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> Discussione tra le cime innevate della Storia (redatta dialogicamente).
Valeriano
messagio Dec 16 2012, 06:05 PM
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Saluto con affetto anche se non ci conosciamo de visu Thomas, l' amministratore di questo Bellissimo per il suo nome, molto meno per la stragrande maggioranza delle Persone in maschera che lo frequentano, forum. Poichè i prodi uccidono con la spada e i vili con il bacio a tradimento, critico subito quale prode l' amministrazione e allo stesso tempo chiedo un deciso cambio di rotta per portarlo allo splendore che merita e riassumo in solo impeto sintattico: eliminare la partecipazione delle Persone infami deviate e umili, e stimolare eccitare la Razionalità e quindi l' intervento degli aristoi cioè dei migliori. I Nemo che Thomas conosce certo, per le sue circonvolute involute abissalmente immorali cieche imbelli e infami chiacchiere, non devono più partecipare pena la Mia Augusta decisione di non intervenire per elevare questo Bel locus. Perchè qui si è consumato un delitto infatti: '' i forumisti'' ''farebbero meglio a impiccarsi tutti perchè hanno esiliato Ermodoro, il migliore affermando NESSUNO CI SIA QUALE MIGLIORE TRA NOI'' Eraclito Wikiquote, e indico e parlo come Thomas sa bene di Stirner, amico prezioso, indubbiamente di leghe e verste il più valido insieme a Me stesso tra le Persone che pubblicavano i loro articoli su questo forum, e che sicuramente come è acclarato esplicitissimamente nelle sue risposte, e probabilmente principalmente disgustato dalla belva bestiale Nemo ha per Dignità sdegnato questo forum, e che invito caldamente e con immensa simpatia se leggerà questo scritto, dedicato a lui di cui ignoro il Forte nome, di contattarmi per procedere INTENDERE (vedi il mio blog) insieme la lotta per il ristabilimento della SIMMETRICA ORGANIZZATA ARMONIA SPIRITUALE. Invito tutti i forumisti di questo stupendo sito ad uscire dalla loro passività ignava e vile e a intervenire e confrontarsi nel cimento delle Idee.
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Valeriano
messagio Dec 16 2012, 06:06 PM
Messaggio #2


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Questa è una discussione Politica di altissimo livello. Solo Signori Aristocratici e quindi di Destra sono invitati a partecipare: Questo è il post del Signore Aristocratico quindi di Destra, Hagakure. Il titolo è: Il Machiavelli del ’900 contro il potere di tecnici e finanza e la discussione è tratta da questo sito: http://politicainrete.it/forum/movimenti-e...-e-finanza.html

Spoliticizzazione e predominio dell’economia e del falso umanitarismo: ecco le profezie (avverate) di Carl Schmitt
di Marcello Veneziani

L’aveva chiamata san Casciano la sua casa del buen retiro a Plattenberg, il luogo natìo in cui tornò per trascorrere la lunga vecchiaia fino alla morte, all’età di 97 anni, nel 1985. San Casciano, come l’ultima casa-esilio di Niccolò Machiavelli, quando si ritirò dall’attività di Segretario. Ma Carl Schmitt confidò in un’intervista che aveva battezzato così la sua casa non solo in onore di Machiavelli ma anche perché San Casciano è il santo protettore dei professori uccisi dai loro scolari. Schmitt si identificava in ambedue, nell’autore de Il Principe, nel suo lucido realismo politico e nel suo amore per la romanità; ma anche nel Santo, perché si sentì tradito da molti suoi allievi. Quell’intervista dà il titolo a una raccolta di scritti di Carl Schmitt, curata da Giorgio Agamben e riapparsa da poco (Un giurista davanti a se stesso, Neri Pozza, pagg. 314, euro 16,50).
Non è un caso ma un destino che Carl non si chiami Karl. La matrice cattolico-romana e latina è decisiva nella sua biografia intellettuale. La tradizione a cui si richiama Schmitt è lo jus publicum europaeum, di cui «padre è il diritto romano e madre la Chiesa di Roma»; la fede in cui nacque, visse e morì è quella cattolica apostolica romana; «la concezione di Schmitt – notava Hugo Ball – è latina»; la lingua latina era per lui «un piacere, un vero godimento»; un suo saggio chiave è Cattolicesimo romano e forma politica, e l’annesso saggio sulla visibilità della Chiesa. E non solo. La critica di fondo che Schmitt rivolge alla sua Germania è «il sentimento antiromano» che la percorre da secoli e che sostanzia la differenza tra cultura evangelica e cattolica. È una divergenza che spiega molte cose del passato e anche qualcuna del presente. Compresa quell’asprezza intransigente dei tedeschi e di altri popoli di derivazione protestante verso i Paesi mediterranei di formazione greco-latina e cattolico-romana. È quello per Schmitt il vero spread tra tedeschi e latini.
Ma Schmitt va oltre e coglie l’incompatibilità tra «il modello di dominio» capitalistico-protestante dei tedeschi e il concetto romano-cattolico di natura, col suo amore per la terra e i suoi prodotti (che Schmitt chiama terrisme). «È impossibile – scrive Schmitt – una riunificazione tra la Chiesa cattolica e l’odierna forma dell’individualismo capitalistico. All’alleanza fra Trono e Altare non seguirà quella di ufficio e altare o fabbrica e altare». È possibile invece che i cattolici si adattino a questo stato di cose. Per Schmitt il cattolicesimo ha il merito d’aver rifiutato di diventare «un piacevole complemento del capitalismo, un istituto sanitario per lenire i dolori della libera concorrenza». Schmitt ravvisa un’antitesi radicale tra l’economicismo, condiviso dai modelli americano, bolscevico e nordeuropeo, e la visione politica e mediterranea del cattolicesimo, derivata dall’imperium romano. Rifiuta pure di riferirsi ai valori perché di derivazione economicista.
Nei saggi e nelle interviste raccolti da Agamben, figura anche un testo che apparve in Italia nel ’35, in un’antologia curata da Delio Cantimori col titolo di Principi Politici del Nazionalsocialismo. Peccato che non siano stati più ripubblicati il saggio introduttivo di Cantimori e la prefazione di Arnaldo Volpicelli che sottolineava le divergenze tra fascismo e nazismo, e fra la teoria di Schmitt sull’Amico e il Nemico e l’idealismo di Gentile, a cui egli si ispirava, per il quale il nemico era accolto e risolto nell’amico, ogni alterità era superata nella sintesi totalitaria e «sostanza e meta ideale della politica non è il nazionalismo ma l’internazionalismo». Qui sta, diceva Volpicelli, «la differenza fondamentale e la superiorità categorica del corporativismo fascista sul nazional-socialismo». A proposito di Hitler, Schmitt ricorda che una volta confessò di provare compassione per ogni creatura e aggiunse che forse era buddista. Hitler era gentile nei rapporti personali, nota Schmitt, e non aveva mai visto il mare. Riferendosi al suo ascendente sul pubblico, rileva «la sua dipendenza quasi medianica da esso, dall’approvazione, dall’applauso interiore».
Le interviste percorrono i punti centrali delle opere di Schmitt: la critica al romanticismo che sostituisce Dio e il mondo con l’Io; il Nomos della terra e la contrapposizione con le potenze del mare; la derivazione teologica dei concetti politici; la dialettica amico-nemico; la teoria del partigiano e la sovranità come decisione nello stato d’eccezione; quel decisionismo peraltro estraneo alla sua indole («Ho una peculiare forma di passività. Non riesco a capire come la mia persona abbia acquisito la nomea di decisionista», confessa con autoironia). E poi la sua raffinata passione letteraria, anche in questo erede di Machiavelli.
C’è una ragione di forte attualità del pensiero schmittiano. È la sua doppia previsione della spoliticizzazione che avrebbe portato al dominio mondiale dei tecnici e dell’avvento di guerre umanitarie che sarebbero state più inumane delle guerre classiche, perché condotte nel nome del bene assoluto contro il male assoluto. L’intreccio fra tecnica, economia e principi umanitari è l’amalgama che comanda oggi il mondo. Per assoggettare i popoli, scrive profeticamente nel ’32, «basterà addirittura che una nazione non possa pagare i suoi debiti». Schmitt descrive «la cupa religione del tecnicismo» e nota che oggi la guerra più terribile può essere condotta nel nome della pace, l’oppressione più terrificante nel nome della libertà e la disumanità più abbietta nel nome dell’umanità. L’imperialismo dell’economia si servirà dell’alibi etico-umanitario. Il potere, avverte Schmitt, è più forte della volontà umana di potere e tende a sovrastare in modo automatico, impersonale: «non è più l’uomo a condurre il tutto, ma una reazione a catena provocata da lui». Non dunque un complotto ordito da poteri oscuri ma un automatismo indotto da una reazione a catena non più controllata dai soggetti umani. Quella reazione a catena passa dall’incrocio fra tecnica e finanza ed è visibile nell’odierna crisi globale. Da qui la necessità di rifondare la sovranità della politica. E di ripensare al Machiavelli del ’900, quel tedesco in odore di romanità che ipotizzava la nascita di un patriottismo europeo. La Grande Politica di Schmitt e il suo nemico: il Tecnico, bardato di etica, a cavallo della finanza.
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Valeriano
messagio Dec 16 2012, 06:07 PM
Messaggio #3


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Questa è la mia severa educatrice, per tutti gli Aristocratici quindi per i Signori di Destra, ponderata Giusta risposta: Marcello Veneziani è un notevole artista dello stile e un grande saggio ciò non toglie che utilizzi gli ideali di Destra cioè della forza dell’ abilità e della Onestà (vedi Nietzsche: soprattutto siate sinceri perchè non c’è oggi valore più grande dell’ Onestà; la plebe mente sempre non sa cosa sia storto e cosa diritto; e altre frasi solari del filosofo fondatore della Destra) e non mi dilungo per non cadere in prolisse elencazioni e dimostrazioni. Passo invece all’ analisi fastidiosissima della disonestà di Veneziani colpevole di un centinaio di abiure simbolicamente segnate a rovescio , cioè condannate, nei confronti delle teorie di Destra cioè Nobili. Il titolo già è degno dello ”studioso” meschino e gobbo accquattatosi come una serpe nella redazione dei giornali liberali con la falsa apparenza di creare una cultura di opposizione, e la vera finalità di dissolverla, nel seguito propagandistico materiale e sociale, nella società moderna che si bea di questi manovali catacombali che lavorano nei loro sudici sotterranei ideali, volontariamente scelti, determinando il paradosso specifico degl’ ultimi due secoli per cui la modernità è favorita sia dai suoi adepti settari e cultori edonisti e sia dai suoi ”oppositori” come Marcello Veneziani, se non si opponesse la logica che rivela la loro miserabile cupidigia dei resti del banchetto dei porci al vertice di questa società grottesca e tragicomica, conditi con quel po’ di triste libertà come scrivere su un giornale a tiratura nazionale, ovviamente con i paletti padronali, concessa a questi bavosi contestatori. Comincio dalla seconda parte del titolo per dimostrare l’ incofutabile pedanteria meschinità di sentire e angustezza vacillante e ubriaca di Marcello Veneziani, che chiamo per nome e cognome non per annoiare il lettore ma per prendere le distanze pratiche e simboliche da questo Arlecchino chè è già un morto vivente, per citare correttamente e cioè in contraria Beppe Grillo, che possiede un vizio che mette in luce anche se per traverso Veneziani e cioè l’ immodestia della sfacciataggine, perchè è evidente come dimostrerò adesso che Veneziani è un sinistro travestito( in tutti e due i sensi del potere e della mutazione trans). ” Predominio … del falso umanitarismo” e comincia sotto nel proseguio dell’ articolo con la primaria distinzione benefica operata da Schmitt, che certo Valeva molto più di Veneziani se non altro per contestualità storica, tra capitalismo protestante e attrazione simpatica per la Natura e i suoi prodotti, il che calato nel contesto sociale dell’ inizio di questo secolo, dell’ animalismo e dell’ ecologia profonda( ringrazio il mio migliore amico scrittore sul Nostro sito di Destra blog:legioXXVII per avermi illuminato su quest’ ultima deriva degli Arlecchini di destra) esclamando e appaludendo a mani giunte, cala un asso di denari a favore di uno dei temi attualmente più cavalcati da giornali di sinistra, sfacciata e vestita di nero, telegiornali, arche di Noè( su canale 5 del biscione) siti e Brambille. Per questo perchè è uno dei cavalli di battaglia anti-Romani non se ne deve parlare? Assolutamente sì, é Plinio il Vecchio non l’ arlecchino Veneziani e il Pantalone Schmitt, Romano di sangue lampante a scrivere la Naturalis historia cioè la storia della Natura che consiglio ai frequentatori di questa Bella sezione del sito, di leggere in cui pur esprimendosi contro alcuni aspetti della schiavitù non proclamava certo l’ uguaglianza ( e sento già gli strilli degli ingenui, perchè non mi cale dei deviati di sinistra, che dicono ” Ma l’ uguaglianza tra Uomini e animali non è affermata nel testo di Veneziani” e a questo rispondo, non certo esplicitamente, perchè in questo cadrebbe il vestito variopinto cioè la copertura cioè la vigliaccheria quindi la disonestà di Veneziani, ma se si tengono sotto lo sguardo le Mie considerazioni al rigo dodici del Mio scritto, e la superficie e le viscere delle tensioni sociali che scuotono questa società cadente, gli animalisti che assaltano laboratori di vivisezione, le Brambilla Politiche che li comandano a decine, l’ ordinamento giudiziario che è molto elastico nei loro confronti e la semplice accensione ( di cui sono capaci anche i deviati di sinistra) e osservazione delle carrellate di propagandate anche abbastanza maldestre, cioè dirette, perchè l’ opposizione di Destra è quasi insussistente e accquattata, che nemmeno i militi sanno di cosa parlano, e vedi purtroppo molti forumisti di questo splendido per altri versanti sito, dei telegiornali della rai e di mediaset( osservazione di cui non sono capaci i traviati dormienti di sinistra) per accordare e consentire alla Valutazione che propongo e perchè con sommo gusto si acquisisca la prova autografata, per così dire, si veda la posizione esplicita di Veneziani sull’ animalismo; fatevi un regalo e concedetevi una breve vacanza conoscitiva a questo indirizzo Totalità.it – Uomo o gatto? Questo è il dilemma e l’ insieme di questo sito a partire dalla sua home page, non vi sarete ingannati se la vostra passione è in nozze con l’ Espansione Conservatrice (chiamo così la Politica di Destra come i miei lettori già conoscono) dal tenore dell’ articolo felino, termine per i sinistri e gli arlecchini veneziani (accedete al link vi raccomando per capire quest’ ultimo costrutto ”Satirico” (è latino Amici); non commento.e quindi smaschero ulteriormente Marcello Veneziani perchè il re è nudo e per invitare alla discussione anche estremamente animata, perchè il confronto avvantaggia la crescita tra persone di Valore anche nascoste sotto vestiti di sinistra e quindi non di sinistra ma Oneste, e invito caldamente anche Hagakure (ho letto questo elevato insigne Nobile Libro che ” solo nelle tenebre della nostra epoca risplende della sua vera luce” testimoniò Yukio Mishima il cui vero nome è Hiraoka Kimitake superbo guerriero della luce immortale che irraggia dagli antichi padri e dai figli del loro solare Valore) a partecipare perchè il suo Valore indubitabile risalti di per sè dai suoi originali contributi e non offuscato dietro l’ insipienza di falsi miti.
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