E' il primo di ottobre, il giorno del mio compleanno, abbiamo, il
mio compagno ed io, passato la notte nel bivacco invernale, i
rifugi sono chiusi dalla metà di
settembre.E' ancora buio, ma il mattino si preannuncia nebbioso,
non fa freddo e l'aria è ferma; non è di buon auspicio per il
tempo della giornata.
Decidiamo comunque di partire alla luce delle lampade frontali, ci
aspettano due ore di salita, per arrivare all'attacco della via.
Il nostro obbiettivo e' il "campanile basso" nelle dolomiti di
Brenta, la via, quella
classica, non difficile ma stupenda.
Il campanile basso, è una torre alta circa duecentottanta metri,
dal profilo elegante e slanciato, poggiato su di una sella,
formata da altre cime più alte.
La via da salire, presenta uno sviluppo maggiore dell'altezza del
campanile, perchè gli gira intorno a chiocciola; questo è uno dei
motivi della bellezza di questo itinerario: permette di cambiare
panorama più volte.
Giunti alla base, nel silenzio più assoluto, dopo aver indossato
l'attrezzatura e
ultimato i preparativi: partiamo...
La roccia è fredda, ma ricca di appigli e in breve siamo a metà
percorso, in quel
momento, sono il primo di cordata e sono in sosta per far salire
il mio compagno, quando da nord; vedo arrivare una grande forma
grigia sotto di noi.
E' un'ucello, enorme: non può che essere un'aquila reale!
Passa sotto di noi e scompare dietro il campanile, il mio compagno
ed io, siamo
emozionatissimi, è durato pochi secondi ma ci ha fatto sobbalzare
i cuore; non capita tutti i giorni di vedere così, un'aquila.
Restiamo un momento attoniti, rapiti dalla visione, ma dobbiamo
riprendere a salire.
Riappare, ancora più vicina, ha aggirato il campanile e ripassa
sotto di noi.
Una fortuna insperata, questa volta l'ho vista molto bene, il
passaggio è stato più lento e vicino; è un individuo giovane, ha
delle macchie bianche nel piumaggio.
Un altro giro e un altro passaggio, più vicina e più lenta ancora,
sembra ci stia
osservando, forse, spinta dalla curiosità. La solitudine è totale,
non un rumore, sono sicuro di aver udito il suono delle ali che
mordono l'aria.
Ma, incredibile! ritorna e questa volta è alla mia altezza; gira
la testa e mi guarda... gli occhi, le ho visto gli occhi!
Passa oltre, e circa cinque metri più avanti, si posa su di uno
spuntone e mi osserva...
Non posso crederci! un'aquila difronte a me! sembra impossibile ma
ci stiamo guardando negli occhi! E' immobile, regale, imponente,
sono affascinato...
Nella mia immaginazione, la sento parlare e dire: << andate
tranquilli, nulla può
accadervi finchè io vi guardo, questo è il mio regno, e gli umani
rispettosi, sono sempre ben'accetti >>.
Ma è un'attimo; apre le ali e riprende l'aria, va verso sud, alla
bocca di Brenta e si perde nella nebbia...
Riprendiamo a salire, ancora scossi, e arriviamo sulla cima
salutati dagli schiocchi festosi dei gracchi, che stanno
arrivando, come sempre, per ricevere qualche briciola.
Recuperiamo le corde e ci sediamo in silenzio, a mangiare i nostri
panini; un boccone per noi, uno ai gracchi.
L'emomozione è stata grande, indimenticabile, negli occhi
rimangono quelle splendide immagini, come fossero una visione.
Restano impresse durante tutta la discesa, a corda doppia, durante
il ritorno sul
sentiero, in auto fino a casa, e poi a letto, nella fatica di
prendere sonno.
Sono passati diversi anni da allora, ma ancora adesso, il ricordo
di quella giornata particolare, in quel silenzio totale, nel più
grande isolamento, in quell'atmosfera resa greve e sognante dalla
nebbia: ancora mi regala una grande emozione.
Ma, soprattutto è il ricordo di quello splendido animale, che per
qualche minuto mi ha fatto sognare e desiderare di partire
assieme, essere il signore dell'aria e delle cime;libero,
infinitamente libero come un'aquila.
grazie, nemo, rifletterò su quello che hai scritto
come in uno specchio
e ti dirò i miei pensieri
per ora ti parlo dell'Aquila di Nietzsche
anche se nn è la tua
che incontro speciale , nemo
la memoria di quello sguardo è una cosa davvero preziosa
..e poi, uno che si inerpica sulle tegole del mondo
tutto avvolto così dal cielo
nn potrà mai provare vertigini e vacillare
per le cose della terra...
Mi viene in mente l'Aquila nera, il locale dove Harry Haller incontra Erminia ( Hermann Hesse, Der Steppenwolf - Il lupo della steppa). Quando incontrerò la mia Erminia? ''Non tutto è lupo quel che morde'', si legge in questo breve romanzo.