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> L'On. Buttiglione e la morte di Dio
lou
messagio Sep 3 2007, 09:05 AM
Messaggio #21


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uhmmm, ghiotte queste tue elucubrazioni
dopo ti rispondo
devo pensare
ma , ti prego, poichè nn conosco il tedesco,
saresti così gentile da accompagnare ai tuoi motti alemanni
la traduzione. grazie

a dopo
Diletta


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"Osa tutto...non avere bisogno di niente"
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NIHILO
messagio Sep 3 2007, 12:43 PM
Messaggio #22


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Grazie Andrè, ma la nonchalance "british" di Lord è ineguagliabile.
Mi stai facendo tornare il desiderio di dedicarmi a letture oraziane;
ora ho preso un'altra strada, ma verrà il tempo che mi farò una
bella scorpacciata di classici latini e greci.
AGNOSCO VETERIS VESTIGIA FLAMMAE


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marcosvevo
messagio Sep 5 2007, 07:53 AM
Messaggio #23


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CITAZIONE(NIHILO @ Sep 3 2007, 09:04 AM) *
Forse è dovuto un chiarimento. Io non sono -come del resto tutti gli altri in questo Forum-
un "fanatico di Nietzsche". Non vado in giro sventolando i libretti gialli della Adelphi come
qualche anno addietro faceva qualcuno con libretti di colore diverso, e peraltro non condivido
taluni aspetti del suo pensiero -la necessità che esista una società rigidamente gerarchizzata di
"signori" e "schiavi" per me è una delle sue poche teorie veramente "deacadenti" e reazionarie-.
Ma nella massima parte delle sue espressioni l'opera di Nietzsche è qualcosa di veramente portentoso
e dirompente.
D'altronde, egli stesso ha asserito che nessuno ha bisogno di maestri, nè buoni nè cattivi, ma deve
lavorare e studiare duramente per sviluppare un pensiero indipendente.
DUNKEL SIND DIE WEGE DER GOTTLOSEN

Il signor NIetzsche, tuttavia, amava (?) cadere in contraddizione di tanto in tanto; in qualche libro scriveva : si ripaga male un maestro se si rimane soltanto discepoli. (un pensiero indipendente non esiste)
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Diletta
messagio Sep 6 2007, 08:18 PM
Messaggio #24


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per qllo che riguarda il pensiero indipendente sono d'accordo con Svevo
forse,Nihilo, volevi riferirti a maestri a cui tendere, a cui voler assomigliare in modo conscio!

se consideriamo il nostro passato ognuno di noi ha attinto a maestri e grazie a loro il nostro pensiero si è formato
e dunque in nessun modo è indipendente
in quello che consideri portentoso N. ti è maestro, poichè aderisci, per quel particolare, al suo pensiero

poi, certo, ognuno di noi, nell'età della ragione, prende idee da questo e da quello e crea il suo particolare cocktail
per interpretare la vita

bisogna servirsi dei maestri, parassitarli, loro hanno già lavorato d'intelletto per noi e noi ora possiamo sfruttare il loro lavoro
come del resto è in ogni campo dell'umana scienza

poi...alcuni partoriscono idee vergini...ma quelli si chiamano genii


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NIHILO
messagio Sep 7 2007, 09:35 AM
Messaggio #25


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D'accordissimo Diletta, forse nell'intervento precedente
non mi sono spiegato con sufficiente chiarezza.
Volevo intendere che ovviamente per formarsi solide
basi culturali in ogni campo dello scibile umano occorre
assimilare le acquisizioni di studiosi autorevoli in quel campo,
facendo un pò come dici tu i parassiti o, se vogliamo, più
suggestivamente, suggere il latte o il miele di quei precetti, ma questo
non esclude che il momento della scepsi come metodo d'elezione
-come, se non vado errato sosteneva lo stesso Nietzsche- è determinante
per la conoscenza, nel senso che occorrerebbe mantenere sempre un
atteggiamento critico, IN PRIMIS verso sè medesimi, e non "fondersi"
mai con nessun concetto, nessuna formola logica o dialettica e con nessun
autore.
DUNKEL SIND DIE WEGE DER GOTTLOSEN


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Diletta
messagio Sep 7 2007, 03:37 PM
Messaggio #26


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io invece faccio il contrario
io aderisco visceralmente a ciò che ritengo ragionevole
questo mi permette di verificare, nella mia esperienza,
se quello che ritengo vero sia anche reale, realizzabile, umano, fondato,percorribile..
come faccio altrimenti a verificare un'ipotesi, se la tengo sempre lontana?
è come con le persone? come facco a darne un giudizio se le tratto con distacco, se nn le conosco appieno,
se nn sperimento?

la vita va esperita..questo ho imparato
e, ti confesso, assaggiare il suo gusto, a volte amaro, è appagante

ciao nihilo
Ps. sei un vero gentiluomo, anche se nn traduci i tuoi motti alemanni


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Diletta
messagio Sep 7 2007, 10:31 PM
Messaggio #27


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oggi ripensavo ogni tanto alla tua scepsi
è una parola che nn ho mai usato e mi evocava prioritariamente una certa sete
così foneticamente assimilabile a Pepsi e Schweppes

però, dopo aver bevuto, pensavo... che io nn riuscirei a restare in una simile posizione di dubbio continuo:
morirei d'ansia
sarebbe come avere tutti sintomi della febbre ma nn misurarla e dunque nn sapere se ce l'hai davvero;
come continuare a costruire una casa che sai con certezza che nn terminerà mai;
come coltivare un campo sapendo che nn ne raccoglierai mai i frutti...

che senso ha vivere così?
così, nn è solo sopravvivere?


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marcosvevo
messagio Sep 8 2007, 03:19 PM
Messaggio #28


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CITAZIONE(Diletta @ Sep 7 2007, 11:31 PM) *
oggi ripensavo ogni tanto alla tua scepsi
è una parola che nn ho mai usato e mi evocava prioritariamente una certa sete
così foneticamente assimilabile a Pepsi e Schweppes

però, dopo aver bevuto, pensavo... che io nn riuscirei a restare in una simile posizione di dubbio continuo:
morirei d'ansia
sarebbe come avere tutti sintomi della febbre ma nn misurarla e dunque nn sapere se ce l'hai davvero;
come continuare a costruire una casa che sai con certezza che nn terminerà mai;
come coltivare un campo sapendo che nn ne raccoglierai mai i frutti...

che senso ha vivere così?
così, nn è solo sopravvivere?

E INFATTI la vita non ha nessun senso, come insegnano i vari Cioran, Michelstaedter, Camus, Weininger ecc.
Nietzsche e la sapienza greca
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Joseph de Sil...
messagio Sep 8 2007, 04:14 PM
Messaggio #29


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CITAZIONE(NIHILO @ Sep 7 2007, 08:35 AM) *
Volevo intendere che ovviamente per formarsi solide
basi culturali in ogni campo dello scibile umano occorre
assimilare le acquisizioni di studiosi autorevoli in quel campo,
facendo un pò come dici tu i parassiti o, se vogliamo, più
suggestivamente, suggere il latte o il miele di quei precetti, ma questo
non esclude che il momento della scepsi come metodo d'elezione
-come, se non vado errato sosteneva lo stesso Nietzsche- è determinante
per la conoscenza, nel senso che occorrerebbe mantenere sempre un
atteggiamento critico, IN PRIMIS verso sè medesimi, e non "fondersi"
mai con nessun concetto, nessuna formola logica o dialettica e con nessun
autore.

A proposito di quella che avete definito “indipendenza” direi che è opportuno distinguere almeno due ambiti di riflessione: quello storico-sociale (e al limite anche naturale), rispetto al quale Nietzsche, insistendo sui condizionamenti esercitati su ciascuno di noi dai contesti, dalle appartenenze, dalle eredità, sottolinea la derivazione delle nostre Weltanschauungen dalle ragnatele di relazioni in cui ci troviamo immersi, arrivando per esempio a proclamare una sostanziale non-libertà del volere in campo morale; c’è però, connesso al primo ma da esso comunque distinto, anche un ambito per così dire pedagogico-educativo (e mi pare che a questo si riferisca Nihilo): qui Nietzsche ha sempre sottolineato l’importanza, sì, di maestri, ma anche la necessità di prendere congedo da essi per sviluppare un pensiero critico che, se pur condizionato, sia consapevole dei condizionamenti stessi e dunque non sia passivamente appiattito su ciò che ci si dà come già “confezionato”. Fin dalla seconda e dalla terza delle Considerazioni inattuali, e sempre più in seguito, la polemica nietzscheana nei confronti dei sistemi educativi, ad esempio, si scaglia contro gli accademici: cioè tutti coloro che, anziché sollecitare l’autonomia, si fanno funzionari delle istituzioni e portavoci del pensiero unico, perpetuando un sapere che non diventa riflessione critica. Tra il richiamo all’eteronomia culturale del pensiero e l’esortazione alla conquista dell’autonomia non c’è però contraddizione, e non solo perché si tratta appunto di due ambiti distinti – per quanto interdipendenti –. Infatti la constatazione che ciascuno di noi è condizionato può convivere con il motto di Pindaro “diventa ciò che sei”, spesso citato da Nietzsche, perché questo, lungi dall’alludere a una solipsistica unicità di sapore romantico o ad un ancor più improbabile (per quanto spesso attribuitogli) vitalismo anarchico, sottolinea la necessità di conquistare quell’irripetibilità che ciascuno di noi è in quanto sintesi unica delle dipendenze che ci attraversano: in questo senso ognuno dunque è non indipendente ma certamente originale, perché diverso da tutti gli altri. A tale proposito Nietzsche, pur partendo da (e approdando a) punti di vista completamente differenti da quelli di Leibniz, ne avrebbe condiviso (mutatis mutandis) la famosa e suggestiva immagine della città di cui ciascun abitante ha una rappresentazione unica in relazione alla prospettiva dalla quale la osserva: “Siccome una stessa città guardata da diversi lati appare del tutto diversa, ed è come moltiplicata prospetticamente; accade ugualmente che per la moltitudine infinita delle sostanze semplici ci siano come universi altrettanto diversi […]” (Monadologia, 57).
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marcosvevo
messagio Sep 8 2007, 04:49 PM
Messaggio #30


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inappuntabile
senonchè anche il signor nietzsche era un accademico ( e che accademico)
neanche 24enne paraculato da ritschl, dico bene o mi confondo?
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Joseph de Sil...
messagio Sep 8 2007, 10:44 PM
Messaggio #31


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CITAZIONE(marcosvevo @ Sep 8 2007, 03:49 PM) *
inappuntabile
senonchè anche il signor nietzsche era un accademico [...]

Se per “accademico” si intende genericamente il professore universitario, allora Nietzsche è stato certamente un accademico. Ma egli non l’intende in questo modo, e anzi distingue nettamente “filosofia” da “accademia”: cfr., tra i tanti riferimenti possibili in questo senso, l’ultimo capitolo (il n. 8) di Schopenhauer come educatore.
Per ciò che concerne poi la nomina di Nietzsche a Basilea: viene spesso ricordato che essa avvenne su indicazione di Ritschl; meno spesso viene ricordato, invece, che ciò allora era una prassi nella nomina dei giovani docenti in quell’Università: “Come giustificazione della chiamata serviva soprattutto alle autorità accademiche da un canto la raccomandazione personale da parte di autorità riconosciute, dall’altro la qualità, accertata da esperti, delle pubblicazioni scientifiche dei candidati” (C.P. Janz, Vita di Nietzsche, Vol. I, p. 261). Quando si trattò di sostituire Kiessling, infatti, il consigliere per l’educazione di Basilea scrisse a Ritschl e ad altri studiosi proprio per avere delle segnalazioni su giovani filologi che fossero in grado di ricoprire la cattedra: “La nomina di Nietzsche, dal punto di vista di Basilea, non aveva quindi nulla di sensazionale” (ibidem).
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andreademilio
messagio Sep 8 2007, 11:47 PM
Messaggio #32


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Nietzsche si laureò senza esami né tesi: gli bastò pubblicare sul Rheinisches Museum, già a 22 anni. O mi sbaglio? John Donne ( grande poeta inglese, 1500-1600) entrò all'università ad 11 anni.

Sul Nietzsche accademico di Basiliea- cioè sul Nietzsche filologo e l'importanza della filologia per la sua teoria della conoscenza- vedi l'abruzzese Luigi Cataldi Madonna, Il razionalismo di Nietzsche. L'autore insegna a L'Aquila e produce l'ottimo vino bianco omonimo. Nietzsche :'' In vero vinitas''.


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NIHILO
messagio Sep 10 2007, 08:07 AM
Messaggio #33


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CITAZIONE(Diletta @ Sep 7 2007, 02:37 PM) *
io invece faccio il contrario
io aderisco visceralmente a ciò che ritengo ragionevole
questo mi permette di verificare, nella mia esperienza,
se quello che ritengo vero sia anche reale, realizzabile, umano, fondato,percorribile..
come faccio altrimenti a verificare un'ipotesi, se la tengo sempre lontana?
è come con le persone? come facco a darne un giudizio se le tratto con distacco, se nn le conosco appieno,
se nn sperimento?

la vita va esperita..questo ho imparato
e, ti confesso, assaggiare il suo gusto, a volte amaro, è appagante

ciao nihilo
Ps. sei un vero gentiluomo, anche se nn traduci i tuoi motti alemanni

Grazie Diletta, troppo gentile. Tu sei una donna di grande "esprit", che sa
confrontarsi bene con i maschietti.
La scepsi secondo me non è esattamente quel che tu dici, ma non sei molto lontana
dall'averne afferrato l'essenza. A questo proposito, non so se hai letto "Siddharta" di Hermann
Hesse. Leggilo -Adelphi-, è un libricino abbastanza scorrevole, e saprà spiegarti
su questo tema molto più di quanto io possa fare con diecimila parole.
Comunque la frase DUNKEL SIND DIE WEGE DER GOTTLOSEN significa
"oscuri sono i sentieri dei senzadio", ed è tratta dallo Zarathustra.
Citarla in tedesco secondo me fa sì che rimanga intatta tutta la sua
potenza.


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NIHILO
messagio Sep 10 2007, 08:17 AM
Messaggio #34


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CITAZIONE(Joseph de Silentio @ Sep 8 2007, 03:14 PM) *
A proposito di quella che avete definito “indipendenza” direi che è opportuno distinguere almeno due ambiti di riflessione: quello storico-sociale (e al limite anche naturale), rispetto al quale Nietzsche, insistendo sui condizionamenti esercitati su ciascuno di noi dai contesti, dalle appartenenze, dalle eredità, sottolinea la derivazione delle nostre Weltanschauungen dalle ragnatele di relazioni in cui ci troviamo immersi, arrivando per esempio a proclamare una sostanziale non-libertà del volere in campo morale; c’è però, connesso al primo ma da esso comunque distinto, anche un ambito per così dire pedagogico-educativo (e mi pare che a questo si riferisca Nihilo): qui Nietzsche ha sempre sottolineato l’importanza, sì, di maestri, ma anche la necessità di prendere congedo da essi per sviluppare un pensiero critico che, se pur condizionato, sia consapevole dei condizionamenti stessi e dunque non sia passivamente appiattito su ciò che ci si dà come già “confezionato”. Fin dalla seconda e dalla terza delle Considerazioni inattuali, e sempre più in seguito, la polemica nietzscheana nei confronti dei sistemi educativi, ad esempio, si scaglia contro gli accademici: cioè tutti coloro che, anziché sollecitare l’autonomia, si fanno funzionari delle istituzioni e portavoci del pensiero unico, perpetuando un sapere che non diventa riflessione critica. Tra il richiamo all’eteronomia culturale del pensiero e l’esortazione alla conquista dell’autonomia non c’è però contraddizione, e non solo perché si tratta appunto di due ambiti distinti – per quanto interdipendenti –. Infatti la constatazione che ciascuno di noi è condizionato può convivere con il motto di Pindaro “diventa ciò che sei”, spesso citato da Nietzsche, perché questo, lungi dall’alludere a una solipsistica unicità di sapore romantico o ad un ancor più improbabile (per quanto spesso attribuitogli) vitalismo anarchico, sottolinea la necessità di conquistare quell’irripetibilità che ciascuno di noi è in quanto sintesi unica delle dipendenze che ci attraversano: in questo senso ognuno dunque è non indipendente ma certamente originale, perché diverso da tutti gli altri. A tale proposito Nietzsche, pur partendo da (e approdando a) punti di vista completamente differenti da quelli di Leibniz, ne avrebbe condiviso (mutatis mutandis) la famosa e suggestiva immagine della città di cui ciascun abitante ha una rappresentazione unica in relazione alla prospettiva dalla quale la osserva: “Siccome una stessa città guardata da diversi lati appare del tutto diversa, ed è come moltiplicata prospetticamente; accade ugualmente che per la moltitudine infinita delle sostanze semplici ci siano come universi altrettanto diversi […]” (Monadologia, 57).

Tanto di cappello, Joseph. In estrema sintesi è quel che hanno fatto Schopenhauer e Lange nei confronti
del maestro Kant, e, a sua volta, quel che ha fatto Nietzsche nei confronti di Schopenhauer.
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Joseph de Sil...
messagio Sep 10 2007, 09:04 AM
Messaggio #35


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CITAZIONE(NIHILO @ Sep 10 2007, 07:17 AM) *
Tanto di cappello, Joseph. In estrema sintesi è quel che hanno fatto Schopenhauer e Lange nei confronti
del maestro Kant, e, a sua volta, quel che ha fatto Nietzsche nei confronti di Schopenhauer.
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Sì: ed è quello che lo stesso Nietzsche (anche di qui la sua grandezza) chiedeva di fare nei suoi confronti.
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Diletta
messagio Sep 10 2007, 01:50 PM
Messaggio #36


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grande esprit mi piace tanto

e anche la traduzione....così la potenza di quella parole può raggiungere un'analfabeta come me

grazie


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NIHILO
messagio Sep 10 2007, 02:08 PM
Messaggio #37


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CITAZIONE(Diletta @ Sep 10 2007, 12:50 PM) *
grande esprit mi piace tanto

e anche la traduzione....così la potenza di quella parole può raggiungere un'analfabeta come me

grazie

Ce ne vorrebbero tanti di analfabeti come te, purtroppo il nostro
paese è pieno di analfabeti veri.


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Joseph de Sil...
messagio Sep 22 2007, 06:31 PM
Messaggio #38


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CITAZIONE(andreademilio @ Sep 8 2007, 10:47 PM) *
Nietzsche si laureò senza esami né tesi: gli bastò pubblicare sul Rheinisches Museum, già a 22 anni. O mi sbaglio?

Il lavoro su Teognide (prima pubblicazione di Nietzsche) era completato già nel 1866, ma fu pubblicato sul Rheinisches Museum il 1° marzo 1867.
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andreademilio
messagio Sep 23 2007, 10:13 AM
Messaggio #39


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NIHILO
messagio Sep 24 2007, 07:44 AM
Messaggio #40


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Chiedo conferma a Joseph, ma credo che Nietzsche non diede
esami durante la sua permanenza all'Università Naumburg, in Renania.
Li diede con Ritschl a Lipsia e la sua dissertazione su Teognide gli valse
sia come tesi di Laurea che di dottorato, ovviamente sotto l'ala tutelare di
Ritschl -che non può affatto paragonarsi ad una nostra "raccomandazione-.
Quando poi l'eminente cattedratico di filologia classica caldeggiò la nomina
di N. a titolare della cattedra di filologia classica presso l'Università di Basilea,
nel suo "biglietto di presentazione" della giovane promessa inviato al corpo
accademico scrisse più o meno di non aver mai visto sino ad allora un talento
simile, per zelo, disciplina, costanza, passione, rigore sistematico e profondità.
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