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> Nietzsche e il "milieu", Spostato da "la casa mortale di Nietzsche"
Tritone
messagio Sep 1 2008, 01:18 PM
Messaggio #1


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CITAZIONE(Sgubonius @ Sep 1 2008, 12:08 AM) *
Anche Heidegger il fascino del nazismo lo aveva subito mica da ridere...
Quando si trasferì a Berlino chiamato da Hitler per ricoprire la cattedra che fu di Hegel però si rese conto presto che non era il posto per lui e tornò subito alla sua foresta nera... fra l'altro è famoso lo sberleffo dei suoi colleghi: "Già tornato da Siracusa?". Umorismo da filosofi!



Scrivo con una qualche riserva/reticenza in questa sezione,
riserva dovuta sia al mio essere una neofita del forum sia perché sento un certo senso di estraneità (per non dire imbarazzo) a questa atmosfera (soprattutto in alcuni toni) un po' troppo da Nietzsche fanclub (fede sarebbe un po' troppo forse.....qui sono un po' cattiva). Però alla fine non mi trattengo e decido di assumere il ruolo modestissimo della critica. Ebbene sì, traffico da parecchi anni con e nella filosofia e devo dire che pur interessandomi sempre anche al privato o diciamo alla dimensione carnale dei filosofi, e ad alcuni ho dedicato anni dei miei studi, non riesco a condividere quest'interesse e diciamo pure queste forme di mania....sento sempre la necessità di riservare loro uno spazio di distanza che è anche la mia distanza da loro, condizione, credo, fondamentale nello studio filosofico, nell'ermeneutica del pensiero altrui. E invece qui sento quasi un'aria da sacro tempio di Nietzsche....foto, case di Nietzsche etc... pellegrinaggi....forse Nietzsche stesso non l'avrebbe visto di buon occhio, ma lungi da me la presunzione di voler interpretare il Nietzsche-pensiero (la voce di Nietzsche ancora non la sento, per fortuna!). Esprimo solo un mio dissenso che può anche essere interpretato, nella sua veste costruens, come una richiesta di spiegazione da parte di una profana.
Per quanto riguarda il rapporto Heidegger /nazismo, aggiungo solo una 'piccola' nota: il buon vecchio Heidegger si sarà anche reso conto del suo errore ,del suo fraintendimento, però di danni soprattutto morali ne ha fatti parecchi vedi il vecchio maestro Husserl....Ma la questione sul nazismo e sull'adesione degli intellettuali al nazismo è credo questione complessissima, in questo senso per capire anche qual'era la situazione della germania intellettuale prima dell'avvento del nazismo un libro illuminante che credo molti di voi conosceranno è quello di Mann, Considerazioni di un impolitico.
Un Tritone che non ha ancora bevuto il Ciceone
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NIHILO
messagio Sep 1 2008, 02:14 PM
Messaggio #2


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Condivido il tuo "scetticismo" metodologico. Io sono stato all'Archiv con Lou,
l'espressione "pellegrinaggio laico" l'ho tirata fuori io, con l'intenzione di parafrasare
ironicamente quelli veri, ma personalmente non mi sembra di nutrire un entusiasmo
"dionisiaco" per Nietzsche, a dire il vero non lo nutro per nessun autore.
Se hai studiato molto la filosofia, entra pure nel merito "tecnico", penso che io riuscirò
a starti dietro, ma non solo io, c'è Lou, c'è Sgubonius, Andrea ed altri, ma soprattutto
Joseph De Silentio - non hai letto neanche un solo suo intervento ? -.
Non sei tra fanatici, tutt'altro..........
Penso che forse Heidegger fu nazi fino a che non riuscì a veder chiaro dove il
nazismo voleva arrivare.


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Sgubonius
messagio Sep 1 2008, 05:44 PM
Messaggio #3


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CITAZIONE(NIHILO @ Sep 1 2008, 03:14 PM) *
Penso che forse Heidegger fu nazi fino a che non riuscì a veder chiaro dove il
nazismo voleva arrivare.


Siamo chiaramente fuori discussione, ma credo che non abbia mai veramente rimpianto la sua adesione, tuttalpiù ha capito che non era gente con cui si poteva ragionare. In fondo l'alternativa era quella del mondo borghese della democrazia e della tecnica, del mondo come grande macchina economica. La guerra e il dominio non sono certo concetti ripudiati da questi due filosofi. D'altro canto è evidente come sulla questione degli ebrei nè Nietzsche nè Heidegger possano essere concordi con un anti-semitismo (del primo ci sono molti frammenti postumi a riguardo nella "depurazione" di Colli e Montinari, il secondo aveva maestro e amante ebrei, dubito potesse realmente avere tali ideologie ma credo ci sia stato un sostanziale lascia vivere).

Per Tritone, non hai torto, Nietzsche stesso (trovi le citazioni qui in giro) temeva di essere fatto santo e al crollo di una sua ex-abitazione disse "un posto in meno da visitare per i posteri". Ciò non toglie che sia affascinante dopo tanto leggere vedere cogli occhi un po' di testimonianze che inevitabilmente si caricano della passione nata dalla lettura e dalla riflessione stessa.


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lou
messagio Sep 1 2008, 07:54 PM
Messaggio #4


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CITAZIONE(Tritone @ Sep 1 2008, 02:18 PM) *
un po' troppo da Nietzsche fanclub


Trito! non sai quanto sei lontana dal vero!
Tu sei una filosofa e cerchi il pensiero

Io che filosofa non sono cerco l'umano nel suo territorio più alto, il genio
mi dissero che nietzsche lo era ed io venni qui per capirne i processi mentali
-a dire il vero mi interessa il processo più che il prodotto-

l'uomo è fatto anche della sua casa, di come ammonticchia i libri sugli scaffali
dei luoghi che gli sono penetrati negli occhi
devi vedere Pforta, Trito..lo spirito si innalza

se, come diceva feuerbach, l'uomo è ciò che mangia
come si può pensare che i luoghi che abitò siano stati indifferenti per la nascita del suo pensiero

nihilo , durante il viaggio, ricordava frequentemente che lì si era in Sassonia
e la forma mentis dei sassoni non è quella di un qualsiasi altro popolo....

peraltro un mio amico filosofo un giorno mi disse che io ho
un approccio esistenzialista alla filosofia

se mi conoscessi, infine, trito, sapresti che io non potrei mai assurgere ad idolo
un uomo

mai
mai
mai

ti reputo una donna intelligente ed originale
e mi sono chiesta il significato simbologico del tuo nome
Perchè vuoi essere un Tritone?


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Tritone
messagio Sep 1 2008, 08:36 PM
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CITAZIONE(lou @ Sep 1 2008, 08:54 PM) *
Trito! non sai quanto sei lontana dal vero!
Tu sei una filosofa e cerchi il pensiero

Io che filosofa non sono cerco l'umano nel suo territorio più alto, il genio
mi dissero che nietzsche lo era ed io venni qui per capirne i processi mentali
-a dire il vero mi interessa il processo più che il prodotto-

l'uomo è fatto anche della sua casa, di come ammonticchia i libri sugli scaffali
dei luoghi che gli sono penetrati negli occhi
devi vedere Pforta, Trito..lo spirito si innalza

se, come diceva feuerbach, l'uomo è ciò che mangia
come si può pensare che i luoghi che abitò siano stati indifferenti per la nascita del suo pensiero

nihilo , durante il viaggio, ricordava frequentemente che lì si era in Sassonia
e la forma mentis dei sassoni non è quella di un qualsiasi altro popolo....

peraltro un mio amico filosofo un giorno mi disse che io ho
un approccio esistenzialista alla filosofia

se mi conoscessi, infine, trito, sapresti che io non potrei mai assurgere ad idolo
un uomo

mai
mai
mai

ti reputo una donna intelligente ed originale
e mi sono chiesta il significato simbologico del tuo nome
Perchè vuoi essere un Tritone?



Cara Lou, ( che nome impegnativo!!)
potrei rispondere alla tua domanda con un'altra domanda, perché Lou? (o meglio conoscendo la nota Lou, perché proprio lei?), oppure potrei chiamare a rispondere a/sul mio nome l'entità di cui sento parlare ma che ancora non parla e che nominalmente è il creatore del Tritone, chi meglio di Johannes de Silentio, però immagino che tu non voglia sentirti rispondere filosoficamente, anche se la filosofia, ovvero la figura filosofica del Tritone o dei Tritoni ha molto a che fare con i motivi della mia scelta....'brevemente' ho una particolare affezione per il Tritone....affezione di tipo personale....capita anche questo..., potrei anche dirti che quel povero diavolo di un Tritone a cui il caro Johannes ha concesso il dono/danno della coscienza mi fa molta simpatia ..... infine dal punto di vista cronologico la ripresa della lettura di Kierkegaard ha coinciso con quella di Nietzsche, e qui siamo nel campo delle associazioni di idee filosofiche e non.....
Le mie insinuazioni sul Nietzsche fanclub non volevano, almeno consciamente, essere un attacco...
Conosco anche io l'emozione di entrare nelle case, negli archivi, nel leggere, nel tenere tra le mani i manoscritti....anche io ho errato per la Germania....magari in questo mio apparente distacco ha anche influito il fatto di essermi occupata di autori che ben poco inclinavano a una tale affezione...oltre chiaramente alle motivazioni che ho esposto nell'intervento precedente.
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Freddie
messagio Sep 1 2008, 08:50 PM
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Cara tritone capisco quello che vuoi dire ma mi sembra una valutazione superficiale la tua.
Sia mai che questo diventi un santuario x Nietzsche..
di contro personalmente e sottolineo personalmente il mio approcio ad un pensiero è un pò più ampio che fermarmi a leggere cosa ha scritto tizio se non caio.
Credo che x capire un ragionamento sia importante anche vedere il contorno che ha portato a questo pensiero.
Ciò include informarsi sulle dinamiche del tempo in cui quel pensiero viene scritto, magari cercare di entrare in empatia con l'autore (attenzione per cortesia non sto scrivendo di diventare Nietzsche o chessò Platone) ma a me diverte cercare di, oltre che "capire" il pensiero.. cercare di capire come è nato.
Questo comunque porta anche a vedere i posti che l'hanno creciuto, vedere chessò la statua che da piccolo in chiesa lo spaventava ecc. ecc.
Questo naturalmente è lontano, credo, dalla mania, feticismo?
vabbè solo mi premeva sottolineare questo
see u soon


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E se ti sei trovato col mio libro,
ti troverai di certo anche con me.
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Sgubonius
messagio Sep 1 2008, 09:11 PM
Messaggio #7


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A puro scopo di cronaca... mi sembra che per Nietzsche (come per Emerson) il "milieu" non esista.


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Freddie
messagio Sep 1 2008, 09:19 PM
Messaggio #8


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CITAZIONE(Sgubonius @ Sep 1 2008, 09:11 PM) *
A puro scopo di cronaca... mi sembra che per Nietzsche (come per Emerson) il "milieu" non esista.

Concordo diciamo che se estendiamo il discorso però se Nietzsche invece che nascere dov'è nato fosse nato in egitto (x dire un paese straniero) probabilmente non sarebbe stato Nietzsche
Aggiungo anche italia perchè altrimenti mi fraintendete wink.gif


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Tritone
messagio Sep 1 2008, 09:29 PM
Messaggio #9


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CITAZIONE(Freddie @ Sep 1 2008, 09:50 PM) *
Cara tritone capisco quello che vuoi dire ma mi sembra una valutazione superficiale la tua.
Sia mai che questo diventi un santuario x Nietzsche..
di contro personalmente e sottolineo personalmente il mio approcio ad un pensiero è un pò più ampio che fermarmi a leggere cosa ha scritto tizio se non caio.
Credo che x capire un ragionamento sia importante anche vedere il contorno che ha portato a questo pensiero.
Ciò include informarsi sulle dinamiche del tempo in cui quel pensiero viene scritto, magari cercare di entrare in empatia con l'autore (attenzione per cortesia non sto scrivendo di diventare Nietzsche o chessò Platone) ma a me diverte cercare di, oltre che "capire" il pensiero.. cercare di capire come è nato.
Questo comunque porta anche a vedere i posti che l'hanno creciuto, vedere chessò la statua che da piccolo in chiesa lo spaventava ecc. ecc.
Questo naturalmente è lontano, credo, dalla mania, feticismo?
vabbè solo mi premeva sottolineare questo
see u soon

Caro Freddie ( a te non chiedo il motivo del nome, però mi permetto una battuta forse il tuo è il diminutivo versione angloamericana di Friedrich?)
ora per quanto riguarda il tuo discorso sul contesto culturale e filosofico sono assolutamente d'accordo, ma si stava credo parlando d'altro, a meno che tu non voglia intendere per contesto quello geografico o spaziale, ovvero il contesto materiale (casa, stanza etc.) in cui è stato elaborato un pensiero (chiedo qui anticipatamente scusa a Lou e Nihilo che fattivamente sono stati nella casa di Nietzsche), se così fosse credo allora di dover riconoscere di aver sbagliato da "storica della filosofia" il mio metodo di lavoro e di studio.....Sulle statue che lo hanno spaventato etc. tornando a un tono più serio o meglio serioso, mi avvalgo della facoltà di non rispondere come direbbero nei film angloamericani
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Freddie
messagio Sep 1 2008, 09:48 PM
Messaggio #10


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CITAZIONE(Tritone @ Sep 1 2008, 09:29 PM) *
Caro Freddie ( a te non chiedo il motivo del nome, però mi permetto una battuta forse il tuo è il diminutivo versione angloamericana di Friedrich?)
ora per quanto riguarda il tuo discorso sul contesto culturale e filosofico sono assolutamente d'accordo, ma si stava credo parlando d'altro, a meno che tu non voglia intendere per contesto quello geografico o spaziale, ovvero il contesto materiale (casa, stanza etc.) in cui è stato elaborato un pensiero (chiedo qui anticipatamente scusa a Lou e Nihilo che fattivamente sono stati nella casa di Nietzsche), se così fosse credo allora di dover riconoscere di aver sbagliato da "storica della filosofia" il mio metodo di lavoro e di studio.....Sulle statue che lo hanno spaventato etc. tornando a un tono più serio o meglio serioso, mi avvalgo della facoltà di non rispondere come direbbero nei film angloamericani

No no il nome deriva da Freddie Mercury smile.gif .. mmm ti avvali della facoltà di non rispondere? che emendamento è nei film americani? cmq sia chiaro la mia non era una critica al tuo appunto! abbiamo solo punti di vista diversi e ciò benvenga!! ... dici che la stanza non riguardi la nascita di un pensiero? ehehe qui mi avvalgo io della facoltà di non rispondere wink.gif


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NIHILO
messagio Sep 2 2008, 08:06 AM
Messaggio #11


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Oh, Leck!
Comunque, Tritone, se vuoi parlare di N. e di filosofia fatti sotto,
abbiamo aperto un sacco di topic apposta, e non disdegniamo affatto
leggere i pensieri di chi ne sa più di noi.
Forse in questo topic è meglio che torniamo a Weimar, no?


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lou
messagio Sep 2 2008, 11:01 PM
Messaggio #12


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CITAZIONE(NIHILO @ Sep 2 2008, 09:06 AM) *
Oh, Leck!
Comunque, Tritone, se vuoi parlare di N. e di filosofia fatti sotto,
abbiamo aperto un sacco di topic apposta, e non disdegniamo affatto
leggere i pensieri di chi ne sa più di noi.


Nihilo ha sempre ragione
ciao Nì! non sai come sono pregne le mie giornate, uffa
il ricordo delle pacificate ore weimariane sull'imbrunire del giorno
strugge in me...e... beh...procedamus

comunque, Trito kierkegaardiana, Nihilo ha ragione
tu che sei una studiosa di filosofia puoi condurci sulle vie del pensiero che vuoi percorrere
qualcuno ti seguirà
(io arranco dietro con somma fatica, ma vi seguo, si si)

kierkegaard lo portai alla maturità, ma..non me lo ricordo più
chissà se nietzsche qualcosa da Soren imparò/rubò...


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lou
messagio Sep 2 2008, 11:19 PM
Messaggio #13


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CITAZIONE(Tritone @ Sep 1 2008, 09:36 PM) *
Cara Lou, ( che nome impegnativo!!)
potrei rispondere alla tua domanda con un'altra domanda, perché Lou? (o meglio conoscendo la nota Lou, perché proprio lei?),


beh non è un'impegno vero, bensì un'invocazione, un urlo a lei se mi sente, una predilezione
un'elezione

dai dimmi Trito, tu che hai studiato i sommi filosofi,
ma dimmi: una donna come lei che incendiò la mente di Nietzsche e di Rilke
che regalò pensieri a freud, dimmi perchè una donna così non la si studia?

Un giovane studente una volta mi disse: ah si, quella che non si concesse a nietzsche e lo fece impazzire
(naturalmente non me lo disse così, io traslato)

senza di lei nietzsche non avrebbe scritto così lo zarathustra ecc ecc
( non te la racconto tutta la storia tanto già la conosci)
nè rilke la sua poesia
nè freud alcune delle sue asserzioni

per farla breve e come ho già detto in questo forum
ritengo che la genialità appartenga all'uomo ma che sia la donna/musa
a farla generare in lui

ovvero

la donna/musa aiuta l'uomo a partorire processi e pensieri geniali
e come tale ne è parte integrante ( nonchè misconosciuta)

mi affascinano le donne /muse

e prendere a prestito il nome di Lou
è volerne ricordare la forza vitale, l'estremo fascino umano

femmina con "l'intelligenza di un'aquila e il coraggio di un leone"
parola di Nietzsche


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NIHILO
messagio Sep 3 2008, 09:27 AM
Messaggio #14


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Sono d'accordo lou, l'uomo ha il motore e la donna la il carburante
- scusami per l'eccessiva prosaicità di questa frase, ma mi sembra
veramente calzante -.
Solo la dolcezza di una donna può rinfrancare un uomo spossato
dalle battaglie.
Weimar è veramente una bomboniera, così tranquilla
che nel mio albergo quando rientravo in stanza le
ragazze della reception non controllavano mai.
Non dimentichiamoci che colà, subito dopo la prima
guerra mondiale, venne redatta una Carta costituzionale
che a tutt'oggi è considerata una delle più avanzate.
Ma purtroppo non durò molto....


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lou
messagio Sep 3 2008, 10:25 PM
Messaggio #15


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CITAZIONE(NIHILO @ Sep 3 2008, 10:27 AM) *
- scusami per l'eccessiva prosaicità

tu non sei mai prosaico, Nì rolleyes.gif


CITAZIONE
le ragazze della reception


diciamo che erano altre ragazze ad avere un controllo maggiore della situazione rolleyes.gif


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Joseph de Sil...
messagio Sep 4 2008, 04:24 PM
Messaggio #16


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CITAZIONE(Tritone @ Sep 1 2008, 08:29 PM) *
[...] per quanto riguarda il tuo discorso sul contesto culturale e filosofico sono assolutamente d'accordo, ma si stava credo parlando d'altro, a meno che tu non voglia intendere per contesto quello geografico o spaziale, ovvero il contesto materiale (casa, stanza etc.) in cui è stato elaborato un pensiero [...], se così fosse credo allora di dover riconoscere di aver sbagliato da "storica della filosofia" il mio metodo di lavoro e di studio.....[...]

Vedo che a partire da Weimar si è sviluppata un’altra interessante discussione, che effettivamente meriterebbe uno spazio a sé: “Nietzsche et le milieu”. Noto un sostanziale accordo riguardo le riflessioni nietzscheane sui condizionamenti che il contesto storico-culturale esercita su ciascuno di noi, mentre non sembra essercene altrettanto relativamente a quello che Tritone definisce il contesto “geografico o spaziale”. Non ho tempo per sviluppare un discorso articolato quanto il tema meriterebbe, ma ritengo che ambiti così intimamente connessi non possano essere cesurati in maniera radicale: pensatori come Montesquieu, Feuerbach, Marx (solo per citarne qualcuno), la storiografia e il rilievo che essa assegna alle fonti materiali, nonché le scienze sociali (antropologia, etnologia, microsociologia, geografia umana tra le altre), ci hanno insegnato a diffidare di qualsiasi immagine “angelicata” delle produzioni intellettuali, sottolineando che “cultura” non equivale a “sapere”, e che anzi questo spesso si radica in una molteplicità di componenti per così dire “strutturali” (proprio in questa direzione, tra l’altro, si muovono le numerose considerazioni di Nietzsche, lettore anche di testi di medicina e di meteorologia, sull’influsso del clima o dell’alimentazione sull’organismo e dunque anche sul pensiero). In questo senso la ricostruzione degli aspetti più “quotidiani” della biografia di un autore (al di là di comunque legittime – purché non fanatiche – dimensioni emotive), ivi comprese le diete che ha seguito o le case dove ha vissuto, non solo può, ma deve entrare a far parte integrante della sua comprensione. Naturalmente non sono così ingenuo e determinista da sostenere che se Nietzsche non avesse preferito il Van Houten ad altri tipi di cacao, o se non avesse dovuto salire 164 gradini per raggiungere la sua mansarda di Via Palestro a Genova, il suo pensiero si sarebbe sviluppato in modo diverso; ma perfino tali informazioni sono aneddotiche solo se trattate come fini a se stesse, mentre incorporate in un contesto più ampio possono assumere, magari in veste di contorno, una loro significatività. Volete un esempio? A Weimar, in una lettera di Louise Ott a Nietzsche, è conservato un fiore. Ora, è naturale che tale visione susciti emozione in coloro che attraverso la lettura di Nietzsche hanno partecipato anche alla sua vicenda di uomo, ma fermandosi alla semplice considerazione del dato non si andrebbe al di là della mera cronaca, con il rischio di un approccio puramente nozionistico o peggio “cultuale” alla sua vita e al suo insegnamento; tuttavia, conoscendo il contesto della corrispondenza tra Louise Ott e Nietzsche, quel fiore diventa una fonte, che come tale contribuisce a far luce sui reciproci sentimenti dei due (lei che gli manda il fiore, lui che lo conserva) e dunque assume la funzione di tassello nella questione del rapporto tra Nietzsche e le donne, o tra Nietzsche e quella donna (che sarà da lui ricordata ancora in Ecce homo), e dunque concorre alla ricostruzione della sua vita, della sua personalità, del suo pensiero.
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Sgubonius
messagio Sep 4 2008, 07:16 PM
Messaggio #17


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Credo che (mi manca come al solito il riferimento purtroppo) sia il milieu storico/culturale che quello geografico/spaziale siano sostanzialmente di importanza infima confrontato colla potenza del pensiero quasi come res cogitans contro res extensa. Qui mi riferisco soprattutto ad un influsso del trascendentalismo emersoniano per cui è il grande uomo a plasmare l'ambiente e non vice versa, la storia stessa è un insieme di biografie. Mi pare che d'altronde sia questa la base del soggettivismo incondizionato e della volontà di potenza.


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diechirico
messagio Sep 5 2008, 05:46 AM
Messaggio #18


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joseph, mi fai venire i brividi...
è decisamente un piacere leggerti.
d.


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Ma cosa importa di me e di te! Altri uccelli voleranno oltre!
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NIHILO
messagio Sep 5 2008, 09:58 AM
Messaggio #19


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Se dovessi o volessi dare una connotazione estetica ai commenti di Joseph,
potrei accostarli alle innumerevoli, stupende opere d'arte in miniatura
che si possono apprezzare in quasi tutte le chiese, di piccole o grandi di-
mensioni, della MittelEuropa: HoltzSchnitzerei - intagli in legno -, raffigurazioni
policrome e iridescenti incise mirabilmente su piccole vetrate - quelle che ho
visto nella deliziosa ThomasKirche a Lipsia, dove J.S. Bach compose le sue
musiche immortali mi hanno lasciato sbalordito - ed altri ceselli che stanno
a testimoniare l'immensa perizia artigiana che i mastri germanici ereditarono
dalla nostra scuola rinascimentale. Sono plastici, lucenti, compiuti nella loro
puntuale minuziosità.
Non è una CAPTATIO BENEVOLENTIAE, ma un omaggio che voglio rendere
una volta per tutte a chi sta conferendo sempre più forza e spessore a questo
Forum.
Venendo al tema, vorrei fare solo una piccola osservazione: sì, l 'influsso geografico-
spaziale dell'ambiente sul genio - Goethe, Wagner, Nietzsche, i tantissimi matematici
e studiosi di scienze naturali, gli insuperati filologi, indoeuropeisti, penso anche archeolo-
gi che tutti o quasi nacquero, vissero e crearono nel saechsische Raum, nello spazio
geografico sassone - è una variabile da considerare, accanto ad un'altra che sembra essere
a ben vedere invece una costante, cioè la guerra, la guerra che funestò la grecia classica,
la lunga e sanguinosa guerra civile, che dopo Silla cessò ma per trasformarsi in lacerante
conflitto politico che uccise alla fine la repubblica, che percorse l'età aurea della letteratura latina
e le tante guerre tedesche.
Ciononostante una cosa mi ha sempre inquietato dello spirito tedesco, e cioè che esso è la fusione
del giorno e della notte, è razionalità sovrumana, ma nello stesso tempo delicata SehnSucht, spietatezza
dell'organizzazione burocratica e tecnocratica ma ricerca di intimità e di introspezione, è l'ebbrezza per
una manovra militare a tenaglia perfettamente riuscita e nello stesso tempo Mitleid, commossa partecipazione
alla bellezza ed al fascino della natura. E'...........Faustus.


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Freddie
messagio Sep 6 2008, 05:43 AM
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CITAZIONE
Naturalmente non sono così ingenuo e determinista da sostenere che se Nietzsche non avesse preferito il Van Houten ad altri tipi di cacao, o se non avesse dovuto salire 164 gradini per raggiungere la sua mansarda di Via Palestro a Genova, il suo pensiero si sarebbe sviluppato in modo diverso; ma perfino tali informazioni sono aneddotiche solo se trattate come fini a se stesse, mentre incorporate in un contesto più ampio possono assumere, magari in veste di contorno, una loro significatività.
.. quella del fiore mi mancava e prima o poi la scovo l'immagine di Louise Ott.

Spero sia chiaro io non volevo essere così radicale da affermare che il pensiero Nicciano sia stato influenzato da tutte (sottolineo tutte) le esperienze che N. ha avuto in vita...
Sta di fatto che parlando di N. parliamo di una persona ben attenta SEMPRE a quello che lo circondava e che lo colpiva.. anche appunto le statue della sua chiesetta a Rocken.
Forse bisognerebbe entrare nel campo psicologico (e io non ne sono in grado nè è il mio campo) ma vogliamo scindere il pensiero dall'individuo?
Se è l'individuo che formula un pensiero, lo sviluppa e se per individuo intendiamo una personalità che si relaziona con l'esterno e dall'esterno è influenzata, anche una piccola esperienza data da una statua, un fiore, finanche un profumo contribuiscono a formare questo individuo e quindi, anche se in minima parte il suo pensiero. Certo è che la lettura di un libro influenzerà sicuramente più dell'odore dell'asfalto.. ci mancherebbe altro!
Dunque trito da "storica della filosofia" il tuo metodo di lavoro e di studio è sicuramente corretto anche perchè altrimenti ci perdessimo in queste piccolezze della vita altrui non sarebbe più finita.
Ribadisco il fatto che comunque visitare la casa mortale di N. o chessò Sils (la pietra dello Zarathustra) o qualsiasi altro luogo non è (almeno da parte mia e son convinto neppure per i "pellegrini" di questo forum wink.gif) fanatismo.
Ok sono le 6 e 39 e devo andare a nanna...
Joseph vabbè ti hanno già lodato e io mi accodo umilmente nel farti i complimenti smile.gif

CITAZIONE
Confessiamolo, io scrivo sugli stati d'animo perché in questo momento sono così disposto; ed è una fortuna che sia disposto a descrivere proprio le disposizioni.

Oggi ho suonato a lungo le Consolations di Liszt, e avverto chiaramente come le note mi siano penetrate nell'animo, e ora vi risuonino spiritualizzate. Ho fatto di recente un'esperienza dolorosa, quella di un addio o non-addio, e ora noto come questo sentimento e quelle note si siano fusi, e credo che la musica non mi sarebbe piaciuta se non avessi fatto quell'esperienza. Il simile cerca dunque di attirare l'anima a sé, e la massa preesistente di sensazioni spreme come un limone i nuovi avvenimenti che colpiscono il cuore, ma sempre in modo tale che solo una parte del nuovo si unisca all'antico, e che ne rimanga un residuo che non trova elementi affini della dimora dell'anima e perciò vi prende stanza da solo, molto spesso con malumore dei vecchi inquilini, con i quali viene sovente a diverbio per questo motivo. Ma guarda! Ecco che viene un amico, un libro si apre, passa una ragazza, senti! Risuona una musica! - Già da ogni parte tornano ad affluire nuovi ospiti nella casa aperta a tutti, e colui che fino a poco fa se ne stava da solo trova molti nobili parenti.

Ma è singolare: non vengono gli ospiti che vogliono, né così come si trovano, bensì coloro che debbono venire, e solo questi. Tutto ciò che l'anima non può riflettere, non la tocca; ma poiché la volontà fa o non fa riflettere l'anima a suo talento, essa viene toccata soltanto da ciò che vuole. E ciò a molti appare contraddittorio; giacché ricordano quale resistenza oppongono a certe sensazioni. Ma che cos'è che in ultima analisi determina la volontà? E quante volte la volontà dorme e vegliano soltanto gli istinti e le inclinazioni? E una delle più forti inclinazioni dell'anima è una certa curiosità, una predilezione per l'inconsueto, e ciò spiega perché sovente ci lasciamo indurre in stati d'animo spiacevoli.

Ma l'anima non recepisce soltanto tramite la volontà; essa è fatta della stessa materia degli eventi, o di una materia simile, e da ciò proviene che un evento che non trova una corda affine, grava tuttavia sull'anima col peso dell'umore, e può gradualmente acquistare una tale preponderanza da schiacciare e comprimere il suo restante contenuto.

Gli stati d'animo derivano dunque dai conflitti interni ovvero da una pressione esterna sul mondo interiore. Qui una guerra civile di due campi opposti, là l'oppressione del popolo da parte di un ceto, di un'esigua minoranza.


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CITAZIONE
Dei buoni denti e uno stomaco forte - t'auguro questo!
E se ti sei trovato col mio libro,
ti troverai di certo anche con me.
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