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> Una nuova rivoluzione copernicana
c71
messagio Apr 20 2008, 01:49 PM
Messaggio #1


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Raggiungiamo sempre nuovi traguardi, passiamo di conquista in conquista, nel campo delle scienze, della tecnologia, della salute, del benessere, dell'economia, eppure permane, e anzi aumenta, un profondo senso di infelicità, di paura e di disorientamento. Forse perché non abbiamo fatto alcuna conquista nell'ambito della coscienza (dello "spirito"). Questo territorio l'abbiamo abbandonato e dimenticato, giacché non produce profitto materiale, non incrementa il PIL, non aiuta la causa del capitalismo. La colpa non è ovviamente da attribuire alla scienza, alla tecnologia, al benessere o al mercato, ma, se una colpa c'è, è l'uomo ad averla. Il modo in cui facciamo uso di queste grandi risorse è deleterio.
Avete mai pensato (a grandi linee naturalmente) a una soluzione? Come potremmo uscire da questo baratro? Non aveva forse ragione Nietzsche? Trasvalutazione di tutti i valori e oltreuomo. Valori decrepiti su cui la civiltà oggi non può più reggersi. Al di là della questione se siano valori buoni o cattivi in se stessi, sono radici che non ci danno più linfa, siamo troppo distanti e troppo diversi, troppi rivolgimenti ci sono stati, troppi mutamenti si sono verificati. Il problema sta infatti nel mutamento dell'uomo: egli è cambiato a tal punto che oramai gli ideali dell'"uomo greco", dell'"uomo cristiano", o altri tipi d'uomo del passato, non attecchiscono più nell'uomo attuale. Perciò pensare al recupero delle radici greche o cristiane, rivolgersi al passato per emulare un mondo e un tipo umano diventati radicalmente diversi, è impresa fatua. Non abbiamo più bisogno di rifarci a modelli passati; ora dobbiamo noi stessi diventare modello. Non è questo che fecero i greci? Abbiamo appiccato fuoco a tutto, da più di un secolo: la storia, le tradizioni, i valori, le fedi, le istituzioni, tutto. Ma allora non è forse giunta l'ora di creare un nuovo tipo umano, che vada oltre l'uomo tradizionale che ha fondato la civiltà su basi che oggi non reggono più? Deve sorgere il bisogno di creare qualcosa di completamente nuovo, un uomo nuovo, una nuova civiltà, un nuovo mondo, ancora mai visti. In questo senso Nietzsche aveva ragione: "Duemila anni e ancora nessun nuovo Dio". L'uomo deve diventare il dio di se stesso. Non abbiamo forse bisogno di qualcuno che sia addirittura più grande di Cristo o di Kant, che operi una rivoluzione copernicana più radicale e più imponente, che abbia in sé la forza di spostare l'asse del mondo?

"Questo è il nostro mondo, adesso, il nostro mondo, e quella gente antica è morta." (Chuck Palhaniuk)

"'Occidente' è parola che esprime un destino a cui non ci si può sottrarre. (...) Il tramonto è inevitabile. (...) Ma qual è il senso custodito dalla parola? Tramontare è l'inevitabile declinare della luce o è l'inconsapevole sottrarsi della terra alla luce? Cogliere il senso di questa domanda è decidersi per un'attesa o per una scelta." (Umberto Galimberti)
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NIHILO
messagio May 12 2008, 08:30 AM
Messaggio #2


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A dire la verità non è facile aprirsi nuove vie dopo Nietzsche,
e forse ancora per molti anni la ricerca filosofica procederà
a tentoni; in ogni caso dopo Nietzsche e dopo Heidegger essa
- ho visto che su ciò ci troviamo d'accordo - dovrà confrontarsi
con la tecnologia.


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DIE EWIGE SANDUHR DES DASEINS WIRD IMMER WIEDER UMGEDREHT
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