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> Quello che non ha detto Nietzsche
rasema74
messagio Jan 28 2009, 10:24 AM
Messaggio #1


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Alcuni giorni fa mi e' venuto in mente uno strano parallelo:
da una parte c'era la vita di Nietzsche, compresi ovviamente gli ultimi anni passati "a riposo",
mentre dall'altra "Cosi' parlo' Zarathustra", comprese, ovviamente, le bozze per Zarathustra V e VI.

La mia teoria e' che per risolvere "il caso Nietzsche" bisogna rivolgere piu' attenzione alla fine,
cioe' a come ha finito la sua vita e la sua opera principale.
Non si puo' nascondere che in tutti e due i casi ci sia stato qualche cedimento strutturale...

Un po' come un ponte non finito.
Forse "Quello che non ha detto Nietzsche",
a questo punto, potrebbe esserci piu' utile.






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Sgubonius
messagio Jan 28 2009, 02:47 PM
Messaggio #2


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Strutturale in che senso? blink.gif
Comunque la maggior parte delle interpretazioni su Nietzsche vengono fatte proprio sui frammenti postumi degli ultimi anni, Heidegger per esempio tratta praticamente solo il progetto per "La Volontà di Potenza", Deleuze tira in ballo le intenzioni di un proseguo dello Zarathustra dopo "il segno"... oppure anche Vattimo e compagnia bella danno molta importanza al Nietzsche dei Ditirambi di Dioniso.


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rasema74
messagio Jan 28 2009, 03:41 PM
Messaggio #3


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"Cedimento strutturale" forse andava messo tra virgolette.
Comunque volevo solo dire che, se si prende tutta la vita di Nietzsche,
fino alla morte fisica cioe', oppure se si considera tutta la sua opera principale,
che sappiamo doveva comprendere altre due parti dello Zarathustra
che invece non furono mai scritte, e' evidente che qualcosa non quadra!

Se ti e' piu' facile chiamala incompletezza...

Ti chiedo: non sarebbe meglio analizzare piu' attentamente i frammenti postumi
che riguardano il progetto per gli Zar V e VI, e cercare di capire perche' quel progetto,
a cui evidentemente Nietzsche teneva molto, e' stato piu' tardi abbandonato,
piuttosto che soffermarsi su opere come "La volonta' di potenza",
che e' indubbiamente un bel passo indietro rispetto a "Cosi' parlo' Zarathustra"?


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Sgubonius
messagio Jan 29 2009, 01:53 PM
Messaggio #4


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Questo non saprei risponderti, io credo che lui fosse dell'idea di fare sia una cosa che l'altra, e in qualche modo forse mettere giù programmaticamente un opera come la volontà di potenza lo avrebbe aiutato per poter poi "sublimare" il tutto in un aggiunta allo Zarathustra. Però non ci sono temo molti frammenti specifici sul progetto di ampliamento (da quel che ho letto) quindi si è nel campo della speculazione pura.

Joseph può darti una risposta accurata!


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rasema74
messagio Jan 30 2009, 05:14 AM
Messaggio #5


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Sono d'accordo, la volonta' di potenza come una pausa in attesa di ritrovare l'ispirazione.
D'altronde Nietzsche considerava anche "Al di la' del bene e del male"
la migliore introduzione allo Zarathustra...

Comunque questa discussione mi ha fatto venire in mente un altro parallelo:

da una parte lo Zarathustra IV,
che dovrebbe avere per sottotitolo "un libro per pochi",
e dall'altra le ultime opere di Nietzsche (l'Anticristo,
L'ecce home, Nietzsche contra Wagner, Il caso Wagner).

In entrambi i casi sembra che Nietzsche voglia fare una specie di "resa dei conti"
(di solito si pensa che ci sia Wagner dietro il personaggio del mago...)

Quindi io vedo una specie di ripetizione:
1-massima ispirazione, i primi tre Zar
2-resa dei conti, il quarto Zar
3-oblio, impossibilita' di scrivere gli Zar V e VI
4-pausa creativa, rianalisi del materiale, lavoro grossolano (VdP,...)
5-nuova resa dei conti, ma ad un livello piu' basso pero' (ultime opere)
6-oblio definitivo
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Sgubonius
messagio Jan 30 2009, 03:27 PM
Messaggio #6


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Non escludo che nelle ultimissime opere (Ecce Homo e N.contra Wagner soprattutto) sia sopravvenuto un desiderio di "raccontarsi", di farsi lui stesso protagonista del testo, soprattutto per ecce homo ovviamente e c'è anche un aforisma introduttivo che dice questo esattamente. “Così mi racconto la mia vita” e “non bado più ai lettori (...) ma annoto me stesso”.

Io avevo fatto peraltro un (forse astruso) legame con il finale della Nausea di J.P.Sartre (da qualche parte c'è il topic!) in cui il protagonista dallo scrivere un racconto storico passa a raccontare se stesso, per se stesso. Diventa ciò che sei, non più produrre capolavori ma essere capolavori.


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rasema74
messagio Jan 31 2009, 05:56 AM
Messaggio #7


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CITAZIONE(Sgubonius @ Jan 30 2009, 03:27 PM) *
Non escludo che nelle ultimissime opere (Ecce Homo e N.contra Wagner soprattutto) sia sopravvenuto un desiderio di "raccontarsi", di farsi lui stesso protagonista del testo, soprattutto per ecce homo ovviamente e c'è anche un aforisma introduttivo che dice questo esattamente. “Così mi racconto la mia vita” e “non bado più ai lettori (...) ma annoto me stesso”.

Io avevo fatto peraltro un (forse astruso) legame con il finale della Nausea di J.P.Sartre (da qualche parte c'è il topic!) in cui il protagonista dallo scrivere un racconto storico passa a raccontare se stesso, per se stesso. Diventa ciò che sei, non più produrre capolavori ma essere capolavori.


Ci risiamo Sgub!
Come nell'altro post, io insisto con il rapporto Io-Altri e tu mi rispondi con l'Io-Io!
Forse siamo a modo nostro su due estremi,
forse tutti e due dobbiamo fare qualche correzione...
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Sgubonius
messagio Jan 31 2009, 02:40 PM
Messaggio #8


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Allora rinnovo l'invito ad aprire un topic specifico su questo! wink.gif


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rasema74
messagio Jan 31 2009, 05:28 PM
Messaggio #9


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Va bene, ne riparleremo!

Io non sono a casa fino ad Aprile e non ho con me i testi,
ma se nel frattempo qualcuno avesse voglia di inserire qualche
passaggio particolarmente significativo dei progetti per
gli Zarathustra V e VI, magari ci tiriamo fuori qualcosa!
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