Ciao a tutti. Leggendo il libro che Verrecchia ha scritto su Schopenhauer ho trovatoa nche degli attacchi a Nietzsche. Per es dice che Schop. dopo 3 settimane passate a Venezia aveva visitato tantissimi momumenti, Chiese ecc.; invece Nietzsche dopo tre settimane a Venezia si era solo preouccupato del prezzo della verdura e dei ristoranti.... critica che si appiglia ai ventri. Ciononostante Verrecchia ha un buon lessico ed è dotato di grande ironia. Ma mi è sorta una domanda:
Donde viene questa avversione per il Nostro? (forse trovare qualcuno che va contro Nietzsche puo' risultare molto edificante: biasimare un ideale testa la nostra fede in esso...lodarlo invece...
Ciaooooooo
Verrecchia è un bravo scrittore. Anche le critiche piu' stupide ed assurde riesce a dipingerle con maestria:
"E poi l'inibito Nietzsche, questa specie di cavaliere del Graal, che se non si volto' indietro all'atto della nascita non vide mai piu' come è fatta una donna, ha il coraggio di chiamare Schopenhuaer "Cerimoniere funebre".
Una critica del pensiero di Nietzsche seria ed intelligente, anche se magari mi fa male, l'accetto. Ma quando Nietzsche chiama Schop "cerimoniere funebre" non intende mica l'ambito sessuale; nemmeno è presente una critica dello stile di vita di Schopenhauer. Viene qui criticato il nichilismo e la rassegnazione(nella sua filosofia) di Schop.
Verrecchia, non avendo l'elevatezza intellettuale per criticare ragionevolmente Niet, si aggrappa ai vetri. Come chi critica Niet per la sua follia, per la sua parziale incoerenza tra stile di vita e pensiero... tutte accuse che nemmeno sfiorano profonde argomentazione filosofiche, ma che si appigliano alla mutevole apparenza.
P.s. Verrecchia non critica mai Schop, nemmeno per la sua incoerenza nel rapporto verso le donne. Nella vita era una don Giovanni, nella teoria era piu' misogino di un estremista mussulmano
Io di Verrecchia stavo leggendo il libro sul periodo trascorso da Nietzsche a Torino, anche li c'è molta avversione nei confronti del filosofo. A parte l'ottimo senso dell'ironia che bisogna riconoscere a Verrecchia (a contrario del cattivo gusto di Massimo Fini, ma questo è un altro discorso), ci sono critiche che potrebbero effettivamente essere 'superficiali' (come ha detto Stirner, quelle relative al fatto che Nietzsche non fosse certo un 'superuomo' o cose del genere) altre però sono molto 'concrete': per esempio, che io ricordi, Nietzsche viene criticato per la sua supposta ignoranza della vita culturale di Torino (la sua frequentazione di teatri,concerti viene messa in ridicolo) ma soprattutto viene messa in dubbio la validità delle sue opere:a me ha colpito motlo questo passo (pg.168-169):
"Tornando alle sue opere, Nietzsche entra con la scure nel campo della filosofia e vi lascia sussitere solo l'istinto.Intorno a questa pianta matricina risparmiata dalla sua scure, egli costruisce ora le sue variazioni allegoriche, ora le aiuole della nuova morale. Aiuole non prive di fioretti retorici, di metafore inattese, di immagini in chiave cabalistica e di trine e merletti francesi.Ma che cos'è l'istinto? Nietzsche non ce lo spiega ,cosi come non spiega perchè mai Sua Santità l'istinto possa andar soggetto a decadenza e degenerazione. (...) Sarebbe ingeneroso ricordare che decadente, in tal senso, era anche lui a ripetere quello che altri hanno già detto. Nietzsche faceva l'apologia della forza perchè era debole.La sua filosofia, se di filosofia si può parlare, non è una spiegazione del mondo, bensi un commento altisonante, all'ottava alta, della vita. Se s'imposta il problema a questo modo, allora un grillo la sa più lunga di un filosofo. Ma lo scopo della filosofia non è di sapere COME si vive, ma PERCHè si vive. I veri problemi filosofici, lui, nè li afronta nè li risolve: ci danza sopra. E non parliamo della gnoseologia, che per lui evidentemento non esiste."
A me sembra che questo passo rifletta una critica che si può considerare , a prescindere dei pareri, seria ed intelligente. Penso che Verrecchia abbia volutamente essere anche un po provocatorio nei confronti degli 'osanna' e dei 'clamori dei suoi adepti o megli muezzin.'(cito Verrecchia), cercando di contrastare la 'ripullulante mitologia nietzschiana' (anche questa è una citazione)
Una critica intelligente non necessariamente è una critica esatta, specie quando mossa
dalla foga più che dall'anatomia. Ad esempio dissezionare l'opera del baffo per criticarlo
vorrebbe dire anche accorgersi che questioni come: