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> Mie poesie, Bagatelle
Colui che ha ...
messagio Dec 3 2008, 12:31 AM
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In un luogo ove vi sono persone che hanno coraggio di usare il proprio cervello, voglio condividere questi miei scritti, tre poesie per l’esattezza.


Tramonto
Attendo
le pie stelle mentre siedo solo nel cielo;
sono l'angelo per la sera.
Cedono a me le nuvole e cedo io agli astri.
Io consolo le lacrime.
Rimbombo innanzi la sera;
co' sorrisi di sangue celo 'l Sole,
pian piano.
Il mio nome è Tramonto.

Crisantemo
Io sono dei morti il fiore,
il pianto regalo.
Fanciulla,
non cogliermi,
che conosco il valore de la mia freschezza.

Paradiso
Io sento che il paradiso è una promessa
insoddisfatta, ove lento 'l viso dell'anima
fra nimbi con bimbi gioca; suona
la mia poetessa, suon suona,
l'esatta mia speranza lei canta;
ove dal Cristo armoniosamente scendono
i capelli, come pioggia che cade,
invade la loggia del cielo, lì
tutti vedono le lente arpe
che ritornelli suon suonano d'una musica
nuova, nuova a ogni nota;
ove la salsedine s'innamora
dei piedi del Risvegliato,
egli ride ai cieli lieti;
ogni ora un angelo siede
accanto a te, mia poetessa, t'incorona,
e tu continui nel perpetuo canto;
la notte non viene
nè gelida è la neve,
ché la Grande Anima incanta
mentre danzano i miei sospiri;
alzi le tue fine spalline, me innalzi,
lente avanzano le preoccupazioni
e cadono come, fra gli arbori, entro i Liri
i sassi, quando 'l vento suona i suoi passi.
Ora verranno altre ere,
or ora aspetteranno, forse, altri demoni.
I miei contemporanei han distrutto
statue, ma all'oltraggio del corpo si convertono,
e come biscia e rane
son l'anima e loro. Sono in lutto. Fiutano
e sputano al pane e a la luna,
e si fan ancoraggio
al petrolio più ch'a tutto l'oro.
Un raggio nei loro precordi e ricordi
non incede, non viene
a loro la dolcezza d'un sorriso. Son sordi
alla bellezza che sia, alla sua melodia,
non tiene armonia la lor leggerezza;
liso pur il sospetto.
Nel viso d'aspetto spento,
retto da parole,
muore il fulgore;
i miei contemporanei latrano,
ladri, abietti, invadono co' sospetti.
Mia poetessa, assillo d'amore,
cuore solitario e vario,
io ti amo in solitudine,
in beatitudine;
la tua bellezza inesausta mai
di donare sé, via per la gloria,
memoria del mio mondo,
fondo profondo di versi andati,
perduti, come liuti nello spazio,
tersi dai raggi d'una cometa,
che a San Lorenzo allieta. Donati
uomini alla terra vedono queste stelle,
belle, novelle portatrici di pianti,
inni e canti e danze,
aulenti di fulgenti fragranze.
E se tu cadessi nel fimo,
l'Eden diverrebbe, così che l'imo
del mondo rimane il giardino
del mio cuore che te sola vede.
Fisso il mio viso nel vederti,
fissa te nell'incedere come l'ombra
al sole, come l'onda al mare,
quinci l'amore e quindi il cuore,
come l'animale alla morte,
quinci la sorte e quindi 'l fato,
come il caso al pianto,
quinci il canto e quindi la gioia,
come la gioia alla noia.
Vorace è lo spirto ebro di te,
tutto vuole vedere per trovare sempre te sola.
Vola la paura di perdere la fede,
di non credere a' propri occhi,
di non eccedere ne le parole.
E come la natura invidiò certamente
Raffaello (mi ha superato un mortale?)
rinnegò così rapidamente il mio spirto
il putrido stornello, malato di ciò che non vale,
per vedere diritto a te.
Io iscelsi te, i' vidi gli immensi lidi del mio cuore,
del mio mondo i limiti ove come mare
suona e tuona un mio pensiero.
Tu dai valore e colore al mio mondo,
ché in te pongo la mia esigenza;
ma tu sei un mio fatale pensiero, mia anima,
reale non sei, questo conosco,
questo vedo, questo sul mio scoglio
(che ha nome animo)
voglio.


--------------------
I limiti del mio linguaggio costituiscono i limiti del mio mondo.

At nihilominus sentimus experimurque, nos aeternos esse.
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BlackSmith
messagio Mar 15 2009, 08:11 PM
Messaggio #2


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CITAZIONE(Il Ricercatore @ Dec 3 2008, 12:31 AM) *
In un luogo ove vi sono persone che hanno coraggio di usare il proprio cervello, voglio condividere questi miei scritti, tre poesie per l’esattezza.
Tramonto
Attendo
le pie stelle mentre siedo solo nel cielo;
sono l'angelo per la sera.
Cedono a me le nuvole e cedo io agli astri.
Io consolo le lacrime.
Rimbombo innanzi la sera;
co' sorrisi di sangue celo 'l Sole,
pian piano.
Il mio nome è Tramonto.

Crisantemo
Io sono dei morti il fiore,
il pianto regalo.
Fanciulla,
non cogliermi,
che conosco il valore de la mia freschezza.

Paradiso
Io sento che il paradiso è una promessa
insoddisfatta, ove lento 'l viso dell'anima
fra nimbi con bimbi gioca; suona
la mia poetessa, suon suona,
l'esatta mia speranza lei canta;
ove dal Cristo armoniosamente scendono
i capelli, come pioggia che cade,
invade la loggia del cielo, lì
tutti vedono le lente arpe
che ritornelli suon suonano d'una musica
nuova, nuova a ogni nota;
ove la salsedine s'innamora
dei piedi del Risvegliato,
egli ride ai cieli lieti;
ogni ora un angelo siede
accanto a te, mia poetessa, t'incorona,
e tu continui nel perpetuo canto;
la notte non viene
nè gelida è la neve,
ché la Grande Anima incanta
mentre danzano i miei sospiri;
alzi le tue fine spalline, me innalzi,
lente avanzano le preoccupazioni
e cadono come, fra gli arbori, entro i Liri
i sassi, quando 'l vento suona i suoi passi.
Ora verranno altre ere,
or ora aspetteranno, forse, altri demoni.
I miei contemporanei han distrutto
statue, ma all'oltraggio del corpo si convertono,
e come biscia e rane
son l'anima e loro. Sono in lutto. Fiutano
e sputano al pane e a la luna,
e si fan ancoraggio
al petrolio più ch'a tutto l'oro.
Un raggio nei loro precordi e ricordi
non incede, non viene
a loro la dolcezza d'un sorriso. Son sordi
alla bellezza che sia, alla sua melodia,
non tiene armonia la lor leggerezza;
liso pur il sospetto.
Nel viso d'aspetto spento,
retto da parole,
muore il fulgore;
i miei contemporanei latrano,
ladri, abietti, invadono co' sospetti.
Mia poetessa, assillo d'amore,
cuore solitario e vario,
io ti amo in solitudine,
in beatitudine;
la tua bellezza inesausta mai
di donare sé, via per la gloria,
memoria del mio mondo,
fondo profondo di versi andati,
perduti, come liuti nello spazio,
tersi dai raggi d'una cometa,
che a San Lorenzo allieta. Donati
uomini alla terra vedono queste stelle,
belle, novelle portatrici di pianti,
inni e canti e danze,
aulenti di fulgenti fragranze.
E se tu cadessi nel fimo,
l'Eden diverrebbe, così che l'imo
del mondo rimane il giardino
del mio cuore che te sola vede.
Fisso il mio viso nel vederti,
fissa te nell'incedere come l'ombra
al sole, come l'onda al mare,
quinci l'amore e quindi il cuore,
come l'animale alla morte,
quinci la sorte e quindi 'l fato,
come il caso al pianto,
quinci il canto e quindi la gioia,
come la gioia alla noia.
Vorace è lo spirto ebro di te,
tutto vuole vedere per trovare sempre te sola.
Vola la paura di perdere la fede,
di non credere a' propri occhi,
di non eccedere ne le parole.
E come la natura invidiò certamente
Raffaello (mi ha superato un mortale?)
rinnegò così rapidamente il mio spirto
il putrido stornello, malato di ciò che non vale,
per vedere diritto a te.
Io iscelsi te, i' vidi gli immensi lidi del mio cuore,
del mio mondo i limiti ove come mare
suona e tuona un mio pensiero.
Tu dai valore e colore al mio mondo,
ché in te pongo la mia esigenza;
ma tu sei un mio fatale pensiero, mia anima,
reale non sei, questo conosco,
questo vedo, questo sul mio scoglio
(che ha nome animo)
voglio.


Benissimo, molto belle, lascia strare se poi ti dicono cosa diceva Nietzsche dei poeti, bla bla bla...
wink.gif


--------------------
Agli uomini dei quali mi importa qualcosa io auguro sofferenze, abbandono, malattie, maltrattamenti, disprezzo..., io desidero che non restino loro sconosciuti il profondo disprezzo di sé, il martirio della diffidenza di sé, la miseria del vinto
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