Dediche a Nietzsche |
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Dediche a Nietzsche |
Feb 10 2008, 07:05 PM
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#1
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Old Member Gruppo: Members Messaggi: 128 Iscritto il: 21-November 07 Utente Nr.: 588 |
Qualsiasi pensiero (poesia, frase e altro) vogliamo condere al maggiore pensatore:
Nietzsche stanco del vasto antico detto, alla panchina pose fra fulve fanciulle celesti un novo respiro all'etterno. -------------------- I limiti del mio linguaggio costituiscono i limiti del mio mondo.
At nihilominus sentimus experimurque, nos aeternos esse. |
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Mar 13 2009, 03:54 PM
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#2
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Über Member Gruppo: Members Messaggi: 754 Iscritto il: 15-May 08 Utente Nr.: 2,728 |
Sono sostanzialmente d'accordo con le critiche all'ermeneutica che pure nasce da esigenze che sono comprensibilissime e anzi fondamentali. Certo non può rimanere fine a se stessa, ma questo è un altro discorso.
L'unica cosa che si voleva far emergere, magari per discuterne, era l'importanza di non cadere nell'errore degli uomini superiori, che capita spesso, dove nietzsche diventa un calco mitteleuropeo di R.W.Emerson e ci si carica di self-confidence che lascia il tempo che trova. L'enfasi produttiva che segue alla lettura di Nietzsche è pericolosa, l'esaltazione dell'irrazionale, la foga artistica, ecc... Mi pare che il tuo romanzo parta già in questo senso dalle premesse sbagliate. L'idea che ci sia una quotidianità nietzschiana, o che ci sia una possibilità "formativa", come fossimo davanti appunto a quelle filosofie della self-confidence e del godere la vita, non è riscontrabile nel pensiero di Nietzsche. Sono consigli, riflessioni, niente di più. -------------------- "Innocenza è il fanciullo e oblio, un nuovo inizio, un giuoco, una ruota ruotante da sola, un primo moto, un sacro dire di sì"
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Mar 13 2009, 04:38 PM
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#3
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Advanced Member Gruppo: Members Messaggi: 91 Iscritto il: 5-March 09 Utente Nr.: 11,881 |
Sono sostanzialmente d'accordo con le critiche all'ermeneutica che pure nasce da esigenze che sono comprensibilissime e anzi fondamentali. Certo non può rimanere fine a se stessa, ma questo è un altro discorso. L'unica cosa che si voleva far emergere, magari per discuterne, era l'importanza di non cadere nell'errore degli uomini superiori, che capita spesso, dove nietzsche diventa un calco mitteleuropeo di R.W.Emerson e ci si carica di self-confidence che lascia il tempo che trova. L'enfasi produttiva che segue alla lettura di Nietzsche è pericolosa, l'esaltazione dell'irrazionale, la foga artistica, ecc... Mi pare che il tuo romanzo parta già in questo senso dalle premesse sbagliate. L'idea che ci sia una quotidianità nietzschiana, o che ci sia una possibilità "formativa", come fossimo davanti appunto a quelle filosofie della self-confidence e del godere la vita, non è riscontrabile nel pensiero di Nietzsche. Sono consigli, riflessioni, niente di più. Io rispondevo a Natiled, e in un certo senso anche a te, che il ponte creato tra un "testo" e il suo "lettore" non deve essere costruito con l'ingegneria razionale che conosciamo, o che abbiamo studiato, magari con grande dedizione, e mi sembrava un pochetto presuntuoso sbarazzarsi facilmente di quei ponti, che come appunto un arcobaleno fatto di luci e colori, potrebbe senza nessuna struttura razionale collegare in modo più vicino il"mondo" dell'autore e quello del "lettore". Ma tu qui non rispondi. Poi per quanto riguarda l'irrazionalità, della quale mi guardo bene dall'esaltarla", facevo riferimento alla prima opera di N. e sottolineavo come la stragrande maggioranza non ha mai scritto per intero il suo titolo,nella sua intierezza, che quando apparì per la prima volta sembrò parecchio curioso... N.d.T dallo spirito della musica. Ma tu qui non rispondi. Poi ancora parlavo del vissuto come condizione imprescindibile per la pre-conscenza. E mi chiedevo se il vissuto di ognuno di noi potrebbe più o meno essere compatibile con la comprensione di N. Ma tu neanche qui rispondi. Poi parlavo dell'ascolto, e dicevo che trovo forvianti tutti quegli accorgimenti tecnici, che portano in prossimità di un oggetto da conoscere, poichè illudendomi di prepararmi alle condizioni per un buon ascolto, non fa altro che inserire un filtro e mettere qualcosa di razionale tra me e l'oggetto della conoscenza, rischiando di farmi ascoltare altra musica, altre note, e dicevo che l'unico accorgimento-organo per risolvere/dissolvere un testo o qualsiasi oggetto da conscere, è il cuore, il tatto, l'udito, l'olfatto, la vista, il proprio vissuto, la musica, l'arte, niente insomma che abbia a che fare con il razionale. Ma neanche qui niente, nessuna risposta. Parlavo poi di sofferenza, quelle da "memorie del sottosuolo", come elemento fondamentale per la conoscenza e pure visto che riporti sempre brani della Z. non ti ricordi della sua conclusione. "Uomo siii attento! Che dice la mezzanotte profonda?". Niente, niente di niente, non dice niente la mezzanotte profonda, Amici? Lì sgub c'è la chiave di TUTTO, nel dolore e nel piacere, lì ci parla chiaramente, lì solo lì è chiaro come la luce del sole! Lì e solo lì, chiarisce cos'è l'eterno ritorno. Lì e soltanto lì, l'ermeneutica contemporanea si fa a far benedire, lì e soltanto lì conta la musica, solo la musica. Ma tu mi risondi non prestando orecchia! -------------------- Agli uomini dei quali mi importa qualcosa io auguro sofferenze, abbandono, malattie, maltrattamenti, disprezzo..., io desidero che non restino loro sconosciuti il profondo disprezzo di sé, il martirio della diffidenza di sé, la miseria del vinto
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Mar 13 2009, 05:35 PM
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#4
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Old Member Gruppo: Members Messaggi: 115 Iscritto il: 18-January 09 Utente Nr.: 10,580 |
Io rispondevo a Natiled, e in un certo senso anche a te, che il ponte creato tra un "testo" e il suo "lettore" non deve essere costruito con l'ingegneria razionale che conosciamo, o che abbiamo studiato, magari con grande dedizione, e mi sembrava un pochetto presuntuoso sbarazzarsi facilmente di quei ponti, che come appunto un arcobaleno fatto di luci e colori, potrebbe senza nessuna struttura razionale collegare in modo più vicino il"mondo" dell'autore e quello del "lettore". Ma tu qui non rispondi. Vedi, questo può avvenire solo dopo che Nietzsche è stato 'analizzato' attentamente. Hai ragione per quanto riguarda l'ermeneutica. Tuttavia non dimenticarti che qui nessuno ha nessuna presunzione, ma ognuno ha voglia di sapere, di cercare, e il primo passo per fare questo è un'analisi spogliata dalle emozioni e dai pregiudizi. O quanto meno un tentativo di ciò. Se in un secondo momento ti senti di esprimere quello che provi, indipendentemente da quello che pensiamo noi (ci mancherebbe!), puoi farlo, ma devi stare attento a come presenti un autore come Nietzsche, che potrebbe essere frainteso molto facilmente. E con questo non voglio assolutamente dire che io lo conosco benissimo e l'ho capito meglio degli altri, mi attengo solo ai risultati dei miei studi, tutto qui. Poi per quanto riguarda l'irrazionalità, della quale mi guardo bene dall'esaltarla", facevo riferimento alla prima opera di N. e sottolineavo come la stragrande maggioranza non ha mai scritto per intero il suo titolo,nella sua intierezza, che quando apparì per la prima volta sembrò parecchio curioso... N.d.T dallo spirito della musica. Ma tu qui non rispondi. Rispondo io. Non credo che sia tanto importante il sottotitolo delle prime due edizioni, perché nel 1886 N. torna sull'argomento e decide di cambiarlo in Grecità e pessimismo, che acquista tutto un altro sapore che sarà pienamente coerente con il resto dell'opera nietzscheana. Poi ancora parlavo del vissuto come condizione imprescindibile per la pre-conscenza. E mi chiedevo se il vissuto di ognuno di noi potrebbe più o meno essere compatibile con la comprensione di N. Ma tu neanche qui rispondi. Spero che Sgub mi perdonerà se rispondo ancora io. Scusa, ma Nietzsche non è un filosofo da vivere, l'immediatezza non è coerente con la fatica delle altezze, dei ghiacci e del deserto; con lo sforzo che lo spirito deve fare per trasformarsi finalmente in fanciullo. Nietzsche non può (secondo me, e con questo non voglio essere presuntuosa) essere compreso, se prima non si compie quel percorso che lui stesso ci invita a compiere, cioè quello dello studio accurato, filologico, rigoroso e meticoloso... ma sempre con cervello, ovviamente! Nietzsche è un filosofo per studiosi accorti, non per ingenui. Poi ti ripeto, se sei convinto del contrario, tanto meglio, và pure avanti con il tuo racconto e dimostraci di esserci sbagliati, io riporto solo quanto si può estrapolare (cercando nel possibile di non interpretare troppo) dal suo pensiero. Ricordiamoci infine, che anche la superficialità dei greci, è in realtà tale "per profondità"! -------------------- Luce io sono: ah, fossi notte!
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