lou |
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lou |
Jul 12 2007, 12:32 AM
Messaggio
#1
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Über Member Gruppo: Members Messaggi: 1,239 Iscritto il: 12-July 07 Utente Nr.: 219 |
parlatemi di lou...lei era la vera oltredonna...per questo lui si innamorò di lei...
-------------------- "Osa tutto...non avere bisogno di niente"
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Jul 13 2007, 08:50 AM
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#2
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Über Member Gruppo: Members Messaggi: 1,239 Iscritto il: 12-July 07 Utente Nr.: 219 |
forse elisabeth era solo gelosa/invidiosa. Lou era diversa da tutte le altre. Spregiudicata, nn si curava della morale corrente, ma al contempo pia e virtuosa rispetto alla propria natura. Accettò di convivere con N. e Rée per formare la Trinità di studi e pensiero. ed eravamo nell'800! Lei era quello che N. avrebbe voluto essere e nn fu mai. Lei visse. F. descrisse.
Penso che, assieme a Cosima/Arianna, Lou fu una delle Muse di F.e la sua presenza nn fu irrilevante per l'opera di lui. E' scontato dire che la potenza creatrice dei maschi( filosofi, poeti, artisti) trova nutrimento nell'anima femminile. E' questo il modo di partecipazione della donna alla creazione di un nuovo sistema, di un nuovo pensiero. Anche se nn ci si appalesa come geni...si alimenta l'altrui genio e dunque.... -------------------- "Osa tutto...non avere bisogno di niente"
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Jul 13 2007, 09:50 AM
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#3
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Über Member Gruppo: Members Messaggi: 207 Iscritto il: 15-May 07 Utente Nr.: 103 |
la sua presenza nn fu irrilevante per l'opera di lui. Certo, e’ attestato quanto la sofferenza provata da Nietzsche in ordine alla vicenda Lou lo abbia condotto a proiettarsi con maggiore intensità nella sua opera; è lui stesso a scrivere: “Di tutte le conoscenze che ho fatto, una delle più preziose e feconde è quella con Lou. Soltanto dopo averla frequentata sono stato maturo per il mio Zarathustra” (abbozzo di lettera alla sorella, gennaio-febbraio 1884). Ma leggerei gli sviluppi e le maturazioni del pensiero nietzscheano non tanto come ispirazioni intellettuali derivate da Lou, quanto piuttosto come necessità di sublimare (approfondendo il proprio percorso) il dolore scaturito da questa storia: “Quest’ultimo boccone di vita è stato per me finora il più duro da masticare, ed è ancora possibile che esso mi soffochi […]. Se non riesco a scoprire l’espediente degli alchimisti per trasformare anche questo fango in oro, sono perduto” (a Overbeck, 25 dicembre 1882). L’oro fu, appunto, lo Zarathustra. |
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