Pindaro, il più grande genio fra i poeti |
Benvenuto Visitatore ( Log In | Registrati )
Pindaro, il più grande genio fra i poeti |
Apr 11 2008, 10:05 AM
Messaggio
#1
|
|
Old Member Gruppo: Members Messaggi: 128 Iscritto il: 21-November 07 Utente Nr.: 588 |
Parliamo di quel poeta lirico che per chi lo conosce desta sempre nuova meraviglia.
Impara ad essere ciò che sei. (chi vi ricorda?) Un sogno d'ombra è l'uomo. (la definizione più bella e vera di cosa sia l'uomo) -------------------- I limiti del mio linguaggio costituiscono i limiti del mio mondo.
At nihilominus sentimus experimurque, nos aeternos esse. |
|
|
Apr 11 2008, 10:33 PM
Messaggio
#2
|
|
Über Member Gruppo: Members Messaggi: 1,239 Iscritto il: 12-July 07 Utente Nr.: 219 |
Orsù, apprestiamoci alla lettura:
PER TEEO DI ARGO LOTTATORE ... Mutando a vicenda la sorte, essi un giorno dimorano presso Zeus, il padre diletto; un altro, nelle cavità della terra, nei recessi di Terapne, compiendo un uguale destino. Questa vita scelse Polluce, più che essere in tutto un dio e abitare nel cielo, poi che era morto Castore in guerra. L'aveva trafitto Ida irato per i buoi, con la punta della lancia di bronzo. ................. Contro Ida scagliò Zeus il suo fulmine, portatore di fuoco, fumoso: insieme essi arsero, in solitudine. Difficile è per i mortali lottare coi più forti. Sùbito il figlio di Tindaro tornò indietro presso il forte fratello: non morto ancora, ma per l'affanno scosso da rantoli convulsi lo trovò. Versando lacrime calde, tra i gemiti, gridò: «Padre Cronide, quale rimedio sarà ai miei dolori? Ordina anche a me, insieme a lui, la morte, o Signore. Per l'uomo privato dei suoi cari perduta è la gloria: nell'affanno, sono pochi i mortali che, fedeli, partecipano alle pene». Così disse. Zeus davanti gli venne e pronunciò queste parole: «Tu sei mio figlio; poi, congiuntosi alla madre tua, l'eroe suo sposo stillò il seme mortale. Ma orsù, questa scelta io ti concedo: se evitata la morte e la vecchiezza aborrita, tu vuoi abitare con me nell'Olimpo, con Atena e con Ares dalla lancia nera, è possibile a te questa sorte. Ma se per il fratello combatti, e ogni cosa pensi dividere con lui in parte uguale, metà del tempo vivrai sotto la terra, e metà nelle dimore d'oro del cielo». Così parlò. E Polluce non pose alla mente un duplice pensiero: sciolse l'occhio e poi la voce di Castore dalla cintura di bronzo. -------------------- "Osa tutto...non avere bisogno di niente"
|
|
|
Apr 14 2008, 09:35 PM
Messaggio
#3
|
|
Old Member Gruppo: Members Messaggi: 128 Iscritto il: 21-November 07 Utente Nr.: 588 |
Orsù, apprestiamoci alla lettura: PER TEEO DI ARGO LOTTATORE ... Mutando a vicenda la sorte, essi un giorno dimorano presso Zeus, il padre diletto; un altro, nelle cavità della terra, nei recessi di Terapne, compiendo un uguale destino. Questa vita scelse Polluce, più che essere in tutto un dio e abitare nel cielo, poi che era morto Castore in guerra. L'aveva trafitto Ida irato per i buoi, con la punta della lancia di bronzo. ................. Contro Ida scagliò Zeus il suo fulmine, portatore di fuoco, fumoso: insieme essi arsero, in solitudine. Difficile è per i mortali lottare coi più forti. Sùbito il figlio di Tindaro tornò indietro presso il forte fratello: non morto ancora, ma per l'affanno scosso da rantoli convulsi lo trovò. Versando lacrime calde, tra i gemiti, gridò: «Padre Cronide, quale rimedio sarà ai miei dolori? Ordina anche a me, insieme a lui, la morte, o Signore. Per l'uomo privato dei suoi cari perduta è la gloria: nell'affanno, sono pochi i mortali che, fedeli, partecipano alle pene». Così disse. Zeus davanti gli venne e pronunciò queste parole: «Tu sei mio figlio; poi, congiuntosi alla madre tua, l'eroe suo sposo stillò il seme mortale. Ma orsù, questa scelta io ti concedo: se evitata la morte e la vecchiezza aborrita, tu vuoi abitare con me nell'Olimpo, con Atena e con Ares dalla lancia nera, è possibile a te questa sorte. Ma se per il fratello combatti, e ogni cosa pensi dividere con lui in parte uguale, metà del tempo vivrai sotto la terra, e metà nelle dimore d'oro del cielo». Così parlò. E Polluce non pose alla mente un duplice pensiero: sciolse l'occhio e poi la voce di Castore dalla cintura di bronzo. Una delle poche poesie che non danno troppi problemi e che parla d'amore (Pindaro genio qual era parlava poco di quel sentimento, altre cose erano a lui care, non certo che non amasse ma diciamo nei versi ci trovi molto più che il solito petrarchino alle prese con Laura...) -------------------- I limiti del mio linguaggio costituiscono i limiti del mio mondo.
At nihilominus sentimus experimurque, nos aeternos esse. |
|
|
Versione Lo-Fi | Oggi è il: 8th June 2024 - 08:29 AM |