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> FRA COPENAGHEN E BERLINO, Sulla scia di Nietzsche
Colui che ha ...
messagio Mar 12 2008, 06:59 PM
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Cari amanti di Nietzsche, spiriti liberi, uomini liberi dunque, pensatori scevri da pregiudizi morali e religiosi, vi consegno questi aforismi e pensieri sparsi (che spedirò ad un mio caro amico), con non la presunzione di essere nel vero ma la certezza di non essere nel falso: ho le mie ragioni. Per qualsiasi osservazione valida, anche da parte dei credenti o anti-me, sarò lieto di rispondere, basta che non si accusi me stesso, ma solo il mio scritto.

Saluti da un uomo che vive in solitudine leggendo Nietzsche
e in compagnia solo di chi lo desidera





FRA COPENAGHEN E BERLINO
di Giancarlo Petrella

Caro Alessandro ti scrivo quello che penso riguardo a Hegel e Kierkegaard, con l'aggiunta di altre riflessioni che sono effetto di quello che percepisco, del mio decoro di intellettuale e poeta.
Piccola genesi dello scritto: un mezza-giornarta di concedo da Nietzsche e da faccende più serie (l'arte e la musica) un po' di attenzione per loro... spendere altro tempo (dunque vita), per certi autori mi pare indecoroso, meschino e persino svelatore di una volontà di voler convincere, base di una follia di voler pensare solo.
Poche parole: non voglio annoiare come fanno i filosofi; non voglio argomentare: l'evidenza di quello che dico è esperienza di chi mi da ragione. L'arma di difesa dei filosofi da che sempre è la noia: vivono di noia a discapito della vera vita. Il mondo degli spiriti liberi è un mondo per pochi, nelle faccende dello spirito poche voci per pochi uditori: musica nuova. Scelsi questi due estremi della meschinità intellettuale: un idealista e un cristiano nevrotico. Uno che fugge dalla realtà e uno che la insulta in nome dell'istituzione più potente al mondo. In sintesi? È meglio pensare come Hegel che vivere come Kierkegaard, ma è meglio leggersi Kierkegaard che udire l'Idealista par excellence... ma danneggiano entrambi l'anima e lo spirito: uno infiacchisce la volontà di vivere, l'altro elimina il gusto per il bello.

Kierkegaard è più anti-hegeliano che cristiano.

In questo Hegel se n'è accorto: ovvero che tutta la vera filosofia è una riflessione sui miti greci... si può dire che i miti greci esprimono più verità della dialettica hegeliana, surrogato di questi. Intorno a Hegel, come ai cantastorie, le donne filavano... Hegel è un buon cantastorie. Pochi sanno che presso alcune tribù i cantori erano anche degli sciamani, dalle cure poco valenti: radici e sortilegi ovvero da processi e idee: gli sbocchi dei fiumi non portano sempre a oceani, seppur il loro tragitto è lungo. Hegel in sostanza è una tentazione! Un tipo del genere di sistema può tentare, ma va lasciato, nemmeno superato, poiché ciò vorrebbe dire di dargli un valore in sé e di costruire ancora su delle fondamenta false seppur quasi infinite. Hegel è un regalo per chi lo desidera. Hegel è un chiacchierone. Hegel è una fede!

Due processi sono ridicoli, e tutt'ora vengono considerati come valenti: la dialettica di Hegel e il movimento della fede di Kierkegaard. Un racconto espresso male e che può vivere solo nell'astratto e una fiaba a cui sfugge sempre la realtà. Porto la bandiera di me stesso e dei miei pensieri contro gli stemmi dei signori, le parole degli intellettuali, i capolavori degli artisti moderni. La parola artista con l'attributo moderno stona già in sé. Stando alle cronache Kierkegaard non si sistemava e lavava, e voleva parlare di buon gusto... come puzza di fideismo ogni suo scritto così lui non si è mai immerso nella saggezza del mondo.

La nostra Etica è biologica, non metafisica.

Cosa c'è di più malato di un professore che si costruisce muri con i libri? Un Professore che dal suo pulpito critica il mondo, che vuole cambiarlo dalla sua cattedra come fosse l'Ente di Plotino o il Sole di Platone.

Che c'è di peggio che della televisione italiana? La musica italiana... Questi cantautori mediocri, questi che degli urli pretendono che sia musica, vedasi Tiziano Ferro; anzi la natura diede al lupo una ragione per il suo canto. I cantanti sono ripeto il massimo che la mediocrità italiana possa concepire, insieme ad alcuni attori, gente tutta inutile, gente tutta non degna nemmeno di essere nominata, dunque un imperativo dall'intelligenza: “non ragioniam di loro, ma guarda e passa”.

Kierkegaard, un néuvrose, la sua angoscia è solo una sfida all'ottimismo di Hegel e del grande Voltaire. Non confondiamo l'ottimismo tedesco con quello del francese: il primo non vuole vedere per non dover ritornare alla scrivania, il secondo vede chiaro tutto eppure ha fede verso l'esistenza.

I filosofi? Tutti a fare compromessi e patti con la società... solo gli Artisti hanno il coraggio di ciò che sono. Se gli italiani fossero veloci nell'apprendere come nel giudicare, nel saper risolvere un problema come nel voler superare i limiti orari... che popolo sarebbe. Questi italiani! Figli di Cagliostro! Maghi dello spettacolo... Anti-Nietzsche par excellence è un italiano medio. Chi è Nietzsche? Il più rispettoso pensatore di tutti i tempi.

Gli artisti? Usano il cervello e non speculano sull'amore.

Sono sempre dell'opinione che il vero pensiero provenga dagli artisti... che ci può insegnare uno Schönberg nel problema dell'arte? Che l'arte è per pochi, e che se è per tutti non è arte!

Non è più il sufolo di Orfeo a cantare se leggete un poeta moderno.

Solo una storia di un genio una storia interessante... In historicis tutto è noioso se non viene considerato il lampo di genio.

La Chiesa è la madre dei crimini alla vita.

La televisione: névrose nazionale.

Che cos'è peggio di tutto? Un ragazzo italiano medio: canne, musica e cinema inutili, pensieri inutili, pensieri? Impulsi della società che in lui trovano luogo per vivere e riprodursi.

Chi può parlare dell'arte? L'artista, ma allora perché tutti questi libri su cosa sia il bello, l'arte... tutte le parole più inutili al mondo per descrivere quello che è più santo: ecco cos'è la critica in generale, ecco cos'è un critico che non potendo essere un destino per l'arte è preferito essere uno che corre dietro con il fischietto agli altri artisti... un vigile che adora fare multe, un professore esaurito per la mancanza di amore, un critico è ciò che più inutile ci sia per l'arte, ovviamente dopo un giovane medio italiano.

L'Italia: madre degli inconsapevoli.

Cosa c'è di più triste che un talento in brutte mani? O semmai pilotato da uno stupido intelletto?

La televisione: campo minato per gli spiriti liberi poiché li distrae o peggio li intrattiene pericolosamente. Ed ecco che sono venuto al sodo di questo scritto breve, ma pieno di piccole dolcezze, la cultura non è mai intrattenimento! È solo un modo per parlare con sé stessi o educare sé stessi, ma l'intrattenimento è tutt'altra cosa.

La radio ha ucciso la musica come la fotografia la pittura... ma ciò non vuol dire che un giorno qualche artista serio possa prendersi le sue responsabilità e mettersi a creare, che l'ebbrezza della primavera o il calore dell'estate o persino l'indifferenza dell'inferno non gli facciano partorire qualcosa di assurdo e assoluto... è infondo assurdo credere nell'arte in un mondo che ha come fine il denaro, lo spettacolo e la celebrità, la potenza... non mi interessa a me di influenzare le persone. Io sono qui, chiunque voglia parlarmi è libero di farlo, non sarò io però ad andare alla ricerca di uditori.

Come faccio a sapere se un uomo è acculturato? È sconosciuto... criterio valido: ogni uomo che viene considerato qualcuno dai media per criterio di verità è nessuno.

Come è terribile la scuola italiana, l'imparare in modo italiano, il pensare da italiani, il divenire italiani... l'essere italiani.

Churchill: il seminatore d'odio che vinse il nobel.

Il nobel per la letteratura viene conferito con il riguer di scelta della prostituta... quando è in servizio.

Georg Brandes: ovvero il principe dell'Areté.

Quale massima accusa verso la televisione? Che specula sulle lacrime.

Stockhausen: il ciarlatano del rumore.

Alcuni dei verzini ne fanno una quercia.

Il singolo è definibile ma non definito, separabile ma non separato... insomma le monadi non hanno valore.

Kierkegaard amava la sua malinconia, ergo se la tenga pure.

C'è gente che offende per dire la verità, ma come cela tutto per il proprio vantaggio.

I filosofi stimano quello che gli è comodo, quando si stima quello che è scomodo allora si inizia a ragionare...

Bisogna meritarselo uno scritto, un maestro...

Tutti possono per una volta essere intelligenti: riconoscendo la propria ignoranza.

Cultura e spettacolo? Quale maggiore fraintendimento che questo?

È una legge antica come le montagne: bisogna essere un filosofo idiota affinché nessuno ti prenda qualcosa.

O Kierkegaard non ha mai amato oppure mente su tutto... Non una sola parola giusta sull'amore!

Kierkegaard parla del nulla: Abramo ha creduto perché ha udito...

Il principe di Copenaghen afferma che l'eroe è chi si concede di essere amato non chi ha il coraggio di amare... In un solo secondo tutta la storia e la genesi dell'amore vengono buttate via... e finiscono verso di me.

Kierkegaard è contento della sofferenza umana poiché può giustificare la gloria di Dio: solo il prete può curare il male dell'uomo, solo lui è il nemico della medicina...

È un mistero che gli indiani ci abbiano consegnato cinquecento anni prima di Cristo ciò che la filosofia non riuscì a darci in millenni.

Nella Bibbia Dio si presenta al mondo come la bufera in tempesta, ma è comunque presente; ora non si vede nemmeno un mare calmo in nome suo.

I poeti moderni sono idioti: non hanno letto molto e vogliono a tutti i costi essere letti, osannati... tuttavia la giustizia porta che abbiamo un élite di analfabeti.

Che c'è di peggio di un speculatore delle parole inusuali e più profonde?

Non si può definire padre chi è stato eletto da uomini.

La televisione è il regno dei germi, specialmente gli stafilococchi che prendono il nome di programmi italiani. Molti artisti vivono tre metri sotto terra e si cibano di ceneri di pensieri di grandi uomini. Alcuni uomini dello spettacolo della caciara e del chiasso ne hanno fatto la loro arte, e la passano per cultura. La più mortale malattia è di voler correre. Il senso della vita è di non guarda i programmi italiani. Le grandi buffonate della televisione fanno dimenticare i grandi problemi della vita. È quasi un assioma che non ci può essere cultura se c'è spettacolo.

Ormai la filosofia ha preso il volo e si è dimenticata della realtà.

La scienza brancola nel buio quando la fede pretende il monopolio della luce.

Contro l'intelligenza un uomo si è alzato in maniera ignobile: Gregorio da Rimini.

Una legge racchiude spesso in sé la ragione per infrangerla.

Ormai la filosofia giace in un sepolcro.

La verità può essere pensata solo nella storia dell'arte.

Kierkegaard vuole una pietra? Gli lancerò io la prima pietra.

Sfido chiunque di trovare nelle opere di Nietzsche una qualsiasi cosa mediocre... neppure Dante arriva a tali livelli di perfezionamento in tutto.

I pensieri di taluni sono così perfetti che gli manca solo la possibilità di interagire con la realtà.

La felicità per Kant? Basta essere prudenti... Ma così si confonde l'eudaimonia con il sopravvivere.

La filosofia è solo una ragazza antipatica e brutta che vuole atteggiarsi e pretende mille attenzioni.

Abramo? Ma che tempi quelli! Gli angeli scendevano dal cielo per fermare i crimini...

L'unico modo per filosofare veramente è di schernire Pascal.

Il fuoco solo detiene le verità. Il fuoco brucia!


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I limiti del mio linguaggio costituiscono i limiti del mio mondo.

At nihilominus sentimus experimurque, nos aeternos esse.
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nemo
messagio Mar 12 2008, 07:31 PM
Messaggio #2





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Non male, Giancarlo, davvero non male...
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