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> Tullio De Mauro a Pescara, 27 settembre 2007, Invitato dall'associazione Numero Zero
andreademilio
messagio Sep 28 2007, 02:32 PM
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L'illustre linguista ed ex ministro della Pubblica Istruzione ha detto tra l'altro ( sono arrivato almeno con mezz'ora di ritardo):

1) secondo l'ultima indagine internazionale, tra gli italiani adulti il 5% non distingue le lettere dell'alfabeto, e il 37 per cento sa compitare ( non leggere) ma non comprende appieno il significato dei testi. Quindi il 42 per cento è al di sotto delle piena alfabetizzazione.

2) Urgerebbe quindi investire sull'EDA, l'educazione degli adulti. In altri paesi europei ogni anno il 70-80 per cento degli adulti frequenta corsi sulle più varie materie, e già dopo tre mesi di frequenza si registra una riattivazione delle facoltà intellettuali.

3) In Italia su 8000 comuni solo 2000 hanno una biblioteca pubblica.

4) Nel 1525 la Germania è stata la prima nazione europea a creare scuole elementari pubbliche gratuite per 5 anni. Poco dopo l'hanno seguita Francia ed Inghilterra. In Italia, ancora alla fine degli Anni '50 due terzi della popolazione non aveva la licenza elementare.

5) In Italia manca un dizionario storico della nostra lingua, e manca anche un dizionario storico dei dialetti. E due grammatiche scientificamente valide le abbiamo avute solo nel 1992-3, una di Luca Serianni e l'altra di un autore che purtroppo non ricordo. Negli Anni '70 l'editore Laterza pubblicava la collana Scrittori d'Italia, edizioni critiche dei nostri autori. Dovette interrompere per insufficienza delle vendite. E così non abbiamo ancora una raccolta critica dei nostri autori.. Così come non abbiamo una raccolta critica degli autori dialettali.

6) Non è vero che la lingua italiana sia invasa da quella inglese. Nel dizionario di Oxford i vocaboli italiani raggiungo il 5, 6 per cento; nei nostri dizionari i vocaboli inglesi non superano l'1 per cento. Ed anche nell'uso noi italiani adoperiamo pochissimi anglismi, e la cosa vale anche nei settori scientico-tecnologici ed economico-finanziari. Chi usa una parola inglese fa effetto proprio perché sono così rare.

7) Dovremmo usare la lingua italiana come ci consigliava Giacomo Devoto, con ''responsabilità'', cioè essendo in grado di ''rispondere'' delle parole che usiamo ecc. ecc.

8) Tutelare la nostra lingua non vuol dire bacchettare chi fa errori, ma investire nella scuola, nell'educazione degli adulti, aprire biblioteche, teatri ecc. E chi disprezza la nostra scuola pubblica non dimentichi che è grazie ad essa, negli ultimi 60 anni, che un numero mai esistito prima di italiani è riuscito a riconoscersi in una stessa lingua.


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