Causa, Effetto e Libertà del Volere |
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Causa, Effetto e Libertà del Volere |
Jun 30 2008, 09:03 PM
Messaggio
#1
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Über Member Gruppo: Members Messaggi: 754 Iscritto il: 15-May 08 Utente Nr.: 2,728 |
Visto che si è sfiorato il discorso, penso che possa essere il caso di aprire un topic dedicato!
In questo momento sto leggendo un saggio di Wittgenstein proprio su questo nel quale mostra quanto siamo legati al "gioco linguistico" della causa e dell'effetto, tanto da presumere che esista una causa anche quando apparentemente non ne vediamo. Direttamente legato all'aspetto causale è l'aspetto del libero arbitrio. Mi è sempre rimasto un po' oscuro in Nietzsche il rapporto fra la necessità e la mancanza di libertà da una parte e la scelta "esistenziale" da essere-per-la-morte dell'eterno ritorno dall'altra. -------------------- "Innocenza è il fanciullo e oblio, un nuovo inizio, un giuoco, una ruota ruotante da sola, un primo moto, un sacro dire di sì"
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Jul 7 2008, 02:57 PM
Messaggio
#2
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Über Member Gruppo: Members Messaggi: 207 Iscritto il: 15-May 07 Utente Nr.: 103 |
Il rigetto del meccanicismo da parte di Nietzsche ha il significato di una denuncia della metafisica ancora implicita in esso: negare la “necessità che impera al di sopra dell’accadere” (FP 1887, 9 [91]) significa infatti negare l’idea di un ordine cosmico che agirebbe sulle sue componenti secondo un piano deterministico. Quando afferma che “accadere e accadere necessario sono una tautologia” (FP 1887, 10 [138]), Nietzsche intende sottolineare appunto che la necessità è erroneamente aggiunta all’accadere, laddove invece “l’immutabile susseguirsi di certi fenomeni non dimostra nessuna ‘legge’[…]. Non si tratta di una successione, bensì di una compenetrazione, di un processo i cui singoli momenti non si condizionano come cause ed effetti” (FP 1885-1886, 2 [139]). Lungi dall’essere segno di una generica critica della conoscenza, questo mi pare anzi un significativo passo nella direzione degli sviluppi delle tendenze epistemologiche tardo-ottocentesche e novecentesche che, abbandonando l’idea della verità come corrispondenza, sostituiranno il concetto di causa con quello di condizione e rimpiazzeranno il meccanicismo deterministico con il probabilismo: dopo l’elaborazione (pre-nietzscheana) delle geometrie non-euclidee, dopo la fisica quantistica, dopo la cibernetica e la teoria dei sistemi complessi (per fare solo qualche esempio), oggi la maggior parte non solo dei filosofi, ma anche degli stessi scienziati, sarebbe disponibile a condividere – sia pure entro un ampio ventaglio di sfaccettature – quanto Nietzsche e pochi altri sostenevano già oltre centoventi anni fa intorno all’insostenibilità del determinismo causalistico. Sulle implicazioni filosofiche degli sviluppi otto-novecenteschi delle cosiddette Naturwissenschaften si vedano per esempio E. Morin, Il metodo. Ordine, disordine, organizzazione (Feltrinelli, Milano, 1983) oppure La sfida della complessità, a cura di G. Bocchi e M. Ceruti (Feltrinelli, Milano, 1985, di recente riedito per Paravia-Bruno Mondadori).
Nota filologica: diverse osservazioni nietzscheane su questo tema, soprattutto tra il 1885 e il 1887, risentono molto da vicino della lettura di M. Drossbach, Ueber die scheinbaren und die wirklichen Ursachen des Geschehens in der Welt (Pfeffer, Halle 1884), presente nella biblioteca di Nietzsche e recante molte glosse e sottolineature (cfr. G. Campioni et al., Nietzsches persönliche Bibliothek, Walter de Gruyter, Berlin - New York, 2003, p. 199). Drossbach sosteneva, tra l’altro, che “non è lecito supporre alcuna legge di natura eterna e immutabile, che domini il divenire e alla quale gli oggetti avrebbero da ubbidire” (cit. in A. Orsucci, La Genealogia della morale di Nietzsche, Carocci, Roma, 2001, pp. 220-221). Intorno alla lettura deleuziana dell’eterno ritorno ho avuto modo già lo scorso anno di intervenire su questo forum: essa, fondata su una versione della WzM che contiene errori di traduzione, interpolazioni non esplicitate etc., è fondamentalmente sbagliata. Per dettagli rinvio alla prima parte di P. D’Iorio, Nietzsche et l’éternel retour. Genèse et interprétation (in Nietzsche. Cahiers de l’Herne, l’Herne, 2000, pp. 361-389). |
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