Perche' il Superuomo non e' un concetto limite |
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Perche' il Superuomo non e' un concetto limite |
Mar 17 2009, 07:11 AM
Messaggio
#1
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Über Member Gruppo: Members Messaggi: 222 Iscritto il: 28-March 07 Utente Nr.: 27 |
Prima pero' un brano da “I segeti della trasformazione” di Osho, pag. 45:
<< Essere autentici significa restare totalmente legati ai fatti. Le ideologie, le teorie, gli “ismi” ti deformano e ti forniscono una falsa “persona”: ti ritrovi a indossare maschere senza essere mai cio’ che mostri; perdi ogni contatto con la realta’ e all’improvviso la tua vita diventa una recita continua. La tua vita e’ sempre meno viva, e’ sempre piu’ una recita in cui interpreti una parte, non la tua vera anima, ma la tua cultura, la tua educazione, la tua societa’, la tua civilta’. L’uomo puo’ essere educato, ma piu’ e’ educato meno e’ autentico. La realta’ e’ il tuo Se’ spontaneo, non manipolato dalla societa’. Ma il rischio e’ che un bambino, abbandonato a se stesso, non sia molto diverso da un animale. Sara’ autentico, ma animalesco; non diventera’ un uomo. Questo e’ inaccettabile, non e’ un’alternativa possible. Non possiamo lasciare un bambino a se stesso; dobbiamo intervenire in qualche modo, anche se qualsiasi tipo di intervento influenzera’ il suo vero Se’. Il bambino ricevera’ abiti, maschere, volti, diventera’ un uomo e un attore, ma non sara’ piu’ autentico. Se lo lasci a se stesso sara’ autentico come un animale, ma non sara’ un uomo. Educarlo e’ un male necessario; lo dobbiamo educare e condizionare per farlo diventare un uomo, anche se non sara’ piu’ autentico. La terza possibilita’ e’ offerta da queste tecniche di meditazione. Tutte le tecniche di meditazione sono in realta’ dei “decondizionamenti”. E’ possible eliminare tutto cio’ che la societa’ ti ha dato senza regredire allo stato animale, ma diventando qualcosa di piu’ di un uomo: un superuomo.(…) Come mai (il bambino) diventa falso? Perche’ l’uomo e’ imposto solo dall’esterno. Dentro resta l’animale. Imponiamo l’umanita’ dall’esterno. Il bambino si divide, si scinde in due. All’interno vive l’animale, all’esterno l’uomo. Per questo tutto quello che dici o fai ha due aspetti. Devi conservare l’apparenza che ti e’ stata data e soddisfare continuamente il tuo animale: e’ una cosa complessa, e la conseguenza e’ che tutti diventano ipocriti.(…) L’animale e’ integro, indiviso; anche il santo e’ integro e indiviso. L’uomo e’ scisso, perche’ si trova esattamente tra i due, tra l’animale e il santo, tra Dio e il cane. L’uomo e’ esattamente nel mezzo. All’interno resta il cane; all’esterno finge di essere Dio, il che genera tensione e angoscia, e tutto diventa falso. Potresti cadere in basso e diventare un animale; allora saresti piu’ autentico di un uomo, ma perderesti molto: perderesti la possibilita’ di diventare Dio. >> Nella precedente discussione "Il pessimismo di Nietzsche" e' emerso che per alcuni qui nel forum il Superuomo e' un concetto LIMITE. All'inizio non ci ho fatto molto caso, poi pero' mi sono detto: ma non e' forse l'UOMO il concetto limite? L'uomo e' un PONTE sospeso tra l'Animale e il Superuomo, l'uomo e' qualcosa che deve essere superato, l'uomo e' la malattia della pelle della terra... cosa vogliono dirci tutte queste affermazioni se non che l'uomo non e' una REALTA' ma solo una finzione, un concetto? L'Animale e' REALE, il Superuomo e' REALE, l'uomo e' FALSO! Per Osho si arriva al Superuomo semplicemente "decondizionando" l'uomo. Per Nietzsche questo non basta: cosi' si rischierebbe di creare solo l'ultimo uomo. Ma per tutti e due solo il Superuomo e' REALE! Che ne dite? |
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Mar 19 2009, 08:09 AM
Messaggio
#2
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Über Member Gruppo: Members Messaggi: 222 Iscritto il: 28-March 07 Utente Nr.: 27 |
In questo periodo il mio intelletto raziocinante si e' preso una pausa, finalmente!
Faccio troppa fatica a sforzarmi di comprendere quello che dite e ad elaborare una risposta adeguata. Per questo mi limitero' a citare qualche maestro. Qui parla Eckhart Tolle in un'intervista: << Ero proprio sull’orlo del suicidio e poi successe qualcos’altro: una morte del mio senso del sé che viveva attraverso le identificazioni, le identificazioni con la mia storia, con le cose intorno a me, con il mondo. Qualcosa nacque, in quel momento, che aveva un senso di profonda ed intensa quiete e di vitalità, un senso dell’essere. Successivamente l’ho chiamata Presenza. Ho compreso, al di là delle parole, che quello è ciò che io sono. Questa comprensione, però, non era un processo mentale. Ho compreso che questa profonda quiete viva e vibrante è ciò che io sono. Anni dopo, ho compreso che potremmo chiamarla “pura coscienza”, mentre qualsiasi altra cosa è la coscienza condizionata. La mente umana è la coscienza condizionata che ha acquisito la forma del pensiero. La coscienza condizionata è l’intero mondo creato dalla mente condizionata. Tutto quanto è la nostra coscienza condizionata; persino gli oggetti lo sono. La coscienza condizionata nasce come forma e poi diventa il mondo. Così, perdersi nel condizionato, sembra necessario per gli esseri umani. Sembra parte del loro cammino perdersi nel mondo, perdersi nella mente, che è la coscienza condizionata. Poi, grazie alla sofferenza, generata dall’essersi perduti, tu trovi l’incondizionato: te stesso. E questo è il motivo per cui abbiamo bisogno del mondo per trascendere il mondo. Di conseguenza sono infinitamente grato di essermi perduto. Alla fin fine, lo scopo del mondo per te, è di perdertici dentro. Lo scopo del mondo per te è di soffrire, di creare la sofferenza che sembra essere ciò che è necessario affinché avvenga il risveglio. E poi una volta che avviene il risveglio, con quello arriva la comprensione che la sofferenza, ora, non è più necessaria. Sei giunto alla fine della sofferenza perché hai trasceso il mondo. Hai raggiunto il luogo che è libero da sofferenza. Sembra essere il cammino di tutti. Forse non è il cammino di tutti in questa vita. Sembra essere, però, un cammino universale. Credo che alla fine ci arriveranno tutti, anche senza un insegnamento spirituale o un insegnante spirituale. In questo caso, però, potrebbe prendere del tempo. >> |
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