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nemo |
Nov 19 2007, 10:21 AM
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#1
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E' così buono Giovanni, ma...
(musica: V. Nocenzi / testo: F. Di Giacomo, V. Nocenzi) Stendo la mia voglia di luna sopra le tue spalle e sarò io a darti il miele per le tue labbra. Ma non lasciare entrare il vento a sciupare la tua fronte sopra i miei campi di rose forse puoi dormire. Raccoglierò le tue paure per portarle lontano e sarò io l'anfora dove tu poserai le tue chiare lacrime ma di più io... |
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nemo |
Nov 19 2007, 10:22 AM
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#2
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Fino alla mia porta
(musica: V. Nocenzi / testo: F. Di Giacomo, V. Nocenzi) - Attraversato me stesso sul filo del mondo teso nello spazio fino a raggiungermi. - Sui gradini del vostro rifiuto io sto salendo verso la mia porta questa volta l'arpa notturna suona invano il canto delle paure. Finalmente sono salito sopra il mio corpo più in alto del mio cuore. Questa notte come un atlante sopra la terra mi sono modellato con la vita vecchia eppur così nuova non nella specie ma nella dimensione una nuova dimensione. |
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Nov 19 2007, 10:38 AM
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#3
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Über Member Gruppo: Members Messaggi: 1,239 Iscritto il: 12-July 07 Utente Nr.: 219 |
"Finalmente sono salito
sopra il mio corpo più in alto del mio cuore" ...una nuova foto un'ascesa raggiunta una vetta conquistata quando si può conficcare una bandiera senza ferire -------------------- "Osa tutto...non avere bisogno di niente"
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nemo |
Nov 20 2007, 01:03 PM
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#4
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Canto nomade per un prigioniero politico
(musica: V. Nocenzi / testo: F. Di Giacomo, V. Nocenzi) In questi giorni è certo autunno giù da noi dolce Marta, Marta mia ricordo il fieno e i tuoi cavalli di Normandia, eravamo liberi, liberi. Sul muro immagini grondanti umidità, macchie senza libertà, ascolta Marta, in questo strano autunno i tuoi cavalli gridano, urlano incatenati ormai cosa dire, soffocare, chiuso qui perché... prigioniero per l'idea, la mia idea perché. Lontano è la strada che ho scelto per me dove tutto è degno di attenzione perché vive, perché è vero, vive il vero. Almeno tu che puoi fuggi via canto nomade questa cella è piena della mia disperazione, tu che puoi non farti prendere. Voi condannate per comodità, ma la mia idea già vi assalta. Voi martoriate le mie sole carni, ma il mio cervello vive ancora... ancora. Lamenti di chitarre sospettate a torto, sospirate piano, e voi donne dallo sguardo altero bocche come melograno, non piangete perché io sono nato, nato libero, libero. Non sprecate per me una messa da requiem, io sono nato libero. |
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