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> E' possibile essere felici secondo la filosofia di Nietzsche?
Fulcanelli
messagio Dec 14 2010, 01:07 AM
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"Vano è discorso di filosofo che non medichi qualche sofferenza umana: e come l'arte medica a nulla giova se non ci libera dalle malattie corporee, così neppure la filosofia, se non ci libera dai mali dell'animo."Così suona dolce al mio orecchio, mentre sono immerso in profonde meditazioni nella caverna delle sette solitudini,il monito eudemonistico di una civiltà infinitamente più sana,più nobile e,quindi,più umana della nostra.Epicuro accoglieva tra i suoi discepoli anche gli schiavi,un filosofo guardava all'uomo e non allo status sociale!E Pericle al quale pure Nietzsche si richiama?Il suo discorso agli ateniesi,in cui si esalta la giustizia,l'eguaglianza dei cittadini,non è forse troppo morale?E' l'etica,la saggezza,la virtù,il dominio della ragione sugli istinti,il senso di giustizia,l'umanità che fanno dell'uomo qualcosa di eccelso ed eccellente o la sua brama di dominio,il vago brillìo della gloria e della grandezza? E il Rinascimento? Infarcito di platonismo e neoplatonismo,non solo di machiavellismo, Marsilio Ficino, Giordano Bruno, il De hominis dignitate di Pico della Mirandola,il De voluptate di Lorenzo Valla, l'esaltazione della dialettica, considerata negativamente da Nietzsche, la rinascita della scienza con Keplero, Copernico, Telesio, Campanella, Galilei... insomma il Rinascimento,non è forse frutto di un mirabile equilibrio tra ragione e istintualità,dove saggezza e ricerca della felicità, intesa come armonia degli istinti,il tutto sintetizzato in un'etica naturalistica eudaimonistica,costituiscono il centro,il fulcro di ogni attività umana? Altro che volontà di potenza, altro che aristocrazia:etica, saggezza, intelligenza, passione, piacevole autodisciplina, equilibrio, equanimità, umiltà davanti alla Natura,all'Uomo e a Dio, fiducia nella ragione,nella logica,nella dialettica,amore per il sapere,filo-sophia... questi gli ingredienti del Rinascimento italiano che, pure, Nietzsche esalta...Ed i protagonisti? Non certo, per la gran parte, di estrazione 'nobile', anzi, poveracci, orfani, gente del volgo, come quel volgaraccio di Socrate, da cui Nietzsche fa derivare, insieme a Platone, tutto il nichilismo, il disprezzo per questo mondo al fine di rifugiarsi nel mondo 'vero', quello delle idee, ed è un filologo ad asserirlo! Il platonismo, il neoplatonismo, lo stoicismo (perfetto imbecille viene definito lo stoico nella Volontà di potenza!), l'epicureismo hanno contribuito al Rinascimento italiano, cioè hanno contribuito a formare gli uomini del Rinascimento, uomini felici, intendendo felicità come pienezza e non come mera contentezza, perché formati dalla saggezza e non saggi perché felici, come sostiene il nostro... Cosa ha prodotto,invece, il libertinaggio filosofico di Nietzsche? Un farneticante pensatore filonazista che pensa tramite etimi, con i relativi seguaci, per giunta, lo scandalizzato rifiuto, con conseguente riaffermazione delle proprie posizioni,da parte del mondo bigotto-cattolico, il pensiero estremamente astratto e fine a se stesso fino a rasentare la follia di quei pensatori i quali mal digerendo le asserzioni più scomode e impopolari della filosofia nietzscheana la tirano ora di qua ora di là in un'estenuante arrampicata sugli specchi alla ricerca di un prestigio che funga da passepartout per entrare a far parte della schiera degli eletti, eletti non si sa per cosa poi! E questo è lo spettacolo davvero risibile e pietoso della cultura filosofica contemporanea: il pensare fine a se stesso... attenzione,non il sapere disinteressato,che in realtà deriva da una passione per la conoscenza,e quindi molto interessato e interessante, alla maniera di Aristotele! Ma tutto ciò non è certo ascrivibile a Nietzsche stesso, che non voleva essere preso sul serio! (quante volte,non a caso, dice di voler essere considerato un buffone!). E allora io mi chiedo e chiedo a voi tutti: è possibile essere felici, realizzare se stessi tramite la filosofia di Nietzsche? Sì, è possibile, perché ciò che Nietzsche stesso voleva era di essere confutato! Ed è questo che sto tentando di fare comprendere. Il superuomo è colui che supera il nichilismo, colui che riesce a restituire valore alle cose e che perciò deve superare l'annullamento estremo, la concezione della volontà di potenza, la distruzione della ragione, attuata a favore dell'esaltazione dell'istintività, per riformulare il senso della vita in modo individuale ed originale. Senza etica, in modo assoluto, senza organizzazione 'nelle' cose, non vi è 'essere' e, quindi, possibilità di conoscere. Senza conoscenza l'uomo è condannato all'inanità, oltre che alla follia. Senza etica è condannato alla disumanità e a scendere a ritroso i gradini della scala che lo hanno portato ad essere un animale razionale, come abbondantemente argomenta Sossio Giametta in "Nietzsche, il poeta, il moralista, il filosofo". Nietzsche voleva essere confutato,ma lo era già stato: la critica inconsapevole del concetto di volontà di potenza è tutta racchiusa in questo aforisma essenziale e conciso, ma che indica la vera grandezza d'animo di colui che lo ha stilato: ‎"E' felice e grande solo chi non ha bisogno di comandare o di obbedire per essere qualcuno! " J.W. von Goethe.
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