Friedrich Wilhelm Nietzsche Forum _ Nietzsche Pensiero _ Silensio parla il Sogno!

: BlackSmith Mar 24 2009, 04:36 PM

Quanto è inutile la razionalità per sentire Nietzsche.
Un omaggioa chi mi ha dato un'altro spunto per vedere.
Per spiegare Nietzsche, mia cara Nach, un quadro, una poesia, un film, valgono mille tomi di illustri pensatori.
BlackSmith

: BlackSmith Mar 24 2009, 04:37 PM

CITAZIONE(BlackSmith @ Mar 24 2009, 04:36 PM) *
Quanto è inutile la razionalità per sentire Nietzsche.
Un omaggioa chi mi ha dato un'altro spunto per vedere.
Per spiegare Nietzsche, mia cara Nach, un quadro, una poesia, un film, valgono mille tomi di illustri pensatori.
BlackSmith

opss ecco
http://www.youtube.com/watch?v=uHC_vS6VaOY

: BlackSmith Mar 24 2009, 04:40 PM

CITAZIONE(BlackSmith @ Mar 24 2009, 04:37 PM) *

Il sogno si sta trasformando in incubo angry.gif
http://www.youtube.com/watch?v=uHC_vS6VaOYhttp://www.youtube.com/watch?v=uHC_vS6VaOY

: Sgubonius Mar 24 2009, 09:54 PM

Sarebbe meglio senza Pink Floyd alla fine però! angry.gif

PS: senza i tomi di filosofia non potresti capire del tutto la poesia, essa è infatti un allenamento al pensiero che permette poi di vivere pienamente la poesia. Fra i più grandi apprezzatori d'arte, reali apprezzatori, sinceri, attenti, non inautenticamente abbandonati alle angherie dell'autore per clichè, ci sono sempre stati i filosofi.

: Nachtlied Mar 24 2009, 09:55 PM

Dai Blacksmith, non metterla in questo modo. laugh.gif
Sai bene che non intendevo affatto dire che Nietzsche va capito studiando 'razionalmente' i libri scritti dai suoi interpreti.
Quello che intendevo è che un quadro (come quello con lo specchio rotto che hai fatto tu) può sicuramente essere un mezzo per avvicinarsi a lui, per aiutarci a 'sentirlo meglio dentro di noi', ma non è sufficiente a capire Nietzsche fino in fondo, perché lui ha scritto libri e ci ha chiesto di leggerli, non ha dipinto quadri.
E i libri si leggono.
Come ti ho già scritto, in un secondo momento (cioè dopo un'accurata lettura) uno può, se vuole, passare alla rappresentazione, ma è un passo successivo (e peraltro non coerente con il filosofo, ma di questo abbiamo già ampiamente discusso wink.gif ).

Dicevo poi che tu hai un buon metodo di approcciarti al problema, cioè quello di entrare nella situazione, di immaginartela; quindi, per essere coerente con questo, dovresti entrare dentro il pensiero di N, magari ripercorrendo la via che lui ha percorso, o/e percorrendo quella che lui ha tracciato... Tutto qui!

: Sgubonius Mar 24 2009, 11:11 PM

CITAZIONE(Nachtlied @ Mar 24 2009, 09:55 PM) *
Come ti ho già scritto, in un secondo momento (cioè dopo un'accurata lettura) uno può, se vuole, passare alla rappresentazione, ma è un passo successivo (e peraltro non coerente con il filosofo, ma di questo abbiamo già ampiamente discusso wink.gif ).


Direi comunque che lo Zarathustra è un esempio di come la filosofia giunge al suo limite come linguaggio e ricerca uno sfondamento inevitabile nel poetico. Se ha un pregio lo Zarathustra è di mescolare i due generi, però io posso dire nella mia esperienza che leggere soltanto questo testo è altamente fuorviante, e che per quanto le sue immagini poetiche siano ottime per entrare nel vivo del pensiero si rischia di semplificare molto la questione Nietzsche che è invece non solo complessa ma direi anche aperta.

: BlackSmith Mar 25 2009, 12:54 PM

Sarebbe meglio senza Pink Floyd alla fine però! angry.gif

Ho voluto mixare le musiche antiche di Rota con quelle moderne dei Pink Floyd "Shine On You Crazy", e ho scelto quest'ultima poichè mi ricordava che era una di quelle poche canzoni che mi creavano un'atmosfera onirica, mi facevano entrare nel sogno come nei misteri eleusini. La parte finale del film è di una bellezza senza tempo,(ancora grazie Sgub), come la lettura di Nietzsche anche quella è di una bellezza senza tempo. Quando dicevo, quanto siano inutili, mille tomi per capire Nietzsche, ho voluto con questo breve collage, blog, di immagini e suoni, farVi capire come, io, intendo sia l'unico modo per approcciarsi alla lettura dello Z.
Quello non è un testo di filosofia, (non è una polemica Nach), quella cosa lì è una cosa per iniziati, bisogna togliersi le scarpe, prendersi per mano, e lasciandarsi andare in balli e canti immersi nel sogno. L'unione tra realtà e sogno, quelli vestiti di bianco accanto a quelli vestiti normalmente,
poi addirittura c'è qualcuno che vestito di bianco indossa un normalissimo paltò (altro mistero....) è l'unico modo per partecipare a quell'evento. Nella lettura dello Z. come nella parte finale di quel film, non è importante Leggere, ma mettersi in fila.... e girare.
Certo adesso Nietzsche è diventata una moda, ma quando l'ho incontrato diventandone amico è stato in tempi non sospetti wink.gif

P.S Per fortuna che in questi giorni non c'è Zagreo, altrimenti Silenzio, Silenzio! Ho serissimi problemi agli occhi!

http://www.youtube.com/watch?v=uHC_vS6VaOY


: Zagreo Mar 25 2009, 02:39 PM

CITAZIONE(BlackSmith @ Mar 25 2009, 12:54 PM) *
P.S Per fortuna che in questi giorni non c'è Zagreo, altrimenti Silenzio, Silenzio! Ho serissimi problemi agli occhi!


Eccomi laugh.gif
In realtà l'avevo notato tongue.gif ma sono stato zitto rolleyes.gif
Non voglio fare sempre il guastafeste...
Cmq già che ci sono, un po' lo faccio: x capire N. serve una razionalità elevata all'ennesima potenza, altro che irrazionalità!
Non hai idea di quanta razionalità serve per girare un finale come quello... Dipende poi anche da cosa s'intende x irrazionale...
In Fellini ci sono situazioni ottiche e sonore pure, immagini soggettive, ricordi d'infanzia, sogni ecc in cui il personaggio non agisce senza vedersi agire, un vero soggettivismo complice. Ma se cmq l'immagine è soggettiva, mentale o fantasma, non si organizza mai in spettacolo senza diventare oggettiva... wink.gif

: Sgubonius Mar 25 2009, 03:25 PM

Direi che serve molta lucidità (razionalità rischia di diventare una questione logica/deduttiva che direi non è proprio rigorosissimo).
Quando sento rinchiudere Fellini nella sola categoria di "onirico/visionario" ho sempre perplessità, nel senso che questo sarebbe solo un abbandono irrazionale alla fantasia, patria dell'inautentico e nemica di ogni reale opera d'arte (l'intorbidimento delle acque per farle sembrare profonde nel "Dei Poeti"). Anche se originariamente pensata come antitesi archetipica fra puer e senex, la "collaborazione" fra il regista e l'intellettuale iper-razionale è necessaria e si rifà anche a quell'ideale tragico che in Nietzsche univa apollineo e dionisiaco. Quell'igiene di cui parla il francofono è lo stesso di cui rimproveravo la mancanza nell'altro topic ai poeti dell'ultima ora. Il volo sfrenato dell'artista estroso necessita di un legame alla terra che gli permetta la realizzazione effettiva, l'immanenza orizzontale (opposta alla trascendenza verticale del sognatore, dell'idealista), la razionalità del critico/intellettuale/senex non potrà mai bastare a questo scopo ma può indicare la strada conferendo la lucidità necessaria ad aprire la via per il suggello che sarà poi nel film la moglie o la musa (derivato dell'anima junghiana), o in Nietzsche l'eterno ritorno che è a tutti gli effetti una sorta di erede dell'apollineo (ne parlavamo anche nel topic apposito) ma senza la componente trascendente che mantiene il dualismo.

: BlackSmith Mar 25 2009, 05:30 PM

CITAZIONE(Sgubonius @ Mar 25 2009, 03:25 PM) *
Direi che serve molta lucidità (razionalità rischia di diventare una questione logica/deduttiva che direi non è proprio rigorosissimo).
Quando sento rinchiudere Fellini nella sola categoria di "onirico/visionario" ho sempre perplessità, nel senso che questo sarebbe solo un abbandono irrazionale alla fantasia, patria dell'inautentico e nemica di ogni reale opera d'arte (l'intorbidimento delle acque per farle sembrare profonde nel "Dei Poeti"). Anche se originariamente pensata come antitesi archetipica fra puer e senex, la "collaborazione" fra il regista e l'intellettuale iper-razionale è necessaria e si rifà anche a quell'ideale tragico che in Nietzsche univa apollineo e dionisiaco. Quell'igiene di cui parla il francofono è lo stesso di cui rimproveravo la mancanza nell'altro topic ai poeti dell'ultima ora. Il volo sfrenato dell'artista estroso necessita di un legame alla terra che gli permetta la realizzazione effettiva, l'immanenza orizzontale (opposta alla trascendenza verticale del sognatore, dell'idealista), la razionalità del critico/intellettuale/senex non potrà mai bastare a questo scopo ma può indicare la strada conferendo la lucidità necessaria ad aprire la via per il suggello che sarà poi nel film la moglie o la musa (derivato dell'anima junghiana), o in Nietzsche l'eterno ritorno che è a tutti gli effetti una sorta di erede dell'apollineo (ne parlavamo anche nel topic apposito) ma senza la componente trascendente che mantiene il dualismo.

Sono d'accordo con te, sulla lucidità-razionalità, non sono d'accordo invece, ma forse non sono stato chiaro, e mi capita spesso, sull'abbandono irrazionale; chi lo ha detto, chi lo ha mai sostenuto! L'abbandono può non essere irrazionale, ma invece assolutamente volontario ed è quello dell'uomo dionisiaco che pur essendo in preda all'abbandono dell'ebrezza, sta fuori di sè, ma è ancora in sè, come staccato dal corpo ma non nella mente, guarda tutto, sopra di lui, è proprio quella poliprospettiva schizofrenica, quella frantumazione dell'io, quella spersonalizzazione di cui tanto hai prima parlato.
Uno dei passaggi interessanti è propio, l'abbandono del "regista" quando sulla scena irrompe, come un disturbo, il "jolly-maestro", rappresentando in quel momento la frantumazione dell'iper-razionalità del "logico-senex", buttando giù i pezzi della scacchiera, è in quel momento, in quell'intrusione discreta e apparentemente distaccata dalla scena che avviene la trasformazione, come elemento chimico fondamentale per ottenere quella magnifica reazione. Non dico che sia l'elemento fondamentale, devono esserci tanti elementi, ma quell'intrusione, è la polvere magica!
Poi ho fatto caso alla mescolanza tra immanenza e trascendenza, rappresentata dal bianco e dal nero, quel film non avrebbe potuto essere girato che con quei due soli colori, alcuni sono solo immanenza altri trascendenza altri ancora l'uno e l'altro contemporaneamente. E' curioso e molto interessante, almeno io, la trovo tale. Guarda chi è soltanto vestito di bianco, guarda chi è vestito normalmente, guarda poi chi ha contemporaneamente le due cose, è fantastico! Fantastico! Non smetterò mai di ringraziarti, poi Za. dai, su, chi ha mai pensato che Fellini con quel film non abbia usato la capoccia, mi sembra riduttivo, questo fraintendimento sull'irrazionalità e sull'abbandono.
http://www.youtube.com/watch?v=uHC_vS6VaOY


: Sgubonius Mar 25 2009, 06:26 PM

Ma infatti era più che altro una considerazione preventiva non diretta a te e che però nel frattempo poteva ricondurci alla nostra prima "disputa" riguardo al Dei Poeti e all'altro topic ancora sull'apollineo. La ragione e l'ordine sono in qualche maniera strumentali per così dire ma mai finali, comunque poi penso che ci siamo capiti.
Riguardo al bianco e nero è stata una scelta (nel 1962 c'era già il colore) e sicuramente riesce difficile pensare questo film a colori. Non ho mai fatto una cernita consapevole dei personaggi in bianco e di quelli misti, da quello che so io nell'intenzione dovevano essere tutti trasfigurati nel bianco della musa Anima che è infatti il primo personaggio a mettersi in cammino ed è già vestita di bianco nelle prime due visioni (alla fonte e nella stanza, in verità già nel film il bianco riconduce al "principio di realtà", tutti i senex e tutte le situazioni di chiarezza apollinea, anche tremenda, sono in bianco: produttore, critico, nella sauna, il bagno all'inizio). Ritengo che in molti casi semplicemente per estetica non si sia cambiato l'abito di personaggi secondari, in quanto poi (pensa alla scena in cui scendono tutti dalla scala) sarebbe mancato il contrasto che è necessario perchè si distinguano un attimo le figure. La trascendenza/immanenza è soprattutto nella verticalità/orizzontalità della rampa di lancio che come hai fatto notare benissimo viene come abbattuta nel suo trascendere verso l'alto (come compare anche nel primissimo sogno dove Guido vola) dal "nichilismo" del critico. Assorbita questa lezione e superata gli è possibile quel circolo che è puramente orizzontale, terrestre.

Io tendo a divagare parlando di questo film però! wink.gif

: BlackSmith Mar 25 2009, 07:32 PM

Alcune cose riesco a comprenderle meglio, quando di fronte ho qualcuno che crea dei concetti e non si riduce a riportare cosa dice quello o quell’altro, e tu, ti (anacoluto? Ah a proposito ti sei accorto come nella dialettica e nella scrittura, già qui, si tende in generale a riproporre l’identico e a diffidare della differenza? Oh intendiamoci non c’entra nulla con gli errori grammaticali, gli anacoluti, le distrazioni, gli strafalcioni, etc.. ma riflettevo a quanto in generale siamo ostili al senso piuttosto che al senzo e riproponiamo tutti gli stessi pensieri che penzieri differenti ) sei spiegato benissimo. Non ho letto tantissimi filosofi, ma quello che sento è che la vera filosofia, deve creare, fare cose nuove, come la pittura, il cinema, la letteratura, e lo Zarathustra appartiene a pieno titolo a queste categorie, che per alcuni in questo forum, e non mi riferisco certamente a te, visto che sei stato tu a suggerirmi di rivedere questo capolavoro, sembrano invece delle sotto-categorie. Nello Zarathustra Nietzsche diventa filosofo-artista-creatore e non è stato meno di Picasso, cioè voglio dire, che al pari di Picasso, ha creato qualcosa di nuovo, non limitandosi a guardare cos’era stato fatto prima di lui, approvando alcuni, criticando altri, è andato oltre, ha rotto degli schemi, ha posto una linea di demarcazione, un solco incredibile, tra quello che era prima di Nietzsche e quello che ancora ha da venire.

Riguardo al bianco e nero è stata una scelta (nel 1962 c'era già il colore). Non avevo fatto caso, che già in quegli anni si poteva disporre del colore, e questo confermerebbe ancora di più quanto non a caso siano stati scelti gli abiti dei personaggi nei particolari, pur ammettendo che certe cose potrebbero essere casuali, vista la complessità nel gestire tutte quelle comparse. Ma non sarei così tanto certo, che non siano stati meticolosamente scelti nei minimi particolari dal regista.
Guido neanche nella vasca si libera dal nero…, con quel cappello, e non credo sia stato un caso.

La trascendenza/immanenza è soprattutto nella verticalità/orizzontalità della rampa di lancio che come hai fatto notare benissimo viene come abbattuta nel suo trascendere verso l'alto (come compare anche nel primissimo sogno dove Guido vola) dal "nichilismo" del critico. Assorbita questa lezione e superata gli è possibile quel circolo che è puramente orizzontale, terrestre.
Nelle parti grasse, proprio lì, non ho capito una “ cippa”, sempre per citare Zagreo, che aleggia sempre sopra di me…

Io tendo a divagare parlando di questo film però! Ne vale la pena


: Zagreo Mar 25 2009, 10:25 PM

CITAZIONE(BlackSmith @ Mar 25 2009, 05:30 PM) *
Non smetterò mai di ringraziarti, poi Za. dai, su, chi ha mai pensato che Fellini con quel film non abbia usato la capoccia, mi sembra riduttivo, questo fraintendimento sull'irrazionalità e sull'abbandono.


Scusa ma leggendo si poteva capire "male", e ho preferito chiarire tongue.gif
Alzi la mano chi aveva capito bene!....scherzo

CITAZIONE(BlackSmith @ Mar 25 2009, 07:32 PM) *
Non ho letto tantissimi filosofi, ma quello che sento è che la vera filosofia, deve creare, fare cose nuove, come la pittura, il cinema, la letteratura, e lo Zarathustra appartiene a pieno titolo a queste categorie, che per alcuni in questo forum, e non mi riferisco certamente a te, visto che sei stato tu a suggerirmi di rivedere questo capolavoro, sembrano invece delle sotto-categorie.


Sono d'accordo! Cmq in questo forum non ho trovato qualcuno che lo negasse, tu si?
La teoria filosofica è una pratica, e non è certamente più astratta del suo oggetto, è pratica dei concetti. La teoria del cinema ad esempio non si fonda sul cinema, ma sui concetti che il cinema suscita. Il cinema è nuova pratica delle immagini e dei segni, di cui la filosofia può e deve fare la teoria in quanto pratica concettuale....
"cinema" x me è uguale a "filosofia"

: Sgubonius Mar 25 2009, 10:53 PM

Su questo film tendo ad essere preparatissimo, ti posso dire che non c'è quasi nulla di casuale, quelle non sono nemmeno comparse nel senso tecnico del termine in quanto sono tutti personaggi già presenti nel film, anche se solo per brevissime scene, e Fellini come è noto sceglieva accuratamente i volti anche per i ruoli marginalissimi perdendo anni a visionare provini. Nello specifico tutti i costumi dei personaggi principali furono senza dubbio fatti in due versioni bianco e nero, ma prova a immaginare visivamente la scena finale senza un minimo di scuro e capisci perchè poi alcuni mantengano smoking o altri abiti scuri. Mera questione di composizione dell'immagine, immaginati guernica (per riprendere Picasso) senza sfumature di grigio, sarebbe un disastro estetico!

Comunque poco importa quello!

Invece è più importante il discorso che hai ingrassetato: il percorso dell'artista si colloca in principio in una incapacità creativa dovuta al sovrabbondare creativo, dionisiaco, infantile, che si simbolizza nel volo come trascendenza del soggetto che si libera dal traffico del mondo contingente per andare alle idee, all'arte come la intende Schopenhauer: contemplazione dell'ideale. Ecco perchè proprio nel sogno iniziale si intravede lui volare e si sovrappongono le immagini della rampa di lancio che sta costruendo per il film, secondo simbolo della verticalità del trascendentalismo (pensa alle monadi di Leibniz, piano di sopra/piano di sotto).
A impedirgli l'eccesso di questo volo (che come insegna Icaro finisce male) ci pensa un avvocato (agente della sua musa peraltro) che legge un copione: "giù, giù definitivamente". Quella corda che lo tiene legato è se vuoi la parte apollinea o razionale che, sempre nella trascendenza dell'idea e di un mondo dualistico, lo aiuta a rimanere nella realtà (Freud parlerebbe proprio di "principio di realtà" opposto a quello di piacere che è del bambino, del volo, Nietzsche nella NdT parlava di Lakchos e di principio di individuazione). Nello stesso solco si collocano tutte le figure "senex": il prete, il critico, il produttore, che lo invitano continuamente al suo dovere, alla ragionevolezza, al lavoro produttivo, all'individuazione.
Ora però come già schopenhauer aveva ben visto questo gioco non funziona, e la corda prima o poi si spezza: "non c'è niente di niente, da nessuna parte". Il risultato è il colpo di rivoltella alla tempia, ecco il trionfo dell'aldilà del principio di piacere, ecco il terribile epilogo di ogni dualismo e di ogni trascendentalismo, di ogni soggetto così narcisisticamente e infantilmente legato al suo io...voglio (nell'harem è portata al culmine l'idea) tanto da non saper fare UNA scelta (nelle donne in primis) nella paura di perdere qualcosa. Solo dopo l'annullamento nolontaristico di questa volontà, solo dopo esser salito in macchina col critico e aver abbattuto le impalcature della trascendenza si può dare vita ad un nuovo inizio, un dire di sì, che non sarà più nel segno dei senex e dell'apollineo (trascendenti, dualistici, verticali), bensì nel girotondo che si muove su un piano orizzontale, sulla terra, un girotondo che si chiude in se stesso, un eterno ritorno che non va da nessuna parte, resta lì nella sua musica dionisiaca. "Questa confusione sono io, io come sono e non come vorrei essere". La moglie che gli rimprovera di non averla mai "sposata veramente" è proprio l'incapacità di questo artista a legarsi con fedeltà alla terra che è apparenza, immanenza, sostanza spinoziana, un anello nuziale che è quello della volontà che vuole se stessa, un edipo in senso cosmico (la madre e la moglie come terra/feritilità creativa ancora, il padre come superio/senex/dio/trascendenza arida).

Spero sia un po' più chiaro! tongue.gif

: Nachtlied Mar 26 2009, 01:57 PM

CITAZIONE(Sgubonius @ Mar 24 2009, 11:11 PM) *
Direi comunque che lo Zarathustra è un esempio di come la filosofia giunge al suo limite come linguaggio e ricerca uno sfondamento inevitabile nel poetico. Se ha un pregio lo Zarathustra è di mescolare i due generi, però io posso dire nella mia esperienza che leggere soltanto questo testo è altamente fuorviante, e che per quanto le sue immagini poetiche siano ottime per entrare nel vivo del pensiero si rischia di semplificare molto la questione Nietzsche che è invece non solo complessa ma direi anche aperta.

Oltre che fuorviante è controproducente, nel senso che lo Za deve essere il culmine di un'accurata ricerca e riflessione sul pensiero nietzscheano; leggerlo da solo poterbbe portare a fraintendimenti dai quali poi risulterebbe molto difficile uscire.
Infatti:
CITAZIONE(BlackSmith @ Mar 25 2009, 07:32 PM) *
che la vera filosofia, deve creare, fare cose nuove, come la pittura, il cinema, la letteratura, e lo Zarathustra appartiene a pieno titolo a queste categorie, che per alcuni in questo forum, e non mi riferisco certamente a te, visto che sei stato tu a suggerirmi di rivedere questo capolavoro, sembrano invece delle sotto-categorie. Nello Zarathustra Nietzsche diventa filosofo-artista-creatore e non è stato meno di Picasso, cioè voglio dire, che al pari di Picasso, ha creato qualcosa di nuovo, non limitandosi a guardare cos’era stato fatto prima di lui, approvando alcuni, criticando altri, è andato oltre, ha rotto degli schemi, ha posto una linea di demarcazione, un solco incredibile, tra quello che era prima di Nietzsche e quello che ancora ha da venire.

Non ho mai detto che queste siano sotto-categorie, né l'ho mai pensato! Perciò, se ti riferisci a me, per favore smetti di farmi dire cose che non ho detto.
E' proprio perché nello Za Nietzsche diventa filosofo-artista-creatore (che, seguendo il filo conduttore inaugurato con la FW, si riassume un'unica persona, cioè nel nuovo tipo di filosofo), che non va presa troppo alla leggera la poesia che ne costituisce il linguaggio, riducendola ad un tipo di poesia puramente rappresentativa, che è appunto quella 'tradizionale'.
La poetica dello Za è molto complessa e problematica (non dimentichiamoci che tiene divisi due gruppi di studiosi e interpreti nietzscheani!) e per questo non ha niente a che vedere con una poesia che è solo forma, come può essere quella romantica (contrariamente a ciò che vorrebbe farci credere, fra l'altro).


Ps non toccatemi i Pink Floyd e soprattutto Shine on me crazy diamond!!! angry.gif tongue.gif

: BlackSmith Mar 26 2009, 07:56 PM

CITAZIONE(Nachtlied @ Mar 26 2009, 01:57 PM) *
Oltre che fuorviante è controproducente, nel senso che lo Za deve essere il culmine di un'accurata ricerca e riflessione sul pensiero nietzscheano; leggerlo da solo poterbbe portare a fraintendimenti dai quali poi risulterebbe molto difficile uscire.
Infatti:

Non ho mai detto che queste siano sotto-categorie, né l'ho mai pensato! Perciò, se ti riferisci a me, per favore smetti di farmi dire cose che non ho detto.
E' proprio perché nello Za Nietzsche diventa filosofo-artista-creatore (che, seguendo il filo conduttore inaugurato con la FW, si riassume un'unica persona, cioè nel nuovo tipo di filosofo), che non va presa troppo alla leggera la poesia che ne costituisce il linguaggio, riducendola ad un tipo di poesia puramente rappresentativa, che è appunto quella 'tradizionale'.
La poetica dello Za è molto complessa e problematica (non dimentichiamoci che tiene divisi due gruppi di studiosi e interpreti nietzscheani!) e per questo non ha niente a che vedere con una poesia che è solo forma, come può essere quella romantica (contrariamente a ciò che vorrebbe farci credere, fra l'altro).
Ps non toccatemi i Pink Floyd e soprattutto Shine on me crazy diamond!!! angry.gif tongue.gif


Sono contento di risentirti! Certo che intendevo riferirmi a te, altrimenti come avrei potuto stimolare, provocare, la tua risposta e quindi aspettare ansioso la tua apparizione laugh.gif
Ah Nach, dai, com'è l'accostamento, ci sta, ci sta? Oh quel pezzo dei Pink Floyd, passa il tempo, e non smette ancora di farmi sognare, è il mio preferito.


: BlackSmith Mar 26 2009, 08:22 PM

Dici:Invece è più importante il discorso che hai ingrassetato: il percorso dell'artista si colloca in principio in una incapacità creativa dovuta al sovrabbondare creativo, dionisiaco, infantile, che si simbolizza nel volo come trascendenza del soggetto che si libera dal traffico del mondo contingente per andare alle idee, all'arte come la intende Schopenhauer: contemplazione dell'ideale. Ecco perchè proprio nel sogno iniziale si intravede lui volare e si sovrappongono le immagini della rampa di lancio che sta costruendo per il film, secondo simbolo della verticalità del trascendentalismo (pensa alle monadi di Leibniz, piano di sopra/piano di sotto).
A impedirgli l'eccesso di questo volo (che come insegna Icaro finisce male) ci pensa un avvocato (agente della sua musa peraltro) che legge un copione: "giù, giù definitivamente".


La prima parte del film, quando è intrappolato claustrofobicamente nel traffico, non è casuale che i passeggeri dell'autobus, mostrano i loro corpi vestiti di bianco,nascondendo le teste, e quindi non sono convinto,sgub, che i colori dei vestiti e il loro significato sia di poco conto. Condivido con te l'incapacità di canalizzare creativamente "l'idea" di realizzare un film che prevederebbe la fantastica partenza di una fantomatica navicella spaziale, nell'unico modo che gli riesce, cioè quello di idealizzare con la rappresentazione del volo, cioè che altrimenti non riesce a fare, poichè legato agli arti, impedito dalla zavorra-utile del mondo reale a cui viene richiamato al "giù definitivamente" dell'avvocato.






Quella corda che lo tiene legato è se vuoi la parte apollinea o razionale che, sempre nella trascendenza dell'idea e di un mondo dualistico, lo aiuta a rimanere nella realtà (Freud parlerebbe proprio di "principio di realtà" opposto a quello di piacere che è del bambino, del volo, Nietzsche nella NdT parlava di Lakchos e di principio di individuazione). Nello stesso solco si collocano tutte le figure "senex": il prete, il critico, il produttore, che lo invitano continuamente al suo dovere, alla ragionevolezza, al lavoro produttivo, all'individuazione.
D'accordissimo.

Ora però come già schopenhauer aveva ben visto questo gioco non funziona, e la corda prima o poi si spezza: "non c'è niente di niente, da nessuna parte". Il risultato è il colpo di rivoltella alla tempia, ecco il trionfo dell'aldilà del principio di piacere, ecco il terribile epilogo di ogni dualismo e di ogni trascendentalismo, di ogni soggetto così narcisisticamente e infantilmente legato al suo io...voglio (nell'harem è portata al culmine l'idea) tanto da non saper fare UNA scelta (nelle donne in primis) nella paura di perdere qualcosa. Solo dopo l'annullamento nolontaristico di questa volontà, solo dopo esser salito in macchina col critico e aver abbattuto le impalcature della trascendenza si può dare vita ad un nuovo inizio, un dire di sì, che non sarà più nel segno dei senex e dell'apollineo (trascendenti, dualistici, verticali), bensì nel girotondo che si muove su un piano orizzontale, sulla terra, un girotondo che si chiude in se stesso, un eterno ritorno che non va da nessuna parte, resta lì nella sua musica dionisiaca. "Questa confusione sono io, io come sono e non come vorrei essere". La moglie che gli rimprovera di non averla mai "sposata veramente" è proprio l'incapacità di questo artista a legarsi con fedeltà alla terra che è apparenza, immanenza, sostanza spinoziana, un anello nuziale che è quello della volontà che vuole se stessa, un edipo in senso cosmico (la madre e la moglie come terra/feritilità creativa ancora, il padre come superio/senex/dio/trascendenza arida).

Sei stato chiaro, ma ho notato, come in quasi tutte le recensioni e le interpretazioni, la figura di Maurice viene, quasi rimossa, o quantomeno viene relegata, erroneamente, come una figura di secondo piano. Alla fonte dopo il ritmo incalzante sotto le note della cavalcata delle Valchirie, nella scena quando la scrittrice-filosofa-ammiccante , fidanzata del suo amico, dice "non sentite l'acqua della sorgente?", acqua felice la chiamano i latini dice, e in quel momento appare il Jolly, quello che butta giù i pezzi della scacchiera dell'apollineo, con una risata dionisiaca invita i presenti a fare dei giochi di telepatia e cosa tira fuori dai pensieri di Guido : Asa-Nisi-Masa, quella formuletta magica indispensabile a svelare l'anima junghiana, a cui tu hai giustamente fatto riferimento, ma se l'Anima è l'archetipo junghiano, gli altri personaggi, i senex, la trasgessione che è l'unica ad ammalarsi dell'acqua della fonte, l'unica non malata, dovrebbero essere le ombre dello stesso Guido, insomma se c'è l'anima, ci sone le Ombre, Maurice cos'è se non la figura principale perchè avvenga la Trasformazione.

: Sgubonius Mar 26 2009, 08:43 PM

CITAZIONE(BlackSmith @ Mar 26 2009, 08:22 PM) *
non sono convinto,sgub, che i colori dei vestiti e il loro significato sia di poco conto


Si hai ragione, sicuramente non è casuale in generale, anche all'inizio sono tutti in bianco (e noti come l'unico movimento è quello libidinoso del vecchio con l'amante di Guido, che qui richiama Freud e Schopenhauer con le loro teorie del piacere).


CITAZIONE(BlackSmith @ Mar 26 2009, 08:22 PM) *
Sei stato chiaro, ma ho notato, come in quasi tutte le recensioni e le interpretazioni, la figura di Maurice viene, quasi rimossa, o quantomeno viene relegata, erroneamente, come una figura di secondo piano.


Hai ragione non mi ci sono soffermato, ma credo che non ci sia bisogno di approfondire perchè è già abbastanza chiara come figura. Tutti i clown in Fellini hanno questa accezione fortemente dionisiaca, di liberatori del fanciullo che sta ben nascosto dentro. Il circo stesso è il luogo dell'anormale, del diverso, della "differenza". Questa sorgente antica, l'anima ecc..., è ovviamente l'ancora di salvezza (la bambina nel ricordo dice "la parola per trovare il tesoro") per evadere dallo scacco del traffico senza però nemmeno perdersi fra le nuvole. Credo (non conosco Jung purtroppo bene) che sia anche assimilabile allo psicopompo. In ogni caso è proprio lui a portare definitivamente fuori dalla macchina Guido alla fine.

: BlackSmith Mar 27 2009, 12:16 AM

Dici:
La teoria filosofica è una pratica, e non è certamente più astratta del suo oggetto, è pratica dei concetti. La teoria del cinema ad esempio non si fonda sul cinema, ma sui concetti che il cinema suscita. Il cinema è nuova pratica delle immagini e dei segni, di cui la filosofia può e deve fare la teoria in quanto pratica concettuale....
"cinema" x me è uguale a "filosofia"


Sarai contento di sapere che Deleuze, che solo qualche volta...Sgub ha soltanto accennato, la pensa esattamente come te, e non viceversa nooo wink.gif

: BlackSmith Mar 27 2009, 12:56 AM

l'amante di Guido, che qui richiama Freud e Schopenhauer con le loro teorie del piacere.

Il vecchio con l'amante di Guido sarebbe Fellini-Guido stesso da vecchio? Poi nel film ho sentito chiamare il marito della sua amante (Sandra Milo) Snaporaz, ho sentito male ?, poi ho anche sentito lo pseudonimo del vecchio Snaporatz wink.gif Sarà lo snaporaz dell'altro film : la città delle donne ? Ne sai qualcosa? wink.gif

: Zagreo Mar 27 2009, 08:30 AM

CITAZIONE(BlackSmith @ Mar 27 2009, 12:16 AM) *
Sarai contento di sapere che Deleuze, che solo qualche volta...Sgub ha soltanto accennato, la pensa esattamente come te, e non viceversa nooo wink.gif


blink.gif oddio... mi sembrava chiaro mi riferissi a Deleuze... che mi tocca sentire...
Ascolta Blacksmith bello, il cinema è il mio studio e, soprattutto, il mio lavoro, in pratica campo di quello (la filosofia è collaterale per la mia vita).
Certo che so che Deleuze, che "Sgub ha soltanto accennato" (scusa Sgub ma con alcuni personaggi qui si cade veram nell'assurdo) "la pensa esattamente come me", ho letto 3 o 4 volte "Immagine-tempo" e "Immagine-movimento" e sono stati e saranno la base dei miei lavori sul cinema... ma "pensarla come lui" è un'opinione tra le tante nel mio ambiente, c'è chi ti dà ragione, ma soprattutto -ed è la maggior parte- c'è chi ti dà contro e anche veementemente... per cui dire che il cinema è filosofia è, per il mio lavoro, solo e semplice opinione personale, una posizione per cui combattere... perchè magari te conosci solo quella ma ce sono molte altre... tra queste, nei miei lavori ho sempre portato avanti fortemente questa idea di cinema, che ha alla base questa concezione deleuziana, ma che poi se ne distacca, è solo il punto di partenza insomma, per pensare il cinema... non è questa la sede per esporlo... faccio solo un esempio: te che rapporti vedi tra Sergio Leone, Proust e Bergson? (è un esempio, non rispondere)
Un mio vecchio professore diceva: "Ma sa 'na sega Deleuze della poetica della fronda!" Aveva ragione? torto? Dipende da come la pensi te, indipendentem da come la pensa Deleuze, che ormai il suo l'ha già detto...

: Nachtlied Mar 27 2009, 11:51 AM

CITAZIONE(BlackSmith @ Mar 26 2009, 07:56 PM) *
Sono contento di risentirti! Certo che intendevo riferirmi a te, altrimenti come avrei potuto stimolare, provocare, la tua risposta e quindi aspettare ansioso la tua apparizione laugh.gif
Ah Nach, dai, com'è l'accostamento, ci sta, ci sta? Oh quel pezzo dei Pink Floyd, passa il tempo, e non smette ancora di farmi sognare, è il mio preferito.

Direi che l'accostamento è perfetto fino a che non iniziano le parole... Lì secondo me sarebbe bello sfumare e lasciare il sottofondo di Nino Rota che da solo è essenziale per il finale del film. dry.gif
Devo dire che io avrei evitato la sovrapposizione delle immagini nietzscheane con quelle del film (perché interrompono il collegamento che invece dovrebbe fare lo spettatore), magari le avrei nascoste un pò (certo, dipende molto da che programma usi per fare il video, non tutti lo permettono) oppure le avrei messe alla fine, al posto dei titoli di coda (che secondo me sono assolutamente da levare).

Sai, quella è anche la mia canzone preferita... wub.gif
Purtroppo però non posso dire altrettanto del film... Perdonatemi ma sono gusti!
Comunque c'è una frase che mi ha sempre colpito, ed è quando il protagonista (mi sembra, ma non ne sono certa, perché è un pò che non lo vedo) si reca da un prete e gli dice: "non riesco ad essere felice" e lui: "ma il tuo scopo non è essere felice".
Ecco, questo punto mi ha fatto riflettere e l'ho sempre accostato da una parte alle critiche nietzscheane al cristianesimo e alla decadenza in genere; dall'altra allo stesso 'messaggio' di Nietzsche che ci invita a non restare mai fermi in un'oasi "tra figlie del deserto", a convivere con l'angoscia e anzi a farne motivo di ricerca e di autosuperamento... Ma non lo so, forse me lo sono inventato! tongue.gif

: Sgubonius Mar 27 2009, 01:25 PM

CITAZIONE(BlackSmith @ Mar 27 2009, 12:56 AM) *
Il vecchio con l'amante di Guido sarebbe Fellini-Guido stesso da vecchio? Poi nel film ho sentito chiamare il marito della sua amante (Sandra Milo) Snaporaz, ho sentito male ?, poi ho anche sentito lo pseudonimo del vecchio Snaporatz wink.gif Sarà lo snaporaz dell'altro film : la città delle donne ? Ne sai qualcosa? wink.gif


No il marito mi pare si chiami Luigi, potrebbe anche essere lui nella macchina ma poco importa, resta l'immagine di questo vecchio libidinoso. Snaporaz invece dovrebbe essere Guido stesso, non so dirti da dove provenga, vecchio lo è già a 43 anni!
L'unico film in cui si possa vedere una scissione di quel genere (vecchio-giovane) è La Voce della Luna, l'ultimo, che secondo me è altrettanto un capolavoro e si nota anche come Fellini si sia allontanato dal modello classico di film con trama e svolgimento.

Rispondo anche a Nachtlied (come posso):
L'incontro col cardinale avviene prima nella realtà, poi in sogno, mentre nel primo non succede sostanzialmente niente e diventa un occasione per fantasticare sulla sua infanzia, nel secondo c'è quel dialogo che hai detto tu. Il prelato gli dà una risposta molto giusta "chi le ha detto che siamo al mondo per essere felici?", ma poi riporta la questione all'appartenenza o meno alla chiesa ("extra ecclesia nulla salus") e ne fà quindi soltanto l'ennesima trascendenza e sacrificio da cammello al "tu devi" in nome di un retromondo. Anche qui c'è questa tensione del Puer che mira solo alla sua pulsione, alla sua felicità, alla ricerca di un principio di realtà che gli permetta di "differire il piacere", che è poi la capacità di fare una scelta senza aver paura di perdere ciò a cui si è rinunciato per farla. Poi la storia la conosciamo: dall'aldilà del principio del piacere, da thanathos, un nuovo inizio timido...

PS: Zagreo, non resisto alla curiosità: che fai di bello nel cinema?? rolleyes.gif

: Zagreo Mar 27 2009, 02:27 PM

CITAZIONE(Sgubonius @ Mar 27 2009, 01:25 PM) *
PS: Zagreo, non resisto alla curiosità: che fai di bello nel cinema?? rolleyes.gif


Tendenzialmente scrivo... i lavori di cui parlavo fanno parte del versante più teorico della mia attività... sto per iniziarne uno molto vasto sul "tempo" nel cinema (che riguarda il mio percorso di studi) tongue.gif
Cmq nel concreto adesso sto lavorando ad un progetto che si divide in 2 rami: il primo riguarda la realizzazione di un documentario, però non ne sono il responsabile, diciamo che "appoggio" (sopr. x sceneggiatura e montaggio), il secondo ramo è quello di cui sono in prima persona il responsabile e per cui sto tirando fuori una sceneggiatura cinematografica da un lavoro teatrale... il tema è sociale...
In passato (recente) ho fatto dei lavori sia di montaggio che di ripresa, alcuni di essi erano a scopo più didattico-culturale, altri più finzionale...
Spero anche di poter riuscire nell'organizzazione di un progetto teatrale a lungo termine che ho creato insieme ad alcuni amici\colleghi, anche se so che troverò molti ostacoli finanziari e burocratici... diciamo che x ora questo progetto è il più vago... laugh.gif

: Sgubonius Mar 27 2009, 04:05 PM

CITAZIONE(Zagreo @ Mar 27 2009, 02:27 PM) *
diciamo che x ora questo progetto è il più vago... laugh.gif


Non potevi essere più vago! laugh.gif

(per il tempo potresti sentire cosa ha da dire Tarkovksij magari, non ho letto "Scolpire il Tempo" ma dev'essere interessante)

: BlackSmith Mar 27 2009, 05:25 PM


blink.gif oddio... mi sembrava chiaro mi riferissi a Deleuze... che mi tocca sentire...

Oh Dio, scusami, eh che ne so! Di Deleuze, avevo visto una sua intervista, sapevo chi era, ma me ne rammarico, di lui non avevo letto nulla, finchè Sgub non mi ha fatto una capoccia così, da farmi venire la curiosità di leggerlo.
Poi io, faccio tutt'altro mestiere, sempre appassioonato d'arte in genere, ma non è certo diventato il mio mestiere.
Tra parentesi mi ricordo quand'ero ragazzino mi dicevano: "Non vorresti fare mica il Filosofo! L'artista! Qelli lì son degli scanzafatica buoni a nulla, fai l'avvocato piuttosto, o non sò il medico, l'ingegnere, ma il filosofo ah ah ah ah, l'artista, ma sei scemo, sei proprio un mammalucco, il pianoforte, in testa te lo do, la vedi quella tela... ecco vedi che fine fa svuuu, un volo, chi cavolo è sto' capellone con la faccia da beccamorto Schopenauer, Chi? Schopenauer, ma fai cose più allegre, più produttive, questi sono tutti morti poveri e pazzi, cerchiamo di fare i seri"
Oggi, leggendo, che con l'arte ci campi, mi viene anche un pò di invidia, che il cinema è diventato il tuo mestiere mi rode dall'invidia.
Scusami e i miei rallegramenti, ma oggi tutto quello di cui parli in modo professionale per me è solo curiosità e ricordo.


: BlackSmith Mar 27 2009, 05:36 PM

Direi che l'accostamento è perfetto fino a che non iniziano le parole... Lì secondo me sarebbe bello sfumare e lasciare il sottofondo di Nino Rota che da solo è essenziale per il finale del film. dry.gif

Hai ragione, ho fatto una cosa con mezzi piuttosto spartani, ma la mia intenzione non era che un'idea lontana da voler creare chissà quale corto, ma più vicina a cercare di trasmettere, quello che la parte finale del film mi aveva suscitato emotivamente.

Sai, quella è anche la mia canzone preferita... wub.gif Non saremo gli unici, perchè chi l'ascolta, anzi per chi è ben predisposto ad ascoltarla, è veramente straordinaria.
Purtroppo però non posso dire altrettanto del film... Perdonatemi ma sono gusti!
Adesso te lo dico io: rivedilo

Comunque c'è una frase che mi ha sempre colpito, ed è quando il protagonista (mi sembra, ma non ne sono certa, perché è un pò che non lo vedo) si reca da un prete e gli dice: "non riesco ad essere felice" e lui: "ma il tuo scopo non è essere felice".
Ecco, questo punto mi ha fatto riflettere e l'ho sempre accostato da una parte alle critiche nietzscheane al cristianesimo e alla decadenza in genere; dall'altra allo stesso 'messaggio' di Nietzsche che ci invita a non restare mai fermi in un'oasi "tra figlie del deserto", a convivere con l'angoscia e anzi a farne motivo di ricerca e di autosuperamento... Ma non lo so, forse me lo sono inventato!
Qui non aggiungerei di meglio di quello che ha già detto Sgub.

: BlackSmith Mar 27 2009, 05:48 PM

No il marito mi pare si chiami Luigi, potrebbe anche essere lui nella macchina ma poco importa, resta l'immagine di questo vecchio libidinoso. Snaporaz invece dovrebbe essere Guido stesso, non so dirti da dove provenga, vecchio lo è già a 43 anni!
L'unico film in cui si possa vedere una scissione di quel genere (vecchio-giovane) è La Voce della Luna, l'ultimo, che secondo me è altrettanto un capolavoro e si nota anche come Fellini si sia allontanato dal modello classico di film con trama e svolgimento.



No, e che mi sembrava d'aver sentito un suono..., come quello dei fumetti, che utilizza...., all'arrivo in ...., sia ..... quando è in crisi di ispirazione, certo che quel film, Sgub è strapieno di significati, andrebbe ruminato... come ferebbe un erbivoro.

: Zagreo Mar 27 2009, 06:26 PM

CITAZIONE(Sgubonius @ Mar 27 2009, 04:05 PM) *
Non potevi essere più vago! laugh.gif


Su di me o sull'ultimo progetto? laugh.gif
Su di me, non sono certo "conosciuto", opero a livello localissimo rolleyes.gif Non ho una qualifica dichiarata, tipo regista, sceneggiatore, montatore... sono laureato in cinema, mi ritengo un "operatore" del settore che adatta le mansioni al lavoro a cui si rivolge, se dovessi scegliere, preferirei sceneggiatore laugh.gif
Sull'ultimo progetto, è una cosa nata in ambito universitario... la nostra ambizione sarebbe farlo diventare realtà: è un festival teatrale il cui tema portante è la commedia dell'arte (improvvisazione, recitazione a braccio, dialetto, la "maschera" ecc....) che farebbe da ponte tra la tradizione e la realtà contemporanea del territorio...
Tra poco andremo a presentarlo al comune... rolleyes.gif

CITAZIONE(Sgubonius @ Mar 27 2009, 04:05 PM) *
(per il tempo potresti sentire cosa ha da dire Tarkovksij magari, non ho letto "Scolpire il Tempo" ma dev'essere interessante)


Grazie wink.gif Mi sa che con tutto il materiale impazzirò...

CITAZIONE(BlackSmith @ Mar 27 2009, 05:25 PM) *
Oh Dio, scusami, eh che ne so! Di Deleuze, avevo visto una sua intervista, sapevo chi era, ma me ne rammarico, di lui non avevo letto nulla, finchè Sgub non mi ha fatto una capoccia così, da farmi venire la curiosità di leggerlo.


No problem cool.gif
Allora i 2 testi che ho nominato prima te li consiglio caldamente, se ti piace il cinema! Certo ci vuole una cultura cinematografica immensa per conoscere tutti i film di cui parla Deleuze... io che ho studiato (e sto studiando) cinema non gli sto dietro...
Tra l'altro sopr ne L'Immagine-tempo parla del nostro N., il regista più nietzschiano x lui chi è???................................................................................
................................................................................
.................................................................Orson Welles!

CITAZIONE(BlackSmith @ Mar 27 2009, 05:25 PM) *
Oggi, leggendo, che con l'arte ci campi, mi viene anche un pò di invidia, che il cinema è diventato il tuo mestiere mi rode dall'invidia.


Speriamo duri!...... biggrin.gif
Cmq ragazzi non vi immaginate quanta esperienza ci vuole per fare qlc di "artistico" nel cinema (o in video se vogliamo)... una cazzo di inquadratura fissa, su un personaggio fermo... dici: che ci vorrà? e invece ti distrugge... E poi i limiti concreti (soldi sopr x capirsi)... tutto è maledettamente vincolato a ciò che ti puoi permettere... anche in piccolo...
Ah per fare lavori di montaggio come questo prova, se puoi, a trovare Adobe Premiere Pro o, se hai il mac, Final Cut... ti divertiresti...

: Nachtlied Mar 27 2009, 08:06 PM

CITAZIONE(Sgubonius @ Mar 27 2009, 01:25 PM) *
Rispondo anche a Nachtlied (come posso):
L'incontro col cardinale avviene prima nella realtà, poi in sogno, mentre nel primo non succede sostanzialmente niente e diventa un occasione per fantasticare sulla sua infanzia, nel secondo c'è quel dialogo che hai detto tu. Il prelato gli dà una risposta molto giusta "chi le ha detto che siamo al mondo per essere felici?", ma poi riporta la questione all'appartenenza o meno alla chiesa ("extra ecclesia nulla salus") e ne fà quindi soltanto l'ennesima trascendenza e sacrificio da cammello al "tu devi" in nome di un retromondo. Anche qui c'è questa tensione del Puer che mira solo alla sua pulsione, alla sua felicità, alla ricerca di un principio di realtà che gli permetta di "differire il piacere", che è poi la capacità di fare una scelta senza aver paura di perdere ciò a cui si è rinunciato per farla. Poi la storia la conosciamo: dall'aldilà del principio del piacere, da thanathos, un nuovo inizio timido...

Grazie! rolleyes.gif
Più o meno ricordavo bene...


CITAZIONE(BlackSmith @ Mar 27 2009, 05:36 PM) *
Purtroppo però non posso dire altrettanto del film... Perdonatemi ma sono gusti!
Adesso te lo dico io: rivedilo

Eh, hai ragione, lo farò di sicuro... wink.gif


Ps: Zagry, se fai qualcosa di importante tienici informati, mi raccomando! tongue.gif

: Sgubonius Mar 27 2009, 08:49 PM

CITAZIONE(Zagreo @ Mar 27 2009, 06:26 PM) *
Allora i 2 testi che ho nominato prima te li consiglio caldamente, se ti piace il cinema! Certo ci vuole una cultura cinematografica immensa per conoscere tutti i film di cui parla Deleuze... io che ho studiato (e sto studiando) cinema non gli sto dietro...
Tra l'altro sopr ne L'Immagine-tempo parla del nostro N., il regista più nietzschiano x lui chi è???..........................................................Orson Welles!


Se un infamone si degnasse di restituire alla biblioteca Sormani di Milano i due libri di Deleuze sul cinema che ce li ha in mano da 6 mesi me li leggerei più che volentieri, dato che il cinema è stato negli ultimi due anni una delle mie fisse (ora meno)!!

In "Kafka: per una letteratura minore" peraltro elogia molto le scelte di Welles per "Il Processo" (bel film) mostrando tutte le sue teorie di blocchi concettuali trascendenti e immanenti eccetera... Ogni tanto forse esagera un po'!!

Comunque da quel poco che so del cinema c'è molta raccomandazione, oppure molta gavetta da fare. Purtroppo (e qui è ancora Tarkjovskij che lo diceva già 30 anni fa, regista anche esso abbastanza nietzschano) essendo così legato agli investimenti e al denaro il cinema è un arte impura e un sempre appesantita dalla committenza. Vabbè magari quando avrò letto sti maledetti due volumi ne riparleremo! Prendi in considerazione Tarkovskij comunque che è fondamentale!!

: Sgubonius Aug 30 2009, 11:38 AM

CITAZIONE(Zagreo @ Mar 27 2009, 07:26 PM) *
Allora i 2 testi che ho nominato prima te li consiglio caldamente, se ti piace il cinema! Certo ci vuole una cultura cinematografica immensa per conoscere tutti i film di cui parla Deleuze... io che ho studiato (e sto studiando) cinema non gli sto dietro...
Tra l'altro sopr ne L'Immagine-tempo parla del nostro N., il regista più nietzschiano x lui chi è???................................................................................
................................................................................
.................................................................Orson Welles!



Ho letto di recente immagine-tempo e immagine-movimento, ovviamente il 50% dei film che nominava non li avevo visti (e credo di poter rimanere senza), dato che Deleuze ormai un po' l'ho capito come ragiona e non mi fido più tanto dei suoi sproloqui sulle opere d'arte, sarebbe capace di elogiare anche un sasso vedendoci un opsegno dell'immagine cristallo in fase di decadenza. Questo soprattutto quando si perde nei dettagli (su Mankiewicz per esempio, o su Griffith, autori che per me non si sono mai posti problemi seri di estetica e per i quali certe riflessioni leibniziane sono inadatte, anche se perfettamente in linea con l'idea estremamente ipertrofica della filosofia di Deleuze). Il discorso generale invece è molto interessante (sul cinema come forma d'arte indipendente dalle altre in quanto messa in crisi dell'azione tipicamente teatrale e quindi immagine-tempo e il discorso sull'automa finale) e facilmente ricalcabile tanto su Nietzsche quanto sulla filosofia di Deleuze in blocco. Su Welles al solito esagera un pochetto, sicuramente ci sono dei caratteri estremamente neo-barocchi (nel senso sviluppato da Deleuze stesso nel libro su Leibniz) e quindi profondamente nietzschiani, però ci sono tanti altri autori per cui si potrebbe applicare la stessa potenza del falso e anche con maggior pregnanza, soprattutto se intesa in stretta correlazione con il trionfo dell'arte come stimolante.

PS: avrei da ridire una cosetta, personale! Fa una analisi bellissima su Otto e Mezzo, sulla musica galop e ritornello (differenza e ripetizione?), sul presente che corre verso la morte e il passato in forma pura in cui si radica un ritorn(ell)o salvifico... però poi mi fa un intero capitolo sulla potenza del falso, e un intero capitolo sull'importanza del cinema come accettazione (per credenza) della vita ormai slegata dalla verità e dalla rappresentazione drammatica, e non cita manco una volticina Fellini che praticamente non ha raccontato altro!! angry.gif