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> La casa mortale di Nietzsche
lou
messagio Nov 18 2008, 10:21 PM
Messaggio #101


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St. Marien zur Pforte
Abbazia cistercense
Nome originario: Claustrum s.Mariae ad Portam
Fondata nel 1132
Cistercense dal 9 novembre 1132

Ricorda Claudio Pozzoli: "Grazie all'offerta di un posto gratuito presso il collegio statale di Pforta,
Friedrich può continuare gli studi ginnasiali ( a partire dall'autunno 1858)
in uno degli istituti superiori più prestigiosi della Prussia.
Il collegio di Pforta, un ex convento a circa un'ora di cammino da Naumburg,
dove avevano studiato personaggi illustri come il filosofo Johann Gottlieb Fichte....,
conta circa duecento allievi, per la maggior parte " interni", e 15 insegnanti.



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lou
messagio Nov 27 2008, 09:59 PM
Messaggio #102


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Simile a un'accademia prussiana per cadetti, Pforta non preparava ufficiali dell'esercito, ma intellettuali per la "guida spirituale" del popolo. La struttura della scuola era prussiano-conservatrice e militaristica, ma imbevuta di ideali umanistici secondo la tradizione ginnasiale tedesca.



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lou
messagio Nov 27 2008, 10:01 PM
Messaggio #103


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I sei anni di Pforta saranno decisivi per la formazione di Nietzsche. Scriverà: "proprio questa costrizione quasi militare che, in quanto deve esercitarsi sulla massa, tratta l'individuo in modo volutamente freddo e superficiale, mi ricondusse a me stesso. Contro la legge uniforme io salvai le mie inclinazioni e aspirazioni private" Nietzsche continua a scrivere poesie e musica sacra. Viene accettato nel coro scolastico. Ha bisogno di occhiali con lenti molto forti. Primi appunti autobiografici e progetti letterari



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lou
messagio Nov 27 2008, 10:15 PM
Messaggio #104


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A Pforta stringe amicizia con Paul Deussen e con Carl von Gersdorff, mantenendo però i contatti con gli amici di Naumburg Pinder e Krug. Soffre di catarri, reumatismi e mal di testa. Con Pinder e Krug fonda la società musicale e letteraria" Germania"...



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lou
messagio Dec 9 2008, 09:57 PM
Messaggio #105


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In un appunto autobiografico parlerà della sua passione per gli studi classici:
" Ricordo con gran piacere il mio primo contatto con Sofocle, con Eschilo, con Platone,
specialmente il Platone della mia opera preferita, il Simposio"



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lou
messagio Dec 9 2008, 10:03 PM
Messaggio #106


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Oltre alle letture scolastiche ( Cesare, Ovidio, Tacito, Dante, Omero, Cicerone, l'Antico Testamento in ebraico, i lirici greci) Nietzsche legge anche molte opere non previste dal programma: si entusiasma per
I Masnadieri di Schiller, le poesie di Holderlin, il Principe di Machiavelli, i saggi del filosofo americano Ralph Waldo Emerson, Lord Byron, in particolare il dramma in versi Manfred.



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lou
messagio Dec 9 2008, 10:06 PM
Messaggio #107


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Scriverà in Ecce homo: " Col Manfred di Byron deve legarmi una profonda affinità:
io ho trovato dentro di me tutti i suoi abissi - a tredici anni ero maturo per quest'opera"



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Joseph de Sil...
messagio Dec 16 2008, 01:11 PM
Messaggio #108


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CITAZIONE(lou @ Dec 9 2008, 10:03 PM) *
Oltre alle letture scolastiche ( Cesare, Ovidio, Tacito, Dante, Omero, Cicerone, l'Antico Testamento in ebraico, i lirici greci) Nietzsche legge anche molte opere non previste dal programma: si entusiasma per
I Masnadieri di Schiller, le poesie di Holderlin, il Principe di Machiavelli, i saggi del filosofo americano Ralph Waldo Emerson, Lord Byron, in particolare il dramma in versi Manfred.

Una precisazione (diretta non a lou ma a Pozzoli, da cui è tratto lo stralcio inserito appunto da lou): nel 1862 Nietzsche ha letto Il Principe di Machiavelli in italiano non tanto come lettura personale (come potrebbe sembrare leggendo il brano riportato), ma perché si trattava di una lettura prevista nel gruppo, sia pur extracurriculare, di italiano a Pforta (cfr. T. Brobjer, Nietzsche’s Philosophical Context, University of Illinois Press, Urbana and Chicago 2008, pp. 44 e 187). Tra l’altro il nostro Friedrich aveva in mente di iscriversi anche ad un corso di inglese (cfr. lettera alla sorella della fine di novembre 1861, in EP I, Adelphi, Milano 1976, pp. 186-188), cosa che poi non fece. Ma a proposito della sua conoscenza delle lingue moderne, sempre Pozzoli nella stessa pagina da cui lou trae la citazione sostiene che Nietzsche “né a Pforta né in seguito conseguirà mai una reale padronanza delle lingue moderne” (C. Pozzoli, Nietzsche nei ricordi e nelle testimonianze dei contemporanei, BUR, Milano 1990, p. 47), il che non è esatto. Soprattutto a partire dagli anni Ottanta Nietzsche aveva infatti maturato una buona padronanza almeno del francese, nel senso che lo leggeva con scorrevolezza: lo dimostrano i numerosi volumi in questa lingua contenuti nella sua biblioteca (quasi 130), spesso glossati e a volte anche parafrasati o esplicitamente citati nei suoi taccuini e lettere o nelle opere pubblicate (a questo proposito cfr. almeno G. Campioni, Les lectures françaises de Nietzsche, PUF, Paris 2001 e Campioni et al., a cura di, Nietzsches persönliche Bibliothek, Walter de Gruyter, Berlin - New York 2003). Questo senza tener conto di altri testi, sempre in francese, non presenti nella sua biblioteca ma che sappiamo con certezza che egli ha letto: basti pensare, tanto per fare un esempio, alle traduzioni dei russi. Per tornare agli autori letti nel periodo di Pforta (oltre quelli citati andrebbero ricordati almeno anche Sallustio, Novalis, Voltaire – questo letto in francese, Herder, Feuerbach, Rousseau, Platone, Jean Paul, Racine, Luciano, Erodoto, Virgilio, Livio, Puškin, Petöfi, Lermontov, e tanti altri), Byron riveste un interesse tutto particolare: è proprio in riferimento al suo Manfred che Nietzsche, nel suo Sulle composizioni drammatiche di Byron, saggio scritto nel 1861 per l’associazione “Germania” (cfr. OFN, Vol I, tomo I, Adelphi, Milano 1998, pp. 177-183) adopera per la prima volta – sia pur non nel senso in cui lo intenderà più avanti – il termine “Übermensch”.
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Sgubonius
messagio Dec 16 2008, 08:47 PM
Messaggio #109


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Approfitto della questione per una domandina... come stava messo coll'italiano?
In fondo qualche tempo qui lo ha passato (sempre che non si parlasse il francese)


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Freddie
messagio Dec 17 2008, 03:19 PM
Messaggio #110


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CITAZIONE(Sgubonius @ Dec 16 2008, 08:47 PM) *
Approfitto della questione per una domandina... come stava messo coll'italiano?
In fondo qualche tempo qui lo ha passato (sempre che non si parlasse il francese)


Da quel che ricordo di aver letto con la nostra lingua madre non era messo bene


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CITAZIONE
Dei buoni denti e uno stomaco forte - t'auguro questo!
E se ti sei trovato col mio libro,
ti troverai di certo anche con me.
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Joseph de Sil...
messagio Dec 17 2008, 11:27 PM
Messaggio #111


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“Colpisce il fatto che il paziente, pur essendo stato a lungo in Italia, spesso sbaglia o non conosce affatto le parole più semplici delle frasi che dice in italiano”. Così nella cartella clinica di Jena, alla data 19 gennaio 1889 (in C. Pozzoli, Nietzsche nei ricordi e nelle testimonianze dei contemporanei, BUR, Milano 1990, p. 387). Certo, di per sé questo documento non dice molto, perché all’epoca il povero Nietzsche era ormai nelle tenebre della follia; però da altre fonti (ne riporto solo alcune a titolo di esempio) possiamo arguire che, malgrado la sua presumibilmente scarsa conoscenza dell’italiano parlato, Nietzsche avesse invece qualche padronanza nel leggerlo:
1) Come ho scritto nel mio intervento precedente, a Pforta Nietzsche aveva studiato, almeno per un po’ di tempo, l’italiano, leggendo in questa lingua, oltre Machiavelli, anche Dante (lettere alla sorella della fine di novembre 1861 e alla madre e alla sorella del 18 gennaio 1862, in EP I, pp. 187 e 194).
2) In una lettera dell’1 novembre 1874 Hans von Bülow, che intendeva dedicare a Nietzsche la sua traduzione dall’italiano al tedesco dei Canti di Leopardi (lettera di Nietzsche a Rohde dell’11 aprile 1872, in EP II, p. 290), lo esorta a tradurre i Dialoghi (presumo si riferisca alle Operette morali) e i Pensieri del poeta-filosofo italiano; ciò lascia intendere quantomeno che von Bülow riteneva che Nietzsche fosse in grado di padroneggiare questa lingua. Nietzsche risponde il 2 gennaio 1875, e tra le altre cose scrive: “Mi sono sentito troppo felice e onorato dalla Sua lettera per non riflettere più e più volte sulla proposta che Ella mi fa in merito a Leopardi”, ma declina l’invito per due motivi: “Conosco troppo poco l’italiano” e “non ho assolutamente tempo” (EP III, p. 3). Nietzsche dunque non afferma di ignorare l’italiano, ma di non essere all’altezza di tradurre le prose di Leopardi (che peraltro conosceva in traduzione tedesca, e di cui si procurerà le Opere anche in edizione italiana).
3) Nella biblioteca personale di Nietzsche sono presenti alcuni testi in italiano: G. Leopardi, Opere; S. Pellico, Le mie prigioni e poesie scelte; D. Alighieri, Divina Commedia (che però pare sia un inserimento successivo); P. D’Ercole, Notizia degli scritti e del pensiero filosofico di Pietro Ceretti. Nessuno dei quattro tuttavia reca tracce di lettura da parte di Nietzsche (il che non dimostra peraltro che egli non li abbia letti). Oltre questi, anche “strumenti da viaggio”: due orari ferroviari e un Dizionario portatile italiano-tedesco (cfr. G. Campioni et al., a cura di, Nietzsches persönliche Bibliothek, Walter de Gruyter, Berlin - New York 2003).
4) Tra i giornali che Nietzsche usa leggere a Torino (il suo preferito è il francese “Le Journal des Débats”) c’è anche almeno un giornale italiano, la “Gazzetta Piemontese” (per la ricostruzione documentale di questa lettura rinvio ad A. Verrecchia, La tragedia di Nietzsche a Torino, ed. ampliata Bompiani, Milano, 1997, per es. p. 90).
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Sgubonius
messagio Dec 18 2008, 01:46 PM
Messaggio #112


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Grazie! wink.gif
Leopardi viene citato spesso, di solito insieme a Schopenhauer, il che magari non presupporrà una lettura completa ma quantomeno una conoscenza a livello filosofico sicuramente c'era.


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lou
messagio Dec 22 2008, 10:49 PM
Messaggio #113


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seguo il filo del tuo discorso Joseph e ti propongo un brano, che ho trovato nella rete,
della tesi di Benedetta Zavatta-Università “Carlo Bò” di Urbino-:

"Fu probabilmente per un caso fortuito che, nel 1862, il giovane Nietzsche, studente a
Pforta, si imbattè nella raccolta La condotta della vita, il frutto più maturo della
riflessione di Ralph Waldo Emerson (1803-1882) esposta fresca di stampa nella vetrina
di un librario di Lipsia.Entusiasta del vigore che animava il pensiero dell’americano,
Nietzsche si procurò in breve tempo anche i Saggi: prima e seconda serie, i quali lo
spinsero ben presto a cimentarsi nelle prime, acerbe riflessioni di carattere filosofico."



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lou
messagio Dec 22 2008, 10:53 PM
Messaggio #114


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continua la Zavatta:
"1. Bellezza come potenza
Entrambi i nostri autori vedono nell’unione di bellezza e potenza tanto un fatto di
natura, quanto un criterio regolativo per l’agire umano. Questa tematica è anche la
prima a risvegliare in Nietzsche l’interesse per i saggi dell’americano, come dimostrano
gli estratti ricavati nel 1863 dalla raccolta La condotta della vita.
In quel periodo Emerson compare al primo posto nella lista delle letture preferite di Nietzsche, il quale
progetta di compendiarne le opere per divulgarle tra i suoi amici.
I primi saggi ad attirare la sua attenzione sono appunto Bellezza e Potenza,
nei quali viene celebrata la bellezza intrinseca alla natura in quanto unità organica, vivente."



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lou
messagio Dec 22 2008, 10:55 PM
Messaggio #115


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"Ispirandosi al modello delineato da Goethe ne La metamorfosi delle piante,
Emerson concepisce la natura come informata da una spinta al miglioramento (ameliorating)
che urge verso la produzione di organismi superiori. La definizione offerta in queste pagine viene
annotata da Nietzsche nei suoi tratti salienti: bello è ciò che è «semplice, che non
presenta elementi sovrabbondanti, che corrisponde esattamente al proprio fine» (BAW
II, 258; FL, 200). Nella severa economia della natura ogni forma bella è espressione di
«un’eccellenza di struttura» (FL, 201) e della perfetta corrispondenza al ruolo da
assolvere nell’organismo di cui è parte. La bellezza scaturisce dunque non da un
abbellimento esteriore, bensì dalla perfezione intrinseca di ogni organismo. Negli
estratti ricavati da Nietzsche, Emerson esalta la bellezza che «riposa sulla necessità» e
sull’«utilità» (BAW II, 258; FL, 204)"

interessante il discorso sulla Bellezza!!!



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Joseph de Sil...
messagio Dec 30 2008, 10:48 PM
Messaggio #116


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CITAZIONE(lou @ Dec 22 2008, 10:49 PM) *
seguo il filo del tuo discorso Joseph e ti propongo un brano, che ho trovato nella rete,
della tesi di Benedetta Zavatta-Università “Carlo Bò” di Urbino-:

"Fu probabilmente per un caso fortuito che, nel 1862, il giovane Nietzsche, studente a
Pforta, si imbattè nella raccolta La condotta della vita, il frutto più maturo della
riflessione di Ralph Waldo Emerson (1803-1882) esposta fresca di stampa nella vetrina
di un librario di Lipsia.Entusiasta del vigore che animava il pensiero dell’americano,
Nietzsche si procurò in breve tempo anche i Saggi: prima e seconda serie, i quali lo
spinsero ben presto a cimentarsi nelle prime, acerbe riflessioni di carattere filosofico."

Ho letto diversi lavori della Zavatta (che mi pare di aver già menzionato in alcuni vecchi interventi); è senz’altro una delle maggiori esperte, non solo italiane, relativamente alle influenze di Emerson su Nietzsche. Per quanto riguarda l’incontro “fortuito” di Nietzsche a Lipsia, nel 1862, con Die Führung des Lebens, purtroppo non ho testi che riportino la lettera di Gersdorff cui la Zavatta fa riferimento alla nota 1 del suo saggio, e da nessun’altra fonte a mia disposizione mi risulta che Nietzsche sia stato a Lipsia nel 1862… ad ogni modo, tra le letture che ho condotto ultimamente, sul tema Emerson-Nietzsche mi sento di consigliare Nietzsche’s Debt to Emerson, settimo capitolo di Nietzsche and the English di Thomas Brobjer (Humanity Books, Amherst, NY 2008), nel quale è contenuta una ricostruzione generale degli influssi dello scrittore americano su Nietzsche.
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lou
messagio Jan 4 2009, 10:06 PM
Messaggio #117


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grazie Joseph!

lascio Pforta ed il suo gotico che avvince e commuove
destinazione Röcken

continuo attraverso le parole di Pozzoli:
" Friedrich Wilhelm Nietzsche nasce a Röcken, un villaggio sulla strada che da Weissenfels,
passando per Lutzen, conduce a Lipsia. Nasce nella Sassonia Prussiana il 15 ottobre (1844),
data che coincide col genetliaco del sovrano Friedrich Wilhelm IV di Prussia,
figura molto ammirata dal padre.
Motivo per cui gli viene dato quel nome.




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lou
messagio Jan 5 2009, 09:07 PM
Messaggio #118


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...Quindicenne, Nietzsche descriverà, in uno dei suoi numerosi schizzi autobiografici, il villaggio natio,
che " si stende lungo la strada provinciale" in vicinanza di Lutzen:
" Un salceto, qualche pioppo e degli olmi isolati lo circondano, così che da lontano
si scorgono, tra le verdi cime, solo i camini delle case e l'antico campanile."



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lou
messagio Jan 29 2009, 03:12 PM
Messaggio #119


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" Entro il territorio del villaggio si estendono degli stagni di una certa grandezza, separati l'uno dall'altro da strette lingue di terra, tutt'intorno fresca verzura e salci nodosi. La chiesa e la casa del pastore sono situate un pò più in alto; la chiesa è circondata da giardini e prati alberati."



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lou
messagio Jan 29 2009, 03:26 PM
Messaggio #120


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" Immediatamente accanto si trova il camposanto, pieno di pietre tombali e di croci infossate. La casa del pastore gode l'ombra di tre maestosi olmi dagli ampi rami"

E a 19 anni dirà: " Come pianta sono nato vicino al camposanto, come uomo nella casa del pastore"



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