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> Nietzsche l'enigmista...
perla negra
messagio Mar 30 2013, 06:43 PM
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Ciao a tutti,

voglio lanciare una discussione su una cosa che ho scritto qualche anno fa. L’oggetto di discussione è il capitolo de La visione e l’enigma.
Non è un’interpretazione classica… è un’interpretazione enigmistica.
A voi il piacere, mi auguro, di leggere quanto segue e di anche di discuterne se capiterà…

Premessa:
«Nicht mehr Hirt, nicht mehr Mensch, - ein Verwandelt, ein Umleuchteter, welcher lachte!»

Ad attirare la mia attenzione sul punto in questione fu un termine, ossia Umleuchteter, con il quale viene descritto il pastore che si è liberato dal morso del serpente. Umleuchteter significa “circonfuso di luce”: secondo il racconto della Trasfigurazione sul Tabor di Matteo il volto di Gesù “ brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce”.

La Visione e l'enigma
Il titolo tedesco di questo capitolo è Vom Gesicht und Räthsel. Già il titolo annuncia una visione e un enigma. Ma se in tedesco Räthsel indica inequivocabilmente un indovinello o un enigma, il termine Gesicht in senso proprio significa faccia, viso, volto. Può significare anche: espressione (Ausdruck); smorfia (Grimasse); o aspetto (Aussehen); o contorno (Umriss); o persona (Person). Infine significa Vision, visione che in tedesco è sinonimo di Erscheinung, apparizione.
Tuttavia un lettore italiano non coglierebbe questa sfumatura visto che il titolo nella nostra traduzione è La visione e l'enigma e tra i vari significati del termine visione nessuno di essi rimanda a faccia, viso, volto.

Il termine viso – Gesicht (che in senso proprio e concretamente indica la parte anteriore della testa umana) in questo contesto sembra più appropriato di faccia o volto poiché deriva dal latino visum (part. pass. di video, vedere), che significa cosa veduta, apparizione, visione, immagine. Perciò il viso, in cui ha sede l'organo della vista vede e - seguendo l'etimologia latina - è visto, è esso stesso una visione.

Sul termine enigma - Räthsel non ci sono dubbi ma vale la pena ricordarne una definizione: enigma è «un breve componimento, per lo più in versi, in cui ambiguamente o allusivamente si propone una parola o un concetto da indovinare». Ma Räthsel vuol dire anche indovinello, «un quesito enigmistico, talvolta in forma di breve componimento in versi, presentato con parole equivoche o ambigue o con una perifrasi riguardante la cosa da indovinare».
(Cfr. Giorgio Colli, La Nascita della filosofia, cap. IV e V: «l'enigma è la formulazione di un'impossibilità razionale che esprime tuttavia un oggetto reale»)

Oltre che nel titolo, il termine Gesicht compare anche nell'invocazione di Zarathustra ai marinai della nave salpata dalle Isole Beate:

A voi, temerari della ricerca e del tentativo [...] a voi, ebbri di enigmi [...] giacché voi non volete con mano codarda seguir tentoni un filo; e dove siete in grado di indovinare vi è in odio il dedurre - a voi soli racconterò l'enigma che io vidi, - il viso/la visione [Montinari: visione] del più solitario tra gli uomini. [euch allein erzähle ich das Räthsel, das ich sah, - das Gesicht des Einsamsten]

Se, con Montinari, traduciamo Gesicht con visione allora potremmo intendere dal seguito della lettura che Zarathustra qui si riferisce alla visione della porta carraia “Augenblick” e considera se stesso come «il più solitario tra gli uomini». Se invece, traduciamo con viso, intendiamo il viso visto da Zarathustra nella seconda parte del suo racconto, ossia il viso del pastore che sarebbe ancora «il più solitario tra gli uomini» [das Gesicht des Einsamsten]

Nell'elogiare la virtù del coraggio durante il dialogo col nano Zarathustra dice: «Il coraggio ammazza anche la vertigine in prossimità degli abissi: e dove mai l'uomo non si trova vicino ad abissi! Non è la vista già di per se un vedere abissi? [Ist Sehen nicht selber – Abgründe sehen?]», quasi a ricordarci l'equivocità del termine Gesicht del titolo.

Zarathustra e il nano arrivano alla porta carraia “Augenblick”. Ora Zarathustra si rivolge al nano che intanto gli è sceso dalle spalle e non lo grava più col suo peso:

Guarda questa porta carraia! Nano! Continuai: essa ha due visi/visioni [Montinari: volti]. Due sentieri convergono qui: nessuno li ha mai percorsi fino alla fine. [Siehe diesen Thorweg! Zwerg! sprach ich weiter: der hat zwei Gesichter. Zwei Wege kommen hier zusammen: die gieng noch niemand zu Ende]

La porta carraia ha due visi o volti, ma non comprendiamo se essi siano rivolti l'uno verso l'altro (per così dire fronte contro fronte) o si diano le spalle (nuca contro nuca).
Quindi nel primo caso (fronte contro fronte) i sentieri si congiungerebbero sotto la porta carraia e i visi avrebbero rispettivamente la visione l'uno dell'altro: sarebbero rivolti l'uno contro l'altro: “contraddizione”.
Nel secondo caso (nuca contro nuca) i sentieri si dipartirebbero dalla porta e dunque i due visi sarebbero rivolti in due direzioni diverse e il loro vedere in direzioni opposte darebbe chiaramente luogo a due visioni diverse, che non si “contraddirebbero”.
Prosegue il racconto:

«Questa lunga via fino alla porta e all'indietro [Diese lange Gasse zurück]: dura un'eternità. E quella lunga via fuori della porta e in avanti [Und jede lange Gasse hinaus]– è un'altra eternità. Si contraddicono a vicenda [Sie wiedersprechen sich, diese Wege], questi sentieri; sbattono la testa l'uno contro l'altro; e qui, a questa porta carraia, essi convergono. In alto sta scritto il nome della porta: “attimo”.
Ma chi ne percorresse uno dei due – sempre più avanti e sempre più lontano: credi tu, nano, che questi sentieri si contraddicano in eterno [glaust du, Zwerg, dass diese Wege sich ewig wiedersprechen]?» «Tutte le cose diritte mentono, borbottò sprezzante il nano. Ogni verità è ricurva, il tempo stesso è un circolo».

Ora comprendiamo che se anche i due visi della porta sono rivolti in direzioni opposte comunque si vedono: il tempo è un circolo, i sentieri sono circolari, l'ottica per così dire sarà circolare: ancora in contraddizione.
Poco dopo il nano, la porta carraia e il ragno scompaiono e cessa anche il bisbigliare. Zarathustra si chiede se sta sognando o se si è appena destato dal sonno: «d'un tratto mi trovai in mezzo a orridi macigni, solo, desolato, al più desolato dei chiari di luna».

E, davvero, ciò che vidi, non l'avevo mai visto [Und, wahrlich, was ich sah, desgleichen sah ich nie]. Vidi un giovane pastore rotolarsi, soffocato, convulso, stravolto in volto [verzerrten Antlitzes] [Montinari: viso], cui un greve serpente nero penzolava dalla bocca. Avevo mai visto tanto schifo e livido raccapriccio dipinto su di un volto [Grauen auf Einem Antlitze] [Montinari: volto]? Forse, mentre dormiva, il serpente gli era strisciato dentro le fauci e – lì si era
abbarbicato mordendo.

Qui Nietzsche usa il termine Antlitz, sinonimo di Gesicht, che in entrambi i casi traduco con volto per non confonderci con viso/visione.
Poi Zarathustra cerca di estrarre il serpente dalla bocca del pastore, ma non ci riesce e così grida.

Il racconto di questa visione si interrompe e Zarathustra ora si rivolge nuovamente ai marinai:

Voi, uomini arditi che mi circondate! Voi, dediti alla ricerca e al tentativo, e chiunque tra di voi si sia mai
imbarcato con vele ingegnose per mari inesplorati! Voi che amate gli enigmi! Sciogliete dunque l'enigma che io allora contemplai, interpretatemi il viso/la visione [Montinari: visione] del più solitario tra gli uomini! Giacché era un viso/una visione [Montinari: visione] e una previsione [Vorhersehn]: - che cosa vidi allora per similitudine [Gleichnisse]? E chi è colui che un giorno non potrà non venire? Chi è il pastore, cui il serpente strisciò in tal modo entro le fauci? Chi è l'uomo, cui le più grevi e le più nere tra le cose strisceranno nelle fauci?

Ora Zarathustra chiede che l'enigma/indovinello narrato in questo secondo racconto venga sciolto, ma qui la seconda visione vista da Zarathustra è un solo viso, quello «del più solitario tra gli uomini». Non due visi come nel caso della porta carraia “Augenblick”, che era bifronte e qualunque fosse la direzione dei due visi o visioni essi avrebbero comunque visto l'uno la visione o il viso dell'altro, contraddicendosi a vicenda. Inoltre, che la visione di Zarathustra di un solo viso sia avvenuta nel sogno o nella realtà non fa alcuna differenza all’interno dl racconto.
Ma la prima visione del «più solitario tra gli uomini»-Zarathustra, era la visione dei due visi della porta carraia che si contraddicevano. Dunque nella seconda visione «il più solitario tra gli uomini»-Zarathustra ha visto la visione di un solo viso, quello del «più solitario tra gli uomini»- Zarathustra.
Zarathustra ha visto la visione o il viso di Zarathustra.

Dunque la risposta dell'enigma è Zarathustra: Zarathustra vede nella visione del pastore il proprio stesso viso, come poi si si narrerà nel capitolo de Il convalescente: Zarathustra si autorispecchia fuori di sé [Selbstspielung]: ha una visione in sequenza di sé stesso: il pastore morente e il pastore trasfigurato: contraddizione: Dioniso… Cristo…

Grazie per l’attenzione.
Perla Negra
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Freddie
messagio Jul 3 2013, 02:26 PM
Messaggio #2


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Davvero molto interessante... e sopratutto ricco di spunti brava Perla

CITAZIONE(perla negra @ Mar 30 2013, 06:43 PM) *
Ciao a tutti,

voglio lanciare una discussione su una cosa che ho scritto qualche anno fa. L’oggetto di discussione è il capitolo de La visione e l’enigma.
Non è un’interpretazione classica… è un’interpretazione enigmistica.
A voi il piacere, mi auguro, di leggere quanto segue e di anche di discuterne se capiterà…

Premessa:
«Nicht mehr Hirt, nicht mehr Mensch, - ein Verwandelt, ein Umleuchteter, welcher lachte!»

Ad attirare la mia attenzione sul punto in questione fu un termine, ossia Umleuchteter, con il quale viene descritto il pastore che si è liberato dal morso del serpente. Umleuchteter significa “circonfuso di luce”: secondo il racconto della Trasfigurazione sul Tabor di Matteo il volto di Gesù “ brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce”.

La Visione e l'enigma
Il titolo tedesco di questo capitolo è Vom Gesicht und Räthsel. Già il titolo annuncia una visione e un enigma. Ma se in tedesco Räthsel indica inequivocabilmente un indovinello o un enigma, il termine Gesicht in senso proprio significa faccia, viso, volto. Può significare anche: espressione (Ausdruck); smorfia (Grimasse); o aspetto (Aussehen); o contorno (Umriss); o persona (Person). Infine significa Vision, visione che in tedesco è sinonimo di Erscheinung, apparizione.
Tuttavia un lettore italiano non coglierebbe questa sfumatura visto che il titolo nella nostra traduzione è La visione e l'enigma e tra i vari significati del termine visione nessuno di essi rimanda a faccia, viso, volto.

Il termine viso – Gesicht (che in senso proprio e concretamente indica la parte anteriore della testa umana) in questo contesto sembra più appropriato di faccia o volto poiché deriva dal latino visum (part. pass. di video, vedere), che significa cosa veduta, apparizione, visione, immagine. Perciò il viso, in cui ha sede l'organo della vista vede e - seguendo l'etimologia latina - è visto, è esso stesso una visione.

Sul termine enigma - Räthsel non ci sono dubbi ma vale la pena ricordarne una definizione: enigma è «un breve componimento, per lo più in versi, in cui ambiguamente o allusivamente si propone una parola o un concetto da indovinare». Ma Räthsel vuol dire anche indovinello, «un quesito enigmistico, talvolta in forma di breve componimento in versi, presentato con parole equivoche o ambigue o con una perifrasi riguardante la cosa da indovinare».
(Cfr. Giorgio Colli, La Nascita della filosofia, cap. IV e V: «l'enigma è la formulazione di un'impossibilità razionale che esprime tuttavia un oggetto reale»)

Oltre che nel titolo, il termine Gesicht compare anche nell'invocazione di Zarathustra ai marinai della nave salpata dalle Isole Beate:

A voi, temerari della ricerca e del tentativo [...] a voi, ebbri di enigmi [...] giacché voi non volete con mano codarda seguir tentoni un filo; e dove siete in grado di indovinare vi è in odio il dedurre - a voi soli racconterò l'enigma che io vidi, - il viso/la visione [Montinari: visione] del più solitario tra gli uomini. [euch allein erzähle ich das Räthsel, das ich sah, - das Gesicht des Einsamsten]

Se, con Montinari, traduciamo Gesicht con visione allora potremmo intendere dal seguito della lettura che Zarathustra qui si riferisce alla visione della porta carraia “Augenblick” e considera se stesso come «il più solitario tra gli uomini». Se invece, traduciamo con viso, intendiamo il viso visto da Zarathustra nella seconda parte del suo racconto, ossia il viso del pastore che sarebbe ancora «il più solitario tra gli uomini» [das Gesicht des Einsamsten]

Nell'elogiare la virtù del coraggio durante il dialogo col nano Zarathustra dice: «Il coraggio ammazza anche la vertigine in prossimità degli abissi: e dove mai l'uomo non si trova vicino ad abissi! Non è la vista già di per se un vedere abissi? [Ist Sehen nicht selber – Abgründe sehen?]», quasi a ricordarci l'equivocità del termine Gesicht del titolo.

Zarathustra e il nano arrivano alla porta carraia “Augenblick”. Ora Zarathustra si rivolge al nano che intanto gli è sceso dalle spalle e non lo grava più col suo peso:

Guarda questa porta carraia! Nano! Continuai: essa ha due visi/visioni [Montinari: volti]. Due sentieri convergono qui: nessuno li ha mai percorsi fino alla fine. [Siehe diesen Thorweg! Zwerg! sprach ich weiter: der hat zwei Gesichter. Zwei Wege kommen hier zusammen: die gieng noch niemand zu Ende]

La porta carraia ha due visi o volti, ma non comprendiamo se essi siano rivolti l'uno verso l'altro (per così dire fronte contro fronte) o si diano le spalle (nuca contro nuca).
Quindi nel primo caso (fronte contro fronte) i sentieri si congiungerebbero sotto la porta carraia e i visi avrebbero rispettivamente la visione l'uno dell'altro: sarebbero rivolti l'uno contro l'altro: “contraddizione”.
Nel secondo caso (nuca contro nuca) i sentieri si dipartirebbero dalla porta e dunque i due visi sarebbero rivolti in due direzioni diverse e il loro vedere in direzioni opposte darebbe chiaramente luogo a due visioni diverse, che non si “contraddirebbero”.
Prosegue il racconto:

«Questa lunga via fino alla porta e all'indietro [Diese lange Gasse zurück]: dura un'eternità. E quella lunga via fuori della porta e in avanti [Und jede lange Gasse hinaus]– è un'altra eternità. Si contraddicono a vicenda [Sie wiedersprechen sich, diese Wege], questi sentieri; sbattono la testa l'uno contro l'altro; e qui, a questa porta carraia, essi convergono. In alto sta scritto il nome della porta: “attimo”.
Ma chi ne percorresse uno dei due – sempre più avanti e sempre più lontano: credi tu, nano, che questi sentieri si contraddicano in eterno [glaust du, Zwerg, dass diese Wege sich ewig wiedersprechen]?» «Tutte le cose diritte mentono, borbottò sprezzante il nano. Ogni verità è ricurva, il tempo stesso è un circolo».

Ora comprendiamo che se anche i due visi della porta sono rivolti in direzioni opposte comunque si vedono: il tempo è un circolo, i sentieri sono circolari, l'ottica per così dire sarà circolare: ancora in contraddizione.
Poco dopo il nano, la porta carraia e il ragno scompaiono e cessa anche il bisbigliare. Zarathustra si chiede se sta sognando o se si è appena destato dal sonno: «d'un tratto mi trovai in mezzo a orridi macigni, solo, desolato, al più desolato dei chiari di luna».

E, davvero, ciò che vidi, non l'avevo mai visto [Und, wahrlich, was ich sah, desgleichen sah ich nie]. Vidi un giovane pastore rotolarsi, soffocato, convulso, stravolto in volto [verzerrten Antlitzes] [Montinari: viso], cui un greve serpente nero penzolava dalla bocca. Avevo mai visto tanto schifo e livido raccapriccio dipinto su di un volto [Grauen auf Einem Antlitze] [Montinari: volto]? Forse, mentre dormiva, il serpente gli era strisciato dentro le fauci e – lì si era
abbarbicato mordendo.

Qui Nietzsche usa il termine Antlitz, sinonimo di Gesicht, che in entrambi i casi traduco con volto per non confonderci con viso/visione.
Poi Zarathustra cerca di estrarre il serpente dalla bocca del pastore, ma non ci riesce e così grida.

Il racconto di questa visione si interrompe e Zarathustra ora si rivolge nuovamente ai marinai:

Voi, uomini arditi che mi circondate! Voi, dediti alla ricerca e al tentativo, e chiunque tra di voi si sia mai
imbarcato con vele ingegnose per mari inesplorati! Voi che amate gli enigmi! Sciogliete dunque l'enigma che io allora contemplai, interpretatemi il viso/la visione [Montinari: visione] del più solitario tra gli uomini! Giacché era un viso/una visione [Montinari: visione] e una previsione [Vorhersehn]: - che cosa vidi allora per similitudine [Gleichnisse]? E chi è colui che un giorno non potrà non venire? Chi è il pastore, cui il serpente strisciò in tal modo entro le fauci? Chi è l'uomo, cui le più grevi e le più nere tra le cose strisceranno nelle fauci?

Ora Zarathustra chiede che l'enigma/indovinello narrato in questo secondo racconto venga sciolto, ma qui la seconda visione vista da Zarathustra è un solo viso, quello «del più solitario tra gli uomini». Non due visi come nel caso della porta carraia “Augenblick”, che era bifronte e qualunque fosse la direzione dei due visi o visioni essi avrebbero comunque visto l'uno la visione o il viso dell'altro, contraddicendosi a vicenda. Inoltre, che la visione di Zarathustra di un solo viso sia avvenuta nel sogno o nella realtà non fa alcuna differenza all’interno dl racconto.
Ma la prima visione del «più solitario tra gli uomini»-Zarathustra, era la visione dei due visi della porta carraia che si contraddicevano. Dunque nella seconda visione «il più solitario tra gli uomini»-Zarathustra ha visto la visione di un solo viso, quello del «più solitario tra gli uomini»- Zarathustra.
Zarathustra ha visto la visione o il viso di Zarathustra.

Dunque la risposta dell'enigma è Zarathustra: Zarathustra vede nella visione del pastore il proprio stesso viso, come poi si si narrerà nel capitolo de Il convalescente: Zarathustra si autorispecchia fuori di sé [Selbstspielung]: ha una visione in sequenza di sé stesso: il pastore morente e il pastore trasfigurato: contraddizione: Dioniso… Cristo…

Grazie per l’attenzione.
Perla Negra



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Dei buoni denti e uno stomaco forte - t'auguro questo!
E se ti sei trovato col mio libro,
ti troverai di certo anche con me.
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