Ivano Fossati |
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Ivano Fossati |
nemo |
Dec 21 2007, 11:44 AM
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#1
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La costruzione di un amore
La costruzione di un amore spezza le vene delle mani mescola il sangue col sudore se te ne rimane La costruzione di un amore non ripaga del dolore è come un'altare di sabbia in riva al mare La costruzione del mio amore mi piace guardarla salire come un grattacielo di cento piani o come un girasole Ed io ci metto l'esperienza come su un albero di Natale come un regalo ad una sposa un qualcosa che sta lí e che non fa male E ad ogni piano c'è un sorriso per ogni inverno da passare ad ogni piano un Paradiso da consumare Dietro una porta un po' d'amore per quando non ci sarà tempo di fare l'amore per quando vorrai buttare via la mia sola fotografia E intanto guardo questo amore che si fa piú vicino al cielo come se dopo tanto amore bastasse ancora il cielo E sono qui e mi meraviglia tanto da mordermi le braccia, ma no, son proprio io lo specchio ha la mia faccia Sono io che guardo questo amore che si fa più vicino al cielo come se dopo l'orizzonte ci fosse ancora cielo E tutto ció mi meraviglia tanto che se finisse adesso lo so io chiederei che mi crollasse addosso E la fortuna di un amore come lo so che può cambiare dopo si dice l'ho fatto per fare ma era per non morire Si dice che bello tornare alla vita che mi era sembrata finita che bello tornare a vedere e quel che è peggio è che è tutto vero perché La costruzione di un amore spezza le vene delle mani mescola il sangue col sudore se te ne rimane La costruzione di un amore non ripaga del dolore è come un'altare di sabbia in riva al mare E intanto guardo questo amore che si fa piú vicino al cielo come se dopo tanto amore bastasse ancora il cielo E sono qui e mi meraviglia tanto da mordermi le braccia, ma no, son proprio io lo specchio ha la mia faccia Sono io che guardo questo amore che si fa grande come il cielo come se dopo l'orizzonte ci fosse ancora cielo E tutto ció mi meraviglia tanto che se finisse adesso lo so io chiederei che mi crollasse addosso Sì. |
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Jan 8 2008, 06:18 PM
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#2
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Advanced Member Gruppo: Members Messaggi: 96 Iscritto il: 26-October 07 Utente Nr.: 448 |
Su De Maistre: ammetto di non aver fatto caso alle iniziali del suo nome, in effetti erano due fratelli. Se non è lui è il fratello ad aver scritto "la torre del lebbroso"..uno dei due comunque sì.
Su convinzioni filosofiche sono dell'idea che le mie siano solo opinioni, criticabilissime. Per quanto riguarda questa questione di epistemologia che sto trattando ho una velleità: credo di non aver affermato nessuna falsità. Ora se leggesse quanto ho scritto un docente universitario vi potrebbe trovare errori, certo, imprecisioni, eppure il succo rimane: no non esiste una regola nell'universo. Le leggi non fanno parte della natura (come credevano i signoti Galileo e Newton) ma costituiscono l'umana interpretazione della natura. E questo ripeto, non lo affermo io soltanto, ma per esempio, è quanto si evince direttamente dalla teoria della relatività di Einstein. O molto di più ancora dalla quantistica, in cui l'importanza dell'osservatore e delle metodologie di misura influiscono ancor di più. Einstein ebbe un limite, il suo genio si fermò di fronte a questo problema: come è possibile che l'universo sia "aleatorio" come la descrizione quantistica della materia vuole farci credere? "Dio non gioca a dadi col mondo" disse. A causa di questo suo "pregiudizio" non riuscì nell'impresa di unire in un sistema unico relatività e quantistica. Ora il fatto che se io sbatto la testa contro il muro mi faccio male è un dato. A causa dell'urto provo dolore. Finché ragioniamo in termini molto semplici è difficile comprendere la casualità dell'universo. Ma ad analizzare la questione fino in fondo, ad andare a vedere da cosa derivano le leggi, i rapporti causa-effetto, direi che è abbastanza immediato rendersi conto che queste non sono parte della natura. La teoria di Einstein addirittura suggerisce che nemmeno il tempo e lo spazio esistano in sé: sono "formae mentis" che l'umo usa per ordinare gli accadimenti. Un problema cui la fisica moderna cerca di rispondere è questo: quando si creò lo spazio? e poiché spazio e tempo sono inscindibili (Einstein) allora quando si creò il tempo? Se addirittura il tempo non è oggettivo, ma soggettivo, allora tutto il nostro modo di vivere, di ordinare i fenomeni viene ad esserlo. La scienza non pretende di affermare verità assolute perché queste non esistono, pretende solo di dare descrizioni del sensibile tali da permettere ALL'UOMO delle previsioni utili alla sua vita. Per quanto riguarda la fragola: beh non è che lei si riproduca per convenzione, ma il meccanismo con cui la chimica (che si basa poi su leggi fisiche, e eccoci ricondotti al problema di cui sopra) studia questo fatto è costruito ad hoc per permettere a noi tutti di dire "ciò non avviene per caso". Proprio perché è inaccettabile che le cose avvengano per caso, l'uomo "inventa" la scienza. Per ordinarle in modo che esse siano causali e non casuali. Lo stesso, SECONDO ME, Dio. Per dare un senso all'esistere, al nostro essere qua, alla nostra vita l'uomo partorisce Dio. Poi in certi uomini Dio "muore", e questi stessi atei cercano il senso in altri idoli, tipo la morale. Ci sono atei che danno un senso alla loro vita scegliendo di seguire una rigida morale. Nell'uomo c'è una forza che lo spinge a comportarsi come noi sappiamo: cercare di dare un senso. Perché? perché se in un cosa c'è un senso e io lo conosco, allora la domino. Se so come si riproducono le fragole, posso sfruttare questo fatto. Risultato: la volontà di potenza che è nell'uomo risulta soddisfatta. Quest'ultima parte è solo un'interpetazione filosofica (valida, secondo me, ma non univoca)...se ti posso consigliare un libro niente male, s'intitola "Il tao della fisica", uscito nel 1975, di Fritjof Capra. Cerca di mettere in evidenza corrispodenze tra filosofia orientale e fisica moderna. Nel farlo spiega alcune cose di fisica in modo semplice (conta che io fisica l'ho studiata solo al liceo e neanche tanto bene, quindi non serve chissà che preparazione), che credo possono chiarire bene il punto sulle "leggi della natura". Poi come ti ho detto, convincerti è speranza troppo grossa, perché purtroppo ciò ha ripercussioni troppo dirette sul proprio credo, ma sono convinto che chiunque lasciasse da parte i proprio preconcetti potrebbe facilmente comprendere quanto le leggi fisiche siano "umane"... P.S. Io ancora non sono del tutto ateo, anzi, dopo aver letto quel libro ho pensato un modo per salvaguardare l'idea di un ente metafisico, nonstante il caos nell'universo...e mi ero anche convinto...non che l'assenza di una legge naturale dimostri l'inesistenza di Dio, altrimenti la fisica moderna potrebbe già vantarsi di aver dimostrato l'impossibilità di Dio, cosa che resta del tutto fuori dalle sue prerogative.. Posso suggerirmi un epiteto io? lo faccio: luk dei gelidi monti...anche se continua a non competere con "le belle valli"!!!! |
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