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> Progetto: Sul dialogo
AndreaF.
messagio Aug 3 2008, 11:03 AM
Messaggio #1


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Progetto: "Sul dialogo" - Premessa

Vorrei provare a riflettere nuovamente sulla dimensione del dialogo, assumendo come buona base di partenza i miei interventi precedenti, in particolar modo Sulla difficoltà del dialogo e O tutti o nessuno! Ma perchè?, dove ho tematizzato il valore differenza: sembrerebbe che la difficoltà maggiore non sia nell'esposizione o nella struttura, ma sia nei presupposti del dialogo stesso. Si toccano dunque le fondamenta e veniamo proprio a cozzare con tutto ciò che, paradossalmente, riteniamo acquisito, scontato, perciò non mi meraviglierò se vorrete considerare queste mie riflessioni come ridondanti o inutili. I sentieri che stiamo per attraversare non sono delineati e tendono ad aprirsi a raggiera, portando ognuno verso luoghi e contesti diversi; fuor di metafora, a mio avviso il "problema" del dialogo è quel nodo che lega filosofia (etica e metafisica), politica, antropologia, sociologia etc. e per mantenerne intatto il senso è necessario rimanere sull'incrocio, evitando di scivolare comodamente in una delle strade già battute. Ho intenzione, pertanto, di aprire una serie di post in cui proverò a rispondere (con il vostro puntuale aiuto) ad alcuni quesiti centrali che ci aiutino a "superare" quel punto di crisi, non semplicemente oltrepassandolo ma provando ad esprimere, fino ad esaurirla, tutta la sua forza polemica (nel senso originario di pòlemos):

1) Qual'è, se è possibile pensarlo, il fondamento di ogni intendersi?
2) Quale pretesa di verità può avere un dialogo?
3) Qual'è il riflesso del fondamento sui diversi aspetti della vita?
4) Conclusioni

Al termine del percorso, proverò a stilare un piccolo saggio riassuntivo.
Grazie a tutti per la vostra - sono fiducioso - futura collaborazione.


http://andreafiamma.blogspot.com/

Vorrei precisare che condurrò "il progetto" sul blog, non su questo forum, nonostante sia gradito, anche qui, come volete, un vostro aiuto. Grazie.


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Non lodarmi la morte, splendido Odisseo. Vorrei esser bifolco, servire un padrone, un diseredato, che non avesse ricchezza, piuttosto che dominare su tutte l'ombre consunte

www.andreafiamma.blogspot.com
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Sgubonius
messagio Aug 8 2008, 09:09 PM
Messaggio #2


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Butto li una mia idea: credo che non esista una forza del dialogo specifica derivante dal confronto fra due esseri pensanti. Si dialoga tanto proficuamente con un altro uomo come con un masso (non è forse un masso a suggerire a Nietzsche l'eterno ritorno?) in una dialettica assoluta fra uomo e natura, appetitus e perceptio, volontà e rappresentazione, idea e eidola (ecc...)

Non è a questo punto in alcun modo fondabile un "intendersi" come "com-prendersi" e acquisizione di pensieri altrui (forse "l'inferno sono gli altri" addirittura!). Ogni pensiero deve essere partorito e vissuto in prima persona dal pensante (è così appunto anche per il "pensiero dei pensieri").

La verità della dialettica di ogni vivente con l'ente è quel tenere-per-vero che asseconda la logica della volontà di potenza ed è quindi contemporaneamente una verità totalizzante e illusoria. Proprio per poter "dialogare" ed ottenere un aufhebung dialettica nel rapporto col mondo dobbiamo porre la verità e categorizzare con l'essere il divenire, è necessario.

Ogni aspetto della vita, e la vita stessa come volontà di potenza, è un dialogo continuo, un accrescimento attraverso la com-prensione e la creazione (che sono in definitiva quasi sinonimi nella misura in cui l'appropriazione passa attraverso la valutazione).

Tutt'altro discorso sarebbe da fare sul linguaggio...


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"Innocenza è il fanciullo e oblio, un nuovo inizio, un giuoco, una ruota ruotante da sola, un primo moto, un sacro dire di sì"
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AndreaF.
messagio Aug 9 2008, 11:42 AM
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CITAZIONE(Sgubonius @ Aug 8 2008, 10:09 PM) *
Butto li una mia idea: credo che non esista una forza del dialogo specifica derivante dal confronto fra due esseri pensanti. Si dialoga tanto proficuamente con un altro uomo come con un masso (non è forse un masso a suggerire a Nietzsche l'eterno ritorno?) in una dialettica assoluta fra uomo e natura, appetitus e perceptio, volontà e rappresentazione, idea e eidola (ecc...)

Non è a questo punto in alcun modo fondabile un "intendersi" come "com-prendersi" e acquisizione di pensieri altrui (forse "l'inferno sono gli altri" addirittura!). Ogni pensiero deve essere partorito e vissuto in prima persona dal pensante (è così appunto anche per il "pensiero dei pensieri").

La verità della dialettica di ogni vivente con l'ente è quel tenere-per-vero che asseconda la logica della volontà di potenza ed è quindi contemporaneamente una verità totalizzante e illusoria. Proprio per poter "dialogare" ed ottenere un aufhebung dialettica nel rapporto col mondo dobbiamo porre la verità e categorizzare con l'essere il divenire, è necessario.

Ogni aspetto della vita, e la vita stessa come volontà di potenza, è un dialogo continuo, un accrescimento attraverso la com-prensione e la creazione (che sono in definitiva quasi sinonimi nella misura in cui l'appropriazione passa attraverso la valutazione).

Tutt'altro discorso sarebbe da fare sul linguaggio...



Alberto potresti copiarla sul blog?
Ho portato avanti il progetto, provando proprio ad affortare quel "fondamento" che ritieni impossibile fondare


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Sgubonius
messagio Aug 9 2008, 02:27 PM
Messaggio #4


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CITAZIONE(AndreaF. @ Aug 9 2008, 12:42 PM) *
Alberto potresti copiarla sul blog?
Ho portato avanti il progetto, provando proprio ad affortare quel "fondamento" che ritieni impossibile fondare


Mi sei troppo kantiano temo! angry.gif


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AndreaF.
messagio Aug 9 2008, 09:04 PM
Messaggio #5


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CITAZIONE(Sgubonius @ Aug 9 2008, 03:27 PM) *
Mi sei troppo kantiano temo! angry.gif


wink.gif wink.gif wink.gif

Meglio hegeliano, il che forse è "peggio"
ehehe


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Sgubonius
messagio Aug 9 2008, 10:03 PM
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CITAZIONE(AndreaF. @ Aug 9 2008, 10:04 PM) *
wink.gif wink.gif wink.gif

Meglio hegeliano, il che forse è "peggio"
ehehe


Personalmente... meglio Georg!
Il fascino dello spirito assoluto è sempre dietro l'angolo cool.gif


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