Schopenhauer: problema della rappresentazione |
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Schopenhauer: problema della rappresentazione |
Nov 10 2007, 05:57 PM
Messaggio
#1
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Advanced Member Gruppo: Members Messaggi: 84 Iscritto il: 9-October 07 Utente Nr.: 403 |
Sapendo che Nietzsche lesse in gioventù l'opera principale di Schopenhauer, il mondo come volontà e rappresentazione, mi sono affrettato a comprarlo ed ora lo sto leggendo e devo dire che lo trovo molto interessante, anche se non capisco una cosa.
Schopenhauer dice: il mondo è una mia rappresentazione. Egli critica il realismo affermando che per esso esistono degli oggetti indipendeti dal soggetto e che sono le cause ed il soggetto è colui che percepisce gli effetti. Dunque il realismo ed il materialismo partono dall'oggetto trascurando il soggetto. Schop. critica anche la visione opposta, quella fichtiana cioè che il soggetto è la causa degli oggetti. Schop. dice che lui non parte nè dal soggetto nè dall'oggetto; ma dalla RAPPRESENTAZIONE. Volevo chiedere: ma se tutto esiste UNICAMENTE perchè il soggetto rappresenta allora non è come dire(un pò come fichte) che il soggetto è l'origine del mondo e quindi degli oggetti. Se senza il soggetto crolla il mondo allora esso ne era la causa...AIUTATEMI, questo problema mi martella di continuo!!!! grazie ciao -------------------- Soltanto con Nietzsche finisce il Medioevo.
Alfred Bäumler. |
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Nov 16 2007, 02:46 AM
Messaggio
#2
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Old Member Gruppo: Members Messaggi: 111 Iscritto il: 22-March 07 Utente Nr.: 15 |
Ti posso fare anch'io un esempio, sulla falsariga di quanto dice Sandro: su un oggetto che può esistere o meno "in astratto" (a seconda se si assume il punto di vista realista o idealista) talvolta è possibile operare in pratica soltanto attraverso una sua "rappresentazione", ma ciò non significa che quest'ultima abbia un carattere determinante ai fini dell'esistenza o meno dell'oggetto, anzi spesso introduce solo degli aspetti irrilevanti che possono essere fuorvianti perché evidenzia maggiormente alcune caratteritiche rispetto ad altre.
Ciò non toglie che la rappresentazione può anche essere l'unico modo possibile di accedere all'oggetto stesso. In genere le percezioni sensoriali non sono che dati di una rappresentazione, non certo un accesso diretto al supposto ente autonomamente esistente, o in alternativa alla proiezione delle nostre facoltà. Per esempio immagina un palo per come appare nel campo visivo di alcune persone via via più lontane da esso: per i più vicini esso occuperà quasi tutto il campo visivo, mentre per i più lontani apparirà di estensione limitata. "La dimensione del sole è pari a un piede" diceva Eraclito. Ora, l'estensione angolare del palo evidentemente è una rappresentazione di qualche caratteristica del palo stesso che possiamo ricostruire teoricamente analizzando come cambia per gli osservatori posti in punti diversi. Ma l'esistenza della rappresentazione non ci dice nulla sull'esistenza o meno dell'oggetto indipendentemente dal soggetto osservante: ognuno è libero di pensare che il primo abbia un'esistenza autonoma e che la rappresentazione nasca da un'interazione con esso, oppure che la rappresentazione sia una creazione esclusivamente del soggetto. Questo se ci atteniamo unicamente a ciò che è attingibile sensibilmente, cioé alla rappresentazione che i sensi ci offrono di qualcosa che può esistere autonomamente ma anche no (il punto è che chiarire il senso di quest'ultima affermazione può non essere proprio possibile: per questo si può scegliere di non addentrarsi in questo terreno "metafisico"). -------------------- Non ci sono labirinti da cui tu non possa uscire - M. Frost
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