L'eterno ritorno |
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L'eterno ritorno |
Apr 2 2007, 07:33 PM
Messaggio
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Old Member Gruppo: Members Messaggi: 181 Iscritto il: 24-March 07 Utente Nr.: 23 |
Oggi stavo leggendo la Città di Dio e mi è saltato agli occhi un capitolo particolare, in cui Agostino cita (e critica) la concezione ciclica del tempo offerta dagli stoici.
Ovviamente Nietzsche non si presenta come uno stoico, nè porta avanti l'idea che gli eventi ripetano stoicamente sè stessi (o forse si?) salta su un altro piano, ma rimane il fatto che "il serpente" dà problemi di interpretazione. Per introdurre la tematica ho pensato di riportare il testo di Agostino, putroppo questa versione, trovata in rete, non è delle migliori e svilisce un po' il brano. 13. 1. I filosofi naturalisti ritennero di poter o dovere risolvere la suddetta controversia introducendo dei cicli di tempo. Affermarono che con essi tornavano a ripetersi in natura sempre i medesimi eventi e che allo stesso modo per il futuro si sarebbero avuti senza fine i ritorni degli avvenimenti che vengono e vanno, sia che i cicli si verifichino in un mondo senza tramonto, sia che il mondo sorgendo e tramontando a determinate distanze di tempo offrisse come nuovi sempre gli stessi avvenimenti sia passati che futuri. Così questi filosofi non riescono a considerar libera da questa beffa del destino l’anima immortale, anche se ha acquisito la sapienza, poiché va senza sosta verso una falsa felicità e senza sosta ritorna a una vera infelicità. Non può infatti essere vera felicità perché non si ha sicurezza della sua eternità e perché in quello stato l’anima o per radicale inesperienza non conosce nella realtà l’infelicità del mondo o la teme con angoscia pur essendo nella felicità. Ma se essa non dovrà più tornare all’infelicità terrena, passa da questa alla felicità. Avviene dunque nel tempo qualcosa che prima non era avvenuto e che non ha il limite del tempo. Questo si può dire dunque anche del mondo ed anche dell’uomo creato nel mondo. Quanto dire che con la sana dottrina attraverso una via dritta si devono evitare gli assurdi ritorni ciclici inventati da filosofi assurdi e impostori. -------------------- Non lodarmi la morte, splendido Odisseo. Vorrei esser bifolco, servire un padrone, un diseredato, che non avesse ricchezza, piuttosto che dominare su tutte l'ombre consunte
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