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> La creatività e la sua funziona sul mondo\pratica, aiuto per chiarimento di dubbi per la tesina
suh
messagio Jun 26 2012, 09:01 PM
Messaggio #1


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Ciao sono una ragazza che fa il liceo Artistico. Lunedì dovrò esporre la mia tesina, purtroppo sono arrivata in ritardo a raccogliere informazioni e solo ieri sera ho scoperto questo forum.
Vorrei basare la mia tesina (o meglio, mappa concettuale) sulla creatività, circoscrivendo l'argomento a ciò che abbiamo fatto nel programma e all'influenzza che ha sul ''mondo''.
Partirei da Nietzsche, dalla definizione di creatività come espressione del Dionisiaco per poi parlare dell'artista come colui che è ''privilegiato'' per essere oltreuomo (non sò come esprimerlo bene a parole ) e di come ''influenzi'' la realtà. Volevo parlare poi di Munch e del suo collegamento col pensiero di Nietzsche e del motivo per cui dipingeva, per poi passare a D'Annunzio parlando della sua distorsione di Nietzsche (un confronto con al sua definizione di creatività ed artista) e del suo modo creativo di 'influenzare' il mondo.

Il pensiero di Nietsche però è molto complesso e a causa delle enormi differenze fra le varie interpretazioni non sò bene da che parti girarmi.
Non capisco bene la relazione tra artista ed eterno ritorno e le uguaglianze \ differenze con d'annunzio non mi sono ben chiare, se poi qualcuno riuscisse a darmi qualche indicazione su Munch ringrazierei un sacco, ho spulciato l'intero forum e un po' di informazioni utili le ho trovate, mi manca però un chiarimento generale.

Avendo come commissari esterni sia filosofia che storia dell'arte che italiano voglio cercare di avere le idee ben chiare.

Grazie mille e scusate il disturbo ^^
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Freddie
messagio Jun 29 2012, 02:13 AM
Messaggio #2


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Uhm siamo davvero in ritardo! vediamo punto per punto...
Per Nietzsche l'arte NON intesa come desiderio di fissare forme "immobili, eterne ed immutabili" bensì come innovazione, mutamento, divenire, è l'unica vera via per dare un senso all'esistenza quale fenomeno estetico.
Inutile che ti citi diversi aforismi per non ridurre il tutto a qualche stralcio che può portare malintesi..
Diciamo che si può riassumere il tutto con "BASTA CREARE CAPOLAVORI BISOGNA ESSERE CAPOLAVORI" tongue.gif
Ma ammetto che il terreno è minato perché sempre per Nietzsche l'arte (se intesa con accezione comune) è consolatoria, il "panem et circenses" per la borghesia, per l'uomo "comune" dunque se parli d'arte devi sforzarti di andare "al di là" dell'arte così conosciuta a fine '800.
in un frammento postumo infatti N. usa per designare l'artista non il termine Kunstler bensì Artist che sta a richiamare l'artista di strada, il saltimbanco, l'acrobata che mette a rischio la propria esistenza (c'è un riferimento anche al funambulo che cade dalla corda nello zarathustra) dunque l'artista è considerato in pratica come colui che fa di sè un opera d'arte, non eterna, immutata bensì mobile, arte parto dell'attimo. All'artista così interpretato non importa più influenzare in qualche modo il mondo, non è il suo scopo, non ricerca comprensione nello spettatore proprio perché incomprensibile. Credo tu sia sicuramente più esperta di me ma se noti ad esempio nel futurismo non ci troviamo più di fronte ad un arte "immobile" bensì alla ricerca dell'attimo nel suo svolgersi, atti dinamici ecc.. ecc.. ma sicuramente puoi trovare esempi più calzanti.

Se proprio vuoi sbizzarrirti è la differenza che c'è fra Cronos e Aion.. Cronos per i greci era il tempo mentre Aion era l'attimo, il presente, che come si sa è tanto fugace che non si può "fermare" ma questo è un pensiero buttato li alla rinfusa in questo momento...
passiamo oltre (sperando di averti delucidato qualcosa)
Su Munch mi trovi impreparato purtroppo sad.gif(((

D'Annunzio.. uhm allora diciamo in realtà ha cercato forse all'inizio d'essere il superuomo decantato da N. se ci sia riuscito o meno... mmm, in realtà più che superuomo lo definirei ammaliatore, il superuomo non cerca conferma d'EGO attraverso gli altri, non cerca di richiamare a se greggi, guidare dall'alto; il superuomo ricerca nuovi (aggiungo propri) valori a rischio di non essere più compreso dall' altro; saltare il fosso senza più bisogno di nutrimento dalla gente comune. Quello del superuomo non è egocentrismo, è superamento anche del limite dato dall'io. D'Annunzio volente o nolente, conscio probabilmente del fascino che esercitava sugli altri ha usato, seppur originalissimo nel vivere la propria vita, conferma e nutrimento nell'altro. In pratica senza "l'altro" Gabriele non sarebbe stato un superuomo smile.gif. La distorsione in pratica è stata nel prendere l'idea di superuomo, colui che è oltre tutto e tutti e adattarla alla propria necessità di esaltazione attraverso lo spettatore.

Ti chiedo scusa se sono stato un po' confusionario ma visto che lunedì si avvicina l'unico momento libero per scriverti è stato questo.. resto a disposizione per chiarimenti smile.gif


CITAZIONE(suh @ Jun 26 2012, 09:01 PM) *
Ciao sono una ragazza che fa il liceo Artistico. Lunedì dovrò esporre la mia tesina, purtroppo sono arrivata in ritardo a raccogliere informazioni e solo ieri sera ho scoperto questo forum.
Vorrei basare la mia tesina (o meglio, mappa concettuale) sulla creatività, circoscrivendo l'argomento a ciò che abbiamo fatto nel programma e all'influenzza che ha sul ''mondo''.
Partirei da Nietzsche, dalla definizione di creatività come espressione del Dionisiaco per poi parlare dell'artista come colui che è ''privilegiato'' per essere oltreuomo (non sò come esprimerlo bene a parole ) e di come ''influenzi'' la realtà. Volevo parlare poi di Munch e del suo collegamento col pensiero di Nietzsche e del motivo per cui dipingeva, per poi passare a D'Annunzio parlando della sua distorsione di Nietzsche (un confronto con al sua definizione di creatività ed artista) e del suo modo creativo di 'influenzare' il mondo.

Il pensiero di Nietsche però è molto complesso e a causa delle enormi differenze fra le varie interpretazioni non sò bene da che parti girarmi.
Non capisco bene la relazione tra artista ed eterno ritorno e le uguaglianze \ differenze con d'annunzio non mi sono ben chiare, se poi qualcuno riuscisse a darmi qualche indicazione su Munch ringrazierei un sacco, ho spulciato l'intero forum e un po' di informazioni utili le ho trovate, mi manca però un chiarimento generale.

Avendo come commissari esterni sia filosofia che storia dell'arte che italiano voglio cercare di avere le idee ben chiare.

Grazie mille e scusate il disturbo ^^



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Dei buoni denti e uno stomaco forte - t'auguro questo!
E se ti sei trovato col mio libro,
ti troverai di certo anche con me.
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suh
messagio Jul 1 2012, 11:34 PM
Messaggio #3


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CITAZIONE(Freddie @ Jun 29 2012, 03:13 AM) *
Uhm siamo davvero in ritardo! vediamo punto per punto...
Per Nietzsche l'arte NON intesa come desiderio di fissare forme "immobili, eterne ed immutabili" bensì come innovazione, mutamento, divenire, è l'unica vera via per dare un senso all'esistenza quale fenomeno estetico.
Inutile che ti citi diversi aforismi per non ridurre il tutto a qualche stralcio che può portare malintesi..
Diciamo che si può riassumere il tutto con "BASTA CREARE CAPOLAVORI BISOGNA ESSERE CAPOLAVORI" tongue.gif
Ma ammetto che il terreno è minato perché sempre per Nietzsche l'arte (se intesa con accezione comune) è consolatoria, il "panem et circenses" per la borghesia, per l'uomo "comune" dunque se parli d'arte devi sforzarti di andare "al di là" dell'arte così conosciuta a fine '800.
in un frammento postumo infatti N. usa per designare l'artista non il termine Kunstler bensì Artist che sta a richiamare l'artista di strada, il saltimbanco, l'acrobata che mette a rischio la propria esistenza (c'è un riferimento anche al funambulo che cade dalla corda nello zarathustra) dunque l'artista è considerato in pratica come colui che fa di sè un opera d'arte, non eterna, immutata bensì mobile, arte parto dell'attimo. All'artista così interpretato non importa più influenzare in qualche modo il mondo, non è il suo scopo, non ricerca comprensione nello spettatore proprio perché incomprensibile. Credo tu sia sicuramente più esperta di me ma se noti ad esempio nel futurismo non ci troviamo più di fronte ad un arte "immobile" bensì alla ricerca dell'attimo nel suo svolgersi, atti dinamici ecc.. ecc.. ma sicuramente puoi trovare esempi più calzanti.

Se proprio vuoi sbizzarrirti è la differenza che c'è fra Cronos e Aion.. Cronos per i greci era il tempo mentre Aion era l'attimo, il presente, che come si sa è tanto fugace che non si può "fermare" ma questo è un pensiero buttato li alla rinfusa in questo momento...
passiamo oltre (sperando di averti delucidato qualcosa)
Su Munch mi trovi impreparato purtroppo sad.gif(((

D'Annunzio.. uhm allora diciamo in realtà ha cercato forse all'inizio d'essere il superuomo decantato da N. se ci sia riuscito o meno... mmm, in realtà più che superuomo lo definirei ammaliatore, il superuomo non cerca conferma d'EGO attraverso gli altri, non cerca di richiamare a se greggi, guidare dall'alto; il superuomo ricerca nuovi (aggiungo propri) valori a rischio di non essere più compreso dall' altro; saltare il fosso senza più bisogno di nutrimento dalla gente comune. Quello del superuomo non è egocentrismo, è superamento anche del limite dato dall'io. D'Annunzio volente o nolente, conscio probabilmente del fascino che esercitava sugli altri ha usato, seppur originalissimo nel vivere la propria vita, conferma e nutrimento nell'altro. In pratica senza "l'altro" Gabriele non sarebbe stato un superuomo smile.gif. La distorsione in pratica è stata nel prendere l'idea di superuomo, colui che è oltre tutto e tutti e adattarla alla propria necessità di esaltazione attraverso lo spettatore.

Ti chiedo scusa se sono stato un po' confusionario ma visto che lunedì si avvicina l'unico momento libero per scriverti è stato questo.. resto a disposizione per chiarimenti smile.gif



alcune parti mi sono state davvero di chiarimento grazie mille smile.gif
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Freddie
messagio Jul 4 2012, 03:21 PM
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CITAZIONE(suh @ Jul 1 2012, 11:34 PM) *
alcune parti mi sono state davvero di chiarimento grazie mille smile.gif


laugh.gif solo un piacere smile.gif


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E se ti sei trovato col mio libro,
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