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> Proposta di togliere San Cirillo dal calendario il 27 Giugno, in quanto è il mandante del massacro di Ipazia (in memoria).
Mauro
messagio Jun 21 2010, 11:02 AM
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[font="Verdana"]PErchè parlare del massacro di Ipazia in un sito dedicato a Nietzsche ? Semplice. Senza lo studio delle opere del baffo ,non avrei mai capito un momento fondamentale della storia dell'occidente:la notte di Natale dell'anno 390 dopo Cristo.
Leggette il seguito del topic e mi saprete dire, se c'entra o no.BUona lettura grazie per l'eventuale ascolto e dibattito.



Prima del sintetico racconto del tragico omicidio della filosofa neoplatonica e scienziata Ipazia e dell’esposizione della mia proposta è necessario un rapido antefatto storico.
Anno 383 dopo Cristo.
L’Impero Romano è minacciato da ogni confine, dall’assalto di fameliche tribù barbare.
Viene eletto imperatore Teodosio che riesce faticosamente a riunire l’impero d’Oriente e d’Occidente, sotto il segno e la disciplina della nuova religione emergente e vincente: il cristianesimo.
Ma questo cristianesimo si chiama cattolicesimo ed ha modi e uno spirito molto diverso da quello del suo fondatore Gesù.
“Usando” il messaggio autentico del profeta di Nazareth, che aveva proibito il servizio militare nel nome della fratellanza e predicato il rispetto degli ultimi e l’abolizione della schiavitù, vescovi come Ambrogio da Milano e Teofilo d’Alessandria, ricattano l’imperatore, per costringerlo ai loro voleri.
L’Impero Romano è stato costruito e mantenuto, nel corso dei secoli, con la forza delle armi.
I vescovi, ordinando ai loro fedeli di disertare il servizio militare e di svuotare i ranghi delle legioni, indirettamente minacciano l’Impero di diventare facile preda di tutte le orde barbare del Nord e dell’Asia.

In seguito a disordini, avvenuti nella città di Tessalonica, tra cittadini romani cristiani e le locali autorità, Ambrogio, vescovo di Milano scomunica Teodosio e gli fa sapere che non celebrerà più la S. Messa in sua presenza, perché l’imperatore non è più degno di Dio.
Per ottenere il suo perdono, Teodosio si deve sottomettere ad un clamoroso atto di pentimento pubblico.
L’imperatore deve cedere o il suo esercito si dissolverà in breve tempo.
Nella notte di Natale del 390 dopo Cristo, Teodosio, vestito come un normale cittadino, si prostra umilmente ai piedi del vescovo che ostenta sopra la sua testa, i Vangeli, e gli chiede perdono, recitando le parole del Salmo:
“L’anima mia giace nella polvere, Signore confortami.”

DA quella storica notte di Natale il cattolicesimo rinnegò l’originario messaggio di Gesù, un uomo buono che aveva lottato per la liberazione degli oppressi e l’abolizione della schiavitù fisica e mentale degli ultimi della società umana, per cominciare a perseguire un altro scopo: il Potere.
Gesù è stato un sovversivo che ha lottato senza risparmiarsi, per un mondo più giusto e fraterno, e tutto il suo insegnamento da allora, viene usato per conquistare vantaggi economici e posti di comando! Che beffa!
Quante volte il gallo ha cantato all’alba, Pietro?

In quei tempi, ad Alessandria viveva e insegnava una donna di rara saggezza e bellezza interiore, insegnante alla scuola della famosa biblioteca di Alessandria.
Astronoma, matematica e filosofa, antesignana della scienza sperimentale, studiò e realizzò l’astrolabio, l’idroscopio e l’aerometro.
Era adorata dai suoi tanti allievi e consulente delle autorità politiche cittadine, -molto amica del prefetto Oreste in persona-, al cui cospetto era ammessa a parlare e a esprimere i suoi pareri –molto ascoltati -sull’andamento dell’amministrazione di Alessandria.

Ora Teodosio, un pupazzo ormai in pugno ad Ambrogio, tra il 391 e il 392, si vide costretto a promulgare una serie di “decreti attuativi” del precedente Editto di Tessalonica, che proibiva le eresie dei culti pagani.
Vietò l’accesso ai templi pagani, proibì l’adorazione di ogni forma di culto che non fosse quello cattolico ed equiparò i sacrifici agli dei greco-romani al delitto di lesa maestà, punibile con la morte.
Si scatenò in Alessandria, la persecuzione dei “pagani” con una violenza senza precedenti, da parte del vescovo Teofilo, che fece arrivare dai deserti circostanti un esercito di monaci parabolani, individui ignoranti e feroci che cominciarono a perpetrare crimini bestiali d’ogni sorta.
Venne distrutto l’antichissimo Tempio di Serapide e data alle fiamme l’annessa Biblioteca, una perdita di conoscenze e di ricerche scientifiche che ha causato un danno incalcolabile all’umanità.
Einstein diceva, ad esempio, che senza quel rogo, l’Uomo sarebbe già arrivato su Marte.
Ipazia, in quei tragici giorni, fece il possibile per salvare i rotoli contenenti le fatiche di tanti studiosi e filosofi, ottenendo anche l’aiuto del prefetto Oreste, e finì per attirarsi le ire di un tale Cirillo, asceso al soglio episcopale alla morte di Teofilo, nel 412 d.C.
Con Cirillo, come scrivono tanti storici, l’episcopato di Alessandria oltrepassò i limiti delle sue funzioni sacerdotali e assunse l’amministrazione di interessi secolari.
A questo individuo non importava niente delle affermazioni perentorie di Gesù, del tipo “Il mio regno non è di questo mondo” o “Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio” e, con l’aiuto della sua legione di monaci fanatici, instaurò un periodo di terrore.
Lo stesso prefetto Oreste venne colpito alla testa, da un sasso scagliato da un monaco di Cirillo.
Ma ecco nel racconto dello storico Damascio, perché si decise all’esecuzione di Ipazia:
“Un giorno accadde al vescovo Cirillo, mentre passava davanti alla dimora della filosofa Ipazia, di scorgere una gran ressa dinanzi alle sue porte, un insieme di uomini e cavalli; alcuni che entravano altri che uscivano, altri ancora che sostavano in attesa.
Avendo domandato che cosa mai fosse quella folla, e il perché di un tale viavai attorno a quella casa, si sentì dire che era il giorno in cui Ipazia riceveva i suoi studenti e i suoi conoscenti.
Ciò appreso, Cirillo si sentì mordere l’anima: fu per tale motivo che ben presto organizzò il suo omicidio, il più empio di tutti gli assassinii”.

Per spegnere il fuoco velenoso della sua invidia, i suoi monaci trascinarono Ipazia in una chiesa.
Qui la denudarono, le strapparono gli occhi dalle cavità orbitali ancora viva e la massacrarono a colpi di tegole e con coltelli ricavati da conchiglie marine; quindi la fecero a pezzi, a membro a membro.
Dopo aver inscenato una macabra processione per le vie di Alessandria, portando in trofeo pezzi del suo corpo, ne cancellarono ogni traccia bruciandoli.
Questo il terribile racconto dello storico Socrate Scolastico.

Il vescovo Cirillo, protetto dalle leggi emanate da Teodosio, non solo rimase impunito ma venne addirittura santificato, per falsi motivi che mi vergogno a riferire.

Giunti al termine del tragico racconto, propongo di togliere dal calendario del 27 giugno, la festività a “San Cirillo”e di sostituirla con la dizione “In memoria del massacro di Ipazia”, come monito per le future generazioni a ricordare la scellerata esecuzione di uno spirito libero, colpevole d’essere intelligente, curiosa dei segreti del Cosmo, e soprattutto, donna.
Quanto diverso sarebbe il nostro mondo se non fossero stati messi a tacere dai fanatici con la violenza, tanti spiriti nobili come Ipazia?[/font]
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Sgubonius
messagio Jun 21 2010, 01:48 PM
Messaggio #2


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Mauro
messagio Jun 21 2010, 03:48 PM
Messaggio #3


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Son d'accordo con la tua osservazione, Sgub.

Ma ora passiamo a uno dei tanti significati nascosti in questo orribile racconto storico che ci riguarda molto da vicino. Come ci ha insegnato il Baffo, non c'è niente di più mordente dell'inattuale, del vissuto storico dell'Occidente.
In questo triangolo di potenze -L'Impero ROmano, i barbari e la crescente CHiesa CAttolica- vediamo all'opera le contraddizioni insite nella VdP: per quale motivo, se la Vdp come assenso violento e spregiudicato costituisce una dimensione affermativa -come hanno senpre creduto fascisti rossi e neri e fanatici d'ogni specie-, e dunque destinata a prevalere - la storia c'insegna invece l'eterna dissimulazione del volere, il prevalere delle forze reattive e commedianti,in questo caso il lento e progressivo trionfo del CAttolicesimo sui barbari e sulle legioni romane in disfacimento?
Questa è stata l'ultima fatica di ricerca teorica di Nietzsche, prima della sosta.
Questa è la dimensione in cui la VdP ha potuto dispiegarsi nella storia mondiale:l'ARTE, la VdP come arte, menzogna,mistificazione, mascheramento.
QUesta costante ricreazione di forme, di stili e maschere tese a potenziare la vita,anche con l'inganno.
"Dominare il caos che si è, costringere il proprio caos a diventare forma:a diventare logico, semplice, univoco, matematico, legge:è questa quì ,la grande ambizione.
Con essa si respinge, niente eccita più l'amore per tali uomini della violenza -intorno ad essi si forma un deserto, un silenzio, una paura come di fronte a un grande sacrilegio."
In questa chiave il massacro d'Ipazia assume un altro sinistro significato: il Cattolicesimo come espressione della più pura ,artistica e volpesca Vdp, ha capovolto completamente l'insegnamento del fondatore per arrivare al Potere.
Che truffa estrema! Solo Federico poteva spiegarcela così bene! Il suo genio riluce sfavillante ancora oggi! Leggete un pò le cronache...
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Sgubonius
messagio Jun 21 2010, 07:32 PM
Messaggio #4


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In verità Nietzsche dice spesso che l'insegnamento di Cristo c'entra poco col cristianesimo, ma intendendo l'opposto, cioè che ci sarebbe molta più forza attiva nel primo che nel secondo.


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Fulcanelli
messagio Nov 7 2011, 12:35 PM
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CITAZIONE(Sgubonius @ Jun 21 2010, 01:48 PM) *
Non credo che il mondo sarebbe migliore né diverso.
No,non sono d'accordo! Basti pensare che il Vaticano ha impedito per anni la proiezione in Italia del film "Agorà" e che solo in seguito ad una petizione firmata da molti scienziati atei,in primo luogo Margherita Hack, è stato possibile proiettarlo nelle sale cinematografiche italiane! A che serve avere idee se poi non si praticano?! La Chiesa decide il bello e cattivo tempo su ogni cosa che riguarda la cultura,il giudizio morale,la politica ecc. e ciò non è bello! Praticare un'etica diversa, restituire valore a cose che la Chiesa per secoli si è adoperata ad occultare, è comunque un'azione doverosa, anche in questioni di apparente poco rilievo. Per quanto il concetto di santo rappresenti un esempio di decadenza, più che di realizzazione di un modello di uomo compiuto, Cirillo non è certo paragonabile a un San Francesco, perchè è stato e rimane un sordido assassino e, come tale, egli è l'emblema della volontà di potenza della Chiesa di Roma, volontà di potenza di tipo sacerdotale, cioè ottenuta tramite l'inganno e la disonestà intellettuale: ebbene non è questo che contestava Nietzsche? Cosa significherebbe altrimenti la frase: "Dioniso contro il Crocifisso: mi si è compreso?" Qui 'migliorare il mondo' non significa renderlo 'idealmente' più perfetto, più vicino ad un 'ideale', appunto, bensì liberarlo dalla decadenza 'indotta' di questi predicatori di morte al fine di avviarsi a quel programma della Grande Politica che rappresenta l'unica possibilità per poter sottrarre il potere a quelle organizzazioni che oggi dominano l'umanità orientandone il destino anzichè verso l'affermazione della vita, di questa vita, verso la rassegnazione ai disegni orditi con gesuitica perizia dai poteri costituiti, che rappresentano l'espressione della decadenza al potere che svilisce l'esistenza e rende sempre più gregaria e appiattita su modelli anonimi la ricchezza di individualità originali e forti destinate a soccombere dinanzi alla soverchiante logica del gregge adoperata da questi poteri per garantirsi consenso tramite l'assenza di spirito critico e individualità nella massa da governare. Dove sono i nuovi barbari? La Filosofia non deve più essere una vana e vacua meditazione di intellettualoidi decadenti chiusi nella propria assurda e vana autoglorificazione, no...la Filosofia deve cambiare il mondo e non per migliorarlo o peggiorarlo, no: perchè così ci piace!!!
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