Friedrich Wilhelm Nietzsche Forum _ Musica _ banco del mutuo soccorso

: nemo Nov 19 2007, 10:21 AM

E' così buono Giovanni, ma...
(musica: V. Nocenzi / testo: F. Di Giacomo, V. Nocenzi)


Stendo
la mia voglia di luna
sopra le tue spalle
e sarò io
a darti il miele
per le tue labbra.
Ma non lasciare entrare il vento
a sciupare la tua fronte
sopra i miei campi di rose
forse puoi dormire.
Raccoglierò le tue paure
per portarle lontano
e sarò io l'anfora
dove tu
poserai le tue chiare lacrime
ma di più
io...

: nemo Nov 19 2007, 10:22 AM

Fino alla mia porta
(musica: V. Nocenzi / testo: F. Di Giacomo, V. Nocenzi)



- Attraversato me stesso
sul filo del mondo
teso nello spazio
fino a raggiungermi. -


Sui gradini del vostro rifiuto
io sto salendo verso la mia porta
questa volta l'arpa notturna
suona invano il canto delle paure.
Finalmente sono salito
sopra il mio corpo
più in alto del mio cuore.

Questa notte come un atlante
sopra la terra mi sono modellato
con la vita vecchia eppur così nuova
non nella specie
ma nella dimensione

una nuova dimensione.

: lou Nov 19 2007, 10:38 AM

"Finalmente sono salito
sopra il mio corpo
più in alto del mio cuore"


...una nuova foto
un'ascesa raggiunta
una vetta conquistata
quando si può conficcare una bandiera
senza ferire

: nemo Nov 20 2007, 01:03 PM

Canto nomade per un prigioniero politico
(musica: V. Nocenzi / testo: F. Di Giacomo, V. Nocenzi)



In questi giorni è certo autunno giù da noi
dolce Marta, Marta mia
ricordo il fieno e i tuoi cavalli di Normandia,
eravamo liberi, liberi.


Sul muro immagini grondanti umidità,
macchie senza libertà,
ascolta Marta, in questo strano autunno
i tuoi cavalli gridano, urlano incatenati ormai
cosa dire, soffocare, chiuso qui perché...
prigioniero per l'idea, la mia idea perché.


Lontano è la strada che ho scelto per me
dove tutto è degno di attenzione perché vive, perché è vero, vive il vero.
Almeno tu che puoi fuggi via canto nomade
questa cella è piena della mia disperazione, tu che puoi non farti prendere.


Voi condannate per comodità, ma la mia idea già vi assalta.
Voi martoriate le mie sole carni, ma il mio cervello vive ancora... ancora.


Lamenti di chitarre sospettate a torto,
sospirate piano,
e voi donne dallo sguardo altero
bocche come melograno, non piangete
perché io sono nato, nato libero,
libero.


Non sprecate per me una messa da requiem,

io sono nato libero.