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jesko Inviato il: Mar 31 2008, 10:29 PM


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CITAZIONE(Stirner @ Oct 9 2007, 08:49 PM) *
Ciao a tutti, oggi ho avuto un pensiero sul nesso tra la filosofia cartesiana e quella spinosiana...

Descartes toglie valore alla realtà esterna al soggetto, e pone quest'ultimo come unica certezza, come fondamento unico della conoscenza. In questo modo esso ha dato avvio a quel processo(sfociato poi nell'idealismo) di una predominanza sempre maggiore del soggetto come origine della conoscenza. Ovviamente questo processo è anche arrivato fino a Nietzsche(anche Heidegger lo fa notare), infatti, nella volontà di potenza c'è l'idea(in parte cartesiana) che la realtà sia un illusione o parafrasando un brano:"la verità è quella specie di errore senza la quale una determinata specie non potrebbe vivere".
Chiudo subito questa parentesi su Nietzsche per tornare "indietro di 300 anni".
Spinoza, affermando che la realtà è unica e non separabile in vari tipi di materia, propone un panteismo che secondo me si oppone al processo sopracitato, cioè quello della crescita di valore del soggetto pensante. Ponendo come reale una realtà unita, Spinoza toglie, a mio avviso, valore al soggetto(contrastando così Cartesio) e lo "distribuisce in modo omogeneo al Tutto".

La Realtà non consta solo di Estensione, ma di Estensione e Pensiero e di infiniti altri attributi. Quindi mi sembra non chiaro come
Spinoza privilegi la Materia a scapito del Pensiero piuttosto che a scapito degli infiniti altri attributi.
Sempre che Cartesio abbia posto il Soggetto come momento centrale del processo conoscitivo non è pensabile come Spinoza si opponga alla crescita di valore
del soggetto, dato che il soggetto dispone per quanto riguarda la sua realizzazione di ciò che per definizione è l'espressione di una essenza
infinita, quindi del massimo grado pensabile di espressività!

È forse Spinoza uno dei primi(esclusi i panteisti greci) antimetafisici della storia della filosofia occidentale? Esso si oppone al "processo" di cui ho parlato prima? Con metafisica intendo quello che intende Nietzsche, cioè la credenza nelle antitesi di valori, cioè la credenza in una parte della realtà contrapposta ad una ltra, come il bene e il male.
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