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> Silensio parla il Sogno!
BlackSmith
messagio Mar 24 2009, 04:36 PM
Messaggio #1


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Quanto è inutile la razionalità per sentire Nietzsche.
Un omaggioa chi mi ha dato un'altro spunto per vedere.
Per spiegare Nietzsche, mia cara Nach, un quadro, una poesia, un film, valgono mille tomi di illustri pensatori.
BlackSmith


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Agli uomini dei quali mi importa qualcosa io auguro sofferenze, abbandono, malattie, maltrattamenti, disprezzo..., io desidero che non restino loro sconosciuti il profondo disprezzo di sé, il martirio della diffidenza di sé, la miseria del vinto
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BlackSmith
messagio Mar 24 2009, 04:37 PM
Messaggio #2


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CITAZIONE(BlackSmith @ Mar 24 2009, 04:36 PM) *
Quanto è inutile la razionalità per sentire Nietzsche.
Un omaggioa chi mi ha dato un'altro spunto per vedere.
Per spiegare Nietzsche, mia cara Nach, un quadro, una poesia, un film, valgono mille tomi di illustri pensatori.
BlackSmith

opss ecco
http://www.youtube.com/watch?v=uHC_vS6VaOY


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BlackSmith
messagio Mar 24 2009, 04:40 PM
Messaggio #3


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CITAZIONE(BlackSmith @ Mar 24 2009, 04:37 PM) *

Il sogno si sta trasformando in incubo angry.gif
http://www.youtube.com/watch?v=uHC_vS6VaOYhttp://www.youtube.com/watch?v=uHC_vS6VaOY


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Sgubonius
messagio Mar 24 2009, 09:54 PM
Messaggio #4


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Sarebbe meglio senza Pink Floyd alla fine però! angry.gif

PS: senza i tomi di filosofia non potresti capire del tutto la poesia, essa è infatti un allenamento al pensiero che permette poi di vivere pienamente la poesia. Fra i più grandi apprezzatori d'arte, reali apprezzatori, sinceri, attenti, non inautenticamente abbandonati alle angherie dell'autore per clichè, ci sono sempre stati i filosofi.


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"Innocenza è il fanciullo e oblio, un nuovo inizio, un giuoco, una ruota ruotante da sola, un primo moto, un sacro dire di sì"
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Nachtlied
messagio Mar 24 2009, 09:55 PM
Messaggio #5


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Dai Blacksmith, non metterla in questo modo. laugh.gif
Sai bene che non intendevo affatto dire che Nietzsche va capito studiando 'razionalmente' i libri scritti dai suoi interpreti.
Quello che intendevo è che un quadro (come quello con lo specchio rotto che hai fatto tu) può sicuramente essere un mezzo per avvicinarsi a lui, per aiutarci a 'sentirlo meglio dentro di noi', ma non è sufficiente a capire Nietzsche fino in fondo, perché lui ha scritto libri e ci ha chiesto di leggerli, non ha dipinto quadri.
E i libri si leggono.
Come ti ho già scritto, in un secondo momento (cioè dopo un'accurata lettura) uno può, se vuole, passare alla rappresentazione, ma è un passo successivo (e peraltro non coerente con il filosofo, ma di questo abbiamo già ampiamente discusso wink.gif ).

Dicevo poi che tu hai un buon metodo di approcciarti al problema, cioè quello di entrare nella situazione, di immaginartela; quindi, per essere coerente con questo, dovresti entrare dentro il pensiero di N, magari ripercorrendo la via che lui ha percorso, o/e percorrendo quella che lui ha tracciato... Tutto qui!


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Sgubonius
messagio Mar 24 2009, 11:11 PM
Messaggio #6


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CITAZIONE(Nachtlied @ Mar 24 2009, 09:55 PM) *
Come ti ho già scritto, in un secondo momento (cioè dopo un'accurata lettura) uno può, se vuole, passare alla rappresentazione, ma è un passo successivo (e peraltro non coerente con il filosofo, ma di questo abbiamo già ampiamente discusso wink.gif ).


Direi comunque che lo Zarathustra è un esempio di come la filosofia giunge al suo limite come linguaggio e ricerca uno sfondamento inevitabile nel poetico. Se ha un pregio lo Zarathustra è di mescolare i due generi, però io posso dire nella mia esperienza che leggere soltanto questo testo è altamente fuorviante, e che per quanto le sue immagini poetiche siano ottime per entrare nel vivo del pensiero si rischia di semplificare molto la questione Nietzsche che è invece non solo complessa ma direi anche aperta.


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BlackSmith
messagio Mar 25 2009, 12:54 PM
Messaggio #7


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Sarebbe meglio senza Pink Floyd alla fine però! angry.gif

Ho voluto mixare le musiche antiche di Rota con quelle moderne dei Pink Floyd "Shine On You Crazy", e ho scelto quest'ultima poichè mi ricordava che era una di quelle poche canzoni che mi creavano un'atmosfera onirica, mi facevano entrare nel sogno come nei misteri eleusini. La parte finale del film è di una bellezza senza tempo,(ancora grazie Sgub), come la lettura di Nietzsche anche quella è di una bellezza senza tempo. Quando dicevo, quanto siano inutili, mille tomi per capire Nietzsche, ho voluto con questo breve collage, blog, di immagini e suoni, farVi capire come, io, intendo sia l'unico modo per approcciarsi alla lettura dello Z.
Quello non è un testo di filosofia, (non è una polemica Nach), quella cosa lì è una cosa per iniziati, bisogna togliersi le scarpe, prendersi per mano, e lasciandarsi andare in balli e canti immersi nel sogno. L'unione tra realtà e sogno, quelli vestiti di bianco accanto a quelli vestiti normalmente,
poi addirittura c'è qualcuno che vestito di bianco indossa un normalissimo paltò (altro mistero....) è l'unico modo per partecipare a quell'evento. Nella lettura dello Z. come nella parte finale di quel film, non è importante Leggere, ma mettersi in fila.... e girare.
Certo adesso Nietzsche è diventata una moda, ma quando l'ho incontrato diventandone amico è stato in tempi non sospetti wink.gif

P.S Per fortuna che in questi giorni non c'è Zagreo, altrimenti Silenzio, Silenzio! Ho serissimi problemi agli occhi!

http://www.youtube.com/watch?v=uHC_vS6VaOY



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Zagreo
messagio Mar 25 2009, 02:39 PM
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CITAZIONE(BlackSmith @ Mar 25 2009, 12:54 PM) *
P.S Per fortuna che in questi giorni non c'è Zagreo, altrimenti Silenzio, Silenzio! Ho serissimi problemi agli occhi!


Eccomi laugh.gif
In realtà l'avevo notato tongue.gif ma sono stato zitto rolleyes.gif
Non voglio fare sempre il guastafeste...
Cmq già che ci sono, un po' lo faccio: x capire N. serve una razionalità elevata all'ennesima potenza, altro che irrazionalità!
Non hai idea di quanta razionalità serve per girare un finale come quello... Dipende poi anche da cosa s'intende x irrazionale...
In Fellini ci sono situazioni ottiche e sonore pure, immagini soggettive, ricordi d'infanzia, sogni ecc in cui il personaggio non agisce senza vedersi agire, un vero soggettivismo complice. Ma se cmq l'immagine è soggettiva, mentale o fantasma, non si organizza mai in spettacolo senza diventare oggettiva... wink.gif


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Non ho mai sentito dire che le flatulenze determinino situazioni filosofiche. (Lettere a Erwin Rohde)
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Sgubonius
messagio Mar 25 2009, 03:25 PM
Messaggio #9


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Direi che serve molta lucidità (razionalità rischia di diventare una questione logica/deduttiva che direi non è proprio rigorosissimo).
Quando sento rinchiudere Fellini nella sola categoria di "onirico/visionario" ho sempre perplessità, nel senso che questo sarebbe solo un abbandono irrazionale alla fantasia, patria dell'inautentico e nemica di ogni reale opera d'arte (l'intorbidimento delle acque per farle sembrare profonde nel "Dei Poeti"). Anche se originariamente pensata come antitesi archetipica fra puer e senex, la "collaborazione" fra il regista e l'intellettuale iper-razionale è necessaria e si rifà anche a quell'ideale tragico che in Nietzsche univa apollineo e dionisiaco. Quell'igiene di cui parla il francofono è lo stesso di cui rimproveravo la mancanza nell'altro topic ai poeti dell'ultima ora. Il volo sfrenato dell'artista estroso necessita di un legame alla terra che gli permetta la realizzazione effettiva, l'immanenza orizzontale (opposta alla trascendenza verticale del sognatore, dell'idealista), la razionalità del critico/intellettuale/senex non potrà mai bastare a questo scopo ma può indicare la strada conferendo la lucidità necessaria ad aprire la via per il suggello che sarà poi nel film la moglie o la musa (derivato dell'anima junghiana), o in Nietzsche l'eterno ritorno che è a tutti gli effetti una sorta di erede dell'apollineo (ne parlavamo anche nel topic apposito) ma senza la componente trascendente che mantiene il dualismo.


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BlackSmith
messagio Mar 25 2009, 05:30 PM
Messaggio #10


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CITAZIONE(Sgubonius @ Mar 25 2009, 03:25 PM) *
Direi che serve molta lucidità (razionalità rischia di diventare una questione logica/deduttiva che direi non è proprio rigorosissimo).
Quando sento rinchiudere Fellini nella sola categoria di "onirico/visionario" ho sempre perplessità, nel senso che questo sarebbe solo un abbandono irrazionale alla fantasia, patria dell'inautentico e nemica di ogni reale opera d'arte (l'intorbidimento delle acque per farle sembrare profonde nel "Dei Poeti"). Anche se originariamente pensata come antitesi archetipica fra puer e senex, la "collaborazione" fra il regista e l'intellettuale iper-razionale è necessaria e si rifà anche a quell'ideale tragico che in Nietzsche univa apollineo e dionisiaco. Quell'igiene di cui parla il francofono è lo stesso di cui rimproveravo la mancanza nell'altro topic ai poeti dell'ultima ora. Il volo sfrenato dell'artista estroso necessita di un legame alla terra che gli permetta la realizzazione effettiva, l'immanenza orizzontale (opposta alla trascendenza verticale del sognatore, dell'idealista), la razionalità del critico/intellettuale/senex non potrà mai bastare a questo scopo ma può indicare la strada conferendo la lucidità necessaria ad aprire la via per il suggello che sarà poi nel film la moglie o la musa (derivato dell'anima junghiana), o in Nietzsche l'eterno ritorno che è a tutti gli effetti una sorta di erede dell'apollineo (ne parlavamo anche nel topic apposito) ma senza la componente trascendente che mantiene il dualismo.

Sono d'accordo con te, sulla lucidità-razionalità, non sono d'accordo invece, ma forse non sono stato chiaro, e mi capita spesso, sull'abbandono irrazionale; chi lo ha detto, chi lo ha mai sostenuto! L'abbandono può non essere irrazionale, ma invece assolutamente volontario ed è quello dell'uomo dionisiaco che pur essendo in preda all'abbandono dell'ebrezza, sta fuori di sè, ma è ancora in sè, come staccato dal corpo ma non nella mente, guarda tutto, sopra di lui, è proprio quella poliprospettiva schizofrenica, quella frantumazione dell'io, quella spersonalizzazione di cui tanto hai prima parlato.
Uno dei passaggi interessanti è propio, l'abbandono del "regista" quando sulla scena irrompe, come un disturbo, il "jolly-maestro", rappresentando in quel momento la frantumazione dell'iper-razionalità del "logico-senex", buttando giù i pezzi della scacchiera, è in quel momento, in quell'intrusione discreta e apparentemente distaccata dalla scena che avviene la trasformazione, come elemento chimico fondamentale per ottenere quella magnifica reazione. Non dico che sia l'elemento fondamentale, devono esserci tanti elementi, ma quell'intrusione, è la polvere magica!
Poi ho fatto caso alla mescolanza tra immanenza e trascendenza, rappresentata dal bianco e dal nero, quel film non avrebbe potuto essere girato che con quei due soli colori, alcuni sono solo immanenza altri trascendenza altri ancora l'uno e l'altro contemporaneamente. E' curioso e molto interessante, almeno io, la trovo tale. Guarda chi è soltanto vestito di bianco, guarda chi è vestito normalmente, guarda poi chi ha contemporaneamente le due cose, è fantastico! Fantastico! Non smetterò mai di ringraziarti, poi Za. dai, su, chi ha mai pensato che Fellini con quel film non abbia usato la capoccia, mi sembra riduttivo, questo fraintendimento sull'irrazionalità e sull'abbandono.
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Sgubonius
messagio Mar 25 2009, 06:26 PM
Messaggio #11


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Ma infatti era più che altro una considerazione preventiva non diretta a te e che però nel frattempo poteva ricondurci alla nostra prima "disputa" riguardo al Dei Poeti e all'altro topic ancora sull'apollineo. La ragione e l'ordine sono in qualche maniera strumentali per così dire ma mai finali, comunque poi penso che ci siamo capiti.
Riguardo al bianco e nero è stata una scelta (nel 1962 c'era già il colore) e sicuramente riesce difficile pensare questo film a colori. Non ho mai fatto una cernita consapevole dei personaggi in bianco e di quelli misti, da quello che so io nell'intenzione dovevano essere tutti trasfigurati nel bianco della musa Anima che è infatti il primo personaggio a mettersi in cammino ed è già vestita di bianco nelle prime due visioni (alla fonte e nella stanza, in verità già nel film il bianco riconduce al "principio di realtà", tutti i senex e tutte le situazioni di chiarezza apollinea, anche tremenda, sono in bianco: produttore, critico, nella sauna, il bagno all'inizio). Ritengo che in molti casi semplicemente per estetica non si sia cambiato l'abito di personaggi secondari, in quanto poi (pensa alla scena in cui scendono tutti dalla scala) sarebbe mancato il contrasto che è necessario perchè si distinguano un attimo le figure. La trascendenza/immanenza è soprattutto nella verticalità/orizzontalità della rampa di lancio che come hai fatto notare benissimo viene come abbattuta nel suo trascendere verso l'alto (come compare anche nel primissimo sogno dove Guido vola) dal "nichilismo" del critico. Assorbita questa lezione e superata gli è possibile quel circolo che è puramente orizzontale, terrestre.

Io tendo a divagare parlando di questo film però! wink.gif


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BlackSmith
messagio Mar 25 2009, 07:32 PM
Messaggio #12


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Alcune cose riesco a comprenderle meglio, quando di fronte ho qualcuno che crea dei concetti e non si riduce a riportare cosa dice quello o quell’altro, e tu, ti (anacoluto? Ah a proposito ti sei accorto come nella dialettica e nella scrittura, già qui, si tende in generale a riproporre l’identico e a diffidare della differenza? Oh intendiamoci non c’entra nulla con gli errori grammaticali, gli anacoluti, le distrazioni, gli strafalcioni, etc.. ma riflettevo a quanto in generale siamo ostili al senso piuttosto che al senzo e riproponiamo tutti gli stessi pensieri che penzieri differenti ) sei spiegato benissimo. Non ho letto tantissimi filosofi, ma quello che sento è che la vera filosofia, deve creare, fare cose nuove, come la pittura, il cinema, la letteratura, e lo Zarathustra appartiene a pieno titolo a queste categorie, che per alcuni in questo forum, e non mi riferisco certamente a te, visto che sei stato tu a suggerirmi di rivedere questo capolavoro, sembrano invece delle sotto-categorie. Nello Zarathustra Nietzsche diventa filosofo-artista-creatore e non è stato meno di Picasso, cioè voglio dire, che al pari di Picasso, ha creato qualcosa di nuovo, non limitandosi a guardare cos’era stato fatto prima di lui, approvando alcuni, criticando altri, è andato oltre, ha rotto degli schemi, ha posto una linea di demarcazione, un solco incredibile, tra quello che era prima di Nietzsche e quello che ancora ha da venire.

Riguardo al bianco e nero è stata una scelta (nel 1962 c'era già il colore). Non avevo fatto caso, che già in quegli anni si poteva disporre del colore, e questo confermerebbe ancora di più quanto non a caso siano stati scelti gli abiti dei personaggi nei particolari, pur ammettendo che certe cose potrebbero essere casuali, vista la complessità nel gestire tutte quelle comparse. Ma non sarei così tanto certo, che non siano stati meticolosamente scelti nei minimi particolari dal regista.
Guido neanche nella vasca si libera dal nero…, con quel cappello, e non credo sia stato un caso.

La trascendenza/immanenza è soprattutto nella verticalità/orizzontalità della rampa di lancio che come hai fatto notare benissimo viene come abbattuta nel suo trascendere verso l'alto (come compare anche nel primissimo sogno dove Guido vola) dal "nichilismo" del critico. Assorbita questa lezione e superata gli è possibile quel circolo che è puramente orizzontale, terrestre.
Nelle parti grasse, proprio lì, non ho capito una “ cippa”, sempre per citare Zagreo, che aleggia sempre sopra di me…

Io tendo a divagare parlando di questo film però! Ne vale la pena



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Zagreo
messagio Mar 25 2009, 10:25 PM
Messaggio #13


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CITAZIONE(BlackSmith @ Mar 25 2009, 05:30 PM) *
Non smetterò mai di ringraziarti, poi Za. dai, su, chi ha mai pensato che Fellini con quel film non abbia usato la capoccia, mi sembra riduttivo, questo fraintendimento sull'irrazionalità e sull'abbandono.


Scusa ma leggendo si poteva capire "male", e ho preferito chiarire tongue.gif
Alzi la mano chi aveva capito bene!....scherzo

CITAZIONE(BlackSmith @ Mar 25 2009, 07:32 PM) *
Non ho letto tantissimi filosofi, ma quello che sento è che la vera filosofia, deve creare, fare cose nuove, come la pittura, il cinema, la letteratura, e lo Zarathustra appartiene a pieno titolo a queste categorie, che per alcuni in questo forum, e non mi riferisco certamente a te, visto che sei stato tu a suggerirmi di rivedere questo capolavoro, sembrano invece delle sotto-categorie.


Sono d'accordo! Cmq in questo forum non ho trovato qualcuno che lo negasse, tu si?
La teoria filosofica è una pratica, e non è certamente più astratta del suo oggetto, è pratica dei concetti. La teoria del cinema ad esempio non si fonda sul cinema, ma sui concetti che il cinema suscita. Il cinema è nuova pratica delle immagini e dei segni, di cui la filosofia può e deve fare la teoria in quanto pratica concettuale....
"cinema" x me è uguale a "filosofia"


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Sgubonius
messagio Mar 25 2009, 10:53 PM
Messaggio #14


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Su questo film tendo ad essere preparatissimo, ti posso dire che non c'è quasi nulla di casuale, quelle non sono nemmeno comparse nel senso tecnico del termine in quanto sono tutti personaggi già presenti nel film, anche se solo per brevissime scene, e Fellini come è noto sceglieva accuratamente i volti anche per i ruoli marginalissimi perdendo anni a visionare provini. Nello specifico tutti i costumi dei personaggi principali furono senza dubbio fatti in due versioni bianco e nero, ma prova a immaginare visivamente la scena finale senza un minimo di scuro e capisci perchè poi alcuni mantengano smoking o altri abiti scuri. Mera questione di composizione dell'immagine, immaginati guernica (per riprendere Picasso) senza sfumature di grigio, sarebbe un disastro estetico!

Comunque poco importa quello!

Invece è più importante il discorso che hai ingrassetato: il percorso dell'artista si colloca in principio in una incapacità creativa dovuta al sovrabbondare creativo, dionisiaco, infantile, che si simbolizza nel volo come trascendenza del soggetto che si libera dal traffico del mondo contingente per andare alle idee, all'arte come la intende Schopenhauer: contemplazione dell'ideale. Ecco perchè proprio nel sogno iniziale si intravede lui volare e si sovrappongono le immagini della rampa di lancio che sta costruendo per il film, secondo simbolo della verticalità del trascendentalismo (pensa alle monadi di Leibniz, piano di sopra/piano di sotto).
A impedirgli l'eccesso di questo volo (che come insegna Icaro finisce male) ci pensa un avvocato (agente della sua musa peraltro) che legge un copione: "giù, giù definitivamente". Quella corda che lo tiene legato è se vuoi la parte apollinea o razionale che, sempre nella trascendenza dell'idea e di un mondo dualistico, lo aiuta a rimanere nella realtà (Freud parlerebbe proprio di "principio di realtà" opposto a quello di piacere che è del bambino, del volo, Nietzsche nella NdT parlava di Lakchos e di principio di individuazione). Nello stesso solco si collocano tutte le figure "senex": il prete, il critico, il produttore, che lo invitano continuamente al suo dovere, alla ragionevolezza, al lavoro produttivo, all'individuazione.
Ora però come già schopenhauer aveva ben visto questo gioco non funziona, e la corda prima o poi si spezza: "non c'è niente di niente, da nessuna parte". Il risultato è il colpo di rivoltella alla tempia, ecco il trionfo dell'aldilà del principio di piacere, ecco il terribile epilogo di ogni dualismo e di ogni trascendentalismo, di ogni soggetto così narcisisticamente e infantilmente legato al suo io...voglio (nell'harem è portata al culmine l'idea) tanto da non saper fare UNA scelta (nelle donne in primis) nella paura di perdere qualcosa. Solo dopo l'annullamento nolontaristico di questa volontà, solo dopo esser salito in macchina col critico e aver abbattuto le impalcature della trascendenza si può dare vita ad un nuovo inizio, un dire di sì, che non sarà più nel segno dei senex e dell'apollineo (trascendenti, dualistici, verticali), bensì nel girotondo che si muove su un piano orizzontale, sulla terra, un girotondo che si chiude in se stesso, un eterno ritorno che non va da nessuna parte, resta lì nella sua musica dionisiaca. "Questa confusione sono io, io come sono e non come vorrei essere". La moglie che gli rimprovera di non averla mai "sposata veramente" è proprio l'incapacità di questo artista a legarsi con fedeltà alla terra che è apparenza, immanenza, sostanza spinoziana, un anello nuziale che è quello della volontà che vuole se stessa, un edipo in senso cosmico (la madre e la moglie come terra/feritilità creativa ancora, il padre come superio/senex/dio/trascendenza arida).

Spero sia un po' più chiaro! tongue.gif


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Nachtlied
messagio Mar 26 2009, 01:57 PM
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CITAZIONE(Sgubonius @ Mar 24 2009, 11:11 PM) *
Direi comunque che lo Zarathustra è un esempio di come la filosofia giunge al suo limite come linguaggio e ricerca uno sfondamento inevitabile nel poetico. Se ha un pregio lo Zarathustra è di mescolare i due generi, però io posso dire nella mia esperienza che leggere soltanto questo testo è altamente fuorviante, e che per quanto le sue immagini poetiche siano ottime per entrare nel vivo del pensiero si rischia di semplificare molto la questione Nietzsche che è invece non solo complessa ma direi anche aperta.

Oltre che fuorviante è controproducente, nel senso che lo Za deve essere il culmine di un'accurata ricerca e riflessione sul pensiero nietzscheano; leggerlo da solo poterbbe portare a fraintendimenti dai quali poi risulterebbe molto difficile uscire.
Infatti:
CITAZIONE(BlackSmith @ Mar 25 2009, 07:32 PM) *
che la vera filosofia, deve creare, fare cose nuove, come la pittura, il cinema, la letteratura, e lo Zarathustra appartiene a pieno titolo a queste categorie, che per alcuni in questo forum, e non mi riferisco certamente a te, visto che sei stato tu a suggerirmi di rivedere questo capolavoro, sembrano invece delle sotto-categorie. Nello Zarathustra Nietzsche diventa filosofo-artista-creatore e non è stato meno di Picasso, cioè voglio dire, che al pari di Picasso, ha creato qualcosa di nuovo, non limitandosi a guardare cos’era stato fatto prima di lui, approvando alcuni, criticando altri, è andato oltre, ha rotto degli schemi, ha posto una linea di demarcazione, un solco incredibile, tra quello che era prima di Nietzsche e quello che ancora ha da venire.

Non ho mai detto che queste siano sotto-categorie, né l'ho mai pensato! Perciò, se ti riferisci a me, per favore smetti di farmi dire cose che non ho detto.
E' proprio perché nello Za Nietzsche diventa filosofo-artista-creatore (che, seguendo il filo conduttore inaugurato con la FW, si riassume un'unica persona, cioè nel nuovo tipo di filosofo), che non va presa troppo alla leggera la poesia che ne costituisce il linguaggio, riducendola ad un tipo di poesia puramente rappresentativa, che è appunto quella 'tradizionale'.
La poetica dello Za è molto complessa e problematica (non dimentichiamoci che tiene divisi due gruppi di studiosi e interpreti nietzscheani!) e per questo non ha niente a che vedere con una poesia che è solo forma, come può essere quella romantica (contrariamente a ciò che vorrebbe farci credere, fra l'altro).


Ps non toccatemi i Pink Floyd e soprattutto Shine on me crazy diamond!!! angry.gif tongue.gif


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messagio Mar 26 2009, 07:56 PM
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CITAZIONE(Nachtlied @ Mar 26 2009, 01:57 PM) *
Oltre che fuorviante è controproducente, nel senso che lo Za deve essere il culmine di un'accurata ricerca e riflessione sul pensiero nietzscheano; leggerlo da solo poterbbe portare a fraintendimenti dai quali poi risulterebbe molto difficile uscire.
Infatti:

Non ho mai detto che queste siano sotto-categorie, né l'ho mai pensato! Perciò, se ti riferisci a me, per favore smetti di farmi dire cose che non ho detto.
E' proprio perché nello Za Nietzsche diventa filosofo-artista-creatore (che, seguendo il filo conduttore inaugurato con la FW, si riassume un'unica persona, cioè nel nuovo tipo di filosofo), che non va presa troppo alla leggera la poesia che ne costituisce il linguaggio, riducendola ad un tipo di poesia puramente rappresentativa, che è appunto quella 'tradizionale'.
La poetica dello Za è molto complessa e problematica (non dimentichiamoci che tiene divisi due gruppi di studiosi e interpreti nietzscheani!) e per questo non ha niente a che vedere con una poesia che è solo forma, come può essere quella romantica (contrariamente a ciò che vorrebbe farci credere, fra l'altro).
Ps non toccatemi i Pink Floyd e soprattutto Shine on me crazy diamond!!! angry.gif tongue.gif


Sono contento di risentirti! Certo che intendevo riferirmi a te, altrimenti come avrei potuto stimolare, provocare, la tua risposta e quindi aspettare ansioso la tua apparizione laugh.gif
Ah Nach, dai, com'è l'accostamento, ci sta, ci sta? Oh quel pezzo dei Pink Floyd, passa il tempo, e non smette ancora di farmi sognare, è il mio preferito.



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BlackSmith
messagio Mar 26 2009, 08:22 PM
Messaggio #17


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Dici:Invece è più importante il discorso che hai ingrassetato: il percorso dell'artista si colloca in principio in una incapacità creativa dovuta al sovrabbondare creativo, dionisiaco, infantile, che si simbolizza nel volo come trascendenza del soggetto che si libera dal traffico del mondo contingente per andare alle idee, all'arte come la intende Schopenhauer: contemplazione dell'ideale. Ecco perchè proprio nel sogno iniziale si intravede lui volare e si sovrappongono le immagini della rampa di lancio che sta costruendo per il film, secondo simbolo della verticalità del trascendentalismo (pensa alle monadi di Leibniz, piano di sopra/piano di sotto).
A impedirgli l'eccesso di questo volo (che come insegna Icaro finisce male) ci pensa un avvocato (agente della sua musa peraltro) che legge un copione: "giù, giù definitivamente".


La prima parte del film, quando è intrappolato claustrofobicamente nel traffico, non è casuale che i passeggeri dell'autobus, mostrano i loro corpi vestiti di bianco,nascondendo le teste, e quindi non sono convinto,sgub, che i colori dei vestiti e il loro significato sia di poco conto. Condivido con te l'incapacità di canalizzare creativamente "l'idea" di realizzare un film che prevederebbe la fantastica partenza di una fantomatica navicella spaziale, nell'unico modo che gli riesce, cioè quello di idealizzare con la rappresentazione del volo, cioè che altrimenti non riesce a fare, poichè legato agli arti, impedito dalla zavorra-utile del mondo reale a cui viene richiamato al "giù definitivamente" dell'avvocato.






Quella corda che lo tiene legato è se vuoi la parte apollinea o razionale che, sempre nella trascendenza dell'idea e di un mondo dualistico, lo aiuta a rimanere nella realtà (Freud parlerebbe proprio di "principio di realtà" opposto a quello di piacere che è del bambino, del volo, Nietzsche nella NdT parlava di Lakchos e di principio di individuazione). Nello stesso solco si collocano tutte le figure "senex": il prete, il critico, il produttore, che lo invitano continuamente al suo dovere, alla ragionevolezza, al lavoro produttivo, all'individuazione.
D'accordissimo.

Ora però come già schopenhauer aveva ben visto questo gioco non funziona, e la corda prima o poi si spezza: "non c'è niente di niente, da nessuna parte". Il risultato è il colpo di rivoltella alla tempia, ecco il trionfo dell'aldilà del principio di piacere, ecco il terribile epilogo di ogni dualismo e di ogni trascendentalismo, di ogni soggetto così narcisisticamente e infantilmente legato al suo io...voglio (nell'harem è portata al culmine l'idea) tanto da non saper fare UNA scelta (nelle donne in primis) nella paura di perdere qualcosa. Solo dopo l'annullamento nolontaristico di questa volontà, solo dopo esser salito in macchina col critico e aver abbattuto le impalcature della trascendenza si può dare vita ad un nuovo inizio, un dire di sì, che non sarà più nel segno dei senex e dell'apollineo (trascendenti, dualistici, verticali), bensì nel girotondo che si muove su un piano orizzontale, sulla terra, un girotondo che si chiude in se stesso, un eterno ritorno che non va da nessuna parte, resta lì nella sua musica dionisiaca. "Questa confusione sono io, io come sono e non come vorrei essere". La moglie che gli rimprovera di non averla mai "sposata veramente" è proprio l'incapacità di questo artista a legarsi con fedeltà alla terra che è apparenza, immanenza, sostanza spinoziana, un anello nuziale che è quello della volontà che vuole se stessa, un edipo in senso cosmico (la madre e la moglie come terra/feritilità creativa ancora, il padre come superio/senex/dio/trascendenza arida).

Sei stato chiaro, ma ho notato, come in quasi tutte le recensioni e le interpretazioni, la figura di Maurice viene, quasi rimossa, o quantomeno viene relegata, erroneamente, come una figura di secondo piano. Alla fonte dopo il ritmo incalzante sotto le note della cavalcata delle Valchirie, nella scena quando la scrittrice-filosofa-ammiccante , fidanzata del suo amico, dice "non sentite l'acqua della sorgente?", acqua felice la chiamano i latini dice, e in quel momento appare il Jolly, quello che butta giù i pezzi della scacchiera dell'apollineo, con una risata dionisiaca invita i presenti a fare dei giochi di telepatia e cosa tira fuori dai pensieri di Guido : Asa-Nisi-Masa, quella formuletta magica indispensabile a svelare l'anima junghiana, a cui tu hai giustamente fatto riferimento, ma se l'Anima è l'archetipo junghiano, gli altri personaggi, i senex, la trasgessione che è l'unica ad ammalarsi dell'acqua della fonte, l'unica non malata, dovrebbero essere le ombre dello stesso Guido, insomma se c'è l'anima, ci sone le Ombre, Maurice cos'è se non la figura principale perchè avvenga la Trasformazione.


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Sgubonius
messagio Mar 26 2009, 08:43 PM
Messaggio #18


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CITAZIONE(BlackSmith @ Mar 26 2009, 08:22 PM) *
non sono convinto,sgub, che i colori dei vestiti e il loro significato sia di poco conto


Si hai ragione, sicuramente non è casuale in generale, anche all'inizio sono tutti in bianco (e noti come l'unico movimento è quello libidinoso del vecchio con l'amante di Guido, che qui richiama Freud e Schopenhauer con le loro teorie del piacere).


CITAZIONE(BlackSmith @ Mar 26 2009, 08:22 PM) *
Sei stato chiaro, ma ho notato, come in quasi tutte le recensioni e le interpretazioni, la figura di Maurice viene, quasi rimossa, o quantomeno viene relegata, erroneamente, come una figura di secondo piano.


Hai ragione non mi ci sono soffermato, ma credo che non ci sia bisogno di approfondire perchè è già abbastanza chiara come figura. Tutti i clown in Fellini hanno questa accezione fortemente dionisiaca, di liberatori del fanciullo che sta ben nascosto dentro. Il circo stesso è il luogo dell'anormale, del diverso, della "differenza". Questa sorgente antica, l'anima ecc..., è ovviamente l'ancora di salvezza (la bambina nel ricordo dice "la parola per trovare il tesoro") per evadere dallo scacco del traffico senza però nemmeno perdersi fra le nuvole. Credo (non conosco Jung purtroppo bene) che sia anche assimilabile allo psicopompo. In ogni caso è proprio lui a portare definitivamente fuori dalla macchina Guido alla fine.


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BlackSmith
messagio Mar 27 2009, 12:16 AM
Messaggio #19


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Dici:
La teoria filosofica è una pratica, e non è certamente più astratta del suo oggetto, è pratica dei concetti. La teoria del cinema ad esempio non si fonda sul cinema, ma sui concetti che il cinema suscita. Il cinema è nuova pratica delle immagini e dei segni, di cui la filosofia può e deve fare la teoria in quanto pratica concettuale....
"cinema" x me è uguale a "filosofia"


Sarai contento di sapere che Deleuze, che solo qualche volta...Sgub ha soltanto accennato, la pensa esattamente come te, e non viceversa nooo wink.gif


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BlackSmith
messagio Mar 27 2009, 12:56 AM
Messaggio #20


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l'amante di Guido, che qui richiama Freud e Schopenhauer con le loro teorie del piacere.

Il vecchio con l'amante di Guido sarebbe Fellini-Guido stesso da vecchio? Poi nel film ho sentito chiamare il marito della sua amante (Sandra Milo) Snaporaz, ho sentito male ?, poi ho anche sentito lo pseudonimo del vecchio Snaporatz wink.gif Sarà lo snaporaz dell'altro film : la città delle donne ? Ne sai qualcosa? wink.gif


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