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> Aprile
lou
messagio Apr 22 2008, 08:09 PM
Messaggio #41


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Friedrich arrivò a Roma da Messina il 24 aprile 1882

Dalle "Memorie della mia vita"di Lou Andreas Salomé

A Roma avvenne anzitutto qualcosa per cui noi prendemmo il sopravvento: l'arrivo di Friedrich Nietzsche, che i suoi amici Malwida e Paul Rée avevano fatto venire da Messina a Roma per condividere la nostra vita in comune. E così accadde il fatto inatteso: che Nietzsche, appena informato del progetto di Rée e mio,volle entrare come terzo nel patto. Perfino il luogo della nostra futura trinità venne subito stabilito: doveva essere Parigi ( per un momento, in principio, Vienna)...


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NIHILO
messagio Apr 23 2008, 07:53 AM
Messaggio #42


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Qui fu secondo me l'errore di Nietzsche, mettersi nei panni
dell'"intruso", ruolo forse a lui poco congeniale.
Era amico di Rèe, ma in questo caso siamo di fronte ad
una situazione molto particolare ed ambivalente.


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DIE EWIGE SANDUHR DES DASEINS WIRD IMMER WIEDER UMGEDREHT
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Colui che ha ...
messagio Apr 23 2008, 11:53 AM
Messaggio #43


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CITAZIONE(lou @ Apr 16 2008, 08:18 PM) *
ho trovato anche D'Annunzio fra le parole Aprile
è una poesia mesta che parla di dolore
ed io non voleva leggerla
.....forse però al Ricercatore aggrada

a te dunque il Vate, Giancarlo
questo nuovo Aprile è per te
Aprile

Socchiusa è la finestra, sul giardino.
Un'ora passa lenta, sonnolenta.
Ed ella, ch'era attenta, s'addormenta
a quella voce che già si lamenta,
- che si lamenta in fondo a quel giardino.

Non è che voce d'acque su la pietra:
e quante volte, quante volte udita!
Quell'amore e quell'ora in quella vita
s'affondan come ne l'onda infinita
stretti insieme il cadavere e la pietra.

Ella stende l'angoscia sua nel sonno.
L'angoscia è forte, e il sonno è così lieve!
(Par la luce d'april quasi una neve
che sia tiepida.) Ed ella certo deve
soffrire, vagamente, anche nel sonno.

Tutto nel sonno si rivela il male
che la corrompe. Il volto impallidisce
lentamente: la bocca s'appassisce
nel suo respiro; su le guance lisce
s'incava un'ombra... O rose, è il vostro male:

rose del sole nuovo, pur di ieri,
ch'ella recise ad una ad una (e intanto
ella era affaticata un poco, e intanto
l'acque avean su la stessa pietra il pianto
d'oggi), oggi quasi sfatte, e pur di ieri!

Ella non è più giovine. I suoi tardi
fiori effuse nel primo ultimo amore.
Fu di voluttà ebra e di dolore.
Un grido era nel suo segreto cuore,
assiduo: - Troppo tardi! Troppo tardi! -

Ella non è più giovine. Son quasi
bianchi i capelli su la tempia; sono
su la fronte un po' radi. L'abbandono
(ella è supina e immota), l'abbandono
fa sembrar morte le sue mani, quasi.

Né pure il gesto fa scendere mai
sangue all'estrenútà de le sue dita!
La tragga il sogno lungi da la vita.
Veda nel sogno almen ringiovanita
l'Amato ch'ella non vedrà piu mai.

Socchiusa è la finestra, sul giardino.
Un'ora passa lenta, sonnolenta.
Non altro s'ode, ne la luce spenta,
che quella voce che giù si lamenta,
- che si lamenta in fondo a quel giardino.

Gabriele D'Annunzio


Gentilissima come sempre... e D'Annunzio sempre uno dei più grandi...


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I limiti del mio linguaggio costituiscono i limiti del mio mondo.

At nihilominus sentimus experimurque, nos aeternos esse.
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lou
messagio Apr 23 2008, 09:41 PM
Messaggio #44


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un piccolo omaggio, giancarlo...

proseguo con le memorie aprilane di Lou

" I nostri scherzi erano allegri ed innocenti, perchè tutti noi nutrivamo per Malwida un profondo affetto, e Nietzsche era spesso di un umore così piacevole da far passare in secondo piano il suo solito modo di fare compassato, o meglio, alquanto solenne. Ricordo questa sua solennità fin dal primo incontro, che ebbe luogo in San Pietro, dove Paul Rée, seduto in un confessionale in favore della luce, attendeva con zelo e devozione ai suoi appunti di lavoro, e dove perciò Nietzsche era stato indirizzato. Egli mi rivolse il suo primo saluto con le parole:

" Cadendo da quali stelle siamo stati spinti fin qui, l'uno incontro all'altra?"


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lou
messagio Apr 23 2008, 10:12 PM
Messaggio #45


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Cercavo in Carlo Michelstaedter il mio mese, ma ormai sembrava inutile la ricerca
poi...per caso, eccolo! ( Ma non esiste il caso, esistono le circostanze coincidenti....)



Aprile

Che più d'un giorno è la vita mortale?

Nubil'e brev'e freddo e pien di noia,

che po bella parer ma nulla vale.

(Petrarca, Triumphus Temporis)

Il brivido invernale e il dubbio cielo

e i nembi oscuri che al novello amore

han fatto schermo della terra antica

dispersi a un tratto, al sol ride la terra

che d'erbe e fiori ancor s'è ricoperta

- se pur il ciel di nubi ancora svarii,

onde occhieggian le stelle nelle notti,

e nere fra il lor vario scintillare

traggan le lunghe dita pel sereno

che al piano oscura ed ai profili neri

degli alberi dei monti si congiungono.

Ma nel cielo e nel piano, ma nell'aria,

ma nello sguardo della tua compagna

e nel pallido viso,

ma nel tuo corpo, ma per la tua bocca

canta ciò che non sai: la primavera.

Così mi tragge a me stesso diverso

e amor m'induce e desiderio, ancora

ch'io non sappia per che, pur fiduciosi.

Ché pur in me natura si nasconde

insidiosa e ignaro me sospinge.

Ahi, che mi vale, se pur fugge l'ora

e mi toglie da me sì ch'io non possa

saziar la mia fame ora qui tutta?

Ma solo e miserabile mi struggo

lontano e solo, anco s'a te vicino

parlo ed ascolto, o mia sola compagna.

Mentre di tra le dita delle nubi

a che occhieggian le stelle nel sereno?

Già trapassa la notte e nuove fiamme

leverà il sole ch'ei rispenga tosto:

passano i giorni e già sarà qui 'l verno

e il sol sorgendo pallido e incurante

farà fiorire il fango per le strade.

A che occhieggian le stelle nel sereno?

Qui bulica la terra e qui si muore,

cantano i galli e stridon le civette.

O gioia del novello nascimento,

o nuovo amore antico!

O vita, chi ti vive e chi ti gode

che per te nasce e vive ed ama e muore?

Ma ogni cosa sospingi senza posa

che la tua fame tiene, e che nel vario

desiderar continua si trasmuta.

Di sé ignara e del mondo desiosa

si volge a questo e a quello che nemico

le amica il vicendevole disio,

nemica a quelli pur quando li ami

e ancora a sé per più voler nemica.

Così nel giorno grigio si continua

ogni cosa che nasce moritura,

che in vari aspetti pur la vita tiene -

ed il tempo travolge - e mentre viva

vivendo muor la dïuturna morte.

Ed ancor io così perennemente

e vivo mi tramuto e mi dissolvo

e mentre assisto al mio dissolvimento

ad ogni istante soffro la mia morte.

E così attendo la mia primavera

una ed intera ed una gioia e un sole.

Voglio e non posso e spero senza fede.

Ahi, non c'è sole a romper questa nebbia,

ma senza fine e senza mutamento

sta in ogni tempo intero ed infinito

l'indifferente tramutar del tutto.

Pur tu permani, o morte, e tu m'attendi

o sano o tristo, ferma ed immutata,

morte benevolo porto sicuro.

Che ai vivi morti quando pur sia vano

quanto la vita il pallido tuo aspetto

e se morir non sia che contiunuar

la nebbia maledetta

e l'affanno agli schiavi della vita -

- purché alla mia pupilla questa luce

che pur guarda la tenebra si spenga

e più non sappia questo ch'ora soffro

vano tormento senza via né speme,

tu mi sei cara mille volte, o morte,

che il sonno verserai senza risveglio

su quest'occhio che sa di non vedere,

sì che l'oscurità per me sia spenta.

(Notte 16-17 aprile 1910)


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lou
messagio Apr 29 2008, 08:07 PM
Messaggio #46


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A Peter Gast a Venezia
Genova, 21 aprile 1883

Caro amico,
.....io non mi sono mai fatto guidare dall'opinione che gli altri hanno di me; ma manco di disprezzo per l'umanità, e non ho la fortuna di avere una pelle d'elefante - così debbo ammettere che, in tutte le epoche della mia vita, ho molto sofferto dell'opinione degli altri su di me. Consideri che io provengo da un ambiente cui tutta la mia evoluzione appare riprovevole e abbietta; e solo in conseguenza di ciò mia madre mi chiamò l'anno scorso una "vergogna per la famiglia" e "un'onta per la tomba di mio padre"....Mi considerano tutte e due( madre e sorella n.d.r.) " un freddo egoista dal cuore duro"
e anche Lou pensava, prima di conoscermi meglio, che io fossi "un carattere volgare e ignobile sempre intento a sfruttare gli altri".
Cosima ha parlato di me come di una spia che si insinua nella fiducia degli altri e se la svigna una volta ottenuto ciò che voleva.....
Infine il peggio arriverà solo adesso, dopo la pubblicazione dello Zarathustra, giacchè col mio "libro sacro" ho sfidato tutte le religioni......"
Via dal mondo, dentro la foresta! Punto e a capo"

Il Suo affezionato Nietzsche


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lou
messagio Apr 30 2008, 10:38 PM
Messaggio #47


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Aprile-amore

Il pensiero della morte m'accompagna
tra i due muri di questa via che sale
e pena lungo i suoi tornanti. Il freddo
di primavera irrita i colori,
stranisce l'erba, il glicine, fa aspra
la selce; sotto cappe ed impermeabili
punge le mani secche, mette un brivido.

Tempo che soffre e fa soffrire, tempo
che in un turbine chiaro porta fiori
misti a crudeli apparizioni, e ognuna
mentre ti chiedi che cos'è sparisce
rapida nella polvere e nel vento.

Il cammino è per luoghi noti
se non che fatti irreali
prefigurano l'esilio e la morte.
Tu che sei, io che sono divenuto
che m'aggiro in così ventoso spazio,
uomo dietro una traccia fine e debole!

E' incredibile ch'io ti cerchi in questo
o in altro luogo della terra dove
è molto se possiamo riconoscerci.
Ma è ancora un'età, la mia
che s'aspetta dagli altri
quello che è in noi oppure non esiste.

L'amore aiuta a vivere, a durare,
l'amore annulla e dà principio. E quando
chi soffre o langue spera, se anche spera,
che un soccorso s'annunci di lontano,
è in lui, un soffio basta a suscitarlo.
Questo ho imparato e dimenticato mille volte,
ora da te mi torna fatto chiaro,
ora prende vivezza e verità.

La mia pena è durare oltre quest'attimo.

Mario Luzi


termina aprile


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