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> 2001 Odissea Nello Spazio
brian
messagio Apr 9 2009, 08:37 PM
Messaggio #1


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Salve a tutti,
questo è il mio primo topic/post nel forum..
Nella mia tesina per l'esame di maturità vorrei dare una lettura del film "2001 Odissea Nello Spazio" attraverso la filosofia di Nietzsche. Per il momento sto sviluppando il discorso sui temi (scontati) del Superuomo e dell'Eterno Ritorno. è possibile, secondo voi, una lettura alternativa o che non si limiti solamente a questi argomenti?
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Sgubonius
messagio Apr 10 2009, 01:04 PM
Messaggio #2


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CITAZIONE(brian @ Apr 9 2009, 09:37 PM) *
Salve a tutti,
questo è il mio primo topic/post nel forum..
Nella mia tesina per l'esame di maturità vorrei dare una lettura del film "2001 Odissea Nello Spazio" attraverso la filosofia di Nietzsche. Per il momento sto sviluppando il discorso sui temi (scontati) del Superuomo e dell'Eterno Ritorno. è possibile, secondo voi, una lettura alternativa o che non si limiti solamente a questi argomenti?


Ho rivisto al cinema pochi giorni fa 2001 odissea nello spazio e ho riflettutto un po' proprio su questo!

Più alla radice il discorso si può ridurre all'apollineo e al dionisiaco, forse Arancia Meccanica è anche più funzionale in questo caso (potresti usarli entrambi, o perfino Shining o Il Dottor Stranamore presentano delle allusioni).
Attento però che su Wikipedia ci sono delle gran cavolate secondo me, con pochissima comprensione dell'essenza del pensiero nietzschiano e molta intepretazione spiccia (che peraltro è tipica delle tesine!) e lo stesso Kubrick non è proprio cristallino nelle sue simbologie. Ad esempio è del tutto errato pensare la cosa in termini evoluzionistici, darwiniani. Non c'è progresso di civilizzazione verso il superuomo, semmai è proprio l'opposto. La civilizzazione, a partire dall'osso per arrivare all'astronave, è essenzialmente apollinea e ordinatrice, è essenzialmente tensione verso un ideale di perfezione (il monolito) matematica/tecnica/estetica (linee definite, monocromatismo, perpendicolarità). Tutta la scienza coi suoi viaggi non fa che cercare questo monolito simbolicamente, riducendo l'uomo agli eroi pezzenti di Euripide. Lo spazio diventa allora lo scenario del superamento nel momento in cui l'uomo si affaccia prepotentemente sul panorama del relativismo. Tutto il film è un saggio di relativismo, non si sa mai quale sia l'alto e il basso, le strutture ruotano, le telecamere idem, e con questo viene a sgretolarsi anche la somma certezza umana (cartesiana) nella macchina, che compie errori, e nella scienza. Linearità contro circolarità è tipica contraddizioni fra moderno e arcaico, fra apollineo e dionisiaco. Soprattutto la relatività e einsteiniana, cioè di tempo e spazio, strutture a priori della conoscenza umana e fondamenti di ogni sapere "scientifico" della rappresentazione (che è intrinsecamente apollinea anch'essa). Ecco perchè forse proprio quando il protagonista si perde nello spazio, nell'infinito senza riferimento, nel caos senza ordine, nel relativismo dei colori e delle forme (il viaggio psichedelico), in una stanza (lo spazio che si contrae) che contiene tutta la sua vita (il tempo si contrae), che contiene la sua ossessione monolitica a cui ancora tende in punto di morte, allora soltanto potrà ritrovare in se stesso il suo mondo e riconquistarlo, da stella verso la terra, conscio della gravità che lo tiene affidato ad essa.

Spero ti possa essere utile come indirizzo generico, o come suggestione perchè anche sulla validità di questa mia interpretazione è tutto un gioco ai dadi. Come dicevo Kubrick stesso ha sviato molto e pare non voler mai dare un pasto da consumare, per cui non c'è mai una totale aderenza alle simbologie e allo svolgimento del film.


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"Innocenza è il fanciullo e oblio, un nuovo inizio, un giuoco, una ruota ruotante da sola, un primo moto, un sacro dire di sì"
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BlackSmith
messagio Apr 11 2009, 06:10 AM
Messaggio #3


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"L'evoluzione darwiniana" è una delle interpretazioni che il regista segue come una linea direttrice fin dall'inizio del film, per poi richiudersi su stessa come un ciclo di vita, morte, rinascita etc.. Bella,sgub,la tua interpretazione sull relativismo che hai ricavato dalle navi spaziali che girano, dalle telecamere senza punti di riferimento etc.., ma credo che le sequenze iniziali del film che risultano poi le più convincenti e spettacolari, indicano quella strada interpretativa, discutibile o meno, ma quella è la strada.
Certo poi inserisce altri elementi e altri ancora, rendendo il film una sequenza discontinua, come tanti flash di un sogno o di una visione. C'ha provato anche lui, riuscendo ad ottenere, e non è poco, soltanto un film straordinario, ma niente di più.
Troppo scontata, per quegli anni, oggi un pò meno,la suggestione che provoca la macchina Hall quando si sostituisce all'uomo.

E io che aspettavo la quarta di copertina wink.gif Cmq, ho già corretto la seconda bozza


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Agli uomini dei quali mi importa qualcosa io auguro sofferenze, abbandono, malattie, maltrattamenti, disprezzo..., io desidero che non restino loro sconosciuti il profondo disprezzo di sé, il martirio della diffidenza di sé, la miseria del vinto
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brian
messagio Apr 11 2009, 09:44 AM
Messaggio #4


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Grazie per il prezioso aiuto! Mi piace molto l'interpretazione di Sgub...
Io avevo pensato a questa frase dello Zarathustra: "Che cos'è per l'uomo la scimmia? Un ghigno o una vergogna dolorosa. E questo appunto ha da essere l'uomo per il superuomo: un ghigno o una dolorosa vergogna." Secondo me vi sono racchiusi i tre momenti principali del film: l'inizio con le scimmie (scimmia), la parte centrale del viaggio (uomo moderno razionale e forse "positivista") e la parte finale dove l'astronauta Bowman "rinasce" come bambino-delle-stelle, una sorta di superuomo.
Pensavo anche all'analogia tra Bowman che disattiva Hal 9000 e "La visione e l'enigma", sempre dallo Zarathustra. L'astronauta potrebbe essere il pastore che stacca con un morso la testa al serpente-computer. Così facendo diventa consapevole della propria volontà. Ed è sua la volontà di uscire dall'astronave e incontrare il monolito.
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Sgubonius
messagio Apr 11 2009, 01:06 PM
Messaggio #5


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CITAZIONE(BlackSmith @ Apr 11 2009, 07:10 AM) *
E io che aspettavo la quarta di copertina wink.gif Cmq, ho già corretto la seconda bozza


Eh eh purtroppo la mia firma è un diktat per me... e me ne sono scordato! laugh.gif

Tornando al film io penso che ci sia l'evoluzionismo scimmia-uomo-superuomo certamente, ma non sia darwiniano, cioè non sia un evoluzione naturalistica verso l'adattamento e la sopravvivenza ma sia una evoluzione dettata dalla Volontà di Potenza che agisce per vie traverse. Se all'origine la scimmia aveva bisogno dell'osso per difendersi dai leoni che si pappano alcuni primati, dopo l'uomo usa la sua tecnologia raffinatissima per delle cose del tutto superflue e dettate da quella "volontà di verità" positivista che è tanto ostile al dionisiaco.

<<‘Volontà di verità’, o saggissimi, voi chiamate ciò che vi incalza e vi riempie di desiderio?
Volontà di rendere pensabile tutto l’essere: così chiamo io la vostra volontà!Tutto quanto è, voi volete prima di tutto "farlo" pensabile: giacché con buona diffidenza dubitate che sia già pensabile. Ma esso deve anche adattarsi e piegarsi a voi! Così vuole la vostra volontà. Levigato deve diventare e soggetto allo spirito, come suo specchio e immagine riflessa.Questa è la vostra volontà tutta intera, saggissimi, in quanto una volontà di potenza; anche quando parlate del bene e del male e dei valori.Voi volete ancora creare il mondo, davanti al quale possiate inginocchiarvi: questa è la vostra suprema speranza ed ebbrezza.>>
(Da: Della vittoria su se stessi)


Ecco il monolito è questo "levigato", questo sommamente pensabile, questo Dio tomistico a cui di fatto anche l'uomo del 2000 si inginocchia. Il Dio moderno che è il dio della scienza, del progresso, eccetera. La scimmia pre-utensili è allora decisamente superiore all'uomo, che è solo "un ponte fra scimmia e superuomo", per cui non è un evoluzione vera e propria. Il salto, perchè di salto si tratta, non di lento progresso, verso il superuomo è possibile solo attraverso la presa di coscienza della relatività totale dell'ente (nello zarathustra il simbolo del Leone delle metamorfosi iniziali) e la creazione di un vero e proprio deserto da cui ripartire da zero, deserto in cui l'unico punto di riferimento sei tu stesso. Ecco lo spazio "infinito e oltre" ha questo scopo, derazionalizzare e deterritorializzare (per citare Deleuze) l'essere umano, non più a casa propria, non più in compagnia di cose familiari, privo di punti di riferimento, cioè quelli che nietzsche chiama "valori" che sono strumenti fondamentali della volontà di potenza. L'ossessione per il riferimento, per l'ordine, per la razionalità, per la forma matematicamente pensabile è tipica del monolito che infatti si mostra sempre allineato a tutti i pianeti (la retta è la funzione di primo grado, cioè la più semplice).

Quando, nella tensione propria della ricerca del vero/buono/giusto (monolito) si arriva alla contemplazione dell'impossibilità di ottenerlo per via del relativismo che tutto distrugge ecco che la ragione da positivista si fa leopardiana, da creatrice si fa distruttrice, allucinatoria, febbricitante. Qui si apre lo spazio per il salto al superuomo, e solo qui. Ecco allora che "il perduto per il mondo conquista per sé il suo mondo".

Riguardo alla "visione e l'enigma" invece non azzarderei troppo. Il serpente ha una sua simbologia in Nietzsche che non si adatta facilmente, essendo legato più all'eterno ritorno che ad altro, ai temi di 2001 (che col ritorno ha poco a che vedere, ed è questo forse il grande limite di questo film). Ritengo che Hal 9000 rappresenti soprattutto un momento di crisi della tecnica, che è crisi del sapere scientifico posto di fronte all'assenza di una verità che possa fare da fondamento. E' un passaggio nella coscienza del protagonista verso l'infinito spaziale (sulla crisi della tecnica puoi trovare molti collegamenti filosofici e non). Purtroppo in Kubrick manca del tutto l'eterno ritorno, che viene solo accennato nei finali (shining anche) ma che non ha la centralità che invece si riscontra nei pensieri di Nietzsche.


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