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Feb 27 2008, 03:17 PM
Messaggio
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Questi sono quattro miei sonetti, verrano pubblicati in una rivista di poesie. Ve li posto nella speranza di recare piacere estetico o diletto dello spirito. Grazie
Giancarlo Petrella A Marika Danzatrice del mio pensiere, giochi allor a nascondino co' li sguardi, odori la rosea beltate. I fiochi miei sogni omai son qual spezzati dardi. E la messa de le mie cure in luoghi lungi giano, d’un dolce tuo male ardi, il mal triste dei sogni appari; e fuochi crapulano con amaranti tardi. Alzi soavemente le tue spalline pe' sussurrarmi l'immensurabile e oltre. Con movenze gentili vivi; fine collo movi fra crini, oh Amor coltre. E quando eravam ad acque delfine, solevi indizio il fato ché mi spoltre. A Danila Le donne spirano ornate da pianti su le carte dei loro amanti. I cani sbranano eppur qui all'etra rendo canti, al ciel muto delle infinite mani. Respiri dei versi da sussultanti moti, stillii di lacrime non strani, pur le fanciulle de l'etra vaganti vengon amate negli eterni piani. Il tramonto illumina con brusii il volto degli avi, allor giovinetti ridon verso l'alba di quei stillii, la vita sfrangiata dei poveretti tornerà dai grami per novi pii versi fin oltre i sterminati tetti. A Silvia Crini color del sole simili a onde di un vivo mare lusingano il viso, e occhi di ebano con forme profonde danno all'oceano un lampo divo e fiso. Dolce come la neve che si fonde per il sole generoso, ma un biso di bontà tien di più lei, e lei risponde chiara come l'acqua dal dolce riso. Fra verzieri di fantasia di fiori di alcea bionda, sotto le more braccia del Diospyros vivo e vago, di fuori si odon lungi, la mestizia si straccia, del ricordo, dal dolce sogno, ardori in traccia d'ara de la lunar faccia. A Diletta Ne la morte del giorno la natura rilacrima e pensa e ride in Aprile a pensieri e cose note, lei è pura e un canto le concede il giovinile. Un celeste metro che in cielo dura, un dolce canto da cilesti file della marmorea schiuma, che procura l'infinito a chi vede la gentile. Una piuma il volto le bacia, parla respira un po' e subito tutto tace, sorride e tutto questo si innamora. È realtà celeste e diva mirarla, un sogno il poter ascoltarla, piace sommamente la loquela che indora. -------------------- I limiti del mio linguaggio costituiscono i limiti del mio mondo.
At nihilominus sentimus experimurque, nos aeternos esse. |
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