Quali sono i valori creativi e costruttivi di Nietzsche? |
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Quali sono i valori creativi e costruttivi di Nietzsche? |
May 1 2010, 07:00 AM
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#1
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Member Gruppo: Members Messaggi: 25 Iscritto il: 30-August 09 Utente Nr.: 17,187 |
[font="Verdana"][/font][size="4"][/size] Ho letto con grande piacere il topic sul nichilismo-dovreste pubblicarlo, è profondo e intenso per contenuti e lucidità-.
Volevo chiedere al qualche appassionato generoso,in sintesi: Quali sono i valoro creativi e costruttivi di Nietzsche, dopo la sua geniale analisi del nichilismo? Dice d'averlo superato ma non ho capito come...grazie. |
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Jun 8 2010, 07:14 AM
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#2
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Member Gruppo: Members Messaggi: 25 Iscritto il: 30-August 09 Utente Nr.: 17,187 |
[[font="Verdana"]size="4"]CAri Sgubonius e Fulcanelli, volevo innanzitutto ringraziarvi per le esaudienti teorie filosofiche da voi dibattute a seguito del mio forse ingenuo interogativo.
Me ne sono rimasto -parafrasando un noto proverbio africano- nascosto come una formicuzza nell'erba, per non venire calpestato da quei due magnifici elefanti filosofici che siete! I miei complimenti davvero, anche per il vostro sforzo di essere chiari e non arcani al medio pubblico-come me-. Volevo ancora porvi -sulla scia di questi argomenti-un semplice e forse puerile interrogativo. Alla luce di quanto avete detto ,è possibile sia per la singola persona come per una comunità APPLICARE gli insegnamenti di Fritz alle proprie vite, senza finire ancora con le croci uncinati al braccio o nei deserti impraticabili dell'isolamento nichilista? Ho descritto due eccessi che possono scaturire da un uso della filosofia di Nice scorretto e poco critico, come lui stesso ammoniva scrivendo di non fare della sua persona una statua, che sarebbe crollata a schiacciare i suoi stessi troppo fanatici ammiratori! E quante volte nella Storia recente è successo! Spero vogliate ancora trovare la gentilezza e la passione per la conoscenza già sopra dimostrate per rispondere a questa innocente formicuzza sempliciotta, che ancora vi ringrazia ,perchè vi assicuro, le vostre parole hanno un'importanza nella mia vita concreta. Pertanto, è possibile un movimento concreto POST-NICCIANO? |
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Jun 8 2010, 06:25 PM
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#3
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Über Member Gruppo: Members Messaggi: 754 Iscritto il: 15-May 08 Utente Nr.: 2,728 |
Pertanto, è possibile un movimento concreto POST-NICCIANO? E' sempre un piacere poter discutere di queste cose, ma non è che l'apparato burocratico-filosofico di parole e concetti faccia realmente la differenza (è che diventa un abitudine esprimersi così perché in testa le idee sono ordinate così), dovrebbe essere uno strumento, un martello direbbe Nietzsche, il punto per la verità è poi quello a cui torni tu, cioè se e come praticamente ed effettivamente (parlavo molto sopra di effettualità) si possa trarre qualcosa da Nietzsche. Quindi fra le varie elefantiti filosofiche si sarebbe dovuta scorgere la briciola che ne è il tesoro, cioè quello che secondo me resta il culmine e la sintesi dell'etica Nietzschiana: l'amor fati (in stretta correlazione, vedi sopra, con le due colonne portanti del suo pensiero che sono la volontà di potenza e l'eterno ritorno). Arrivare al fondo di questo amor fati porta di fatto a linee molto semplici di azione. Dici bene quando dici "movimento", in opposizione magari ad altre parole (scuola, dottrina, sistema), e con chiaro riferimento all'esigenza di mettere in moto il pensare Nietzsche, senza mai fissarsi. Lui stesso, pur con le sue ossessioni, non è stato quasi mai "fermo" sul suo pensiero, ma ha sempre ruotato attorno in moto perpetuo circolare. Non è un caso, c'è una unità totale di etica e ontologia, di azione e pensiero, di estetica e gnoseologia. Questo "movimento" necessario porta però ad una serie di considerazioni "selettive", in quanto l'eterno ritorno ha carattere essenzialmente selettivo, questo è molto chiaro negli scritti, la piegatura su se stessi rompe chi è rigido, romperebbe tanto i bracci tesi nazisti quanto il nichilismo incrostato sulle rocce desertiche. Il movimento prevede piuttosto di abitare, di percorrere, di attraversare continuamente e nomadicamente il deserto (senza mai chiudere il deserto in sé: guai a chi alberga deserti). Questa è una immagine che usa spesso Deleuze. Fuor di metafora si tratta proprio di mettere tutto in moto continuo, mettere tutto alla prova estrema del ritorno eterno, per temprare col martello/pensiero la materia della propria esistenza, che sia individuale o di comunità (ma ogni gerarchia rigida, tanto di soggettività quanto di collettivo, verrebbe spezzata dal martello o dalla flessione ciclica). Il Nazismo ha fatto un uso strumentale estremo della potenza per il potere, del movimento circolare fine a se stesso per la strutturazione di gerarchie partitiche e militari rigide e immutabili (cioè privilegi), usando infine una morale (ed ogni morale è della debolezza). L'unico movimento nietzschiano mi sembra dunque quello infinito e circolare della volontà di potenza, cioè del divenire ciò che si è, amor fati, che ha lo specchio migliore nell'attività dell'artista creatore di sé e del mondo (senza distinzione reale fra le due cose, ma come un serpente che si morde la coda: il mondo crea l'io che crea il mondo che crea l'io ecc... ecco perché il ritorno è la struttura privilegiata dell'immanenza, è un circolo anche quella frase di Abelardo: amore-conoscenza-amore-conoscenza, ecc...). E' una danza impercettibile sul posto, è la vibrazione invisibile della musica nell'aria, la creazione continua di esistenza (potenza) dall'esistenza (potenza) stessa emersa dal nulla che è il mondo come volontà e rappresentazione. Non esistono i benriusciti di sangue, si è tutti malriusciti di base, si è tutti uomini tesi fra la scimmia e il superuomo. L'educazione del superuomo passa dal tendere questa corda (che è la volontà tesa sul tutto, goethianamente, spinozianamente, stoicamente, ma senza la "scorza" stoica come la chiama Nietzsche, piuttosto proprio come una capacità massima di affezione, cioè come massimo di potenza, l'esempio sarebbe sempre quello dell'artista che nell'operare è attraversato da dei "divenire" estetici-etici-ontologici-gnoseologici per cui diviene-fiore, diviene-roccia, diviene-mondo, diviene-VdP, ovvero ciò che è). -------------------- "Innocenza è il fanciullo e oblio, un nuovo inizio, un giuoco, una ruota ruotante da sola, un primo moto, un sacro dire di sì"
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