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> Amor fati: Nietzsche e Seneca
Kuoros
messagio Jun 5 2009, 09:32 PM
Messaggio #1


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Per cominciare mi presento.
Mi chiamo Alessandro e sono all'ultimo anno di Liceo classico.
Quest'anno ho studiato due autori che mi hanno interessato particolarmente, Seneca e Nietzsche, e che in parte ho approfondito anche al di là dell'aspetto scolastico, come mi piace fare per i pensatori che trovo affascinanti.
Un concetto presente in entrambi i filosofi, che mi ha molto colpito, è quello dell'amor fati.
Tuttavia, pur trovandolo estremamente affascinante, non mi è ancora del tutto chiaro.
Vorrei dunque chiedervi: quale sono le analogie e le differenze tra l' amor fati Nietzscheano e quello Senecano? Dove differiscono?
E se, nel caso, avreste qualche libro da consigliarmi in merito (proprio sull'amor fati) wink.gif
Inoltre, mi chiedevo se qualche artista (pittore, musicista, ecc) o qualche altro pensatore (filosofo o letterato che sia) abbia mai ripreso questo concetto.
Sono stato fin troppo prolisso, meglio che la pianto qui con le domande smile.gif
Grazie in anticipo
Ciao

Kouros
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Kuoros
messagio Jun 7 2009, 09:21 PM
Messaggio #2


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Grazie mille, la tua risposta è stata esaustiva.
Io penso che il tema dell'amor fati sia molto interessante e meriterebbe d'essere approfondito. Eppure su internet c'è poco, anzi nulla, e libri su tale argomento non ne ho ancora trovati.
A me in particolar modo viene in mente la frase di Seneca "Quid est boni viri? Praebere se fato" ("Cos'è proprio dell'uomo buono? - ma si potrebbe tradurre anche come uomo saggio, o come uomo ideale - Offrirsi al fato"). Quando l'ho letta mi è sembrato di leggere Nietzsche.
In particolar modo il De Provvidentia è forse il testo più intriso di Amor Fati.
Tuttavia in Seneca vi è il concetto della provvidenza, quindi un concetto religioso tendente all'apollineo, mentre Nietzsche è ateo e si affida a un fato dionisiaco.
Certo è che tuttavia vi sono molti punti in comune: Seneca vede tutto ciò che è considerato come un male dagli uomini come un bene, poiché dà l'opportunità all'uomo saggio di superare una sfida. (Ignisi aurum probat, miseria fortes viros - il fuoco mette alla prova l'oro, la sofferenza gli uomini forti)
Vi è un frase bellissima di Seneca, in cui l'autore arriva a fare un elogio dell'uomo saggio che lo eleva al di sopra degli dei: "ille extra patientiam malarum est, vos supra patientiam" (egli - dio - è fuori dalla sofferenza dei mali, voi - uomini saggi - siete sopra")
Insomma, il discorso secondo me è molto interessante e andrebbe approfondito.
Purtroppo della scuola stoica greca ho letto poco, l'autore che conosco meglio è Seneca, che è latino e quindi posteriore.
Volevo chiederti: vi sono altri autori che hanno ripreso il concetto di amor fati? E libri che parlano di tale argomento, zero?
Vorrei approfondire smile.gif
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