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> nuovi valori
marduk
messagio May 15 2007, 09:33 PM
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Secondo voi, una società come quella italiana, ai vertici della quale si trova la casse politica e intellettuale più vecchia d'europa, nella quale ci si arrocca a vecchie figure paterne (come il papa), nella quale i giovani non hanno voce (e non è retorica: in nessuna campagna politica si parla della precarietà del lavoro giovanile, di dare + chance alla ricerca, ecc), nella quale si IDOLATRA un idea come quella di FAMIGLIA, la più conservatrice che ci sia, la più stabilizzante e ferma,... ecco secondo voi una società così non è il contrario di quella "società dionisiaca" aperta la NOVUM (ai giovani ad esempio....) e quindi più disponibile al ricambio delle generazioni? (i nostri vecchi invece NON mollano! die hard!!).
I creatori di nuovi valori, così "temuti", non saremo noi, 20-30enni, ancora non entrati appieno nella "fabbrica delle utilità sociali", e dunque + liberi, + innovatori??? wink.gif mah


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marduk
messagio May 26 2007, 10:24 PM
Messaggio #2


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CITAZIONE
Il prezzo che si paga per la "sicurezza generale", da quello che empiricamente ho rilevato nella mia personale esperienza, è la dissipazione dello spirito, cioè: le maggiori opportunità anche di studio (al nord essere uno studente è un vero "status", rispettato, al contrario di quello che avviene in Italia), è comunque diretto all'omogeneizzazione per poter essere funzionali unicamente alla "fabbrica delle utilità sociali", e non alla crescita dello spirito.
"Lassù", non fanno della beneficenza...


Ecco, hai toccato una questione fondamentale che, leggendo "il soggetto e la maschera" di vattimo, mi sono reso conto sta incastonata anche al centro della filosofia di Nietzsche, ma forse è inconsciamente dentro ognuno di noi.

Da un lato Apollo: il dio della "sicurezza generale" (per dirla a parole tue!), il dio che ti dà sicurezza facendoti entrare in una macchina sociale in qualità di ingranaggio, promettendoti un senso sempre di là da venire. In cambio chiede la "dissipazione dello spirito".
Dall'altro Dioniso, il dio della emarginazione sociale, che spezzando le regole sociali ne svela il loro carettere effimero e "umano troppo umano", il dio che eleva il singolo a unico legislatore liberandone tutte le capacità creative di trasformazione (e pertanto lo toglie dall'uso sociale), potenziandone lo spirito.
Ma quale prezzo chiede Dioniso? ....io ancora non so rispondere.
Certo l'ideale sarebbe avere una "dotazione vitalizia": vivere senza dover lavorare e vivere delle proprie passioni. Oppure cercare di rendere la passione un lavoro, con tutte le difficoltà che questo comporta. Ma anche avendo questo vitalizio, posso dire di essere libero?
Per dirla breve: spirito e società, libertà e integrazione si possono conciliare?? O anche il Sud e il Nord d'Europa? wink.gif wink.gif


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