessuno la scorge se non quello la cui strenua lingua Schiaccia il grappolo della Gioia sul palato da intenditore: Assaggerà allora l'anima sua la tristezza di quel potere Che la farà rimanere sospesa tra i suoi nebulosi trofei. John Keats -------------------- "Osa tutto...non avere bisogno di niente"
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May 31 2008, 09:58 PM
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#16
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Über Member Gruppo: Members Messaggi: 1,239 Iscritto il: 12-July 07 Utente Nr.: 219 |
Odisseo e Calipso Jan Brueghel il Vecchio -------------------- "Osa tutto...non avere bisogno di niente"
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May 31 2008, 10:04 PM
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#17
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Über Member Gruppo: Members Messaggi: 1,239 Iscritto il: 12-July 07 Utente Nr.: 219 |
valerio massimo manfredi, stamane, a cremona
il cortile del Museo civico ove il sole è clemente e non arde ed ogni tanto si adegua e si rabbuia:l'oratore parla delle tenebre, di Odisseo che scende nell'Ade: libro XI e l'affabulazione ha inizio e ci tiene sospesi nella storia di quell'uomo che è il simbolo di colui per cui la vita è da investigare e per il quale la vita è odissiaco vagare manfredi spiega e poi declama a memoria e la sua passione affascina e ci racconta di Odisseo che cerca Tiresia, come accedendo all'oracolo di Efira, e un nuovo enigma, un libro forse mai scritto sull'ultima peregrinazione dell'eroe, che tornerà ad Itaca, ma per placare l'ira degli dei, cui era andato incontro, continuerà a vagare in terre senza mare, ove gli uomini non conoscono il sale e scambiano per ventilabro il remo che porta sulle spalle Odisseo è il primo degli uomini moderni coloro che non trovano tregua fra i marosi della vita i naufraghi reiterati poi arriva l'Oltreumano d Nietzsche: " E dove vogliamo dunque arrivare? Al di là del mare? Dove ci trascina questa potente brama, che per noi è più forte di qualsiasi altro desiderio? Perché proprio in questa direzione, laggiù dove fino ad oggi sono tramontati tutti i soli dell'umanità? Si dirà forse un giorno di noi che, volgendo la prua a occidente, anche noi speravamo di raggiungere le Indie, - ma che nostro destino fu quello di naufragare nell'infinito? Oppure, fratelli miei? Oppure? " -------------------- "Osa tutto...non avere bisogno di niente"
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nemo |
May 31 2008, 10:18 PM
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#18
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valerio massimo manfredi, stamane, a cremona il cortile del Museo civico ove il sole è clemente e non arde ed ogni tanto si adegua e si rabbuia:l'oratore parla delle tenebre, di Odisseo che scende nell'Ade: libro XI e l'affabulazione ha inizio e ci tiene sospesi nella storia di quell'uomo che è il simbolo di colui per cui la vita è da investigare e per il quale la vita è odissiaco vagare manfredi spiega e poi declama a memoria e la sua passione affascina e ci racconta di Odisseo che cerca Tiresia, come accedendo all'oracolo di Efira, e un nuovo enigma, un libro forse mai scritto sull'ultima peregrinazione dell'eroe, che tornerà ad Itaca, ma per placare l'ira degli dei, cui era andato incontro, continuerà a vagare in terre senza mare, ove gli uomini non conoscono il sale e scambiano per ventilabro il remo che porta sulle spalle Odisseo è il primo degli uomini moderni coloro che non trovano tregua fra i marosi della vita i naufraghi reiterati poi arriva l'Oltreumano d Nietzsche: " E dove vogliamo dunque arrivare? Al di là del mare? Dove ci trascina questa potente brama, che per noi è più forte di qualsiasi altro desiderio? Perché proprio in questa direzione, laggiù dove fino ad oggi sono tramontati tutti i soli dell'umanità? Si dirà forse un giorno di noi che, volgendo la prua a occidente, anche noi speravamo di raggiungere le Indie, - ma che nostro destino fu quello di naufragare nell'infinito? Oppure, fratelli miei? Oppure? " o forse fermarci dove sentiamo il profumo quel profumo... di terra di casa di carezze lunghe infinite... |
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May 31 2008, 11:41 PM
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#19
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Über Member Gruppo: Members Messaggi: 754 Iscritto il: 15-May 08 Utente Nr.: 2,728 |
Mi pare che in verità quel passaggio di aurora sia tradotto/interpretato male, e il significato non sia oppure?, ma un eppure? (oder nel testo tedesco). L'eppure (cambia poco da oppure ma l'idea è diversa) è una sfida come dire: eppure è questo naufragare che vogliamo e dobbiamo amare. Non c'è porto, non c'è casa, non c'è meta, non c'è India o Itaca, non c'è alternativa al naufragare infinito (dolce? chissà).
L'intero stralcio conferma l'idea che non c'è sosta, gli uccelli devono volare sempre più in alto, fino nell'infinito leopardiano: "Quanto più ci innalziamo, tanto più piccoli sembriamo a quelli che non possono volare. Tutti questi arditi uccelli che spiccano il volo nella lontananza, nell'estrema lontananza, di sicuro, a un certo momento non potranno più andare oltre e si appollaieranno su un pennone o su un piccolo scoglio- e per di più grati di questo miserevole ricetto! Ma a chi sarebbe lecito trarne la conseguenza che non c'è più dinanzi a loro nessuna immensa, libera via, che sono volati tanto lontano quanto è possibile volare? Tutti i nostri grandi maestri e precursori hanno finito coll'arrestarsi; e non è il gesto più nobile e il più leggiadro atteggiamento, quello con cui la stanchezza si arresta: sarà così anche per me e per te! Ma che importa a me e a te! Altri uccelli voleranno oltre! Questo nostro sapere e questa nostra fiducia spiccano il volo con essi e si librano in alto, salgono a picco sul nostro capo e oltre la sua impotenza, lassù in alto, e di là guardano nella lontananza, vedono stormi d'uccelli molto più possenti di quanto siamo noi, i quali agogneranno quel che agognammo noi, in quella direzione dove tutto è ancora mare, mare, mare! E dove dunque vogliamo arrivare? Al di là del mare? Dove ci trascina questa possente avidità, che è più forte di qualsiasi altro desiderio? Perché proprio in quella direzione, laggiù dove sono fino ad oggi tramontati tutti i soli dell'umanità? Un giorno si dirà forse di noi che, volgendo la prua a occidente, anche noi speravamo di raggiungere l'India, ma che fu il nostro destino a naufragare nell'infinito? Oppure, fratelli miei? Oppure?" -------------------- "Innocenza è il fanciullo e oblio, un nuovo inizio, un giuoco, una ruota ruotante da sola, un primo moto, un sacro dire di sì"
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Jun 3 2008, 09:27 AM
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#20
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Über Member Gruppo: Members Messaggi: 533 Iscritto il: 4-April 07 Utente Nr.: 34 |
valerio massimo manfredi, stamane, a cremona il cortile del Museo civico ove il sole è clemente e non arde ed ogni tanto si adegua e si rabbuia:l'oratore parla delle tenebre, di Odisseo che scende nell'Ade: libro XI e l'affabulazione ha inizio e ci tiene sospesi nella storia di quell'uomo che è il simbolo di colui per cui la vita è da investigare e per il quale la vita è odissiaco vagare manfredi spiega e poi declama a memoria e la sua passione affascina e ci racconta di Odisseo che cerca Tiresia, come accedendo all'oracolo di Efira, e un nuovo enigma, un libro forse mai scritto sull'ultima peregrinazione dell'eroe, che tornerà ad Itaca, ma per placare l'ira degli dei, cui era andato incontro, continuerà a vagare in terre senza mare, ove gli uomini non conoscono il sale e scambiano per ventilabro il remo che porta sulle spalle Odisseo è il primo degli uomini moderni coloro che non trovano tregua fra i marosi della vita i naufraghi reiterati poi arriva l'Oltreumano d Nietzsche: " E dove vogliamo dunque arrivare? Al di là del mare? Dove ci trascina questa potente brama, che per noi è più forte di qualsiasi altro desiderio? Perché proprio in questa direzione, laggiù dove fino ad oggi sono tramontati tutti i soli dell'umanità? Si dirà forse un giorno di noi che, volgendo la prua a occidente, anche noi speravamo di raggiungere le Indie, - ma che nostro destino fu quello di naufragare nell'infinito? Oppure, fratelli miei? Oppure? " ....infinita secondo me è solo la ripetizione circolare del tutto, pertpetuo è lo scontro tra quanti di potenza, incessante è la lotta di tutti gli enti senza un fine, insomma sono d'accordo col nostro. -------------------- DIE EWIGE SANDUHR DES DASEINS WIRD IMMER WIEDER UMGEDREHT
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